Fanfic su artisti musicali > Mika
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Autore: jjk    14/09/2014    1 recensioni
Capita che tra le lettere dei fan ci sia qualcosa di inatteso.E capita che arrivi una lettera che non ci si immaginava minimamente che potesse arrivare.Una lettera che ha il potere di cambiare la nostra vita in pochi secondi.Una lettera che non possiamo credere di aver ricevuto perché ci porta dritti dentro un sogno
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le parti in blu rappresentano i dialoghi in inglese

Giulia si svegliò quando sentì un cane abbaiare e graffiare la porta.
C’era qualcosa di strano, quello non era l’abbaiare di Robert, ma cosa mai poteva farci un altro cane a casa sua?
Aprì gli occhi e finalmente realizzò cosa ci fosse di strano.
Quello non era il suo letto, il cane che graffiava la porta non era Robert ma Melachi e quella non era casa sua ma casa di Mika.
Si guardò un attimo intorno.
Non era mai salita in quella che sarebbe dovuta essere la sua stanza fino a quando, la sera prima, Michael non l’aveva praticamente trascinata, ancora mezza addormentata, fuori dal taxi e condotta in “camera sua”.
Giulia aveva in qualche modo sperato di poter passare una notte come quella precedente, ma dopo averla messa a letto lui era uscito dalla stanza e richiamarlo per chiedergli di passare la notte con lei era troppo infantile per Giulia, che era invece rimasta a guardarlo allontanarsi.
Se c’era una cosa che aveva imparato in quei giorni era che Mika non chiudeva quasi mai le porte, non del tutto.
Per lei invece era quasi un’ossessione.
Non si riusciva a sentire a suo agio con le porte aperte, nemmeno se sapeva che al di fuori di esse non c’era nessuno.
Quindi la sera prima si era alzata per andarla a chiudere ed evidentemente non si era accorta che Melachi era entrata nella stanza e l’aveva inavvertitamente chiusa dentro perché lei adesso era lì, intenta a graffiare la porta cercando di uscire.
La ragazza si alzò dal letto ed aprì la porta facendo uscire il cane e subito dopo la richiuse.
Controllò l’orologio.
In un giorno normale avrebbe pensato che fosse ancora notte e si sarebbe rimessa a dormire, ma qualcosa nel cervello la spinse a restare sveglia.
Poi una lampadina le si accese e ricordò: l’aeroporto, il tour, la partenza, l’America.
Non era mai stata in America.
Sapeva di avere dei parenti sparsi in varie parti del nord America ma lei non aveva mai attraversato l’oceano che li separava, né li aveva mai visti.
Non era mai stata in America.
Si vestì velocemente, piena di quell’entusiasmo che si impossessava sempre di lei quando qualche posto completamente novo si presentava all’orizzonte.
Stava per scendere le scale che l’avrebbero portata al piano inferiore dove c’era la cucina quando vide Mel intenta a graffiare un’altra porta che lei subito aprì.
In meno di un secondo il cane era già dentro e la ragazza poté udire qualcuno borbottare all’interno della stanza.
Ridacchiò.
Mel doveva aver svegliato Mika.
Beh, meglio così, se non ci avesse pensato il cane lo avrebbe dovuto fare lei.
Scese in cucina e preparò la colazione.
Non che ci fosse granché da preparare dato che l’unica opzione ad una tazza di latte con i cereali erano dei toast, ma almeno il tavolo era apparecchiato quando Mika, già vestito, la raggiunse.
Si stava stropicciando gli occhi con una mano mentre l’altra era completamente persa nei suoi ricci a cui probabilmente stava cercando di dare una forma ma che in realtà stava solo scompigliando di più.
Mangiarono in silenzio.
Erano entrambi ancora troppo addormentati per parlare.
Quando ebbero anche finito di mettere a posto lui si girò verso di lei.
-Pronta?-
Lei annuì ed ognuno prese i bagagli che avevano precedentemente lasciato all’ingresso e li caricarono nel taxi di Beppe che era già lì fuori ad aspettarli.
Nessuno di loro disse nulla mentre guidavano verso l’aeroporto.
Il silenzio interrotto solo dalle canzoni trasmesse alla radio.
Casa di Mika non era molto distante dall’aeroporto così in un batter d’occhio furono a Stansted, quasi sicuramente l’aeroporto più piccolo della città.
Il cantante aveva pensato a tutto per incontrare meno gente possibile  che potesse riconoscerlo.
Arrivati fece un cenno di saluto a Beppe e, sempre senza dire una parola, cominciò a tirare fuori le valigie dal bagagliaio.
La ragazza lo stava per seguire quando la voce del tassista la fermò.
-Ragazzina-
Lei si voltò verso di lui facendogli capire che lo stava ascoltando anche se non aveva la forza di parlare.
-Prenditi cura di lui. Fa sempre finta di non averne bisogno, ma è successo qualcosa ultimamente. Qualcosa che non ha voluto dire nemmeno a me e che lo tormenta. Hai lo sguardo intelligente, scommetto che lo avevi già capito. Lui si fida di te e magari ti racconterà cos’è successo, ma qualsiasi cosa ti dicoa o non ti dica……Prenditi cura di lui. Promesso?-
-Lo giuro-
Beppe sorrise e lei rispose allo stesso modo.
L’uomo aveva ragione, c’era qualcosa che non andava nel libanese e lei aveva tutta l’intenzione di scoprire cosa anche se rispettando i tempi del giovane.
Lo guardò camminare verso l’ingresso.
Certo che era davvero buffo quando era ancora mezzo addormentato.
In quel momento lui si voltò
 –Are you coming?-disse con un sbadiglio.
Lei annuì con la testa e corse a raggiungerlo.
-Stavo cominciando a pensare che tu preferissi rimanere qui-
-Londra è bella ma l’America è ancora tutta da scoprire per me. Diciamo che ha ancora il fascino dell’ignoto-

-Allora perché ti stavi attardando?-
-Io……Niente, non ti preoccupare. Comunque non dovevamo parlare in italiano?-
-è mattina presto e in più non posso  mica parlare in italiano davanti al resto della band-

Camminando erano arrivati davanti ad un gruppo di persone che, appena  videro Mika, cominciarono a salutarlo per poi rimanere molto stupiti quando Giulia spuntò da dietro di lui.
-Suppongo tu non gli abbia detto che sarei venuta con voi-
-Diciamo che lo sapeva solo Curt…..Aspetta. Ehi ragazzi, dov’è Curtis?-
disse poi rivolgendosi al resto della band.
-Che ne so? E poi è il Tuo amico speciale. Tu dovresti saperlo, state sempre insieme. Comunque un ciao sarebbe gradito-gli rispose l’unica donna del gruppo.
-Scusa, hai ragione. Ciao a tutti-

Il cantante sbadigliò e si sedette sulla sua valigia passandosi una mano sulla faccia.
-Ehi, non ti preoccupare, ad essere in ritardo Curt ha imparato dal migliore-disse poi uno degli uomini che mentre parlava si era avvicinato a Mika per dargli una pacca sulla spalla.
-Ammettilo, tu non sei mai in orario, anzi oggi è la prima volta da quando ti conosco che sei puntuale. Forse è merito di questa signorina?-aggiunse sorridendo a Giulia e avvicinandosi a lei.
-Dato che il nostro amico è troppo stanco per fare le presentazioni ci penso io. Dopotutto dovremmo passare insieme un bel po’ di tempo perché stai venendo con noi no?-
La ragazza annuì
-Comunque io sono Max-disse tendendole la mano.
-Giulia-rispose lei stringendogliela.
-Bel nome, se posso permettermi. Comunque non devi aver paura. Anche se Michael non ci aveva detto che saresti venuta ciò non vuol dire che non sarai ben accolta da noi. Siamo abituati al suo dimenticarsi di dirci cose importanti come questa-
-Vuoi dire che ha già portato altra gente in tour così come me?-
-Come te? No, tranquilla, tu sei la prima ma…….Oh, ecco Curtis! Sembra che anche lui abbia portato una giovane ospite-
-Si, lei è…….-

Giulia non fece in tempo a finire di parlare che i due li avevano già raggiunti.
-Scusate……. Il……ritardo-disse il sassofonista con il fiatone.
-Sempre in ritardo, non ti smentisci mai. Buon sangue non mente-disse Giulia all’amica ridendo.
-Quindi voi due vi conoscete?- Chiese Max a Giulia che annuì.
-Mika non vi ha detto nulla?-domandò Curtis stupito.
-Ma chi? Michael che parla di primo mattino? Comunque ci sarà tempo di spiegare una volta che avremo fatto il check-in. Direi di rimandare anche le presentazioni dato che siamo già in ritardo-Rispose la donna di colore che subito s’incamminò verso il bancone immediatamente seguita dagli latri, eccezion fatta per il cantante che sembrava essersi addormentato sulla sua valigia.
-Ehi boy, andiamo?-cercò d’incoraggiarlo Giulia mentre lo tirava su per un braccio.
Lui si alzò e le sorrise.
-Hai intenzione di prenderti cura di me tutto il tempo?-
-Certo, puoi scommetterci!-
-E pensare che credevo sarei stato io  a prendermi cura di te-
-Si possono fare tutte e due le cose sai? Credo che entrambi abbiamo bisogno di qualcuno che si prenda cura di noi perché dubito che siamo abbastanza in grado di prenderci cura di noi stessi da soli-
-Ti ho mai detto che sei una ragazzina saggia?-
lei sorrise.
-E che odio le persone che fanno le sagge la mattina presto perché non sono in grado di seguire questi filosofeggiamenti?-
-No ma lo avevo immaginato. Su cammina!-
-Come fai ad essere così sveglia a quest’ora?-
-Non lo so e comunque non sono così sveglia come credi-
-Più di me sicuro-

Anche un sasso è più sveglio di te in questo momento. Però ora muoviti, siamo già in ritardo e gli altri hanno praticamente passato i controlli di sicurezza-insistette lei trascinandolo per un braccio.
-Piano, sono stanco-
-Potrai dormire in aereo-
-Ti odio-
-Anche quello puoi farlo sull’aereo-

Lui sbuffò ma alla fece ciò che lei gli disse e in un batter d’occhio si erano riuniti al resto del gruppo.
-Non so chi tu sia Giulia, ma chiunque sa tenere a bada un Mika praticamente addormentato ha tutta la mia stima- le sussurrò Max facendo attenzione a non farsi sentire.
-Non so perché Michael abbia deciso di portarti con noi anche se lo scoprirò presto ma di una cosa sono certo;: Tu devi essere una ragazza straordinaria-
-Ti sbagli, non hai idea di quanto ordinaria io sia-
Ribatté lei raggiungendo subito il cantante.
-Credo sia giunto il momento delle presentazioni-disse la donna di colore quando si misero in fila per imbarcarsi.
-E delle spiegazioni-aggiunse tirando un’occhiataccia a Mika e Curtis.
-Ma una cosa per volta. Io sono Joy, loro sono Felix, Max, Tim e…..Beh, Mika e Curtis già li conoscete. Adesso tocca a voi-
-Io sono Livia e lei è Giulia-
rispose prontamente la più esile.
-strano- mormorò Joy.
-Cosa è strano?-domandò Livia incuriosita.
- Che sia tu a parlare per entrambe. Pensavo che Giulia fosse la tua protettrice, invece……-
-è così, io sono solo la portavoce-
-E ora voi due-

la nera si rivolse subito al cantante ed al sassofonista.
-Spiegazioni-
-Queste ragazze hanno talento-
disse subito Curtis conscio che l’altro era troppo stanco per spiccicare anche solo una parola.
-Scrivono canzoni e…..Vedrete, le adorerete-rispose lui con un sorriso enorme che fece sorridere anche Joy.
-Devono avervi proprio colpito! Comunque qualsiasi sia il motivo per cui questi due vi hanno condotte con noi……Benvenute nella band!-disse sorridente un secondo prima che si separassero per sedersi ai posti assegnati.
-Questa volta sto vicino a te ragazzina, non ci provare-sussurrò Mika in un orecchio a Giulia che sorrise e nascose penna e quaderno mentre si sedeva vicino al finestrino, lasciando che il cantante si metesse accanto a lei.


nota:scusate il ritardo epico.Ho avuto questo capitolo pronto per un po' ma non'ho postato perchè:
A)non hìlo avevo ricopiato al computer
B) non sapevo se avreste apprezzato poter continuare a leggere questa storia oppure no.
C)perchè ero e sono completamente insoddisfatta di come è uscito fuori questo capitolo essendo la prima cosa scritta in italiano dopo mesi.
insomma il capitolo in cui incontrano la band doveva essere epico e invece è venuta fuori una mezza c****a.
detto ciò ringrazio chi anche solo proverà a leggere questa storia.
il prossimo capitolo è pronto,ora tocca solo vedere quanti anni ci metto a scriverlo al computer.

 
  
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