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Autore: Drop Of Rainbow    15/09/2014    4 recensioni
Dopo che Maria ha salvato la Valle, Robin è del tutto sparito e questo la delude. Dopo quasi un anno si fa rivedere ma Maria non è più la stessa. Robin è sconcertato dal comportamento indifferente di Maria ma quando alla festa dell'anniversario di Loveday e Benjamin delle ragazze si aggirano intorno Robin, Maria.....
Non voglio continuare altrimenti vi anticipo tutto, spero di avervi incuriosito. Buona lettura e recensite.
P.S. Ho immaginato la storia qualche anno più avanti. 😃
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Maria Merryweather, Nuovo personaggio, Robin De Noir, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Volevo sprofondare nell'abisso più profondo. Chiudo gli occhi e abbasso la testa per non mostrare il mio imbarazzo. Avrei voluto che un fulmine colpisse Loveday e una macchina del tempo mi riportasse a pochi minuti prima, così da non poter fare quella figuraccia.
"Signora Merryweather, volevo solo accompagnare vostra nipote." anche la sua gentilezza mi affascinava.
"Ti ringrazio Erdi ma per tua fortuna la posso riaccompagnare io, così non avrai questa scocciatura."
"Non era una scocciatura, signora. Tutt'altro." poggia i suoi occhi su di me e accenna un sorriso malizioso.
Le mie guance avvampano e guardo altrove per non mostrare il mio imbarazzo. Non a lui. Gli farebbe solo capire quanto sia affascinante e il suo ego non farebbe che crescere.
"Sei troppo gentile..." non so perché ma il tono di Loveday suonava un tantino sarcastico "Arrivederci. Andiamo Maria."
"Aspetta Loveday, io ho..."
"NON DISCUTERE! CAMMINA!!!"
Abbasso il capo e mi incammino. Sarei voluta morire. Loveday mi segue. Non apriamo bocca per tutto il tragitto. C'è il rumore delle foglie secche a coprire quello che prima era un imbarazzante silenzio. 
Eccola la mia dimora. Chi sa dove era andato Robin dopo il nostro incontro.
Comincio a correre verso le stalle con il freddo che mi congela il viso. Ma nelle stalle non c'era Robin.
"Zio....il tuo cav...." ma prima che potessi finire la frase, vedo in una delle stalle un cavallo scuro che mangia tranquillamente.
"Pensavo fosse scappato."
"Ed è così, ma per fortuna conosce la strada di casa. Altrimenti non te lo avrei affidato. Allora, come è andata la cavalcata?"
"Abbastanza bene, zio." 
"Io e Loveday saremo fuori tutto il pomeriggio." solo a sentire quel nome rabbrividisco anche se so che l'ha fatto per il mio bene:"Pranzerai con la signorina Heliotrope." e mi lascia con la sua lunga giacca nera che si muove al passo.
Salgo subito in camera e ci resto finché Loveday e mio zio non escono di casa. In quel lasso di tempo cerco di pensare a come riparare al danno commesso dalla mia quasi zia. Dico quasi perché effettivamente non è mia zia. Almeno non ancora.
Passano pochi minuti quando sento la porta sbattere e capisco che sono andati via. Quando qualcuno entra o esce da questa casa si sente fino in soffitta, perché tutte le pareti, comprese porte e vetri delle finestre, tremano. Forse ecco perchè Loveday sapeva che ero uscita. 
È ora di pranzo, sicuramente ci sarà qualcosa di buono. Prendo in fretta una matita e una specie di diario di cuoio marrone, con incisioni sul davanti e rilegature di metallo. Mi precipito per le scale diretta verso la sala da pranzo, che era vuota. Sul tavolo ci sono piatti di ceramica bianca, posate d'argento e bicchieri di cristallo per ogni seduta. Come portate ci sono una grande zuppa di verdure fumante e profumata, dello stufato di carne con patate e piselli e infine una torta al cioccolato con fragole. Era tutto invitante e avevo così tanta fame che non volevo aspettare che la signorina Heliotrope si unisse a me. Siedo al mio posto e comincio a versarmi  la zuppa con una grande mestolo. Ogni cucchiaiata era come se la mia lingua fosse andata in paradiso. Mentre prendevo lo stufato entra di sana pianta la signorina Heliotrope, con gli occhiali tutti storti, scusandosi per il suo ritardo increscioso. 
"M-Maria! Perché non hai aspettato il mio arrivo per pranzare?" balbettava
"Scusate, signorina Heliotrope ma avevo troppa fame." cerca di dire qualcosa ma balbetta come al suo solito. Mi riempio il piatto di stufato mentre la signorina Heliotrope si versa la zuppa. Mangio solo metà della carne perché non vedo l'ora di addentare quella torta. Ne taglio una grossa fetta e mentre la poggio nel piatto cade qualche briciola sul mio tovagliolo. La mordo. Il sapore è sopraffino. All'interno è granulosa e sopra è cremosa, e fuoriesce un profumo più che gradevole. E le fragole sono fresche e saporite.
Mi pulisco ai lati della bocca e le mani. Prendo il mio taccuino insieme alla matita e mi congedo. Esco di casa cercando di non far sbattere la porta. Dopo il profumo di torta sento un profumo di fiori appena sbocciati. Il verde del prato e degli alberi è più accesso rispetto a questa mattina e il sole è più caldo e confortante. Fuori la mia dimora, mio zio ha fatto costruire una panchina tutta per me così che io possa disegnare e scrivere all'aperto. 
Ecco cos'è quel taccuino. È dove io disegno, sia quando sono felice sia quando sono triste, sia quando sono ispirata sia quando non lo sono, o solamente per far viaggiare la mia mente nello spazio e nel tempo.
Mi siedo sulla panchina con le gambe unite e il taccuino aperto, sulle pagina bianche e candide come la neve, su di esse.
Comincio a disegnare cose che rispecchiano il mio stato d'animo in questo momento, in questa giornata. Giornate tempestose, lacrime versate, morti delle persone care....
"Non troverai mai arcobaleni se guardi in basso." i miei occhi si alzano verso il punto in cui era stato prodotto il suono, e mi imbatto in occhi conosciuti. Occhi sognanti e portatori di sogni. Erdi. 
"Magari a me non serve un'arcobaleno."
"A tutti serve un'arcobaleno. Serve per sognare, essere felici. Serve ai bambini per dimostrargli che c'è sempre una speranza. Infatti quando il sole è riuscito a battere la pioggia, è a quel punto che appare." le sue parole erano così intense e piene di significato, e avrei tanto voluto dirgli che non mi serviva un'arcobaleno per sognare, ma i suoi occhi.

ANGOLO DELL'AUTRICE: Salveeeeeee. Scusate se ci ho messo tanto ma l'ho dovuto riscrivere e poi ci sono gli impegni della scuola e varie cagate. E niente spero che vi piaccia e recensite. Ciauz <3
   
 
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