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Autore: Shade Owl    18/09/2014    2 recensioni
Sconfiggere il destino è un'ardua battaglia. Lo sa bene Nathan Clarke, il quale si è preso sulle spalle più di un fardello, il più recente dei quali lo ha trovato in un bosco durante la caccia. Ma lui ha qualcosa che molti sembrano considerare solo una mera illusione, e che secondo il suo giudizio può portare enormi cambiamenti nel futuro: ha una speranza.
E la speranza di un uomo da sola dovrà tenere testa a mille difficoltà, sostenendo la piccola Athena attraverso un mondo ostile a chi, come lei, sembra avere un solo cammino davanti: quello della morte.
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STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA
Genere: Dark, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Athena si schiacciò a terra, inspirando lentamente la striscia d’aria fresca rimasta nella stalla in fiamme, mentre l’irritazione da fumo si attenuava un po’. Una trave cadde da qualche parte poco lontano da lei, ma non se ne curò e, quando si sentì pronta, si tirò la tunica fin sopra il naso e corse verso l’abbeveratoio dei cavalli: l’acqua all’interno era stata inquinata dalla magia runica, ma se non l’avesse ingerita forse (forse) non le sarebbe accaduto niente… e comunque qualcosa doveva pur farla. Se doveva scegliere tra lo scomparire nell’aria, il bruciare viva o il soffocare per il fumo, tanto valeva rischiare con la prima possibilità.
Quindi, senza esitazione, si tuffò completamente nella vasca di legno, stando bene attenta a sigillare gli occhi e la bocca e a tapparsi il naso. Sarebbe bastata una goccia per far scattare l’incantamento.
Rimase dentro giusto il tempo di bagnarsi fino al midollo, poi uscì rapidamente e, sgocciolando acqua in giro, si diresse verso la parete di fondo; anche quella era mezza divorata dalle fiamme, come tutto il resto, e non c’erano aperture in grado di farla scappare via. D’altra parte, il legno in quel punto era indebolito e consumato, il fuoco lo aveva reso estremamente fragile. Doveva solo essere abbastanza veloce.
Su… un bel respiro…
Indietreggiò di un paio di passi, incassò la testa tra le spalle e formò una solida protezione coi gomiti, correndo con tutte le sue forze e chinandosi in avanti. Se avesse colpito con la giusta spallata…
Quando fu a pochi centimetri dalla meta, una trave cedette proprio sopra di lei, e una pioggia di detriti le franò addosso, seppellendola sotto un cumulo di legno bruciato e detriti ardenti.
 
Margareth parò il primo affondo di Astrid e rispose con una veloce stoccata, spostandosi di lato nel contempo per uscire dal suo asse e trovare un punto scoperto. Il suo movimento improvviso colse alla sprovvista la sua avversaria che, nella foga dell’attacco iniziale, abbassò la guardia sul fianco sinistro. Un semplice affondo alla giusta altezza e l’avrebbe messa fuori gioco subito.
Fece per colpire, la punta del fioretto pronta a scavare nella sua carne, ma quello che aveva preso per un attimo di distrazione si rivelò una finta calcolata e, con una rapidità sorprendente, Astrid piroettò all’indietro, la spada in orizzontale rivolta verso il suolo. Il fioretto cozzò contro la lama senza produrre danni, e subito dopo arrivò il nuovo attacco, stavolta dal basso. Quasi le mozzò un orecchio, e se non avesse deviato in tempo la spada ci avrebbe rimesso anche di più.
Da quel momento in poi fu difficile riuscire a contrattaccare: Astrid cominciò a sferrare colpi in rapida successione, e anche se non poteva competere con la velocità di un fioretto aveva il peso dalla sua parte. Il più delle volte Margareth, avendo un’arma tanto leggera e sottile, si ritrovava costretta a schivare e a deviare con tutta la forza che aveva, usando anche entrambe le braccia. Più il combattimento andava avanti e più lei si affaticava, mentre Astrid sembrava ancora padrona di sé e, soprattutto, del campo di battaglia.
E c’è anche Athena che ha bisogno di aiuto… pensò, mentre evitava l’ennesimo colpo. Devo finire ora!
 
Athena gemette, riprendendosi dopo il doloroso impatto della trave contro la sua schiena. Si rese conto immediatamente di essere svenuta, ma a giudicare dai suoi vestiti, ancora umidi nonostante il calore, non potevano essere passati più di uno o due minuti. Cercò di alzarsi, ma l’asse sopra di lei era troppo pesante e, soprattutto, scoprì che le faceva un male tremendo la spalla. Forse era solo una botta, al massimo un livido, anche perché riusciva ancora a muoverla, e quindi di certo non era una frattura… ma se invece fosse stata una lussazione, prima di poter impugnare ancora una spada o l’arco avrebbe dovuto aspettare parecchio.
Dai, sei ancora viva… è la cosa più importante per ora, no?
Grugnendo per lo sforzo, impiegò tutte le proprie energie per liberarsi, senza risparmiarne nessuna: se il crollo aveva veramente fatto qualcosa di buono, di certo aveva aperto un varco nella parete. Ora non doveva più sfondarla, e se fosse riuscita a liberarsi prima che venisse giù anche il resto…
Andiamo, andiamo, andiamo…
Sentì un certo scricchiolio sopra di lei, e un tizzone infuocato rotolò pericolosamente vicino alla sua guancia, per poi rimbalzare innocentemente a terra. Ignorandolo, Athena continuò a spingere finché non fu abbastanza lontana dal suolo e afferrò il bordo irregolare della crepa davanti a lei con una mano. L’altro bracciò cominciò subito a tremare, rimasto da solo nello sforzo di sostenere il peso suo e dei detriti (Almeno è sicuro che non mi sono lussata niente…), ma ignorò anche quello. Ormai c’era quasi…
- E forza, accidenti!- urlò, tirando disperatamente nel tentativo di liberare le gambe.
Purtroppo, per quanto bene allenata e istruita, per quanto preparata potesse essere, non era altro che una quindicenne piccola e nemmeno tanto sicura delle sue stesse forze, che era arrivata tanto lontano solo sforzandosi di non pensarci. Ma il suo corpo conosceva i suoi limiti, e tutto quel peso era troppo per una persona come lei, stanca dopo un lungo viaggio e provata dalle troppe emozioni.
Non riuscì a liberarsi, e alla fine cedette anche il braccio che sosteneva tutto. Ricadde a terra, sfiatata e accaldata, inalando il fumo della stalla in fiamme. Tossì di nuovo, mentre i suoi occhi secchi iniziavano a lacrimare.
 
Intere porzioni del tetto della stalla cominciarono a sparire sempre più rapidamente, inghiottite dalle fiamme sempre più alte, che già stavano cominciando ad attecchire anche alla locanda lì a fianco. Ad Athena non rimaneva molto tempo, e Margareth era ancora bloccata lì a combattere contro un’avversaria che, sicuramente, non era interessata a finire il combattimento tanto presto. Senz’altro per Astrid il problema peggiore era proprio lei, in quanto Architetto, ma senza Athena sarebbe comunque stato difficile dimostrare il complotto in atto, e si sarebbero tutti accorti del problema solo quando fosse stato troppo tardi.
Di sicuro erano questi i pensieri della Figlia di Caino, e Margareth sapeva di doversi sbrigare.
- Che c’è, Architetto? Ti vedo in difficoltà!- la schernì lei, continuando a martellarla di colpi e costringendola a indietreggiare, allontanandola dalla stalla.
Rimangiandosi la replica, Margareth sferzò l’aria con il fioretto nel tentativo di creare spazio tra loro, ma durò appena un istante: anche se Astrid indietreggiò per evitare la lama, nell’attimo successivo tornò ad attaccare, stavolta con tanta rapidità e aggressività che le fece perdere l’equilibrio. Slittò sul terreno bagnato, rischiando di cadere rovinosamente, e dovette fare un ampio passo indietro per mantenersi eretta, arrivando anche a piantare il fioretto nel suolo fradicio per avere un altro appoggio. A quell’atto, Astrid scoppiò a ridere.
- Patetico!- esclamò - È tutto qui quello che sai fare? Si sta dimostrando molto più facile del previsto!-
Margareth non le rispose e recuperò l’arma, puntandogliela contro. Tuttavia, anziché lanciarsi ancora verso di lei, spiccò un piccolo salto laterale, spostandosi verso il porticato della locanda. Ci salì sopra, sempre tenendo sotto controllo l’avversaria, che la seguì con lo sguardo senza mai abbassare la guardia.
- Ma che stai facendo?- chiese lei, ora sospettosa - Vuoi attirarmi nella locanda? Pensi di potermi battere cambiando ambiente?-
Margareth scosse la testa.
- No, ti voglio levare di torno.- rispose, abbassando l’arma e prendendola per la lama - Non ho perso l’equilibrio, prima. L’ho fatto di proposito.-
Le mostrò il fioretto, indicando col dito il punto in cui era incisa la runa.
- E allora? È una runa!-
- Sì, una runa di ghiaccio, per essere esatti.- rispose lei - E tu sei su un terreno pieno d’acqua.-
A quelle parole, Astrid abbassò lo sguardo e vide gli effetti della magia runica spandersi in un ampio raggio tutto intorno al punto in cui Margareth aveva conficcato il fioretto poco prima: l’acqua e parte del terreno stavano congelando rapidamente, rendendolo ancor più scivoloso. Restare in piedi adesso, specie con un’arma tanto pesante. In effetti, in condizioni normali una persona armata di fioretto difficilmente avrebbe potuto sconfiggerne una armata di spada, a parità di preparazione e abilità… tuttavia, Margareth non era così sprovveduta.
Senza un attimo di esitazione, afferrò saldamente la balaustra del porticato e lo scavalcò con un balzo, puntando entrambe le gambe contro Astrid. A causa del ghiaccio lei non riuscì a evitarla, e finì lunga distesa dopo un forte colpo al petto.
Atterrata con estrema attenzione per non fare la stessa fine, Margareth saltò di nuovo per uscire in fretta dalla pozza gelata e corse verso la stalla, sperando che non fosse troppo tardi.
Quando fu davanti all’edificio, ormai quasi ridotto a un mucchio di cenere e braci ardenti, Margareth vide una figura accoccolata a terra, avvolta in un mantello nero su cui era impresso un emblema bianco, un grande occhio dall’iride a forma di diamante circondato da un cerchio. Lo riconobbe subito.
- Gre’as’anto, Thalack's Sol.-
L’uomo si voltò lentamene, mentre qualche ciocca color latte sfuggiva dal riparo offerto dal cappuccio, e un viso del colore del cielo notturno solcato da figure di inchiostro bianco, magro e cupo, la squadrava con occhi di una rara colorazione viola intenso.
- Gre’as’anto, Sel Tresk’ri’s Beldroin Margareth Orwell. Devo supporre che questa sia una tua conoscente?-
Si scostò un poco, rivelando Athena stesa ai suoi piedi, tossicchiante e coi vestiti sporchi e bruciacchiati, ma ancora viva. Immediatamente si rilassò, esalando un sospiro di sollievo nel vederla in salvo.
Un’imprecazione sommessa le ricordò che Astrid era ancora lì, e subito si voltò verso di lei. Il Drow si rialzò, affiancandola e dimostrandole di essere anche più alto di lei, e a sua volta rivolse la propria attenzione ad Astrid, ora di nuovo in piedi e con la spada in mano ma esitante a combattere ancora: era chiaro che non si era aspettata l’arrivo di un nuovo avversario, stavolta ben più pericoloso di qualsiasi recluta degli Architetti.
- Il segno della Maledizione di Elistraee.- disse - Il P’obon Axsa. Hai fatto sparire tu la gente di questa città? Rispondi sinceramente e con umiltà, ed incontrerai la mia clemenza.-
Astrid borbottò qualcosa tra i denti e ripose la spada.
- Maledizione… non finisce qui, sappiatelo!-
Detto questo si voltò e cominciò a correre, sparendo rapidamente tra gli edifici. Margareth fece per andarle dietro, ma il Drow la trattenne per un braccio.
- Pazienta, Sel Tresk’ri’s Beldroin. La tua compagna necessita di cure, e io di una spiegazione per la Signora. Ci sarà un’altra occasione per catturarla.-
Margareth trattenne uno sbuffo scocciato e rinfoderò il fioretto.
- D’accordo… grazie per essere intervenuto. Mi aiuti a portarla dentro?-

Per questo capitolo mi sono dovuto immergere nell'oscura cultura dei Drow, ovvero gli Elfi Scuri, che fino a non troppo tempo fa mi era quasi del tutto sconosciuta. Ancora adesso non sono un esperto, e soprattutto sono un neofita con la lingua. Ho comunque fatto del mio meglio per essere quanto più corretto possibile (anche se chi conosce bene i Drow sa che non sono affatto amichevoli con gli umani, il più delle volte... qui ho proprio fatto di testa mia).
Ringrazio come sempre 
Ely79, Alice Spades, Shiho93, Kira16, NemoTheNameless, FabTaurus, Lune91, Iryael, KuRaMa KIUUBY, King_Peter, Jasmine1996, Terry5 e Wendy90, che mi stanno seguendo. A presto, col prossimo capitolo!

   
 
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