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Autore: Vortex    19/09/2014    1 recensioni
Esiste una libertà che si dice "Senza Nome", aldilà della luce. Io ho tentato di volare più in alto di chiunque altro, inghiottendo la mia ansia.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ichiru Kiryu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: I personaggi della seguente storia non mi appartengono, essi sono materiale dell'autore di riferimento, al contrario questa fanfiction mi appartiene e ne detengo i diritti d'autrice.





Nausea and Shudder.

Finché la tua angoscia dorme, riempimi con il tuo dolore.

Esiste una libertà che si dice "Senza Nome", aldilà della luce. Io ho tentato di volare più in alto di chiunque altro, inghiottendo la mia ansia.

La realtà che si trova di fronte ai miei occhi è tutto, ma io non faccio che scavare nelle mie stesse ferite. E sinceramente non ricordo quanti anni avessi. Quanti anni avessimo. Ad ogni modo non è importante, perché rimembro perfettamente gli avvenimenti di quella notte d'inverno, e sai mamma, fu in quel momento che il piccolo Ichiru è riuscito a raggiungere il fondo del cielo, dove fiorisce l'oscurità, e ha sperimentato la Libertà Senza Nome.

Stringere un patto con un vampiro è un atto osceno e laido per un cacciatore, ma del resto per un debole come me non ci sarebbe stata altra scelta. Volare o cadere. Io ho scelto di spingermi al di sopra degli altri, estraendo le mie ali piene di buchi ho saltato mantenendo lo sguardo discreto, e mi sono librato al di sopra della cenere. Dicono che dove mi trovo adesso non c'è altro che fango, ma mamma posso assicurarti che per chi ci vive non è nient'altro che il paradiso.

E intanto osservavo attento la persona che più ho amato al mondo sdraiata sul pavimento in un lago di sangue. E intanto osservavo l'altra parte di me respirare per calmare i sensi amplificati, mentre si tramutava nel suo orrore più grande. Sembrava che il suo petto fosse dilaniato dall'interno, l'espressione sofferente di quel volto agiva per riflesso su di me, così che mi ritrovai a mordere le labbra quanto più forte potessi per trattenere le lacrime di rabbia.

Non è giusto.

Da che ne abbia memoria, il mondo non è mai stato giusto con me.

Mi sembrava di poter toccare il battito del suo cuore impazzito, galoppava e scalpitava perché rincorreva rabbioso la vita che gli era stata sottratta, e mentre lui sprofondava negli abissi dell'inferno io mi domandavo perché non fossi stato scelto al suo posto, odiavo me stesso con tanto furore da annullare qualunque altro sentimento, senza accorgermi di come, alla fine della sofferenza, ad attendermi a lungo ci fosse la porta del paradiso. Perché se a casa con i nostri genitori ero perennemente malato, con la febbre a trentanove dovuta al freddo, un motivo c'era. Lo avevo capito nel momento in cui lei mi prese la mano. Quella casa, quel luogo, non sarebbero mai stati abbastanza caldi per me.

L'ombra cade sul paesaggio che nessuno ha visto fino alla fine del mondo.

E adesso, a distanza di anni, vederlo così simile a me eppure tanto cambiato, con il volto sconvolto dal dolore di una cicatrice che ancora arde, mi rende euforico.

<< Riesci a riconoscermi? >>

E ho pregato vivamente, per il giorno destinato a scomparire.

Note di Vortex: Questa è una fic remake, come credo tutte quelle che continuerò a postare dentro questo fandom. In pratica il titolo della fic è lo stesso della canzone dalla quale sono prese le citazioni che ho inserito nel testo in corsivo al centro. Perfetto... Niente da dire se non che se vi fa piacere, lasciatemi pure un parere qua sotto. Alla prossima.

  
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