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Autore: Chrystal_93    20/09/2014    1 recensioni
Ve lo ricordate "Popular"? Le lotte tra il gruppo delle bionde cheerleaders e giocatori di football e quello dei "loosers" che alla fine tanto loosers non sono? Cosa succederebbe se i due gruppi entrassero in contatto a causa di un'amore inaspettato tra la perfida cheerleader Nicole e il nuovo arrivato?
Be' non vi resta che leggere per scoprirlo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nicole Julian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il ballo
(Parte 3)



 

Aprì le porte e avanzò per il corridoio quando di colpo, dietro l'angolo sentì un forte rumore metallico seguito da uno sordo.

Incuriosito si diresse verso la fonte del rumore.

Quando girò l'angolo vide una sagoma a terra e si diresse velocemente verso di lei per prestarle soccorso. Quando si inginocchiò la toccò ma ritrasse subito la mano riconoscendo il profilo e la voce.

“Ahia...”

“Nicole? Cos'hai fatto?”

Nicole smise di massaggiarsi la caviglia e si voltò di scatto.

Era Edward e per un attimo le sembrò quasi che la domanda non fosse rivolta alla caduta ma al fatto che al ballo la accompagnasse un altro ragazzo, con cui aveva trascorso, anche se non così volentieri, buona parte del tempo che avrebbe preferito trascorrere con lui.

“Io...”

“Aspetta, ti porto in infermeria. Riesci ad alzarti?”

Nicole continuò a fissarlo e riuscì soltanto a scuotere la testa.

“Ok, allora ti prendo io.” Senza molti sforzi Edward la sollevò e tenendola in braccio si diresse verso l'infermeria.

“Aspetta, provo ad aprire io” riuscì a dire Nicole notando che il ragazzo non sarebbe riuscito a liberare una mano per prendere la maniglia a meno di non farla cadere.

“Non si apre”

Edward provò ad aprila dandole un colpo con la schiena ma la stanza era effettivamente chiusa.

Senza pensarci due volte si mosse e cambiò direzione.

Nicole avrebbe voluto chiedergli dove stava andando ma in quel momento una parte di lei trovava così piacevole stare stretta a lui che non osò rovinare il momento.

“Ecco” disse Edward e la appoggiò su un tavolo. “Rimani qua”

“Ma questa è l'aula di biologia” esclamò Nicole notando che lo sagoma in fondo all'aula non era di una persona ma era soltanto lo scheletro della signora Glass.

“Esatto” disse Edward aggirando la cattedra.

Si abbassò e maneggiando qualcosa tornò verso di lei con una lattina in mano.
“Non è molto ma può andare come pronto intervento.”

Le sollevò la gonna del vestito con un po' di imbarazzo e gli appoggiò la lattina sulla caviglia.

Nicole rabbrividì al contatto con la lattina.

“Dove...come facevi a sapere che la teneva qui?”

“Ti ricordi quella volta che siamo scoppiati a ridere e che la Glass ci ha ripresi?”

Nicole annuì ricordando i tempi in cui si parlavano e lei non vedeva letteralmente l'ora di poter fare biologia solo per passare del tempo con lui.

“Ecco a fine lezione ho dovuto fermarmi per riordinare le provette che avevamo usato in classe per l'esperimento e...mentre lei si era assentata ho notato uno sportellino fare capolino da sotto la cattedra. Così approfittando della sua assenza mi sono avvicinato e ho visto che era un mini frigo. A quanto pare è pazza del succo di limone Splash.” disse sorridendo e continuando a fissare la lattina.

Nicole sorrise. “Be' allora quella punizione è servita a qualcosa. Ma come mai io mi sono salvata?”

“Perchè penso che la Glass volesse tentare qualche avance. E forse tu non sei il suo tipo”

“Stai forse dicendo che non sono abbastanza bella per fare colpo su di lei?” lo rimbeccò lei.

Era da parecchio che non scherzavano così e le era riuscito così naturale che se ne stupì l'istante stesso in cui ebbe finito di pronunciare quella frase. Ma non se ne pentì. Lui la guardò negli occhi e scoppiò a ridere. Anche lei si unì alla sua risata e quando l'effetto comico finì lei gli mise la mano sopra la sua per indurlo a guardarla e gli disse “Grazie, davvero”

Edward provò un brivido di piacere inequivocabile al contatto con la mano di lei. Era la stessa dolce e tempestosa sensazione che aveva provato molto tempo fa al cinema.

La guardò negli occhi e le sorrise.

“Come sta la caviglia?”

“Un po' meglio. Non è il migliore dei pronto soccorso ma mi fa meno male.”

“Sei sempre la solita” rise lui.

Lei si fermò a fissarlo. Quella risata le era sembrata così dolce che equivaleva quasi ad averle fatto una carezza.

“Aspetta ti aiuto a sederti” disse facendole poggiare le mani sulle sue spalla e prendendola per la vita. “Ecco, ora provo a toccarti la caviglia e tu mi devi dire se ti fa male.”

Si inginocchiò un po' e tastò la parte dove prima c'era la lattina che ora Nicole teneva in mano.

Nicole era combattuta tra il dolore e il piacere del tocco di lui.

“Mmm, penso che possa reggere. Non è così grave, solo una storta.”

Lui continuava a guardarle la caviglia in ginocchio.

“Non sapevo fossi anche un dottore”

“No” sorrise lui rialzandosi e aiutandola a scendere dal tavolo “Ma gioco a football e le storte sono frequenti.”

“Già giusto. Football” bofonchiò lei.

Lui la prese di nuovo per la vita e l'aiuto a scendere dal tavolo sui cui era seduta.

Tuttavia Nicole si sbilanciò troppo e mise tutto il peso proprio sulla caviglia traballante.

Finì addosso ad Edward che la sostenne prontamente. Quando Nicole si scostò dal suo petto, sui cui era andata a sbattere, i loro visi erano così vicini che ognuno dei due poteva sentire il respiro dell'altro.

“Io...scusa, ti cado sempre addosso. Io...mi dispiace.”

“A me no” disse lui guardandole le labbra e scostandole una ciocca bionda di capelli dietro l'orecchio. “E poi l'importante è che ti prenda”

“Si, hai proprio una buona presa.” aggiunse lei senza staccare i suoi occhi da quelli del ragazzo.

Strinse le sue mani sulle braccia di lui. “E' un'ottima cosa...per il football.”

I loro volti erano sempre più vicini e ora potevano sentire anche i battiti accelerati del loro cuore.

“Nicole...” mormorò lui ormai a un passo dal baciarla.

“Si?” disse lei in un sussurro.

“Non sei abbastanza bella. Sei bellissima.”

Il tempo per un attimo sembrò fermarsi e nessuno dei due si accorse di star trattenendo il respiro.

Edward stava per baciarla ma d'un tratto qualcosa lo fermò. Gli sembrava di avere un peso a livello del petto e sapeva bene di cosa si trattava. Il fiore. Quel fiore che era abbinato con quelli che aveva dato a Carmen, la ragazza con cui era venuto al ballo, che gli era stata vicino nonostante i suoi rifiuti. Non poteva farle questo, lo voleva, ma non se lo sarebbe mai perdonato.

Fece un passo indietro sempre tenendo Nicole. Lei lo guardò in attesa.

Continuò ad allontanarsi e quando fu ad almeno tre passi da lei abbassò la testa. Quanto gli pesava ciò che stava per fare. Nicole era senza parole e impietrita sul posto.

“Stai attenta alla caviglia, è meglio che ci metti ancora del ghiaccio questa notte” disse lui e prima di scappare via aggiunse “Lui...è un ragazzo fortunato. Sei davvero bellissima Nic.” e sparì oltre la porta.

Nicole si portò una mano sulle labbra come a sentire se c'era ancora qualche traccia del respiro di lui che aveva sentito fino a poco fa.

 

 

“Nicole sei sicura che...”

“No, preferirei tornare a casa.”

Leo annuì fissandole la caviglia. “Però a casa ho una pomata che fa miracoli. Un mese fa ero caduto e con quella mi è bastata una notte di riposo e il giorno dopo ero come nuovo. Se vuoi...”

Nicole non sembrò nemmeno sentirlo. Brook, che aveva trovato l'amica molto confusa in corridoio mentre si reggeva a qualche armadietto, le era ancora vicino per sostenerla.

“La porto a casa io.” disse d'un tratto.

Leo fece per ribattere quando Nicole alzò lo sguardo, pieno di gratitudine, e si strinse al braccio dell'amica.

“E Josh?” chiese, in un sussurro.

“Lui se la caverà.” Poi, prese le borsette, lei e Brook si avviarono verso l'uscita dirette verso casa.

Per tutto il tragitto Nicole guardò fuori la finestrino, forse ignara o noncurante degli sguardi di Brook.

“Sei sicura di star bene?”

Nicole annuì e ringraziandola zoppicò verso casa.






Note dell'Autrice
Mi devo innanzitutto scusare per il mostruoso ritardo con cui posto. Non mi ero accorta di aver aggiornato a inizio settembre e pensavo che fosse passato meno tempo. Perdonate la mia sbadataggine ma spero che con questo capitolo sia valsa la pena di attendere un po' di più rispetto al solito.
Non posso promettere di essere puntuale settimanalmente come fino a poco tempo fa ma mi impegnerò per non farvi stare troppo sulle spine.
Ora, passiamo al capitolo. Finalmente un  momento tranquillo tra i due! E non si prendono nemmeno a insulti, è un grosso risultato. Avete visto, o intravisto, qualcosa tra i due? Se è così...siete sulla buona strada. Più o meno.
Il ballo è finito (finalmente direte voi) ma ciò che è successo è solo il primo passo per dipanare tutto questo groviglio tra Edward, Carmen, Nicole e Leo.
Che altro dire? Le soprese non sono ancora finite, anzi. Ce ne saranno delle belle, ve lo assicuro.
E devo dirvi che anche Nicole, ma non solo, potrebbe darvi delle sorprese.
Spero di non avervi delusi e che continuerete a seguirmi.
Ora passiamo ai ringraziamenti. Un grazie infinito a Paola Granger che continua a seguirmi e mi fa apprezzare ancora di più il momento in cui aggiorno. E un grazie anche a tutti i lettori silenziosi. Se vi va di lasciare un commento, anche cortissimo, di qualunque genere, fatelo pure, non può farmi che piacere.
Alla prossima!

 

  
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