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Autore: Yume Kourine    20/09/2014    2 recensioni
[STORIA RIVISITATA]
A volte gli incontri più strani e semplici possono sconvolgere la nostra vita; Dan lo sa bene. Ricorda perfettamente quella serata di fine estate...
Dal testo:
"Tempo fa mi è accaduta una vicenda strana e surreale, indescrivibile.
Non so spiegare perché sia successo, né perché sia stato scelto io. Che sia stata la mia fervida immaginazione, non lo so e credo che non lo saprò mai...
Quella notte però incontrai una ragazza che ha lasciato un segno indelebile nella mia mente e nel
mio cuore."
Genere: Introspettivo, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dan Smith, Sorpresa, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Parte 2

 

Se proprio vuoi perderti, ricordati di farlo qua.

Farlo Qua...

Qua

 

“Dan! Sveglia!”
Sento dei colpetti rapidi e fastidiosi arrivare dritti sulla schiena che mi svegliano, per così dire: i miei occhi fanno fatica ad aprirsi e quando finalmente riescono nel loro intento, sentono il bisogno di richiudersi e lasciarsi avvolgere dal buio.
“Guarda che sono già le dieci! Mancano solo trenta minuti all'esibizione” canticchia Kyle.
Oh mio...
“Cosa?! E me lo dici con questa tranquillità?” urlo prima di buttarmi letteralmente giù dal letto.
“Guarda che è da parecchio che cerco di svegliarti, sono dovuto ricorrere a mezzi estremi” scherza lui mentre si massaggia le mani.
Il tempo è veramente poco, non so proprio come farò.
E così mi lavo peggio di un selvaggio, mi vesto senza far caso a ciò che metto, mi caccio in bocca due fette di bacon e mando giù in un colpo le uova, nel frattempo Woody e Kyle mi riempono di domande su cosa abbia combinato ieri sera e con chi sia stato.
Bel modo per iniziare una nuova giornata.
Will entra in questo esatto momento e dai suoi occhi sembrano partire frecce infuocate pronte a colpire chiunque faccia un passo falso.
“Ti vuoi muovere Daniel Campbell Smith?!”
Non so se considerarla una fortuna, per aver fatto tacere quei due ficcanaso, o l'inizio di una tragedia: quando Will mi chiama con il nome completo significa che sta per perdere la pazienza.

“Un attimo! Devo sistemarmi i capelli!” dico mentre mi precipito in bagno.
“Ti stai comportando da bambino...”
“Non posso uscire così!”
Kyle si siede come per godersi la scena mentre Woody annuisce comprendendo la mia necessità di avere i capelli in perfetto “ordine”.

“Voi due preparatevi!” tuona Will agli altri che si allontanano fingendosi spaventati.
Poi si volta verso di me ma invece di predicare, come è solito fare, prende il gel e lo caccia sulla mia testa, poi mi scompiglia i capelli con un asciugamano. Guardo il mio riflesso con orrore: sembra che una mucca abbia sputato sulla mia testa.
Faccio per ribattere ma lui si avvia verso la porta esclamando: “E adesso andiamo, signorine! Non possiamo essere in ritardo per ogni cosa! Mi fate fare brutta figura!”
Inutile dirlo: Will sa essere un uomo pericoloso, un vero boss!
“Non sa divertirsi...” dice Kyle a Woody.
“Come?” chiede il diretto interessato, voltandosi verso lentamente.
“Niente!”

 

È stato entusiasmante! Ogni volta che salgo sul palco insieme agli altri è sempre un'esperienza indimenticabile.
Ammetto che all'inizio mi agito, forse troppo, ma quando parte la base, iniziano i cori dal pubblico e le mani dei giovani vanno a tempo con le mie parole... È meraviglioso, non si può descrivere una certa emozione.
In momenti come questi mi convinco che anche se non siamo famosi e ci conoscono in pochi non importa: scrivo perché amo la musica e mi piace sperimentare nuovi generi e musiche alternative. E con i miei compagni di viaggio ho scoperto una parte di me che mai avrei pensato di possedere e un lato del mondo a me sconosciuto.
Peccato che questi siano pensieri fugaci, svaniscono in un battito di cuore.
Ogni volta che poso il microfono ho come l'impressione che l'esperienza appena vissuta sia soltanto un sogno. Una meraviglia che svanisce non appena “apro” gli occhi sulla realtà. A volte mi chiedo se le mie canzoni abbiano lasciato un segno nei cuori di quelle persone venute ad assistermi quasi per caso.
Vorrei che il mio amore per la musica possa raggiungerli e coinvolgerli...
“Terra chiama Dan!”
Alzo lo sguardo e mi ritrovo seduto ad un tavolo nel locale dove abbiamo suonato qualche ora fa e accanto a me ci sono Kyle, Will, Woody e parecchie bottiglie di alcolici.
Cavolo, mi distraggo troppo facilmente.
“Vuoi un bicchierino?” chiede Kyle oscillando una bottiglia mezza piena, anzi sarebbe più corretto dire mezza vuota, ma forse sono io che tendo a sminuire ogni cosa.
“No, grazie”
“Dan che rifiuta l'alcol? Okay, qua c'è qualcosa che non va. Che ti succede?” Guardo Woody perplesso e lui continua: “Non so, è da ieri sera che ti comporti in modo strano... Sembri diverso”
“E poi com'è che sei rimasto fuori per tutto quel tempo? Non ce la racconti giusta...” Kyle si avvicina e mi tira per il braccio mentre il suo alito odorante di alcol mi tormenta le narici.
“Che dovrei raccontare? Ho solo fatto una passeggiata” mi difendo. Afferro un bicchiere e inizio a rotearlo, tenendo lo sguardo fisso.
“Avanti Dan, puoi condividere con noi le tue scappatelle sessuali. E credo ti sia servito perché negli ultimi giorni eri veramente insopportabile, l'astinenza ti rende più nevrotico di quanto tu non lo sia già, sai?”
Sgrano gli occhi mentre Woody scoppia a ridere.
“Primo. Non so come ti possa venire in mente una cosa del genere! E secondo, quand'è che sarei nevrotico?!”
“Che ho detto di male? E poi è normale che un uomo della tua età si diverta con una ragazza. Com'è? Bionda o mora? Inglese oppure straniera?"
"Kyle!"

“Secondo me è bionda e francese!” scommette Woody dando una gomitata al vicino che ride a squarciagola.
“Ti ci metti anche tu ora?”
“D'accordo amico, calmati! Stiamo solo scherzando. Comunque potresti almeno farci sapere dove dove vi siete incontrati e che tipo sia questa ragazza” continua Kyle senza smettere di agitare il bicchiere.
“Non vedo perché dovrei raccontarvi certe cose”
“L'hai ammesso! Quindi c'entra una ragazza!” esclama Woody soddisfatto e battendo il cinque con Kyle. WIll mi lancia una delle sue occhiate da saputello e poi scuote il capo.
Ormai non c'è più niente da fare: meglio togliersi subito il problema piuttosto che subirmi tutto il giorno le loro domande.

Così inizio a raccontare tutto ciò riguardo alla mia avventura notturna e dell'incontro con la bellissima ragazza.
“E poi cosa avete fatto?” chiedono Kyle e Woody all'unisono, mostrando un'improvvisa serietà e molto interesse.
“Abbiamo parlato”
“Certo che è strano...” Woody sembra piuttosto pensieroso.
“Per me te lo sei sognato...” Ecco a voi la voce della coscienza, Will Farquarson! “Insomma... è una vicenda alquanto bizzarra.”
“Quindi intendi dire che ho immaginato tutto? Che sono pazzo?”
“Sì, in sintesi sì. Ma questo si sapeva già, no?” dice lui riprendendo a bere.
Mi passo una mano sulla testa attraversando i miei capelli, più scompigliati del solito, lo faccio sempre quando sono pensieroso o teso.
Forse ha ragione... chi mi garantisce che non sia stata la mia immaginazione? Potrei essermi addormentato di colpo; poi quella ragazza era troppo perfetta, quasi surreale.
Sono talmente immerso nei miei pensieri che non mi accorgo che Kyle si è alzato in piedi e, dopo un ultimo sorso, annuncia quasi con tono fiero.
“Beh, non ci resta che scoprirlo”
“Cos'hai in mente?” chiede Woody preoccupato e chi può dargli torto? Kyle è sempre stato quello più loquace, è l'anima e l'energia del gruppo e a volte gli passano per la testa tante idee strane ma divertenti. Spesso anche “pericolose”.
“Andiamo a cercare questa città! E soprattutto la ragazza che ha affascinato il nostro Dan”
“Perdere tempo a cercare una città che probabilmente non esiste? Io...” Will non riesce a finire la frase perché Kyle gli si avvicina e riprende il discorso senza smettere di indicarmi.

“Avanti! Non capita mai che facciamo qualcosa del genere! E poi è da tanto che una persona dell'altro sesso non colpisce questo qui” dice lui scompigliandomi i capelli. “E tu lo sai bene” Kyle sembra preoccupato per me.
Will sospira nuovamente e ci squadra con lo sguardo. La cosa mi agita parecchio.

“Non mi hai lasciato finire, scemo! Volevo dire che sono d'accordo; Dan è da tanto tempo che non si affeziona a una ragazza”
Ma ce l'hanno proprio con questa storia!
“Comunque sarà divertente risolvere un mistero e poi potrebbe servirci”
“E per cosa?” gli chiedo curioso di sapere cosa potremmo guadagnare da una simile esperienza.
“Questo devi capirlo tu” sussurra lui alzandosi seguito da Woody e Kyle.
Ancora non riesco a crederci, i miei compagni di band che cercano di aiutarmi in una cosa banale e misteriosa. Mi sembra di essere finito in un racconto sovrannaturale.
Ma tanto cosa ho da perdere?
Lasciamo il locale carichi e determinati a comprendere il mistero che lega il bosco alla città sconosciuta e alla ragazza dagli occhi blu.
“I nostri eroi partono per una nuova avventura! Riusciranno i Bastille a scoprire il segreto celato nel bosco e a ritrovare la ragazza misteriosa? Restate sintonizzati!”
“Oh piantala Kyle”


Una foglia secca atterra dolcemente sulla mia spalla e, affascinato quanto un bambino, inizio a giocarci lanciandola in aria per farla volteggiare. La riprendo per farla esibire un'altra volta in una sfrenata piroetta; la faccio girare, ancora, ancora... Un po' come noi. Ormai è da due ore che giriamo nel bosco, non abbiamo trovato un sentiero che conduca a quella città dal nome sconosciuto; comincio a temere il peggio.
“Secondo me è da questa parte!” indica Woody verso un incrocio.
“Ma non ci abbiamo già controllato?” gli fa notare Kyle.
“Sul serio? Ah, non ci sto capendo più niente!”

Will si avvicina e poggia la sua mano sulla mia spalla e scuote il capo.
“Non ti ricordi neanche il nome? Se almeno avessimo questa informazione potremo cercarla sulle mappe o sul navigatore! Non sappiamo nemmeno che strada prendere!”
Sospiro, ormai non credo che sia esistita veramente.
Will alza il capo e si accorge che il sole si sta lentamente nascondendo tra alcuni rami degli alberi che la sera prima furono testimoni della mia im-probabile avventura.
“Se solo potessero parlare...” sussurro al vento mentre gli altri prendono la strada del ritorno.
“Dai Dan torniamo a casa! Vedrai che ci verrà in mente qualcosa” mi consiglia Kyle cercando di tranquillizzarmi e dopo un momento di esitazione lo raggiungo mentre mi sistemo il colletto della giacca per ripararmi dal vento. Sembra che stia per arrivare un temporale.


Ed eccoci qua. Afesteggiare la nostra esibizione. Non sono proprio in vena di festeggiare, mi sento come se avessi subito una pesante sconfitta.
Alcolici e bottiglie colmano quello che è sempre stato un pavimento vuoto e scialbo mentre molte persone camminano per la sala, viziando l'aria di un tepore al sapore di birra.
Per rendere la serata ancora più speciale Kyle ha pensato di invitare i nostri amici e colleghi, i To Kill A King.
È da poco giunta mezzanotte eppure ho come l'impressione che sia già tarda notte. Non riesco a smettere di pensare a tutto quello che è successo, la mia mente non riesce a sconnettersi e a lasciarsi trasportare dall'ebbrezza e dal movimento. Sono sempre fermo allo stesso punto, fisicamente e mentalmente parlando. Will si avvicina a me e mi passa una bottiglia di birra ghiacciata e il suo odore è così invitante quanto nauseante, è come se il mio stomaco si fosse contratto e annodato. O forse quello è il mio cuore.
“Sono un caso disperato” mormoro mentre afferro la bottiglia.
“Guarda il lato positivo."
"C'è un lato positivo dietro questa storia?" gli chiedo abbattuto.
"Certo. Hai una grande fantasia e molte idee e questo può servirti per scrivere nuove canzoni. Forse era un segno; qualcuno lassù ha voluto farti sognare o anche vivere, se proprio ne sei convinto, questa esperienza affinché ritrovi la voglia e la passione di creare qualcosa di speciale e in grado di sconvolgere le menti degli ascoltatori e persino di noi che ti accompagneremo”
Sono totalmente sorpreso: non è la prima volta che Will fa un discorso così profondo e consolante, anzi, a dir la verità, questa è una delle sue doti che mi ha spinto a chiedergli di far parte della band.
“Forse quella ragazza ti sta chiamando in questo momento e ti sta chiedendo di raccontare di lei e di farla vivere.”

È sempre stato il più maturo tra noi e, nonostante fosse contrario a qualche mia idea, mi ha sempre appoggiato. Gli devo molto e per questo non ho intenzione di deluderlo.
“Grazie 'Papà' Will” gli dico prima di sorseggiare la mia birra e lui sbuffa seccato, anche se qualcosa mi dice che è sollevato.
Senza rendercene conto la festa continua tra risate e qualche pazzia: ormai una fitta tela nera si è estesa sopra di noi e le luci delle stelle si scorgono da dietro le quinte delle possenti nuvole che si avvicinano lentamente pronte per annunciare l'arrivo di un temporale.
Sfioro la finestra con la mano e un freddo pungente la contagia, probabilmente sarà una fredda notte d'estate.
“Dan...”
Una voce sicura e possente attira la mia attenzione e nel vetro vedo il riflesso della persona che è in grado di aiutarmi ma allo stesso tempo mettermi in difficoltà.
“Ralph, secondo te le stranezze sono segno di decadenza?” chiedo senza voltarmi mantenendo lo sguardo fisso verso il mio riflesso.
Lui sorride, come se sapesse che avrei iniziato un discorso complicato e particolare.
“Dipende dalle persone. Solitamente chiamiamo strano ciò che è lontano dal nostro modo di agire, di fare e di pensare. Molti non riescono a concepire uno stile di vita diverso dal proprio. Nel tuo caso invece è la situazione è differente, tu ritieni strano il tuo essere”
“Cosa?” Non mi aspettavo una simile risposta.
“E non devi aver paura di te stesso e di quello che riesci a fare. È vero, la gente ti potrebbe definire strano perché hai idee caotiche ma non per questo devi sentirti diverso o inferiore. In realtà sono queste idee particolari che ti rendono unico e geniale, sono il cuore e l'anima di te e della tua personalità! Quelle che tu definisci stranezze sono la tua normalità Dan. E prima te ne renderai conto prima le tue stranezze diventeranno parte delle tue storie”
Noto che Ralph ha alzato un po' il tono della voce, i nostri occhi si incontrano nel nostro riflesso permettendo così una particolare conversazione faccia a faccia. La sua risposta mi ha messo un po' a disagio e anche in imbarazzo. Mi sono sempre sentito una nullità, il pessimismo fa parte della mia natura di Smith. Eppure sentire quelle cose da parte di Ralph, non solo mio coinquilino ma anche figura modello e “fratello” maggiore, mi rasserena.
“Forse dovremmo riposarci. Siamo sempre impegnati e a furia di organizzare feste ogni sera rischiamo di stancarci troppo e di non realizzare niente. Cavolo, è proprio dura certe volte” dico e poco dopo uno sbadiglio si forma sulla mia bocca e contagia anche Ralph.

“Vivere è difficile, ma è questa difficoltà che ci spinge a dare il massimo; alla fine questa fatica porta risultati strabilianti, soprattutto se fai la cosa che più ti piace” conclude il suo discorso da brillante - e brillo- filosofo . “Ti voglio in forma Dan!” riprende inaspettatamente “Ora anche tu hai la responsabilità di tenere in vita un gruppo!”
“Sì, ma non sono bravo ed esperto come te.” gli dico sinceramente. Ralph è una persona straordinaria e un compositore in gamba, vorrei tanto essere come lui. “Inoltre tu sei portato per essere un leader mentre io...”
“Smettila di fare lo zombie! Hai dei compagni straordinari che meritano un leader straordinario, non depresso! Mi hanno raccontato quello che ti è successo e ci hanno costretto a venire qui per tirarti su.”
Cosa?
“Hanno organizzato questa festa per distrarti notando che eri sempre giù di morale: vogliono vedere il Dan sorridente e ispirato, il Dan che loro hanno deciso di seguire”
Hanno fatto questo per me?
“Tengono molto a te perciò non deluderli affermando che non sei in grado di essere un capo. I tuoi pensieri influenzano i loro, i tuoi testi diventano canzoni grazie a loro, la loro passione cresce perché tu sei appassionato. Questo perché siete un gruppo, non dimenticarlo mai. ” conclude lui, sorridendomi.
Mi volto verso Kyle, Woody e Will che stanno cercando di intonare una canzone ma il loro stato di ebbrezza li porta solo a balbettare e a produrre versi ambigui.
Sento il cuore tremare, quasi stesse scoppiando a piangere. Quei ragazzi non smettono mai di stupirmi, anche questa volta sono riusciti ad arrivare a toccare il mio cuore fragile e a colmarlo di sentimenti meravigliosi.
Mi sento così idiota in questo momento.
“Ralph! Se vuoi avere la forza per suonare davanti a un pubblico di trecento persone bisogna andare a letto ORA!” dice Ian entrando di soppiatto nella sala.
“Arrivo! E poi non te la devi prendere con me! Sono stati questi quattro pazzi a farci perdere tempo” gli risponde Ralph indicando Kyle mezzo addormentato e Will che in quel momento stringeva tra le braccia tre lattine di birra mentre Woody si era sdraiato sul divano con la faccia immersa nel cuscino.
Si allontana pronto per lasciare l'appartamento ma prima che raggiunga l'uscita lo chiamo e gli mimo un sincero “Grazie” mentre lui, di risposta, sorride.
“Hai le qualità per diventare un grande artista”
Rimango immobile e anche stupito, poi però lo sbadiglio di Woody mi fa capire che anche gli altri vogliono buttarsi nel letto e dormire. In effetti è stata una giornata faticosa e la stanchezza ultimamente si fa sentire più del dovuto.
E così dopo aver pulito le pozzanghere e i resti dell'alcol e aver sistemato le ultime cose, mi avvio in camera e mi abbandono al letto ma, prima di addormentarmi, mi scolo altre due bottiglie di birra.

Lentamente socchiudo gli occhi e ripenso alle parole di Ralph e, dopo qualche riflessione, e pensieri assurdi a causa del mio stato di ebrezza, mi addormento cullato dalla tetra melodia del vento che accarezza le persiane.
È tutto tranquillo... fino a quando non percepisco un suono.
È lontano... e così misterioso.

Pian piano lo sento avvicinarsi e aumentare sempre di più. Non ci sono dubbi: è il rumore che ho sentito l'altra sera. È molto più intenso, sembra che mi stia chiamando.
Apro gli occhi e mi alzo cercando di capire da dove provenga: sembra giungere dall'esterno.
Una parte di me vuole tornare a letto e ignorare quel tormento che mi ha complicato la giornata e che mi ha incasinato la testa ma la curiosità e la mia passione per i misteri mi spinge a raggiungere la porta e a uscire nel bel mezzo della notte mentre il cielo comincia a piangere qualche goccia.
Che follia... SÌ, è una grande follia. Ma tanto io sono un folle, giusto?
Prendo la macchina di Woody e mi avvio lontano, senza una meta precisa. L'unica “bussola” è il crescendo del misterioso tamburo. Dopo aver percorso qualche centinaio di metri il suono svanisce lasciandomi spaesato in una strada deserta non molto distante da quel bosco oscuro. Scendo dalla macchina, con la speranza di riuscire a comprendere quello che sta accadendo.

Una raffica di gelo si precipita su di me facendomi tremare e spaventare. Ad un tratto sento qualcos'altro puntarsi sul mio corpo, ma non era freddo, anzi era una sensazione piacevole.
Mi volto e mi accorgo di qualcosa che si accende tra l'oscurità della strada e il cielo rossastro: e di nuovo mi sono perso in due diamanti scintillanti color del cielo.

 

 

La strada era il nostro palcoscenico

gli abbaglianti della macchina i riflettori

e i nostri sospiri erano le battute...

Mi sembrava di essere diventato il protagonista di uno spettacolo incredibile...

ma dentro di me sapevo che sarebbe presto giunto l'epilogo.


 

 
   
 
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