La
prima menzione di Roma nelle cronache greche venne fatta dallo storico
Archita
di Corinto nel suo Popolazioni della
Magna Grecia, all'inizio del VI secolo a.C. Archita aveva
raccolto numerose
notizie sull'Urbe (che fossero voci o testimonianze veritiere non
è mai stato
chiarito) e le aveva inserite tra le descrizioni delle popolazioni
della Magna
Grecia. All'inizio intendeva fare solo una descrizione delle
città del sud
Italia, come Taranto, Siracusa e affini, ma poi finì per
includere anche i
popoli nomadi a nord, la Lega Latina e quindi Roma. Stando a quanto gli
fu
riferito Archita dipinse un'immagine abbastanza positiva della
repubblica.
Purtroppo il manoscritto è andato perso e ne siamo a
conoscenza solo grazie a
resoconti successivi.
Il
discepolo di Archita, Liburnio, decise di recarsi in viaggio in Italia.
L'escursione durò una decina d'anni, e il greco
visitò le principali città
greco-italiane (in ordine Taranto, Sibari, Crotone, Locri, Messina, Paestum, Neapolis
e Cumae) e si
diresse poi a nord, visitando Laurentum,
Alba Longa, Lavinium e infine Roma.
Arrivò in un momento critico per l'Urbe, poiché
erano passati pochi mesi dal
grande terremoto che sconvolse la città ed ancora quasi
nulla era stato
ricostruito.
Nel
suo resoconto Dramma Laziale,
Liburnio
descrive così Roma: "[...] cumuli di macerie sono costanti
ai lati delle
strade, e gli abitanti vagano come fantasmi dallo sguardo spento [...]
nobili e
popolani sono al pari livello, si struggono allo stesso modo e piangono
sulle
loro proprietà distrutte dalla furia della Madre Gea. Quale
loro affronto sarà
stato tanto grave da spingere la Madre Terra a punirli così?
[...]".
Solo
pochi frammenti sono pervenuti ai giorni nostri, ma rendono l'idea
della
situazione romana all'epoca. L'opinione greca ne fu molto colpita,
tanto che il
tragediografo Adirte di Megara trasse una tragedia dal pensiero che sia
stata
Gea stessa a punire i romani. L'opera d'arte, intitolata La
furia di Gea, ottenne presto numerosi riconoscimenti non solo
a
Megara, ma anche ad Atene e a Corinto. In particolare venne
rappresentata ai
giochi olimpici del
Molti
greci furono colpiti dalla cruenza con cui veniva descritta la
situazione
romana, per cui partirono di loro spontanea volontà verso il
Lazio con
l'intenzione di aiutare i romani a risollevarsi. Secondo il loro
pensiero
"bisognava aiutare i fratelli", visto che più o meno i
romani
discendevano da migranti greci approdati sui lidi del Lazio nel XII
secolo a.C.
Questo fenomeno contribuì in modo fondamentale nella ripresa
di Roma. Molti greci
si stabilirono lì una volta che ebbero finito di dare una
mano.
Al
di fuori dell'Italia e della Grecia Roma a quei tempi era poco
conosciuta. Ai
Fenici giunsero poche informazioni, ed ancora di meno agli Egizi. I
Cartaginesi, nonostante la vicinanza, ne sentirono a malapena parlare,
mentre
le città siciliane, calabresi e pugliesi videro un grande
afflusso di gente
verso l'Urbe. Nessuno poteva immaginare che quella città
sconvolta dalle scosse
sismiche si sarebbe presto (forse non tanto presto, ma prima o poi vi
sarebbe
arrivata) ritrovata con il ruolo di "signora e padrona del mondo".
Angolo dell'autore
Salve! Dopo giorni di assenza sono tornato! Spero abbiate apprezzato questo extra. Ecco, a causa di impegni vari la serie è temporaneamente sospesa, mi devo mettere in pari con alcune cose e devo schiarirmi le idee. Ma tranquilli, prima o poi riprenderò.