Freedom is the only way
Le
labbra di Marie Curie sulle sue, morbide e umide esattamente come se
le era immaginate decine e decine di notti passate insonni ad occhi
aperti nel buio: ecco per cosa vale la pena vivere, nonostante il
pensiero fisso e notturno che quella vita non sia altro che una
fottuta copia della vita vera.
E il seno di Marie Curie
tra le mani, stringerlo e baciarlo, morderlo nei capezzoli turgidi a
mo' di un bambino mai cresciuto, che trasla la madre mai avuta con la
donna e chiede da questa carezze mentre le succhia il seno: vale la
pena respirare anche per questo, non farsi rapire dall'odio e dalla
voglia di uccidere quell'esistenza vuota e mai completa, per porre
fine a paranoie, insofferenze, respiri in affanno.
Possedere Marie
Curie e farla godere, sentirne le urla di puro piacere tutto attorno
a sé e dirsi che se la senti, la odi e la respiri vuol dire che è
viva, viva come te, viva di una vita concreta e bollente, che in
quegli attimi di estasi si palesa per nulla ottenebrata dalla patina
di falsità e ipocrisia che sempre le ha visto addosso e del cui
pensiero Shiro si occupa la notte, ore ed ore, se curie non è al suo
fianco, ovviamente.
Non è un bel verbo, “possedere”,
lo sa anche lui quanto può essere deleterio, dopotutto qualcuno lo
ha posseduto fin dallo stato embrionale; ma non può fare a meno di
sentirsi potente mentre possiede Marie Curie e la stringe forte a sé,
venendole dentro, perchè solo in quei momenti si sa padrone della
sua vita.
Forse al mondo solo ritornare agli istinti primordiali,
spigionare tutta quell'animalità che lo fa prendere Marie
Curie con la forza ogni volta che si ritrovano soli da qualche parte,
qualsiasi parte, riesce a fargli credere di essere davvero in
vita, a farlo stare bene facendogli credere di star respirando
davvero.
Quella notte nella quale può dormire affianco alla donna
amata ha capito una cosa che gli riempie gli occhi di lacrime: è
quando non è davvero più solo un uomo che si sente
finalmente libero.
N/A
(molto poco chiare in stile Bidirezione).
Potete piazzarla
molto dopo alla trama del manga, se volete, non è la cronologia
importante, o meglio: ho creato un po' un contesto a a sé, in cui
Marie Curie è di nuovo grande abbastanza. (?) Volevo semplicemente
fare un tributo a questo personaggio e alla sua mentalità come l'ho
interpretata io, forse, sviscerarne un po' il flusso di pensieri che
mi sono balzati alla mente dopo aver letto i primi sei volumi
e...avevo voglia di un po' di pwp/nonsense appena accennata (se
esiste questo mix di generi XDXD). Era da tanto che volevo scrivere
qualcosa su questo fandom, ma non riuscivo mai a trovare
l'ispirazione ed il coraggio! Perdonatemi se non è davvero niente di
che, questa flashfic, ma davvero ci tengo a questa piccola cosa. E
perdonate queste note autore confusionarie e per niente chiare, la
morale è che...ognuno prende dalla fanfic la sensazione che più gli
è propria, ecco, spero possa essere così ecco, di avervi lasciato
qualcosa. Ora sparisco e non sproloquio più, lo giuro! Grazie mille
a quanti l'hanno letta e magari apprezzata, a chi mi farà sapere che
ne pensa, anche solo un sentire un po' di calore umano, sì.
Un
abbraccio gigante,
bidirezione