Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: heliodor    25/09/2014    2 recensioni
Quando Anna viene rapita da un gruppo di piromanti, Elsa, Kristoff e il pupazzo Olaf si mettono sulle sue tracce. Aiutati da un capitano coraggioso e dal suo spericolato equipaggio, dovranno viaggiare fino ai confini del Mare Settentrionale, superando ostacoli e nemici di ogni genere, per raggiungere la Montagna di Fuoco e affrontare il suo Guardiano, una creatura mostruosa figlia delle fiamme e del terrore...
Burned è il secondo episodio della serie The Winter Queen.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio, Olaf
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'The Winter Queen'
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Kristoff si regge all'unico piccone infisso nella roccia, in bilico lungo la parete di roccia. Sotto di lui si apre uno strapiombo di cento metri che termina con spuntoni di roccia affilati come rasoi.
― Ancora uno sforzo ― dice con voce rotta dalla fatica. ― Solo uno. Solo...
La montagna vibra, si scuote come un gigante addormentato. Kristoff perde la presa sul piccone, che precipita verso il basso e rimane aggrappato alla roccia con le mani.
Uno scroscio di pietre lo sfiora. Il montanaro si appiattisce contro la parete di roccia, aderendovi con il torace e le gambe. Trovato un appiglio col piede, mentre si regge con una mano usa l'altra per recuperare il piccone dalla cintura.
― Brontola quanto vuoi ― dice riprendendo la scalata.
Con un ultimo sforzo si issa sul bordo del dirupo e si lascia rotolare per qualche metro oltre di esso, il petto che si alza e si abbassa.
Di nuovo in piedi, scioglie la corda arrotolata in vita e la passa attorno a una roccia assicurandola con un nodo.
Si sporge oltre i dirupo e lancia la corda oltre di esso. ― Legatela stretta in vita. Vi tiro su io.
***
Il Canto del Mare lascia la rada congelata e si dirige a vele spiegate verso la flotta di Weselton.
Gull, le mani strette sul timone, guarda preoccupato le navi che si avvicinano. ― Non mi piace affatto.
― Non ti ho mai sentito dire niente di diverso, vecchio mio ― dice Kastelgaard gioviale. In piedi sul castello di poppa, il ponte ai suoi piedi, si sporge in avanti. ― Uomini del canto del Mare. Amici.
Le teste si alzano, visi si voltano verso di lui.
― Siamo insieme da molti anni. Alcuni di voi hanno servito sotto mio padre prima che io diventassi capitano. Abbiamo affrontato mille insidie e pericoli, navigato per mari tempestosi, combattuto contro burrasche e iceberg vaganti. E nonostante questo, mai ho temuto per la mia vita, perché sapevo di avere il miglior equipaggio del mondo. Oggi ci batteremo contro un nemico soverchiante per numero e forza, ma so che gli faremo ricordare questo giorno per tutti gli anni a venire. Quando parleranno del Canto del Mare e del suo equipaggio, da qui alla Costa Pietrosa, dalle dolci colline di Corona ai mille villaggi delle Isole del Sud, che sia re, principe o marinaio, tutti lo faranno con rispetto.
Dai marinai radunati sul ponte si alza un solo grido, un "hurrà" che risuona nell'aria limpida e tersa.
Gull guarda Kastelgaard con un sorriso sornione, poi scuote la testa. ― Sarà una fine gloriosa.
― Puoi dirlo forte.
***
Il viso contratto nello sforzo, Kristoff tira l'ultimo tratto di corda. Lotte si aggrappa al bordo del precipizio e con un movimento agile si issa al di sopra di esso.
Elsa si stacca dai due e si guarda attorno. Il pianoro sorge sul fianco della montagna. È brullo e desolato come tutto il resto che lo circonda. La roccia che lo forma è nera e tagliente.
― Attenti a dove mettete i piedi ― dice Lotte. ― Se cadete rischiate di tagliarvi e farvi male.
La ragazza li guida verso l'entrata di una caverna di forma circolare.
Kristoff passa una mano sui bordi. ― È perfetto. Non sembra naturale.
Lotte avanza in testa e li guida all'interno. Un chiarore rossastro si riflette sulle pareti lisce e lucide. A intervalli regolari ci sono dei segni tracciati sulla roccia.
Kristoff si avvicina per guardarli meglio. Una figura umana appare nel guazzabuglio di linee che si intersecano tra loro. Poco dopo la stessa figura è ritratta davanti a un oggetto a forma di uovo che gli arriva alle ginocchia, una mano protesa in avanti. Nella scena successiva la figura umana scompare e accanto all'uovo c'è ora una creatura alata con le fauci spalancate e la coda a forma di punta di freccia.
― Chi ha fatto questi disegni? ― domanda Elsa.
Lotte scrolla le spalle. ― I vecchi abitanti di queste isole. Tutte le pietre ne sono pieni.
― Perché?
― Nessuno lo sa. Sono spariti prima che arrivassimo noi. Adoravano la montagna come una specie di divinità. Furono loro a scavare questo labirinto.
― E tu come le sai queste cose?
― Me l'ha detto Morg.
― Morg ― dice Elsa pensosa. ― Che cosa spera di ottenere da mia sorella? Parlami di lui.
Lotte scuote la testa. ― È una specie di stregone. Non è nato qui. Si è presentato un giorno dicendo di essere l'ultimo dei piromanti. Io ero molto piccola allora, ma mio fratello Fen fece amicizia con lui. Divennero inseparabili. Fino al giorno in cui...
― Continua.
― Lui credeva di poter accedere alla camera interna del labirinto. Il Cuore di Fuoco, così la chiamava. Diceva che contenesse delle pietre molto preziose e che una sola di esse ci avrebbe resi ricchi oltre ogni nostra immaginazione. Una notte lui e Fen vennero qui e cercarono quel posto. Ma mio fratello non tornò indietro e da allora la montagna ha ripreso la sua attività.
― Morg ci spiegò che lo spirito che dimora nella montagna era adirato e che non ci avrebbe mai lasciati in pace. L'unico modo per placarlo era raggiungere il Cuore di Fuoco ed eseguire un rituale che solo lui conosceva. Ma per farlo doveva prima superare il guardiano, il mostro che sorvegliava l'accesso alla camera segreta.
― Stai parlando del drago?
Lotte annuisce.
― Ho paura che Morg vi abbia mentito per tutti questi anni ― dice Elsa con espressione dispiaciuta. ― E che anche il drago sia solo una menzogna per coprire la sua responsabilità sul destino di tuo fratello.
― No, Elsa ― dice Lotte fissandola negli occhi. ― Il drago esiste. È reale.
― Come fai a dirlo?
― Perché io l'ho visto e l'ho sentito quella notte spaventosa, quando tutto è cominciato.
Elsa fa per dire qualcosa, ma un ruggito simile a un tuono scuote le pareti del tunnel. Subito dopo l'eco di un grido lontano le mozza il fiato.
― Anna ― esclama Elsa gettandosi in avanti di corsa.
***
Il tunnel termina con un baratro che si tuffa in un lago colmo di lava bollente. Ai piedi del precipizio si intravede una sottile piattaforma di terreno.
― Così ― dice Morg fissando un gancio alla parete di roccia. ― Mentre il mostro sarà impegnato a divorarti. ― Passa una corda nel gancio e lega una delle estremità alla vita di Anna. ― Io avrò tutto il tempo di raggiungere la camera interna. Spezzerò il Cuore di Fuoco e prenderò tutte le Pietre che posso. Se il libro non mente, diventerò potentissimo.
Anna tenta di voltarsi, ma Morg la trattiene. ― Dove credi di andare? Ti perderai il gran finale.
Spinge la ragazza oltre il baratro. Anna annaspa nel vuoto trattenuta solo dalla corda legata in vita. ― Ti prego, non farlo.
Un ruggito profondo fa vibrare l'aria della caverna.
― Urla quanto vuoi, Fen ― grida Morg.
Anna lo fissa incredula.
― Oh, sì. Il mio grande segreto. La prima volta che venimmo qui, insieme, gli dissi di non toccare niente, ma lui non mi ha mai ascoltato. ― Morg inizia a calare Anna. ― Prese una di quelle pietre che io gli avevo proibito di toccare e si ritrovò trasformato in quella creatura. La montagna l'aveva reclamato come guardiano, capisci? Io non potei farci niente. Niente. ― Grida con voce tremante e occhi spiritati. ― Ma scommetto che è felice così. Lui è sempre stato quello che voleva difendere la montagna e i tesori che nascondeva. Sempre così rispettoso delle tradizioni, delle antiche usanze. È stato lui a scegliere di essere ciò che è diventato. Un mostro.
Anna tocca terra e nello stesso momento Morg lascia andare la corda, che precipita ai piedi della ragazza.
― Diglielo quando lo incontri. ― Morg ride e scompare nel tunnel.
Anna si guarda attorno, la testa incassata nelle spalle. La piattaforma termina in una galleria. Dalla parte opposta il baratro che si tuffa nella lava bollente.
La principessa di Arendelle si ferma all'ingresso della galleria. ― C'è... ehm, c'è qualcuno?
Un'ombra si staglia sulla parete. Un corpo sinuoso, ali nere raccolte lungo il corpo e le fauci spalancate.
Anna indietreggia. ― Non ti disturbare a venire. Posso anche cavarmela da sola.
La testa della creatura si affaccia dalla caverna. È simile a quella di una lucertola, ma grande quando un essere umano adulto. Le fauci spalancate mostrano due fila di denti lunghi e affilati come pugnali. La testa è sormontata da una corona di corna che si irradiano verso l'esterno.
Anna batte i denti, arretra, inciampa in una pietra e cade all'indietro. ― Tu... tu devi essere Fen, vero?
Gli occhi del mostro la fissano per qualche istante.
Annan ridacchia nervosa. ― Scommetto che in fondo in fondo sei buono. Sei solo un grosso, orribile, spaventoso cucciolone pieno di artigli e zanne affilate.
Il drago esce dalla sua tana, le ali ripiegate lungo il corpo si aprono rendendolo ancora più imponente. Il mostro spalanca le fauci e ruggisce all'indirizzo della ragazza.
Anna chiude gli occhi e lancia un grido acuto che risuona nella caverna.

 
  
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