< Bimba... >
Mi alzai quasi di scatto e gli andai incontro, senza guardarlo in
faccia mi
strinsi forte al suo petto e scoppiai a piangere come una fontanella.
Lui non disse nulla, mi passò una mano tra i capelli e
continuò a stringermi,
finché non mi staccai un po' per riprendere fiato.
< Castiel, com'era? Cosa significava la foto tra gli
spartiti? E
quando il primo giorno che ci siamo incontrati hai detto che potevi
dire di
conoscermi da anni, puoi dirlo veramente? >
< Kensi, vieni a sederti - disse portandomi sul divano - ti
racconterò tutto
dall' inizio...>
Sembrava agitato, e continuava a sbattere un piede a terra.
Lo guardai negli occhi, in quegli occhi grigi come la cenere e profondi
come un
pozzo senza fondo. I suoi occhi parlavano da soli e mi dissero tanto.
Non so con quale sicurezza lo feci, ma nei suoi occhi vedevo l'ombra di
noi due
felici; presi coraggio e gli stampai un lieve e fugace bacio sulle
labbra.
Gli occhi sembravano più tranquilli ora, ma il "dannatamente
sexy compagno
di banco" non sembrava esserlo...
< Kensi è inizato tutto alle medie, quando eravamo
ancora due bambini
dispettosi... Abbiamo passato i tre anni delle medie a farci scherzi e
dolcezze
al tempo stesso, passavo dal tirarti i capelli al regalarti le
margherite...
Poi al liceo ci siamo ritrovati ancora una volta, sempre nella stessa
classe.
Gli interessi dei due erano cambiati, e cominciavamo a vederci come
qualcosa di
più che dei semplici amici. Iniziamo ad uscire insieme, e
una sera, dopo vari
bicchieri tu mi guardasti negli occhi e mi chiesi di baciarti. Sapevo
bene che
eri ubriaca, ma per me non c'erano mai state labbra più
desiderate delle tue e
ti baciai.
Mancò poco che finimmo a letto insieme.
Tu non mi parlasti mai di questo fatto e io continuai a essere lo
stesso di
sempre...
Poi, dopo l'incidente dei tuoi, tua zia ti portò ad abitare
da lei...
Non ci vedemmo per tre anni, quando poi due mesi fa tua zia mi
chiamò in preda
al panico.
Avevi la febbre alta, e farneticavi cose senza senso, eppure, ripetevi
incessantemente il mio nome...
Presi la moto e corsi a casa tua.
Quando arrivai, tu ti eri svegliata da poco e quando mi vidi ti si
illuminarono
gli occhi.
Mi porgesti la mano, io mi avvicinai e tu mi baciasti senza alcun
preavviso,
inutile dire che a stare troppo a lungo con te mi attaccasti la febbre.
Rimasi bloccato nel letto accanto al tuo per due giorni, fu in quel
momento che
tu dissi di amarmi.
Da quel momento mi promisi di starti sempre accanto e anche quando
tornai a
casa continuammo a sentirci e vederci almeno due volte a settimana.
Praticamente un mese fa, mentre camminavamo al parco mano nella mano tu
ti
fermasti all'improvviso.
Io mi girai e mi ritrovai a due centimetri dal tuo viso.
"Castiel tu non hai capito o fai finta di non farlo? Cosa non hai
capito
di un ti amo? Non è forse corrisposto? Castiel siamo
praticamente finiti a
letto!"
Ti ricordavi tutto, allora ti guardai in quei meravigliosi occhi che
sono
diventati ormai la mia ossessione e ti baciai come non avevo mai fatto
con
nessun'altra.
Beh, quel mese fu uno dei mesi più belli per entrambi...
Mercoledì scorso, quando furono esattamente passati 31
giorni da quella
passeggiata ti portai fuori con me, tutto il giorno.
Alla sera ti riportai a casa per un la breve doccia, io ti scrissi che
avrei
fatto tardi e che ti sarei venuto a prendere a casa, ma quando arrivai
tua zia
mi disse che eri uscita da sola.
Abbandonai la moto sul marciapiede e inizai a correre per tutta la
città
cercandoti, finché le tue urla non mi chiarirono la strada.
Mi affrettai e quando ti trovai mi svenni in braccio..
Ti portai a casa, richiamai tua zia e presa la tua collana, me ne andai
convinto di non vederti mai più..
Tua zia ti ha portato qui, e mi ha dato le chiavi del tuo appartamento
per
proteggerti, per aiutarti...
Non lo ha fatto perché tornassimo insieme, le ho detto della
mia decisione, le
ho detto che sarebbe stato meglio per te dimenticarmi ma lei mi rispose
che
saresti stata tu a dover decidere e non io per te... >
Non riuscivo ancora a crederci...
Ero stata con Castiel e quant'altro...
Stavo per ricominciare a piangere, quando decisi di fare ancora una
pazzia, lo
buttai steso sul divano, gli montai sopra e lo baciai ancora una volta.
Cass sembrava inizialmente un po' scosso, ma poi si lasciò
trasportare in quel
bacio a dir poco perfetto.
Poi mi staccai e cercai di soffocarmi nella sua maglietta impregnata di
profumo.
< Kensi... >
< Castiel stai zitto... >
Castiel stette zitto, continuò a coccolarmi
finché non prese a suonare il
telefonino.
Lo tirò fuori dalla tasta senza lasciarmi, e dopo aver
sbuffato rispose.
Sentii dall'altra parte la voce di Lys che chiedeva insistentemente a
Cass dove
si fosse cacciato.
Stufa di sentirlo brontolare strappai il telefono di mano al rosso e
urlai
contro il touch screen che Castiel adesso aveva di meglio da fare,
riattaccai e
buttai il telefono sulla poltrona.
Castiel mi guardò e sulle sue labbra comparse un leggero
ghigno.
< Che c'è? > chiesi con un visino innocente
Mi guardò un po' negli occhi prima di rispondere.
< Ti amo scema! >