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Autore: emmax5    26/09/2014    2 recensioni
Alla fine della quarta serie Phoebe aspetta un bambino che poi le viene sottratto dalla sorgente.
In un universo parallelo però quel bambino, anzi quella bambina è nata e decide di tornare indietro nel tempo per risolvere un problema. Quello che ignora è che è arrivata nel tempo giusto ma nella dimensione sbagliata, in una dimensione dove lei non è mai nata...come reagiranno le sorelle? Dakota riuscirà a trovare quello che cerca?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dakota e Marcus vennero bruscamente svegliati dal fragore provocato dalla barriera magica, e nello stesso momento in cui aprirono gli occhi furono perfettamente svegli e pronti a rispondere a qualsiasi nemico.
Dakota fece cenno a Marcus di spegnere la sfera di energia che si era accesa nella sua mano non appena si accorse che la barriera era entrata in azione a causa di Paige e tirò un enorme sospiro di sollievo .
-Paige, stai bene? Mi dispiace, avremmo dovuto dirvi della barriera.-
Paige le lanciò uno sguardo assassino mentre continuava a massaggiarsi la testa.
-Si, penso che avreste dovuto, e poi perché avete una barriera magica sulla soglia della vostra porta?-
Marcus era finalmente riuscito a spegnere tutti i campanelli di allarme scattati a causa della barriera e solo in quel momento si accorse di essere senza maglietta.
Phoebe lo fissava, e non perché il corpo del ragazzo fosse pressappoco perfetto, ma perché il suo petto e anche gran parte della schiena erano coperte di cicatrici.
Marcus si affrettò a rimettersi la maglietta e incrociò le mani sul petto quasi come se avesse paura che lo sguardo di sua suocera potesse oltrepassare anche la barriera del tessuto che aveva indossato.
-Scusate, la barriera si attiva solo se entrambi dormiamo, non pensavamo potesse succedere una cosa del genere. E’ solo uno scudo protettivo, un po’ come quello di Wyatt.-
Paige spostò lo sguardo da Dakota a suo marito senza smettere di manifestare il suo disappunto.
-Si, ma lo scudo di Wyatt non lo protegge anche da noi ma solo dal male. Perché si è attivato quando ho oltrepassato la soglia?-
Phoebe guardò attentamente Dakota, sua figlia sembrava titubante, stava scegliendo la risposta migliore da dare, temporeggiava spostando lo sguardo da una zia all’altra, a differenza del marito la sua pelle era perfettamente liscia, nessuna cicatrice violava e segnava il suo corpo.
- Paige, andiamo di sotto, diamo il tempo ai ragazzi di svegliarsi e vestirsi, discuteremo si questa cosa tra poco.-
Phoebe lanciò uno sguardo veloce a sua figlia mentre chiudeva la porta della stanza.
Il messaggio era chiaro, le stava dando il tempo di riordinare le idee, ma non sarebbe sfuggita alle sue domande, voleva delle risposte e questa volta le avrebbe ottenute.
Dakota si volse verso suo marito.
-Questo è un bel guaio, cosa facciamo adesso? Non possiamo dirgli la verità, o forse si?-
Marcus si sedette sul bordo del letto spostando le coperte che si erano ammassate nella fretta del loro risveglio.
-Non lo so Dakota, forse possiamo dirgli che stiamo cercando un demone ma eviterei di dire anche perché siamo protetti dal bene.-
Dakota si sedette accanto a lui e cercò il suo sguardo.
-E come spieghiamo quello che è successo?-
Il ragazzo si passò una mano sulle labbra, stava riflettendo, cercava di inventare una scusa plausibile.
 
 
 
In cucina Piper e Phoebe cercavano di calmare la sorella minore che giustamente non aveva nessuna voglia di sentire scuse e continuava a massaggiarsi la testa.
-Ti fa tanto male? Vuoi che chiami Leo?-
Paige sbuffò infastidita.
-No, non voglio Leo. Vorrei capire perché Phoebe a dato il tempo a quei due di inventare una scusa!-
- Ma che stai dicendo? Io non ho affatto dato tempo ai ragazzi. Mi sembrava solo che fossero dispiaciuti e imbarazzati e non mi sembrava una conversazione da avere mezzi nudi per un corridoio.-
Paige allora si rivolse alla sorella più grande.
-Piper, tu che ne pensi?-
Piper era decisa a rimanere imparziale, non voleva dare addosso a nessuno, ma doveva ammettere che Dakota non sembrava avere una risposta alla domanda che gli aveva posto Paige, e a essere proprio sincera, anche lei aveva pensato che Phoebe avesse coperto la mancanza  di sua figlia dandogli del tempo.
-Penso, che siete entrambe troppo agitate e che dovremmo ascoltare quello che Marcus e Dakota hanno da dire prima di accusarli di qualcosa.-
Phoebe ringraziò la sorella con un sorriso pieno di gratitudine ma Piper fece finta di non vederlo, non gli andava di schierarsi.
-Mi stai dicendo che non ti sembra strano che il loro scudo li protegga anche dalla magia buona? Da quella che dovrebbe essere la loro famiglia?-
Piper fece finta di essere occupata a preparare dell’altro caffè ma Paige non avrebbe mollato la presa, e lei lo sapeva.
-Si, va bene, ammetto che la cosa è strana, è la prima volta che incontriamo uno scudo a tuttotondo ma ti ripeto che preferisco non pronunciarmi fino a che non avrò sentito le loro ragioni.-
-Eh no! Noi non sappiamo se lo scudo li difenda anche dal male, non lo abbiamo visto attivo contro un demone ma l’ho sperimentato solo sulla mia pelle. Chi ci dice che non si proteggano solo dal bene?-
Phoebe si sedette accanto a Paige cercando di non sembrare infastidita dalle accuse verso sua figlia, e allo stesso tempo sperava con tutta se stessa che queste non fossero fondate.
 Aveva agito d’istinto quando aveva protetto Dakota pochi minuti prima, forse il suo istinto “materno” aveva prevalso sulla logica.
-Paige, ti prego, non puoi aspettare cinque minuti prima di dare di matto?-
Cinque minuti forse sarebbero bastati a quei due per inventare una scusa plausibile e Paige cominciava davvero ad essere stufa delle loro scuse, ma non voleva incorrere in una nuova lite, odiava litigare con le sue sorelle, soprattutto con Phoebe che sapeva essere più testarda di lei.
-Va bene, ma cinque minuti, non uno in più!-
Phoebe si rilassò.
-Grazie sorellina. Sono sicura che ci raggiungeranno anche prima.-
Phoebe alzò gli occhi e vide Dakota passare davanti alla cucina, sembrava diretta al piano superiore.
-Vedi? Te lo avevo detto. Dakota, siamo in cucina!-
La ragazza, non era sicura di aver sentito bene, non poteva essere vero quello che aveva sentito ma aveva ugualmente arrestato il suo passo.
-Dakota!-
Quella che invocava il suo nome era la voce si Phoebe, adesso ne era sicura.
Poteva correre velocemente in soffitta o accettare l’assurdità di quello che stava succedendo anche se inspiegabile. Se avesse scelto la prima alternativa probabilmente l’avrebbero raggiunta in meno di un minuto e la sua missione sarebbe andata in fumo.
Scelse la seconda.
Si diresse cautamente verso la cucina, pronta ad ogni evenienza.
Phoebe le sorrise.
-Ehi! Immaginavo che ci avresti cercato in soggiorno, in genere teniamo lì le riunioni di famiglia, ma in cucina abbiamo quasi pronto un bel caffè. Dov’è Marcus?-
La ragazza la guardò sbigottita.
-Marcus?-
Anche Piper le sorrise, anche se il suo sembrava più un sorriso ironico.
-Tuo marito, Marcus, non è ancora pronto? E perché sei completamente vestita di nero? Tua zia ha dato una bella testata, ma non è ancora morta!-
Dakota continuava a guardarle come se le vedesse per la prima volta e non avesse la minima idea di cosa stessero parlando, sembrava addirittura sulla difensiva, quasi pronta all’attacco.
-Siediti qui, lo aspetteremo.-
Phoebe le fece segno di sedere accanto a lei.
Sapevano chi era, e sapevano di Marcus, com’era possibile?
 
 
Al piano superiore Marcus si stava allacciando le scarpe, era finalmente pronto a scendere.
-Allora siamo d’accordo? Lo scudo si è attivato perché la mia parte demoniaca ci protegge dal bene e la tua parte buona dal male. Vediamo di non fare errori e soprattutto di non sembrare incerti ok?-
Dakota stava legando i capelli in una coda alta, annuì dandogli le spalle.
-Va bene, per il momento facciamo come dici, mi sembra un buon piano, ma prima o poi dovremmo dirgli a verità.-
-Già prima o poi, ma non prima di aver fatto quello che dobbiamo.-
Cinse sua moglie da dietro e guardò il loro riflesso nello specchio.
-Ti amo Kota.-
Dakota si volse verso di lui e lo baciò dolcemente.
-Anche io ti amo. E adesso scendiamo ci stanno aspettando.-
Si scambiarono un nuovo bacio per infondersi coraggio a vicenda e finalmente si avviarono verso la porta.

  
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