Dunque...ora
che se n’era andato,bisognava mettere ordine in quella
sua testa confusa.
Dunque.
L’aveva..lasciato andare,ma...sapeva bene che sarebbe tornato di lì
a poco.Per quel che gli aveva detto.
Per come l’aveva detto.
Riff
sarebbe tornato,sì.Come aveva pensato di andarsene??
Non
poteva.
Non poteva,perchè,semplicemente,lui aveva bisogno di Riff più
dell’aria...
E Riff
non l’avrebbe mai lasciato morire.
Senza di
Riff,sarebbe morto.
Doveva
sbrigarsi.
No,no,no...non pensò affatto a quelle parole,ripetute dal suo
maggiordomo più d’una volta,in quel lasso terribile di pochi minuti...
Perchè
pensarci?
Avrebbe
fatto qualcosa,quando Riff sarebbe tornato.
Cosa,non lo sapeva.
Qualcosa.
Per ora,limitarsi a non pensarci,era la cosa giusta da fare.
L’importante
era che Riff tornasse.
Gli...dispiaceva aver creato dolore a Riff,con quella frase.In un certo senso,sì,era
dispiaciuto.
Ma...il
fine giustifica i mezzi.
Riff
sarebbe tornato.
Questo
solo,era veramente importante.
●◊†*ˇ΅°΅ˇ*†◊●
-AAAAAAHHHH!!!-
L’urlo,attutito dalla distanza che lo separava
dall’ascoltatore,proveniva dalla camera di Mary.
Il
fratello,immerso in un non-pensare di dubbia utilità
(ma di sicuro effetto:non pensava a Riff),voltò di scatto la testa,scansando
via la sedia da cui si era immediatamente alzato.
-MARY!-
Giunto in
poco tempo davanti alla porta della sua stanza,si
trovò una porta chiusa davanti,e la cameriera,come si chiamava?,a bloccargli
fastidiosamente la strada.
-Togliti,stupida!!-
-Spiacente,signor conte,non posso accontentarla.-
-FRATELLO!!STO SANGUINANDO!-
Senza
pensarci due volte,con quella poca forza che aveva,il
diciassettenne tolse l’inserviente dalla porta,e la spalancò.Trovando così
una...Maryweather in lacrime,che osservava penosamente
il suo letto,e la gonna del suo vestito:tutti macchiati di sangue rosso,e
acceso,e faceva paura e...perchè sanguinava???
L’avevano
avvelenata?Oh,oh...no,no...quando l’avrebbe aiutata,il
suo fratellino?
-CAIN!-
Quando?
-Cain!!!Cain...sanguino...-
-Mary...-
Immediatamente,le guance del conte si erano tinte di lieve
porpora.Oh,certo...sapeva che stava succedendo a Mary.
-Ecco,signor conte!Ve l’avevo detto che non era cosa di
competenza vostra...-
-Cain!!Che succede?DOVE VAI?-
-Maryweather,non è una cosa che mi riguarda.Ti spiegherà tutto,vedrai.-Il conte si fece forza,e
riuscì a strapparsi un sorriso.La verità era che,se ci
fosse stato Riff,lui non avrebbe dovuto correre così,e Riff avrebbe risolto
tutto molto prima di lui.
Non sapeva
in che modo,non importava in che modo:sentiva che era
così,e sapeva che era così,e anche se non era così non era importante.Infatti no,non era così,ma non importava:il fatto era che
aveva bisogno che Riff ci fosse.
Sarebbe
tornato.
Quando?
●◊†*ˇ΅°΅ˇ*†◊●
-Signorina Mary,adesso si
calmi...-
-NO!!!NON MI CALMO!IO...MI HANNO
AVVELENATA!!!Oh...sanguino...no,no...CAIN!Sei solo un...un CODARDO!!!-
Il fratello non si voltò.
-Da quando Riff se n’è andato...sei un CODARDO!-
No,non avrebbe dovuto pronunciare
quel nome...Mary lo capì vedendo quando il fratello si era finalmente
voltato,come lei sperava,lo...sguardo...se
così poteva essere chiamato...che le rivolgeva.
Triste.Ma,no...non solo
triste.Rabbioso.Ferito.Confuso.Tutto racchiuso in una scintilla d’oro,che
subito si spense,mentre i piedi di Cain lo portavano ad uscire dalla stanza ed
a chiudere silenziosamente la porta.
-NON RIESCI A FARE NULLA SENZA!!!Di
me non t’importa,senza Riff non t’importa più...Maledetto!-
-signorina!Non mi costringa a...-
-STO FINENDO DISSANGUA..!-
CIAFF.
Anche lo schiaffo risuonò deciso,sicuramente
non fino all’orecchio di Cain,ma certo sulla mano della cameriera,e sulla
guancia di Mary,dove era impresso un segnaccio rosso e bianco,come un
tatuaggio.
-...ta.Signorina...la prego,si
calmi.E’ tutto a posto,nulla di grave.Lei è diventata
una donna,non c’è nulla di anormale in questo.-
La bambina continuava a guardare attonita May,sfiorandosi la guancia schiaffeggiata dalla ragazza.
Perlomeno,ora stava ascoltando.
Ma uno schiaffo,ci voleva??Poteva
calmarsi prima,maledizione!!!
-Certo,forse per lei è un po’
presto.Ha solo dieci anni...ma,credetemi,io avevo
appena un anno più di lei quando mi è successo.Questo,è il vostro ciclo del
sangue.Siete entrata a far parte del ciclo della vita...-
-vita...-fece eco sbigottita la piccola bionda.
-Sì,e vi insegnerò tante cose,a
questo proposito...ma passiamo a qualcosa di più importante..!-un sorriso ed
una scintilla negli occhi illuminarono il volto della serva
-il signor Rafeat...se n’è andato da casa,come lei sa...ma la cosa particolare è che...allora:le sue
parole sono state esattamente queste,se non sbaglio:“l’amo,e perciò devo
andarmene.Non posso restare in questa casa con lei,capisce?Non...”.E
poi,sono corsa via.In definitiva:il signor Rafeat ama
un’altra donna,e per questo vuole andarsene da casa Hargreaves,perchè non può
più essere quello che è stato per il Conte.-
-...no,sai,May.Non credo sia così.Non è così.-
-E come allora?-
Impertinente bambinucola.
-Non lo so.Ma non così...-
Oh,un sospetto ce l’aveva.E aveva
anche...il sospetto...che Riff sarebbe tornato.Al più presto.
E il sospetto del perchè.
●◊†*ˇ΅°΅ˇ*†◊●
Era un lavoro delicato.
Oh,sì...
Serviva...mano ferma,e freddezza.
*
Lei non ha queste
qualità,io che la conosco lo so,allora come..?
*
Alla fine,però,di questa
certosina operazione...
Vedere l’orbita meravigliosa
districarsi dal corpo ormai ridotto ad un guscio vuoto...
*
Nessun altro la
conosce.Ma io sì,e perciò mi chiedo...
*
Bisognava
stare attenti.Oh,non aveva perso la mano,in questo
periodo di inattività...
Meraviglioso.
Questo
nuovo petalo per il suo giardino era...meraviglioso.
*
Come può un’anima fragile e
tremante avere una tale fermezza...
*
Aveva...sfumature,stupende,di un
blu oltremare mai visto.
Assomigliava...a
quello degli occhi del cane del suo...adorato
fratellino.
Pensandoci,per un secondo quel sorriso folle,ed improprio,abbandonò
per un istante il suo viso.
Un
istante.
*
Ed un cuore...così caldo,nonostante tutto.Così palpitante d’odio-ma anche d’amore-essere
così freddo.
*
Osservò
ancora quel petalo azzurro,soddisfatto.
O
perlomeno,soddisfatta era l’espressione.
Come
sarebbe stato bello,invece,tenere tra le mani,al posto
di quel mero occhio di cielo,quello
sguardo!
Quello..!
Quell’angolo
di prato,calpestato da un Dio che vi aveva lasciato la
sua scia dorata...
Appartenente
esso stesso ad un Dio.
O meglio,ad un figlio di esso...
L’unico
che avesse con sè l’oro,tanto agognato dagli altri
figli...
L’unico...che...!
*
Ora non vuole che io lo guardi.Si
sta sciogliendo i capelli per nascondersi...è buffo,opporre
semplicemente quella cenere setosa alla volontà del mondo di donargli solo che
sofferenza.
Tanta,troppa...sofferenza...
*
La mano,stretta sul pomo dell’elegante bastone da passeggio,teneva
tra le dita la pipa.Si mosse,per coprire il breve
tragitto che la separava dalle labbra dell’uomo...
L’uomo
seduto su quel trono,che era di pietra,ma in realtà non lo era,era bensì fatta di pezzi di cadaveri,su cui
quell’...uomo...sedeva sorridente.
In mezzo a
quel sorriso,teneva stretta una pipa.
-È...il
momento.Manca poco...-
Poco.
Pochissimo.
E nessuno,se n’era ancora accorto..!
*
Passò il
barattolo ricolmo di quell’odioso liquido dolciastro al dottore,con in volto un’apprensione che si curava appena di
mascherare.Si sarebbe svolto tutto come tante altre volte...
Il
barattolo era pesante,e doveva porgerlo al dottore
tenendolo con due mani.
Jezebel,afferrato con delicatezza il contenitore con tutto il suo
contenuto-tutti i suoi gesti erano diventati stranamente delicati,era ovvio
stesse pensando a qualcosa di
particolare,ed era ovvio anche cosa-vi
immerse i due bulbi oculari.Adesso il sorriso improprio si era cancellato dal
volto bianco,per lasciar posto ad una serietà
inespressiva,che in realtà era qualcosa che nessuno sapeva vedere.
Cashian
escluso,ovviamente.
-Di
quest’uomo col cuore vecchio ed il fegato malato non vale la pena prendere
nessun organo,Cashian.I suoi occhi basteranno,anche
perchè non mi pare tu abbia portato altra formalina,no..?-
-No,no...-
-Prendiamogli
il sangue,allora.Dammi il barattolo,sbrigati...-
Faceva
male,al trump,vedere il suo superiore così
distaccato,ma-d’altronde-non poteva farci niente,e c’era abituato...
Limitandosi
ad osservare Jezebel chinarsi sul cadavere,per
raccogliere il liquido prezioso che le vene
contenevano prima che perdesse la sua vitalità...
Bastava
praticare un semplice taglio della carotide,non si
doveva neppure recidere la giugulare.
La vittima
era un vecchio borghese...a quanto pareva,servivano
alcune delle carte che possedeva nella scrivania.Naturalmente,rubandole,lui se
ne sarebbe accorto e di conseguenza allarmato...uccidendo,era tutto più
semplice.
Dopotutto,era naturale.
Uccidere,e morire,lo sono.
Vivere
come il dottore faceva...era innaturale.
Vivere
senza uno scopo...senza una meta...
Innaturale.
*
Usciti
dalla villa dell’ormai cadavere,Jezebel camminava
stancamente,le palpebre semichiuse.
No,no.Non avrebbe dovuto risvegliare quei pensieri...Cashian ne era certo.
Mentre
uscivano,il trump si guardò alle spalle,e l’occhio gli
cadde un istante sul tetto di quella casa.La civetta era stesa lì,mani dietro la nuca,gambe incrociate,e da sotto gli
occhialini scuri-cashian non poteva giurarlo,data la presenza di essi- guardò
il trump accennando un occhiolino.
-Il
vibrare del violino...s’arresta.Ora,nella seconda
scena,si preparano il pianoforte ed il contrabasso per un pezzo difficile,la
viola la protagonista...chissà se tra il muoversi degli archetti quel
fiorellino scuro riuscirà ad uscire indenne?-
Già sapeva
la risposta.Sapeva tutto,dall’alto di quei
tetti...così alti,che sapeva di poter toccare il cielo se solo avesse sollevato
l’archetto tendendolo alle stelle.La notte,che gli
permetteva di abbassare gli occhiali...glielo mostrava.Sapeva
tutto...perchè toccava il cielo.Quelle sue mani bianche,spettatrici di un’opera di cui la trama si conosce,e che si
ha l’impressione di aver visto mille e mille volte-restando ugualmente
affascinati da uno spettacolo così maestoso-...
La verità
era però che poteva solo essere spettatore.
Da sotto
la massa morbida di capelli chiari -incolori,quasi- il
suo sguardo rosso osservava...commentava...senza partecipare.
Era bello,sì...ma,doveva ammetterlo.
A volte,guardando l’affanno,la partecipazione,sentendo il suono
degli strumenti spandersi per l’aria...aveva voglia di provare,anche solo una
volta,a partecipare.
Ma quando ne aveva avuto la possibilità,a suo tempo,non aveva saputo
sfruttare l’occasione...
-..sì.Come
sempre,riuscirà.-
Osservare,era la cosa migliore.
Attendere
la prossima mossa del direttore d’orchestra...lasciandosi trasportare dalle emozione,senza però prendervi parte...era la cosa
migliore.
La cosa
più divertente.
●◊†*ˇ΅°΅ˇ*†◊●
-Queste
sono le carte del tuo amico.-
Disse
seccamente ed inespressivamente Jezebel rovesciando i documenti sul tavolo del
Sacerdote.
-arrivederci,lord Gladstone.-
Concluse
poi,voltandosi per prendere speditamente la porta.
Non
sopportava lo stare nella stanza con quell’...uomo...per
troppo tempo.L’aria era quasi irrespirabile.Be’,dopotutto era come una
qualsiasi altra stanza occupata da un membro del genere umano...
Lo studio
del sacerdote Cassandra era ampio,e sontuoso,ed
arredato con un gusto abbastanza discutibile:ostentava una ricchezza
spropositata ed inutile.Un inno al superfluo senza scopo,certe
cose non erano neppure belle,solo
manifestatrici di denaro e potere.Lusso disgustoso sparso per il vasto
ambiente...soprattutto sulla scrivania,dove adesso
giacevano in disordine quei fogli.
Mobile di
recente fatturato,raffinato palissandro,gambe a forma
di zampe leonine con autentici artigli fatti dello stesso oro con cui erano
cesellati i cassetti.
Cassandra
aveva appena afferrato la piuma di pavone contenuta nel vaso di cristallo
poggiato sulla scrivania,quando il dottore aveva fatto
il suo silente ingresso.
Era
discreto,ed era così entrato senza emettere un
rumore,fino a quando non era arrivato di fronte al nobile...dietro di lui stava
Cashian,zitto anche lui (più per evitare di lanciare insulti compromettenti,che
per rispetto al sacerdote),che si limitava a lanciare occhiate di disprezzo a
Gladstone.
Quell’essere
non si degnava neppure di notare la
sua presenza...anche perchè era preso dal compiacersi della vista di Jezebel...
Mentre il
dottore faceva per voltarsi,il nobile si alzò infine
dalla poltrona di raso rosso,proferendo finalmente parola.Noncurante del trump
accanto alla sua “vittima”,esclamò con la sua voce da
serpente (oh,no,mi correggo...io amo i serpenti!NdEry)
-Te ne vai
già,Jezebel?Sbrighi la tua missione e basta?Non ti
trattieni?Via...bevi qualcosa con me...-
Indicando
platealmente la poltrona in tessuto fiorato di ricami d’oro.
La morte
scosse la testa a capo lievemente chino
-Mi
dispiace,Lord Gladstone,ma ho degli oggetti da
sistemare nel mio misero piccolo studio...gradirei rimanere in questo grande
luogo ma- osservando con vago disgusto ciò che trapelava da ogni metro della
stanza -preferisco terminare il mio dovere.Ci penserò poi,pensando
al mio diletto.-
Cassandra
contraendo le mascelle si risedette bruscamente,senza
dire altro,mentre il dottore si voltava di nuovo,con Cashian sempre
trotterellante-ora allegramente-dietro.
Il trump
sghignazzò brevemente e malignamente in direzione del nobile,prima
di uscire richudendo la porta dietro di sè.
Dopo
essere uscito,il “bambino” riuscì anche ad avvertire
l’accesso di rabbia del sacerdote scagliarsi contro il vaso cristallino. E se la rise ancora.
Dopo
qualche minuto,quando i due furono nel piccolo
salottino adibito a collegamento dei vari studi dei membri della grande
arcana,il medico consegnò all’assistente il vaso contenente il rosso liquido.
-consegnalo
al dottor Zenobia.Attendo la formalina in cambio...ah,e
fatti dare i risultati di quel test!-
Com’era
inespressiva la sua voce.
Davanti a
Cassandra gli andava bene,ma...
Erano gli
occhi.
Quegli
occhi,l’avevano fatto pensare,e come al
solito,l’avevano reso..così.
Il trump
sospirò,e rispose
-sì,dottore.-
Tentato
dal continuare con una battutina su quel pervertito di un nobile che era
Gladstone,si frenò pensando allo svolgere immediato
delle sue mansioni.
*
Così potrò occuparmi un po’ di lui,se non vorrà stare solo,io...
*
Uscì dalla
stanza,e mosse qualche passo sui suoi stivali neri,quando
vide quell’essere disgustoso ancora davanti a sè.
Ignorarlo.Ignorarlo.
Cashian,ignorarlo,è la
cosa giusta...
Peccato
che la lingua di Cashian non fosse d’accordo...e neppure il suo cervello,che si mise alla ricerca di qualcosa di sferzante da dire per
sostituire il sorrisetto maligno(non abbastanza provocatorio,però)...
Ma il
nobile lo precedette prontamente.
-Cosa fai,qua,trump?Oh...riesci a tenerlo anche con una sola
mano,quel barattolo?-
Allora il
cervello si accordò col suo pensiero.Non era il momento di attaccare briga..il sacerdote era nervoso.Eppure...era più forte di lui...
*
Postumi del rifiuto del dottore..?
*
-Mh.Sarebbe
disposto ad aiutarmi,carta del Sacerdote?..Forse per
toccare un oggetto che è stato toccato dal mio superiore?Mi sembra sia l’unico
modo con cui lei possa entrare in contatto con lui...-
*
Non ridere per la sua faccia o
lascerai cadere il barattolo,non ridere per la sua
faccia o...
*
-Ne sei sicuro?Non mi pare che te controlli Jezebel la notte...no...?...-
Esclamò il
nobile con voce beffarda dopo essersi ripreso.
L’aveva chiamato per nome per farlo arrabbiare.Perchè lui non poteva.
Maledetto!!!
Per
calmarsi,il ragazzo appoggiò il contenitore del sangue
sopra il tavolino accanto a lui.
-Nè...che
lui ti racconti alcunchè di sè...del suo passato...del suo presente...in realtà,di lui non sai nulla...- parlando,il nobile girava intorno
alla stanza,e-più precisamente- intorno al moro.
-Al
contrario di me...tu...non sai...Nulla!-
Fremendo,nell’ascoltare la risata orribile dell’uomo,Cashian strinse
i pugni
*
Calmati.Ti prego,calmati,non
puoi permetterti di farti uccidere...non hai ancora salvato Lui!
E farsi uccidere per un motivo così
stupido..
È...
Inutile...
*
-Ma,soprattutto...la sai una cosa?Nei suoi pensieri...non vi
era traccia di te da nessuna parte.-
-Non mi interessa.-
-Che?-
-NON MI
INTERESSA!!-
Sbottò
alla fine,scaraventando tavolo e barattolo per
terra,causando un riversamento del contenuto sanguinolento su tutto il
pavimento...
Cassandra
retrocedette,vedendo rivoli di sangue sporcargli
appena le scarpe.
-Non mi interessano le tue menzogne.-
Come una
rosa ardente,la macchia di sangue si allargò sul
cappello caduto per terra(l’impeto della spinta era stato forte) del trump.
Con questa
frase,Cashian voleva chiudere il discorso,e si chinò
per raccogliere i frammenti del barattolo di vetro dal suolo.Accidenti,adesso
avrebbe dovuto ammazzare qualcuno per recuperare il sangue,e avrebbe anche
dovuto pulire tutto...non avrebbe avuto tempo per Lui...
Sperò
ardentemente che Gladstone se ne andasse,mentre le
dita gli si tagliavano per il vetro.
BROTCH.
Sentì il
sangue tiepido inzuppargli il viso,colargli nel
colletto della divisa nera...e sollevò impercettibilmente lo sguardo.
Cassandra
lo squadrava dall’alto,dopo avergli schizzato il
sangue addosso con un calcio assestato nel bel mezzo della pozza scarlatta.
-Non mi fa
schifo toccare questo sangue.è sangue di un mio amico nobile...Mi fa più schifo
toccare te.-
Girò sui
tacchi(lordi di sangue),e se ne andò.
Il
ragazzino rimase immobile per qualche istante.Prima di urlare.
E poi
ansimare.
Sbattendo
i pugni a terra.
Perchè il
dolore delle nocche contro le lame trasperenti non riusciva
ad ammansire quel dolore sordo,ed
inutile
*
È INUTILE!!!
*
Che
sentiva immotivatamente in lui?
Non serviva
a nulla...non era un dolore che poteva sfogare in un qualche
modo...era...destinato a rimanere chiuso dentro di lui.
Un dolore
per cosa poi?
Perchè non
poteva distruggere quell’essere?
Perchè
quello che diceva era vero,e faceva male pensarlo?
Perchè...
Perchè
sentiva che la sua protezione era
così lontana e perciò così debole,così labile...
Sentiva la
sua protezione cadere straziata,ogni più piccolo
istante.E non ci poteva fare niente.Era terribile essere impossessati da quel
senso di impotenza,sparso fino alla punta delle
dita..!
Osservare.
Osservare
senza non poter fare...nulla...
Vedere
piangere,senza poter consolare.
Vedere
vivere-in quel modo- senza poter
tentare di far cambiare.
Vedere...morire...senza
aver potuto salvare.
Si riversò
sul pavimento,distendendosi su quella pozza,con la
schiena che veniva gentilmente ferita dalle piccole e fredde lame rovesciate
nel sangue.
La sua
divisa si sarebbe graffiata.
Mise le
mani sul volto,perchè ora erano i suoi occhi,i
suoi,che avevano bisogno di essere protetti,perchè non dovevano vedere
(il
mondo qua fuori non può vedermi io non posso proteggerlo allora non servo non
devono vedermi)
le
lacrime solcargli il volto.
Pianse.
Per lui,che non rusciva a proteggerlo.
E per Lui,che non riusciva a proteggere.
E per
il non poter proteggerlo.
Perchè la
protezione...non gli veniva offerta da nessuno...non
poteva darla a nessuno...perchè?
Perchè...
Era...
Inutile.
*
Cashian,tu
sei...un essere...
Inutile.
*
Vivi per
cosa,ancora?
*
Io vivo perchè amo.
Vivo perchè voglio proteggere.
Vivo per dare...
*
E
allora?
*
Allora...io..
*
Avrebbe
vissuto ancora.
Anche se
non poteva fare nulla...lui...ci avrebbe...provato.
Perchè...non
poteva lasciare Lui da solo.
Ci avrebbe
provato.
Avrebbe
vissuto.
Ancora.
Per dare
protezione.
Anche
senza riuscirci.
Scosse la
testa,si alzò,si pulì sommariamente dal sangue,si
staccò il vetro che gli si era conficcato nella carne,e corse a prendere uno
straccio.
Doveva pur
pulire per terra con qualcosa,no?
●◊†*ˇ΅°΅ˇ*†◊●
PostFazione:
ah,è
finito anche questo capitolo.è venuto più lungo di quanto non volessi...mi
piace,questo chappo^^
Voi ditemi che ne pensate...a me piace..!
L’ultima
parte,dedicata a Cashu l’amoro mio,rischia di essere
confusionaria.
In questo
capitolo,c’è Isa...quindi,Hika,sarai contenta,spero^^
I love you.Forgive me.
Sai
che...io non volevo che accadesse,tutto...sono stata
stupida.è colpa mia.
Rimedierò,lo sai.
Au revoiiiiir!!!!
arso fino alla punta delle diterso fino alla punta delle
dite..!te.E non ci poteva fare niente.Era terribile essere impossessat