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Autore: Betty    21/01/2005    10 recensioni
Un incontro casuale tra l’affascinante Benjamin Price e Nicole, ragazza timida e ahimè con qualche chilo di troppo. Non hanno niente in comune, ma il destino li ha già fatti incontrare e chissà che non possa farli innamorare…
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 10

CAPITOLO 10

Benji osservò Nicole che dormiva nel suo letto, l’aveva portata a casa sua perché non voleva lasciarla sola, voleva esserle vicino, lei non si era opposta alla sua decisione, a dire la verità le era sembrata quasi annullata, senza volontà.

Purtroppo anche nel sonno era agitata, guardò l’orologio e vide che erano quasi le sei del mattino era la una quando erano arrivati in ospedale ed era riuscito a portarla a casa solo mezz’ora prima; era stato straziante vederla soffrire così, aveva dentro di sé un insieme di sentimenti, dolore, odio verso il padre, sconforto. Aveva pianto fino allo sfinimento, maledicendo il padre, il destino, se stessa perché non era riuscita ad evitare quella tragedia; il medico le aveva prescritto un tranquillante che l’aveva fatta addormentare ma non era tranquilla.

Andò in bagno, lo specchio mostrava la sua faccia distrutta, con evidenti occhiaie, si sentiva a pezzi, fisicamente e mentalmente, il dolore di Nicole era diventato il suo, si tolse lo smoking stropicciato e lo buttò per terra, osservò l’abito di Nicole che la ragazza aveva accuratamente piegato e appoggiato sul piano accanto al lavandino. Quella serata doveva essere perfetta invece era andato tutto a rotoli, prima quelle due vipere che la criticavano, poi la corsa in ospedale, come intermezzo era stato sul punto di baciarla, forse non era destino.

No, non era destino. La loro amicizia era sicuramente più importante, tornò in camera indossava solo i boxer e una maglietta, Nicole invece indossava una sua T-shirt che la copriva quasi completamente.

Continuava a rigirarsi senza sosta, l’uomo andò sotto le coperte e Nicole gli si accoccolò contro calmandosi subito, Benji la abbracciò stretta voleva farle sentire che lui c’era e non l’avrebbe abbandonata. Si addormentò subito stringendo a se la ragazza.

Si svegliò verso mezzogiorno, Nicole dormiva ancora accanto a lui, si alzò cercando di non svegliarla e andò a farsi una doccia, doveva schiarirsi le idee, Nicole aveva bisogno di lui e non poteva lasciarla sola, avrebbe chiamato in ufficio e avrebbe disdetto tutti gli appuntamenti. Lei veniva prima del lavoro.

L’acqua calda scioglieva i muscoli tesi e per un attimo Benji pensò che sarebbe stato bello se Nicole fosse stata lì con lui. "Stupido, lei sta soffrendo e tu pensi queste cose! Sei solo un’idiota!" pensò, chiuse il getto caldo dell’acqua e indossò l’accappatoio, cercò i vestiti che aveva appoggiato poco prima da qualche parte, quando li vide, si vestì e tornò in camera, i capelli ancora umidi, non li aveva asciugati temendo che il rumore del phon potesse svegliare la ragazza.

Andò accanto al letto, in quel momento Nicole si svegliò, vide la sua espressione stupita non riconoscendo la stanza un attimo dopo i ricordi dolorosi tornarono ad occupare la sua mente, lo sgomento attraversò i suoi occhi.

"Non piangere ti prego" le disse sedendosi accanto a lei.

Nicole osservò Benji i capelli bagnati e una salvietta sulla spalla, aveva riconosciuto la sua stanza, aveva dormito da lui, era stato un incubo o era veramente successo tutto? La frase di Benji confermò le sue paure, i suoi genitori erano morti; un incidente e adesso era sola.

Guardò Benji seduto di fronte a lei, era rimasto con lei, all’improvviso si rese conto che aveva bisogno di lui, della sua forza, del suo amore. "Non mi lasciare" disse sussurrando.

Benji la abbracciò stretta a se "Non ti lascerò mai, mai!" le disse dolcemente.

Restarono abbracciati diversi minuti poi Benji le chiese : "Hai fame? È mezzogiorno passato."

"No, ho lo stomaco chiuso."

"Non puoi restare a digiuno" insistette Benji.

"Davvero non ho fame e poi non abbiamo tempo, dovrei già essere in ospedale. Devo organizzare il funerale e poi non ho niente da mettermi." Disse Nicole ricordandosi di indossare solo una maglietta di Benji.

"Facciamo così, adesso ti fai una doccia, io intanto vado a prenderti i vestiti che hai lasciato ieri sera da mia madre e ti faccio preparare un cappuccino e qualche brioche. Quando torno andiamo in ospedale, va bene?"

"Ho libertà di scelta?"

"No"

"Allora vado a farmi la doccia."

"E io vado a prenderti i vestiti." Disse Benji poi uscì dalla stanza.

Nicole andò in bagno e aprì l’acqua calda, appena fu a temperatura si spogliò e si mise sotto il getto caldo, non riusciva a pensare a niente di sensato, l’unico pensiero che aveva in testa era che Benji era con lei, che non l’avrebbe lasciata. Si sentì subito in colpa, invece di pensare ai suoi che adesso erano all’obitorio, pensava a Benji.

Cercò di svuotare la mente, ma senza successo, le venne in mente che non avrebbe mai potuto sostenere le spese per il funerale e poi la casa, il mutuo, le spese.

"Come farò?" si chiese ad alta voce, mentre un senso di sconforto la investiva, sentì l’acqua calda scottarle la pelle e decise di chiudere l’acqua, prese l’accappatoio di Benji, perché era l’unico presente nel bagno, era ancora umido e aveva addosso il suo profumo, si strinse nella spugna morbida, cercando di trovare il coraggio di uscire dal bagno e affrontare la realtà.

Sentì un leggero bussare alla porta "Avanti" disse.

Benji entrò con in mano i vestiti della ragazza, vide che indossava il suo accappatoio. "Scusa mi sono dimenticato di portarti un altro accappatoio"

"Non c’è problema!"

"Tieni, i tuoi vestiti"

"Grazie"

"Ti aspetto in camera"

"OK!"

Benji chiuse la porta e andò sul terrazzo, sua madre era uscita a pranzo con alcune amiche, le aveva lasciato un messaggio per informarla che probabilmente non sarebbe rientrato per cena, spiegandole brevemente cosa era successo. Stava pensando che forse era il caso di proporre a Nicole di venire a stare momentaneamente da lui, non poteva rimanere da sola in un momento così difficile.

"Sono pronta" la voce di Nicole lo riscosse dai suoi pensieri.

"Andiamo"

Trascorsero tutta la giornata ad organizzare il funerale e risolvere i problemi di tipo burocratico, aveva staccato entrambi il cellulare. In ogni caso la notizia era su tutti i giornali della città, non c’era nessuno da contattare.

Finalmente verso sera, dopo che aveva organizzato il funerale, Nicole si decise ad accendere il cellulare, lei e Benji stavano andando verso la macchina dell’uomo, in pochi istanti le arrivarono un casino di messaggi di chiamate, decise di chiamare subito Lisa.

"Nicole, come stai? Ho letto il giornale, ho cercato di chiamarti.."

"Scusami ma ho preferito lasciare il cellulare spento."

"Ero preoccupata!"

"Sto bene, sono con Benji, abbiamo dovuto mettere a posto un po’ di cose" disse stancamente la ragazza.

"Hai bisogno di qualcosa? Vuoi dormire da me stanotte?"

"Non ti preoccupare, dormo a casa."

"Sei sicura?" le chiese preoccupata l’amica.

"Ho bisogno di stare un po’ di sola"

"Va bene, ti chiamo domani"

"Lisa, il funerale ci sarà tra due giorni." Gli disse Nicole atona.

"Non ti lascio sola, ti voglio bene!"

"Anch’io, grazie Lisa"

"Nicole qualsiasi cosa avessi bisogno a qualsiasi ora, chiamami. Senza problemi!"

"Lo farò, ciao"

"Ciao"

Nicole si accomodò stancamente nel sedile della porche, sospirò e chiuse gli occhi avrebbe voluto scappare da tutto, il cellulare riprese a suonare con insistenza, parlo con la nonna, povera donna era sconvolta, poi con il suo titolare e con pochi altri amici, alla fine decise di spegnere ancora il cellulare.

"Dove andiamo?" le chiese Benji.

"Voglio andare a casa" gli rispose Nicole tenendo gli occhi chiusi.

Benji la accompagnò a casa, durante il tragitto nessuno dei due proferì parola, quando furono davanti a casa, Nicole ebbe un attimo di esitazione.

"Perché non vieni a dormire da me?" le chiese Benji.

"No, ho bisogno di stare sola."

"Sicura, se no resto io"

"Benji ti ringrazio ma devo veramente stare da sola."

"Come vuoi, ma domani mattina vengo qui." Insistette Benji.

"Non demordi" gli disse con un sorriso triste la ragazza.

"Non riuscirai a liberarti di me tanto facilmente."

Nicole si sporse versoi il ragazzo e lo abbracciò "Grazie per tutto quello che stai facendo per me"

"Tu avresti fatto lo stesso"

La ragazza gli diede un bacio sulla guancia e scese dall’auto, doveva affrontare da sola i suoi fantasmi.

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Benji arrivò a casa distrutto, aveva assoluto bisogno di dormire, Kate lo stava aspettando a casa sua.

"Benji, finalmente sei arrivato. Ho provato a chiamarti sul cellulare ma era staccato."

"Scusa ma abbiamo passato tutto il pomeriggio tra ospedale e impresa di pompe funebri, non l’ho acceso volutamente."

"Come sta Nicole? Ho letto il tuo biglietto e poi ho visto il giornale."

"Sta male, stasera ha voluto dormire a casa da sola. Non volevo lasciarla ma lei ha voluto così." L’uomo si sedette stancamente sul divano, appoggiò la testa allo schienale e chiuse gli occhi.

"Devi capirla, deve affrontare il suo dolore. Ha perso entrambi i genitori, tutte le sue certezze sono scomparse con loro." Disse Kate accomodandosi accanto a lui.

"Sai è come se il suo dolore, il suo sconforto fossero anche i miei, oggi è stato straziante vederla così una parte di me è... non sono come spiegarti."

"Quando si ama una persona, è naturale sentirsi più coinvolti nel dolore dell’altro." Disse Kate.

"Forse è così."

"Quindi ne sei innamorato?"

"Sì!" rispose senza pensarci Benji, quando si rese conto di quello che aveva detto spalancò gli occhi e arrossì come un ragazzino.

"Non c’è niente di cui vergognarsi, tesoro."

"Mamma è così complicato, lei mi vede come un amico e adesso ha proprio bisogno di quello. Non posso e non voglio rovinare la nostra amicizia."

"Il fatto di ammettere quello che provi per lei è già un passo avanti, però ricordati che la vita è piena di imprevisti, non sprecarla cercando di nascondere quello che ti si legge negli occhi." Disse Kate saggiamente.

Benji non rispose, era troppo stanco per sostenere una conversazione del genere "Vado a dormire"

"Non mangi niente?" gli chiese Kate.

"Non ho fame"

"Sicuro?"

"Fammi mettere tutto in forno se dovessi avere fame stanotte, saprò dove trovare la mia cena."

"Va bene, buonanotte Benji."

"Buonanotte mamma" disse l’uomo le diede un bacio sulla guancia e si ritirò nella sua stanza, in pochi minuti era sotto le coperte e dormiva profondamente.

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Nicole stava vagando per la casa vuota, aveva pulito e riordinato tutto, quando era entrata l’odore dolciastro del profumo della madre l’aveva investita come uno schiaffo.

Era stanca ma non poteva andare a letto, aveva paura di addormentarsi da sola, avrebbe dovuto accettare la proposta di Benji.

Adesso si trovava lì ad osservare l’albero di Natale che non era ancora stato disfatto così come il presepe, avvicinò i magi alla capanna, nessuno si era ricordato di farlo il giorno prima, accese le luci che ornavano i due simboli del natale e si sedette sul divano ad osservarli. Da quanti anni non erano più una famiglia felice? Si ricordava il natale di quando era piccola, così gioioso poi lei era cresciuta, suo padre si era ammalato e aveva iniziato a bere. Lì era iniziato il declino, i litigi, l’astio, lì era iniziata la fine con il tragico epilogo della sera precedente. Una lacrima solitaria, percorse il profilo del suo volto, finendo la corsa sul dorso della sua mano, abbassò lo sguardo guardando la piccola macchia bagnata, strano non si accorgeva neanche che piangeva, non riusciva a provare niente. Si era disperata nelle ore precedenti ed ora si sentiva vuota, come se le avessero strappato il cuore, era sola, completamente sola, la sua famiglia seppur non perfetta era morta e Benji era solo un amico. Non le bastava, adesso non le bastava più.

  
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