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Autore: Uchiha29    28/09/2014    4 recensioni
Gaara e Matsuri trovano davanti all'abitazione del Kazekage una neonata con un Iris in mano, accompagnata da un biglietto.
I genitori della piccola sono morti in guerra, combattendo per dare un futuro il più roseo possibile alla loro unica figlia.
Tra le ultime volontà dei due, scritte nel biglietto, viene anche chiesto al Kazekage di prendersi cura della loro bambina e di renderla sana e forte.
Gaara sarà pronto a prendersi una simile responsibilità? Chi ha scritto il biglietto?
E Matsuri? Come si evolveranno le cose tra loro due?
Leggete per scoprirlo.
Dal testo:
"Vi prego di prendere questa piccola sotto la vostra custodia, poiché da ora sarà sola.
Trovatele un nome, datele felicità, crescetela e fatela vostra allieva.
I suoi genitori sono morti entrambi in battaglia e io sono di troppo in questo mondo. Presto chiuderò gli occhi per l’ultima volta anche io, perciò vi affido ciò che rimane di due shinobi che si sono sacrificati per offrirle un futuro felice."
Genere: Demenziale, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kankuro, Matsuri, Nuovo Personaggio, Sabaku no Gaara, Temari | Coppie: Gaara/Matsuri, Shikamaru/Temari
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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L'Iris del deserto. - Prologo


Non uno straccio di stelle, quella notte.
La pallida luce della Luna illuminava i volti distrutti dei Ninja di Suna.
Erano partiti in tanti, ma solo il quaranta percento era tornato.
Il Kazekage marciava davanti a tutti, guidandoli attraverso la piccola foresta dietro a Suna, unica fonte di beni di prima necessita per gli abitanti del Villaggio.
Non era una foresta spontanea, ovviamente. Gli alberi avevano tutti circa quindici anni, ed erano cresciuti in terre modificate dai justu. Prima c’era solo sabbia.
Gli alberi, man mano che procedevano, diventavano sempre più bassi e meno fitti, fino a lasciare posto a piccoli campi arati.
Gaara guardò oltre a essi e scorse le imponenti mura di pietra del Villaggio.
Le guardie del portone Ovest, mezze addormentate, si risvegliarono di colpo quando li videro.
-Kazekage-dono!- esclamarono in coro precipitandosi verso la loro direzione.
Li invitarono ad entrare sorridenti, ma il loro sorriso sparì ben presto:
-Siete solo voi…?-
Temari, alla destra di Gaara, annuì abbassando lo sguardo.
-Abbiamo avuto molte perdite, purtroppo. Ci sono anche dei feriti fra noi, vi prego di chiamare una squadra medica.-
-Agli ordini!- aprirono le porte con un meccanismo, e i volti degli shinobi si rilassarono: finalmente erano a casa.
I più giovani cominciarono a correre per le strade, silenziosi ma felici.
I più esperti, invece, con passo felpato ritornavano alle loro abitazioni.
-Gaara, non preferisci andare anche tu all’ospedale?- suggerì Kankuro.
-No, sto più che bene.- lo tranquillizzò il rosso.
-Io vado con Kankuro. Allora... ci si vede a casa.- aggiunse Temari con un piccolo sorriso.
I due si voltarono e il Kazekage rispose al sorriso. Gli era mancata quella frase.
 
Passando per la via, incontrò la sua allieva: aveva la fronte fasciata e anche il braccio.
-Masturi- salutò il ragazzo.
-Gaara-sama!- la mora sorrise e abbassò il capo, rispettosa come al solito.
-Stai bene?-
-Non mi lamento, ci sono casi più gravi del mio. Solo qualche ferita al braccio e alla testa.-
-Ne sono felice.-
-Lei sta bene?-
-Ho passato momenti migliori, ma sto bene.-
Fecero un attimo di silenzio e si guardarono.
Ad un certo punto, però, Gaara sentì qualcosa di sospetto:
-Hai sentito?- mormorò.
-No. Che cosa?- Il ragazzo le fece segno di stare in silenzio.
Nguee, Nguee!
-Oh, ma è il pianto di un bambino? Perché a quest’ora della notte? Stanno tutti dormendo, abbiamo fatto in modo di non svegliare nessuno…-
Il Kazekage le fece cenno di seguirlo.
Il pianto proveniva dall’abitazione di Gaara. Questa sì che era una cosa strana.
-Kazekage! C’è una cesta all’ingresso!- Matsuri cominciò a correre verso l’abitazione del suo maestro.
-Che diavolo…?-
I due si avvicinarono e osservarono il contenuto della cesta: era una bambina dagli occhi neri come la pece e i capelli color carota. Tra le mani, la piccola stringeva un Iris.
Matsuri per prima la prese in braccio, cercando di tranquillizzarla. La cullò un momento, giusto per farla smettere di piangere. Era lì da poco, infatti era pulita e sembrava anche nutrita.
Gaara, invece, doveva ancora mettere insieme tutti i tasselli e fare mente locale. Stavano succedendo troppe cose e troppo in fretta.
-C’è un biglietto sotto alle coperte.- La ragazza prese tra le mani il piccolo pezzo di carta:
 
“Vi prego di prendere questa piccola sotto la vostra custodia, poiché da ora sarà sola.
Trovatele un nome, datele felicità, crescetela e fatela vostra allieva. I suoi genitori sono morti entrambi in battaglia e io sono di troppo in questo mondo. Presto chiuderò gli occhi per l’ultima volta anche io, perciò vi affido ciò che rimane di due shinobi che si sono sacrificati per offrirle un futuro felice.
Fatela crescere sana e forte, sono le mie ultime volontà. Non chiudetela in un orfanotrofio, crescerebbe triste e debole.
Prendetela sotto la vostra custodia, vi prego, Kazekage-dono.
Datele la felicità che voi non avete mai avuto.
-A.”
Matsuri terminò la lettura. Aveva gli occhi lucidi. Una bambina così piccola non meritava di crescere nella solitudine.
-Cosa farete?- chiese guardandolo.
Gaara aveva gli occhi spalancati: sembrava davvero sconvolto.
Aveva solo diciotto anni e oltre ad essere Kazekage aveva un mucchio di responsabilità. Non poteva prendersi anche questa.
-La metteremo in un orfanotrofio.-
-Cosa? Ma…- la sua allieva era profondamente delusa. I genitori della piccola si erano sacrificati perché potesse avere un futuro felice e il suo maestro voleva davvero vanificare in quel modo il loro sacrificio?
-Sono stanco. Ti prego occupati tu di portarla all’orfanotrofio poco lontano da Suna.- rispose il rosso massaggiandosi una tempia.
-Ma.. Gaara-sama..-
-Va’.- le ordinò il Kazekage, entrando in casa.
Matsuri, con gli occhi tristi prese in braccio la bimba e si incamminò.
 
*
 
Era di fronte all’orfanotrofio, ed erano le cinque di mattina. Trascinava le gambe stanca, mentre sulla sua spalla era poggiata la testa della bambina, che dormiva tranquilla.
All’ingresso vide un bambino entrare nella struttura piangendo e una donna che parlava con un’altra donna.
-E’ il decimo questa sera.- dalla sua posizione poteva sentirle parlare.
-Il Daimyo del Vento non ci darà mai i soldi per mantenerli tutti..- sospirò. –I fondi basteranno solo per due pasti al giorno scarsi…- mormorò.
A Matsuri si gelò il sangue.
Osservò la piccola che si teneva stretta a lei e i suoi occhi si addolcirono. Come poteva fare una cosa del genere? Con quale coraggio avrebbe abbandonato al suo destino una creatura così fragile? Anche se significava disubbidire agli ordini del Kazekage, era pronta ad assumersi la piena responsabilità delle sue azioni:
-Non ti lascerò lì se ho la possibilità di renderti felice.- le sussurrò accarezzandole il capo.
Girò i tacchi e si diresse verso la sua casa, che da quel momento sarebbe diventata la loro.
 
*
 
Gaara tornò fuori.
L’Iris che era nella culla e il biglietto erano rimasti sulle scale.
Afferrò il fiore e se lo rigirò tra le mani. Forse non era stata tra le sue scelte più sagge, ma la bambina era così dolce e piccola che non avrebbe avuto problemi ad essere adottata, anche se raramente qualcuno a Suna adottava un bambino.
“E se finisce in una famiglia che la maltratta?” i sensi di colpa lo stavano distruggendo. Si sedette sulla scalinata e si passò una mano tra i capelli.
Inutile provare a dormire, erano già le cinque e i suoi fratelli avrebbero fatto il loro solito casino, una volta tornati. In più, quella sensazione che gli torturava lo stomaco non gli avrebbe fatto chiudere occhio.
Ricordò della sua infanzia da incubo, delle lacrime versate da solo su un altalena affiancato solo da un orsetto di pezza.
Nessun bambino si meritava di passare ciò che aveva passato lui. Nessuno.
Si alzò di scatto e cominciò a correre verso l’orfanotrofio:
-Non la lascerò lì se ho la possibilità di renderla felice.- 


Angolo autrice:
eh sì. E' un periodo in cui sono ispirata al massimo e una Gaara/Matsuri non poteva assolutamente mancare.
Spero vivamente che vi piaccia!
Grazie a chi recensirà o leggerà solamente.
Baci, Uchiha29.


 
  
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