Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: sophie97    28/09/2014    8 recensioni
Difficile, a volte, stabilire chi sia la vittima e chi sia il colpevole.
Difficile, a volte, mantenere saldo un rapporto che fino a poco tempo prima sembrava indistruttibile.
Difficile, quasi sempre, fare delle scelte. Soprattutto se si sa che con la propria scelta si determina il destino di un'altra persona, una persona alla quale si tiene davvero.
Storia scritta un po' di tempo fa e mai pubblicata, non fa parte della mia serie "Dieci ritagli di Cobra 11", che è ancora in corso, e quindi non vedrà come protagonisti i personaggi da me inventati nell'ambito della stessa (Clara, Bronte, Max, Mirtillo, ecc.).
Buona lettura!
Genere: Angst, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Ben Jager, Kim Kruger, Semir Gerkan, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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William Petersen era un porta lettere come molti altri.
Erano ormai quasi dieci anni che si occupava di trasportare la posta da una parte all’altra della città e infondo era affezionato al suo lavoro: gli era sempre piaciuta l’idea di poter essere in qualche modo tramite di buone notizie.
Certo, il fatto che potesse portare anche brutte notizie senza nemmeno esserne consapevole a volte lo disturbava un po’, ma d’altra parte quale lavoro non aveva i suoi difetti?
Quella mattina fermò il suo furgoncino e cominciò come tutti i giorni a smistare le buste che aveva tra le mani. Non poteva sapere che tra esse ce ne fosse una diversa...
Recapitò una lettera a casa Gerkhan, l’ultima della via in cui si trovava e poi si avviò soddisfatto verso la sua vettura, pronto a riprendere il suo giro abituale.

Andrea raccolse la posta dalla cassetta con fare svogliato e lesse distrattamente i mittenti: una era della Banca, un’altra era una cartolina da parte di una sua amica in vacanza alle Hawaii, mentre l’ultima...
La donna corrucciò la fronte: la busta dell’ultima era aperta e sopra c’era scritto il destinatario, Semir Gerkhan, ma nessuna traccia del mittente.
Curiosa, estrasse il foglio dalla busta e cominciò a leggere.

Quando meno di mezz’ora dopo Semir rientrò in casa dopo la visita al carcere di Ben, trovò la moglie in piedi a braccia conserte nell’ingresso ad aspettarlo.
«Andrea... cosa succede?» domandò, temendo che la donna avesse scoperto qualcosa.
«Cosa succede? Forse io dovrei chiedere a te cosa succede!» gridò Andrea sbattendo la lettera aperta sotto il naso del marito.
Il poliziotto divenne pallido improvvisamente e prese in mano il foglio, capendo all’istante di essere nei guai.

“Buongiorno Gerkhan. Solo un nuovo avvertimento: il suo commissario, Kim Kruger, continua ad indagare al caso Jager. E sospetta di lei. Veda di continuare a svolgere bene il suo ruolo ispettore, ultimamente ci sono state troppe esitazioni. Un’altra, un’altra sola di queste... e mi costringerà a fare di una delle sue figlie una nuova vittima innocente.

Il Giaguaro.”

«Ora.» fece Andrea con un tono che non ammetteva repliche di alcun tipo «Dimmi cosa sta succedendo Semir, perché davvero la mia pazienza termina qui. Ti stanno minacciando? È per questo che hai accusato Ben?».
Semir scosse il capo ma quando aprì la bocca per ribattere da essa non uscì alcun suono.
«Sono quasi tre mesi che ti minacciano e tu non hai trovato un modo per dirmelo? Per denunciarli? Eh? Cosa ti hanno detto?» continuava imperterrita la donna «Che avrebbero fatto del male alle bambine? Semir parla, per la miseria!».
«Andrea, c’è un equivoco, non è così...».
«Non è così?» gridò ancora Andrea alzando ancora più la voce.
Semir lanciò un’occhiata alle telecamere che ormai sapeva dove erano nascoste e poi alla macchina scura che sostava davanti alla loro casa.
«Va bene.» disse, ma sussurrando «Ora ti spiego tutto, però...».
L’ispettore non riuscì a terminare la frase.
Lo interruppe un rumore di vetri rotti.
Una pietra, avvolta in un foglio di carta, aveva appena frantumato il vetro della finestra che dava sull’ingresso, atterrando proprio in mezzo ai due coniugi. Entrambi si chinarono a raccoglierla ma Semir fu più svelto e lesse il foglio lasciando cadere la pietra di nuovo a terra.

“Provi a parlare e se ne pentirà. Sua moglie è sotto tiro.”.

Posò lo sguardo negli occhi di Andrea e poi tornò a guardare il foglio «Andrea scusami... ti prego scusami!» disse in fretta.
Poi aprì la porta e corse fuori dalla casa.

 

«Ma dico io, si può essere più deficienti?» gridò Hoffman rompendo il silenzio entrando nel grande salone della villa.
Helen, voltata di spalle, sussultò. Era la prima volta che il suo capo perdeva il controllo in tanti anni di collaborazione. Ma questa volta ne conosceva perfettamente il motivo.
«Porca miseria, Helen! È stata tua la brillante idea di inserire la lettera di avvertimento di Gerkhan tra le lettere del postino, non è così? Non è così?».
«Ecco, io... No, io...» balbettò la ragazza indietreggiando mentre il Giaguaro le si faceva sempre più vicino.
«Tu? Tu cosa, sentiamo! Adesso la moglie di Gerkhan sa che lo ricattiamo! Lo hai fatto apposta, vero? Sapevo che quel turco stava cominciando a farti pena, l’hai fatto apposta per aiutarlo!».
Era vero. Era vero, aveva voluto provare ad aiutarlo, per questo aveva fatto in modo che Andrea venisse a conoscenza della situazione attraverso la lettera.
«Non ha... non ha niente in mano... e poi... e poi...» fece la ragazza facendosi sempre più piccola mentre l’uomo alla sua vista diventava in confronto a lei sempre più imponente e spaventoso.
«Mi dispiace, Helen, ma a me non servono le persone che commettono errori. E un errore di questa portata è più che sufficiente a farmi capire come devo procedere nei tuoi confronti.».
«David... David ascolta... ti prego...».
Ma Helen Luithild non ebbe mai l’opportunità di terminare quella frase balbettata e lasciata in sospeso. Non riuscì a terminare la sua supplica.
E il Giaguaro non si preoccupò di ascoltarla.
Perché poi successe tutto molto in fretta e nemmeno la donna si accorse di ciò che stava per accadere.
Vide solo Hoffman tirare fuori una pistola e sentì lo sparo.
Poi cessò semplicemente si esistere.

 

Capitolo breve. Helen alla fine non era così malvagia...
Grazie a tutti voi che continuate a seguirmi e un bacione.
Sophie :D

  
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