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Autore: Momoko21    28/09/2014    4 recensioni
"L’acqua scivolava addosso mescolata al sapone, lavava via l’oppressione di cui era vittima nella sua vecchia città; finalmente l’occlusione ed il senso di nausea dovuto all’enorme quantità di ricordi che si erano accavallati in tutti questi anni nella sua memoria stavano scomparendo definitivamente. Per la prima volta si sentiva realmente felice. Poteva essere un’altra persona, non più la secchiona di Mandurah che tutti deridevano." [...]
"...sentì un suono familiare provenire dalla stanza accanto.
-Noo!- si precipitò in quella che ormai era diventata la sua camera da letto e vide Jake alle prese con uno stereo, all’interno del quale aveva certamente inserito uno dei cd che si trovavano del suo portadischi in cuoio verde.
-Che c’è?- Jake era sorpreso. La parte testuale della canzone non era ancora cominciata, ma Ellen aveva riconosciuto il suono della traccia musicale.
-Ti prego, non ascoltarlo- la ragazza era quasi supplichevole, e quando le prime note vocali vennero amplificate dalle casse audio, riuscì a stento a trattenere le lacrime.
-Wow!- Jake, ormai allibito, stentava a credere alle proprie orecchie. -Sei tu a cantare questa meraviglia?-.
Ellen annuì debolmente.
-E’....FANTASTICA!-."
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Ellen continuava a volteggiare tra le coperte, muovendosi caoticamente da un lato all’altro del letto ed  assaporando la cedevolezza di quel materasso. Quando poco prima si era svegliata, aveva provato difficoltà nel ricordare prontamente dove si trovasse: per questo motivo si dimostrò incredibilmente sorpresa di vedere gli occhi di un ragazzo (che poi aveva scoperto essere il cantante dei Maroon 5) intenti ad esaminarla dalla attraverso la plastica del poster decorato, affisso sulla parete di fronte al proprio letto.
Il lenzuolo del letto di Kate era ancora intatto. Probabilmente nessuno vi aveva dormito durante la notte precedente, e la cosa non  colpì particolarmente Ellen, la quale aveva più volte rimuginato sulla scenata che quella ragazzina aveva fatto solo poche ore prima.

Guardò l’orologio a forma di pinguino poggiato sul comodino di fianco al proprio letto e vide la lancetta più corta ferma sulle 10.
Ellen rifletté: a Mandurah era sempre stata mattiniera, ma questa notte aveva riposato davvero poco. La ragazza, decise di scendere al piano inferiore, prendendo confidenza con i ritmi della famiglia.
Prese dall’armadio alcuni abiti per poi dirigersi verso la stanza alla fine del corridoio. Kate, la ragazzina, era nei dintorni ed Ellen era certa che l’avesse fissata per alcuni istanti, prima di ridacchiare ed inviare un messaggino con il suo cellulare, probabilmente a qualche stupida amichetta. Bussò alla nivea porta e, non ricevendo alcuna risposta, entrò richiudendola a chiave dietro di sé.

 “Che disastro”. Ellen si guardò allo specchio e quel che vide la terrorizzò: un’informe matassa di ricci. Avevano  completamente perso l’elasticità della sera precedente ed il volto della ragazza sembrava essere, se possibile, ancor più scuro di prima. Cercò di ridurre le occhiaie dovute allo scarso riposo degli ultimi giorni attraverso l’uso di alcuni cosmetici, non riuscendo tuttavia ad eliminare completamente l’alone scuro che le cerchiava il viso.
Non appena ebbe finito le proprie abluzioni, si disse pronta per scendere al piano inferiore ed affrontare la “famiglia”, così raggiunse nuovamente l’infisso in legno bianco, cercando di ruotare la chiave in direzione opposta. Non si mosse di un singolo millimetro.

Provò ancora ed una terza volta ma, non ottenendo alcun risultato, cominciò a boccheggiare.
“Cavolocavolocavolo, come esco?”  detestava assolutamente essere costretta  in spazi chiusi o poco areati, anche se non era certa che si potesse parlare di quella come di vera e propria claustrofobia.
Per un momento pensò di calarsi dalla finestra, ma l’idea fu immediatamente scartata a causa della  zanzariera che ostruiva il passaggio. Pensandoci, cosa avrebbe potuto fare, anche in una diversa eventualità? Non poteva certo buttarsi al piano di sotto sperando di atterrare sul morbido di un cespuglio!
Provò ancora per diversi minuti ad voltare la chiave nella toppa e, non riuscendoci,  cominciò a battere la mano sul legno, sperando che qualcuno potesse sentire. Dopo svariati minuti ancora nessuna risposta, così cominciò a chiamare a voce più alta, finchè il roco richiamo di Jake, probabilmente assonnato, non domandò chi stesse occupando il bagno.
-Jake, sono io, Ellen! Non riesco più ad uscire!-
-Da quanto sei lì dentro?- era leggermente incredulo.
-Ehm... quasi  mezzora, credo- Ellen non ne era sicura. Jake attese qualche secondo prima di continuare, con voce estremamente irritata
-Perché non l’hai fatta uscire?- la ragazza intese che la domanda non era rivolta a lei, e quando udì una risatina infantile,  capì a chi il biondo si riferisse.
“Quella ragazzina viziata!”. Ellen poteva percepire le proprie vene a fior di pelle a causa della rabbia e del nervosismo che provava nei confronti di Kate.
-Ellen, sotto la porta c’è un po’ di spazio, fai passare la chiave da lì così riesco a sbloccare la serratura-.
Lei armeggiò per un po’, per poi tirar fuori la chiave di ottone dalla toppa della serratura ed infilarla al di sotto dell’entrata. In pochi istanti fu libera, Jake aveva sbloccato la serrature ed Ellen sarebbe potuta uscire, frenando la sensazione di panico che il luogo angusto aveva creato.

-Grazie mille, Jake...- la sua voce era poco più alta di un sussurro –mi sento davvero sciocca per essermi chiusa lì dentro-.
-Non devi. Ellen, davvero, non potevi sapere che la chiave era difettosa, qui al piano di sopra. Avrei dovuto dirtelo io-.
-Oppure- riprese la ragazza ironica –avrebbe dovuto dirmelo qualcun’altra che mi ha vista entrare in bagno-
-Kate?- domandò Jake, ricevendo in risposta un segno di assenso –Quella ragazzina è una vera piaga, davvero-.
-Ma cosa le ho fatto?- chiese Ellen, con voce quasi cantilenante
-E chi sa cosa frulla in quella sua testolina? Lasciala perdere, davvero. Non ne vale la pena-
Ellen mordicchiò il proprio labbro inferiore e sollevò gli occhi al cielo. Sarebbe stato un anno incredibilmente lungo.

L’unica cosa che potesse rallegrarla era il fatto che, a quanto pare, gli Hughes mangiavano per colazione i suoi stessi cereali con gocce di cioccolato fondente e mais, i suoi preferiti.
-Li hai divorati!- esclamò compiaciuta Eleanor –mi dispiace davvero per ciò che ha combinato quella peste, non so proprio cosa le prenda in questo momento-.
-Evidentemente non le sono molto simpatica- replicò lei ovvia. –Ma non è assolutamente colpa tua, davvero-
Ellen credette d’aver notato un cenno di sorriso all’angolo delle labbra della signora, ma non fu sufficientemente convinta da poterlo giurare.
-Ragazzi, io tra poco devo andare a lavorare...- cominciò poi lei.
-Che lavoro fa?- Ellen non riuscì a trattenere la propria curiosità ed arrossì violentemente non appena se ne fu resa conto.
-Sono caporedattrice del giornale locale, il “Kenwick in real time”- la donna parve fiera di poter finalmente pronunciare quella frase
-Oh, quindi dev’essere un incarico di grande prestigio!- Ellen non cercava di essere gentile, almeno in quell’occasione. Lei era veramente affascinata da quella donna che risultava detentrice di ciascuna delle caratteristiche che lei ammirava: gentilezza, affabilità ed ambizione.
-Certo che lo è!- intervenne Jake visibilmente fiero.
-Dicevo, ragazzi, cosa volete che vi prepari al mio ritorno per cena?- Ellen mangiucchiò il labbro inferiore timidamente, non le piaceva imporre il proprio pensiero, così Jake, cogliendo quel suo imbarazzo, decise di tranquillizzarla ancora una volta e propose di mangiare della pasta.
-Ah, Ma’, questa sera non potremmo cenare un po’ prima? Io ed Ellen avremmo un appuntamento-
Ellen si sentì morire, le gote certamente raggiunsero in un solo istante la tonalità di rosso scarlatto e Jake, comprendendo al volo l’equivoco della ragazza, si affrettò ad aggiungere
-Ellen, non abbiamo un appuntamento romantico noi due, tranquilla! Insomma, sei mia cugina! Devo vedere alcuni amici stasera e mi piacerebbe che venissi anche tu, che ne dici?-
Ellen percepiva il proprio peso diminuito di almeno una tonnellata, quella del mattone che le aveva colpito la testa a causa del precedente malinteso, e fu realmente felice poter accettare, a Mandurah non aveva mai occasione di uscire per divertirsi!

Non appena la signora Hughes ebbe richiuso la porta dietro di sé, Jake si diresse in soggiorno, seguito da Ellen. Il biondo occupò il divano dinnanzi al televisore sdraiandosi su di esso mentre Ellen, allentando leggermente la tensione, decise di occupare quello angolare.
-Allora, cosa ti va di vedere?- domandò il ragazzo galante.
-Ehm, quello che vuoi, per me è lo stesso- Ellen arrossì.
-Guarda che qui non siamo così formali come nella tua vecchia città, puoi dire liberamente quel che pensi, anche riguardo quel che ti piace mangiare- il ragazzo cercava probabilmente di essere incoraggiante
Ellen abbassò leggermente lo sguardo, cominciando a fissare il complesso motivo decorativo del parquet che ricopriva l’intera stanza.
-E...- Jake continuò il proprio monologo –Sappi che questa sera perderai quell’alone di mistero, serietà e tristezza che ti circonda. I miei amici sono un vero spasso!- Ellen deglutì.
-Alone di mistero, serietà e tristezza?- si mordicchiò il labbro inferiore.
-Dai, non credo che a casa tua fossi così silenziosa e solitaria- Jake le diede un colpo amichevole e la ragazza annuì per compiacerlo, benchè dovette ammettere a sé stessa che non aveva mai dialogato tanto come nelle ultime ore dal suo arrivo qui.

-Quindi- il biondo tornò al nocciolo della quesione –Cosa vuoi vedere in tv?-.
Con risolutezza, Ellen domandò quali fossero le possibilità. Scorrendo l’elenco dei canali, interruppe il cugino non appena il segno di spunta blu ebbe indicato "Harry Potter e l’Ordine della Fenice". Il ragazzo ne fu decisamente stupito.
-Bè, cos’è  quell’espressione da pesce rosso?- scherzò lei.
-Non credevo ti potesse piacere uno dei miei film preferiti, pensavo che avremmo visto un noiosissimo film storico-filosofico di cui non mi sarebbe importato nulla-.
-Se vuoi posso sempre cambiare idea, ho visto pochi canali prima un interessantissimo documentario sulla cacca di Vombato, forse...- il ragazzo la interruppe.
-Adoro "Harry Potter"- .
-Allora potremo andare d’accordo- Ellen sorrise –Oh, bene, siamo ancora all’inizio e... oh, Jake, smettila!-
Il ragazzo parve perplesso.
-Di fare che, scusa?-
-Di farmi il solletico alle gambe!- Ellen rideva per il formicolio.
-Io non ti sto facendo proprio un bel niente!- la ragazza si alzò a sedere.

Un urlo si levò improvvisamente dal soggiorno, così anche Kate piombò giù dalle scale.
-Insomma, cos’è successo?- la ragazzina notò Ellen rannicchiata all’angolo del divano, per poi guardare l’altro capo.
-Oh, Rufus!- esclamò la biondina, prendendo in mano una palla di pelo.
-C....c...cos’è quell’affare?- domandò Ellen terrorizzata.
-Oh, insomma, è solo Rufus! Non mi dire che hai paura di un povero cricetino!- rispose la ragazzina con tono di sufficienza e superiorità.
Ellen, con voce ancora isterica, rispose
-Cricetino? Ma se è delle dimensioni di un piccolo Rottweiler!- Jake, fin ora silenzioso, esplose in una risata ben poco elegante.
Ellen provò un leggero sollievo. Chissà, forse sarebbe riuscita a diventare più aperta e spigliata, durante la sua permanenza ad Kenwick.

***

Ellen studiò attentamente il contenuto dell’anta del suo armadio. Non si stupiva di essere considerata così insignificante, a Mandurah. Ognuno dei suoi vestiti era assolutamente anonimo, insignificante, senza un briciolo di stile e personalità. Seppur riluttante, decise di indossare per la serata un paio di pantaloni bianchi ed un vecchio e sformato  pullover color lampone, il suo preferito.
Emise un profondo respiro decidendo di avventurarsi nuovamente alla volta del bagno: Jake le aveva insegnato come evitare di restare bloccata, non avrebbe certamente avuto alcun problema.
Quando fu finalmente soddisfatta del proprio aspetto, uscì da quella stanza raggiungendo il piano inferiore.

-Giusto in tempo, cara- Eleanor le sorrise –La cena è pronta. Ma come stai bene, tesoro!- Ellen le sorrise.
-CARL, JAKE, KATE! LA CENA E’ IN TAVOLA!- la ragazza si avvicinò alle scale insieme alla donna di casa che stava  urlando il nome degli altri membri della famiglia affinché questi  si sbrigassero a radunarsi vicino al tavolo.
Tornate entrambe in cucina, Ellen vide lo sguardo circospetto di Kate che si stava divincolando tra le sedie, per poi raggiungere la propria. La cena fu squisita ed Ellen lo ammise senza alcuna remora, facendo così arrossire Eleanor.
-Sai, nessuno di loro- ed indicò i membri della famiglia Hughes –mi fa mai complimenti. Sembra che non siano mai contenti di nulla!- la ragazzina bionda levò gli occhi al cielo, mentre Carl cercò di salvarsi in corner.
-Amore, ma tu sai di essere una cuoca provetta, perché dovremmo ricordartelo?-  la signora era esasperata.
-Sai, Carl? Alle donne piace sentirsi gratificate! Ma che parlo a fare, con voi. Ora carico la lavastoviglie-
Ellen non voleva approfittare eccessivamente della gentilezza di Eleanor, così decise di aiutarla nelle faccende domestiche.
Mentre si dirigeva in cucina, tenendo sottobraccio una pila di piatti resi rossi dal sugo, Jake la interruppe.

-Ehm, Ellen?-.
-Si?-.
-Hai, ehm.... una grossa chiazza gialla sul sedere-. Jake arrossì per aver dovuto fare quell'affermazione.
Ellen guardò il retro dei propri pantaloni, un tempo nivei, e dovette constatare che il ragazzo diceva il vero. Poi fissò la propria sedia e notò una grande macchia di senape sulla superficie in plastica.
-Ma che...!- la ragazza soffocò una parolaccia, arrossendo furiosamente. Desiderava sprofondare sotto terra, precipitando in un tombino senza mai più uscire.
-Dai, tesoro, non è niente!- Eleanor cercò di sdrammatizzare –Basta che cambi i pantaloni, per stasera!- Ellen annuì desolata.

Improvvisamente, una risata (ovviamente una fastidiosissima risata infantile) si espanse per tutta la sala da pranzo.
-Kate, vuoi dirci qualcosa?-La voce possente del signor Hughes lasciò trapelare la sua rabbia nei confronti di quella ragazzina.
-Io? No, no, certo che no!- il tono di voce di Kate, improvvisamete acuto come il sono di un fischietto, la tradì.
Carl si alzò in piedi, raggiungendo Kate.
-KATHERINE, TI HA DATO DI VOLTA IL CERVELLO? IERI SERA HAI OFFESO ED INSULTATO ELLEN, POI L’HAI CHIUSA IN BAGNO ED ORA LE METTI LA SENAPE SULLA SEDIA? SEI FORSE IMPAZZITA?-
Ellen fu spaventata dalla veemente reazione dell’uomo.
-Io...papà, scusami...- la ragazzina sembrava intristita
-No, Kate. Non sono io a doverti scusare. Va’ in camera tua e non uscirci prima di domattina, così forse penserai un po’ a ciò che hai fatto e al modo vergognoso in cui ti sei comportata. Sappi, comunque, che se la situazione non dovesse migliorare celermente, le tue libere uscite saranno interrotte per due mesi-
La biondina annuì, con un velo di lacrime negli occhi, e si alzò in piedi, avviandosi per le scale. Quando Kate passò vicino a lui, Carl le diede uno  sculaccione che benché debole la fece tirar su con il naso.

Tutti i presenti erano ammutoliti da quella inaspettata reazione, evidentemente il signor Hughes non era mai stato così impulsivo, riflettè la ragazza.
Ellen, nonostante tutto, non riuscì ad essere soddisfatta per quella situazione. In precedenza credeva che avrebbe gioito o avrebbe schernito quella bambina non appena l'avesse vista  soffrire, migliorando il proprio stato d’animo e diminuendo la quantità di bile presente nel proprio corpo dovuta all'ostilità  ingiustificata che la biondina aveva provato nei suoi confronti nelle ultime ventiquattrore.
Tuttavia, vedere Kate  che, così mogia,  a stento frenava delle lacrime, la intristì notevolmente.

Scosse la testa per cercare di allontanare quel pensiero e, dopo aver indossato dei jeans puliti, si avviò verso la porta al seguito di Jake.

“Bene, Ellen, fa’ del tuo meglio” si ripetè varcando l’uscio.



*Spazio dell'autrice*
Ciao amichetti ^O^ Ma quanto mi avete resa felice? *saltella qua e là per la stanza*
Sono davvero felicissima che la mia storia sia piaciuta tanto da ottenere ben cinque recensioni e più di 70 visualizzazioni solo per il primo capitolo!! Mi devo anche scusare per non aver aggiornato prima: avevo promesso ad alcuni di voi che avrei inserito il nuovo capitolo tra mercoledì e giovedì, ma la febbre mi ha impedito di mettermi al pc. >_>
Allora, fanciulli e fanciulle, cosa ve ne pare di questo capitolo? Spero davvero di non avervi delusa (e di non deludervi mai!) e che mi lascerete un piccolo commento! Eeeddaaai *voce pregante*
Grazie a tutti anche solo per l'averla letta! :D
MoMo
p.s. Odiate anche voi quella bambinetta? :P
  
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