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Autore: RYear    29/09/2014    2 recensioni
Apocalisse.
«Quando non ci sarà più posto all'inferno, i morti cammineranno sulla terra.»
- Non credevo accadesse tutto alla lettera. O almeno speravo in qualcosa di meglio! Adesso li odio. Mi hanno portato via, di nuovo, una delle persone a cui tenevo molto.
- Hai ancora tuo fratello, Gwen. Goditelo finché puoi.
- Mi stai augurando di morire? - scherzò.
- Non lo vorrei mai.
- Da quel giorno ho capito una cosa, fin troppo evidente ormai. In questo mondo dove si rischia di morire ogni secondo, ci sono due opzioni: non c’è spazio per la speranza, per le emozioni. O semplicemente bisogna lasciarsi andare e vivere ogni momento finché si può.
- Opterei per la seconda.
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Mai avrebbe permesso al destino di vincere, di nuovo.
Non avrebbe rinunciato a lei, non sarebbe tornato ad essere il triste e solo guerriero.
- Adesso sei tu ad avermi salvata – sorrise mentre lottava per tenere gli occhi aperti e mettere a fuoco la sua figura.
- Non abituarti.
Gwen sorrise. Sorrise per il ritorno della sua voce, dei suoi banali e falsi modi bruschi, per il suo ritorno.
Era viva grazie a lui, e lo era in tutti i sensi.
Aprite se vi ho incuriositi! Buona lettura! ^^.
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daryl Dixon, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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RITROVO

 

Una notte senza quel gruppo alla prigione era già passata, e Gwen sentiva terribilmente la mancanza di… Mick? O Daryl?
Non ne era sicura. Sapeva di essersi affezionata molto a Mick in quel periodo, ma nel profondo del cuore sentiva che i suoi sentimenti nei confronti del cacciatore erano più profondi… insomma, doveva pur esserci un motivo se, ogni volta che gli era accanto, il cuore le batteva all’impazzata! Probabilmente lo sapeva, ma non voleva ammetterlo.
Quella notte non dormì, pensando e ripensando a loro e sperando in un ritorno veloce.
Poi, dando il cambio a Beth, prese in braccio la piccola e le diede da mangiare, fiancheggiata da Carl.
- Piccola spaccaculi – sorrise – come avete scelto il nome?
- Judith? E’ stata una mia idea.
 
Flashback
- Prenditi cura di tua sorella – raccomandò Rick a suo figlio prima di partire per la spedizione.
- Daryl la chiama spaccaculi.
- Spaccaculi? – rise – sul serio?
- Pensavo a che nome darle davvero.
- Come vorresti chiamarla?
- Ti ricordi la mia maestra della terza elementare? La signora Muller?
- Certamente.
- Il suo nome era Judith. Credi che sia un bel nome?
- A me.. si sembra un bel nome. La chiameremo Judith.
Fine flashback
 
 
A Woodbury
 
Avevano avuto molte difficoltà per arrivare in quella cittadina così ospitale (all’apparenza).
Per via di un attacco di un’orda di zombie, si erano dovuti rifugiare in una baracca trovata al momento. Ma, poco dopo, scoprirono che era abitata da un uomo ignaro dell’esistenza degli erranti. Risultatosi un intralcio, Michonne, costretta, gli infilzò la spada alla testa.
Così, sempre sotto la guida della ragazza, erano riusciti ad entrare a Woodbury attraverso un ‘passaggio segreto’.
Rick, Daryl e Oscar, carichi d’armi, attaccarono per prima correndo a riprendersi i loro amici, mentre Michonne si recò dal Governatore per vendicarsi.
Entrò nella sua camera, ma lui non c’era: acquari con all’interno teste di zombie ed una bambina incappucciata nascosta in una piccola cella erano inclusi nella sua ‘escursione da infiltrata’. Fece uscire la bambina incatenata, Penny,  e le tolse la sacca dalla testa. Solo dopo essersi accorta che era zombie la uccise trafiggendole il cranio.
In quel momento entrò Philip (il Governatore) e, dopo aver fallito con le buone, attaccò Michonne prendendola a calci e pugni. Quest’ultima si difese conficcandoli un pezzo di vetro nell’occhio. Pronta a finirlo, venne fermata dall’arrivo della sua amica Andrea, risparmiandolo.
Raggiunse gli amici aggregandosi all’improvvisa guerra. Oscar era stato fatto fuori con un colpo di fucile alla spalla, mentre Rick, Glenn, Jason, Mick, Maggie e Michonne, grazie alla copertura di Daryl rimasto indietro per ritrovare suo fratello, riescono a scavalcare le mura di Woodbury.
Nel frattempo i fratelli Dixon sono riuniti, ma non come avrebbero voluto. Il Governatore era intenzionato a giustiziarli in pubblico.
 
Alla prigione
Axel ci stava spudoratamente provando con Beth – nonostante l’età – ma venne ripreso da Carol.
- Beh sai, dopo anni passati qui… Maggie ha Glenn, tu sei lesbica!
- Io non sono lesbica!
- Hai i capelli corti!
Rise.
- Non sono lesbica.
- Bene, buono a sapersi! – sorrise.
- Ragazzi, dov’è Carl? Ho provato a cercarlo ma qui non c’è! – chiese Gwen allarmata.
- Hai visto in giardino? – propose Carol.
- Si. Oddio impazzisco. Faccio un giro negli altri blocchi, a dopo.
Non finì la frase che in quel momento entrò Carlo seguito da un altro gruppetto.
- Carl, chi sono? – chiese Gwen sulle difensive.
- Erano feriti. Soli e affamati. Sento che possiamo fidarci.
- Aspetteremo che torni tuo padre e ne riparleremo. Per ora – si rivolse agli altri – potete restare in questa parte del blocco. – gli osservò meglio – qualcuno di voi è stato morso?
- Sì. Lei – indicarono la compagna – ma dovremmo abbatterla adesso.
- No. Ti prego no! – urlò in lacrime quello che sembra essere il suo fidanzato.
- Allen DOBBIAMO. Non abbiamo altra scelta, non sopravvivrà.
- Da quanto tempo è così? – chiese Gwen.
- Sarà almeno un’ora.
- Mi spiace, non si può davvero far nulla.
Il tipo dalla carnagione scura e con un cappellino in testa annuì.
- Allen, non per forza devi farlo tu. Ci penso io.
Coprirono la faccia dell’infetta e, con la sua ascia, le mozzò la testa.
Ci fu un breve momento di sconforto, silenzio e pianti. Poi, colui che aveva appena trafitto l’amica, prese in mano la situazione e si presentò.
- Io sono Tyreese. Loro sono Sasha, Ben e Allen – porse la mano alla ragazza che ricambiò stringendola.
- Io sono Gwen. Carl, Beth, Axel, Carol ed Hershel – indicò il suo gruppo presentandoli.
- Grazie per averci aiutati.
- Ringrazia il piccoletto! – sorrise scompigliando i capelli del ragazzino.
- Siete feriti? – chiese Beth.
- No.
- Ma sarete affamati! Venite, vi daremo un po’ da mangiare – si offrì gentilmente Carol.
 
 
Woodbury
Prima di questa catastrofe, aveva scommesso – con i suoi vecchi ‘amici’ – di morire per vecchiaia, in una sparatoria, in un incidente.. o per fame. Ma mai si sarebbe aspettato di poter morire in uno scontro con suo fratello. No, non voleva farlo.
Dopo aver lottato tanto – uccidendo zombie - per sopravvivere finora, non si sarebbe arreso così facilmente. Avrebbe perso Rick, Hershel, Carl, la piccola spaccaculi, Carol, Beth…. Gwen.
Anche il solo pensiero gli fece venire i brividi.
- Ascolta fratello – cominciò Merle – non dovremo picchiarci davvero. Io li distraggo, tu scappi. Ti raggiungerò presto.
- Potremmo distrarli entrambi, no? Non voglio perderti subito dopo averti ritrovato.
Degli spari interruppero lo spettacolo.
Poi una nuvola di fumo - dovuta ai lacrimogeni - ed il nulla.
Ancora spari.
Mick venne colpito da un proiettile che gli trapassò il braccio, nulla che non si potesse curare.
Daryl scorse tra la folla e vide il suo gruppo: erano lì per lui, non l’avevano abbandonato.
Sorrise mentre un groppo gli si formò in gola.
 
 
Erano fuori, sani e salvi. Tranne per Oscar, come l’avrebbero spiegato al suo – ormai – ex compagno di cella?
- E lui? Che fine farà? – chiese Rick facendo un cenno di testa verso il fratello Dixon senza una mano.
- E’ un piacere anche per me rivederti, sceriffo.
- Non può venire con noi?
Rick guardò verso il loro gruppo che, con soli sguardi, fecero capire di essere contrari alla cosa.
- Non credo sarebbe una buona idea. Con Michonne tra noi…
- Possiamo far entrare un’estranea nel gruppo, ma non mio fratello!? – sussurrò adirato Daryl avvicinandosi all’amico.
- Non sappiamo di cosa è capace dopo tutto quello che è successo. Voglio dire, l’ho ammanettato su quel terrazzo, non dovrei dormire la notte per timore di essere uccido dal capitano uncino? – lo indicò – di certo non farà cenerentola ignorando Michonne che è la causa di questa guerra tra noi e quel pazzo psicopatico di quella cittadina.
- Va bene. Allora, se non ti spiace, io proseguirò con lui. Non tornerò alla prigione.
- Se è questo che vuoi, va bene – gli mise una mano sulla spalla – se vorrai tornare, saprai dove trovarci.
Annuì. Si diedero un ultimo saluto per poi abbandonarsi e continuare per strade diverse.
 
 
Poche ore dopo arrivarono alla prigione accolti da Gwen e Carol che gli aprirono i cancelli.
La ragazza corse incontro al fratello ed il suo amico e li abbracciò. Ma lui no, non lo vide.
- Rick, dov’è Daryl?
Non rispose.
- Oh mio Dio – esclamò portandosi le mani al viso mentre le lacrime le pungevano gli occhi.
- No Gwen tranquilla, non è come credi. Solo… ha ritrovato suo fratello ed è andato con lui. Ma tornerà, io lo so – le sorrise. Lei non ricambiò. Si sentì delusa, presa in giro, mentre la rabbia le bruciava dentro.
Corse nella sua cella e prese la sua katana. Aveva bisogno di sfogarsi e, di quei tempi, uccidere gli zombie era un ottimo antistress in casi come questi.
Si avvicinò al recinto e cominciò a trafiggere i crani di quanti più erranti poté. Scrollò un po’ di tensione, ma non bastò del tutto.
Avrebbe voluto urlare o strozzarlo con le sue stesse mani.
 
Tornò dentro quando Rick, fuori di sé, urlava contro ai nuovi arrivati di andar via di li. Il gruppo di Tyreese raccolse le sue cose e scappò spaventato.
Ops, momento sbagliato.
Salì nella sua cella e, buttandosi letteralmente sul letto, scoppiò in un pianto nervoso.
Udì dei passi entrare nella stanza. Si asciugò gli occhi e guardò verso l’entrata: Mick.
- Ehi.
- Sono felice che tu sia tornato sano e salvo – almeno quella parte della promessa l’aveva mantenuta.
- Ed io di rivedere te.
- Sei ferito? – chiese notando la fasciatura al tuo braccio.
- Un proiettile, nulla di grave.
- In altri tempi sarebbe stata la preoccupazione più grande – rise nervosa – l’ha oltrepassato?
- Si.
- Vieni qui, te lo disinfetto.
Si avvicinò a lei lasciandosi curare. Era molto concentrata nel suo lavoro, mentre lui la fissava.
- Sei molto bella, lo sai?
Arrossì.
- E tu stai delirando – alzò lo sguardo – ho finito.
- Sei anche brava. Non ho sentito nulla! – sorrise ad un palmo dalle sue labbra. Poi la baciò.
Dapprima dolcemente. Poi Gwen, con la sua rabbia, intensificò il tutto baciandolo con foga.
Senza accorgersene, si erano alzati dal letto ed ora il corpo di Gwen premeva contro quello di Mick di schiena al muro. Gemette per il dolore della ferita.
- Scusa – sussurrò con affanno.
- Tranquilla, è un dolore piacevole – sorrise.
Continuarono.
‘Al signor Dixon darebbe fastidio questa scena, vero?’ pensò maliziosa.
Le sue mani erano avvinghiate al collo di Mick, mentre lui scese lentamente ai suoi fianchi, poi sotto la maglia.
No. Non sarebbe successa adesso, così, la sua prima volta. Non come se fosse ubriaca di rabbia e follia.
Aveva fatto il tutto pensando a Daryl – ‘magari desiderando anche che ci fosse lui al suo posto, vero?’ – pensò. Scosse la testa – ‘che stronza’.
- Qualcosa non va?
- No. In realtà si. Scusami, ho esagerato. Ma… non voglio. Non sono… pronta.
- Come scusa? – chiese retorico – davvero parli così ADESSO? Con un’apocalisse zombie in atto? Quando dovresti vivere ogni secondo perché non sai se sopravvivrai anche domani? – l’allontanò bruscamente ed uscì di li.
Aveva ragione, e lei si meritava tutto ciò. O forse no? Infondo ognuno è libero di pensarla come vuole, no?
 
 
 
Il giorno dopo tutto sembrò apparentemente tranquillo.
Rick era ancora fuori al suo turno di guardia, mentre Glenn cercava di pianificare una strategia di difesa, senza alcun appoggio da parte dei suoi compagni.
- Ok, va bene. Allora andrò io stesso ad uccidere quel bastardo.
- Gwen no, aspetta. Non sei ancora nelle condizioni di poter combattere. Da solo, per di più! – lo fermò Maggie contraria all’idea.
- Non posso starmene con le mani in mano dopo aver subito tutto questo. Abbiamo scatenato una guerra, e di certo non si fermeranno subito. Potremmo essere attaccati da un momento all’altro. Io vado.
Uscì di lì e si diresse ad una macchina. Armato, entrò nel veicolo e partì.
Le parole dette da lui poco prima non tardarono ad avverarsi.
Un proiettile oltrepassò la testa di Axel – che girava in cortile in compagnia di Carol - uccidendolo. La donna, per proteggersi dagli spari, usò il corpo morto del suo amico come scudo.
Il Governatore, con un manipolo dei suoi uomini, attaccò la prigione: abbattendo un cancello con un furgone, s’infiltrarono all’interno svuotando il veicolo dagli erranti, per poi andare via.
La prigione è nuovamente infestata.
Hershel venne salvato dal ritorno di Glenn e dall’intervento di Michonne.
Gwen, insieme a Mick e Jason, scese in campo armata di katana uccidendo gli azzannatori.
Cercò con lo sguardo Rick e lo vide all’esterno della cancellata nascosto tra i cespugli.
Corse in suo soccorso ma la bloccò.
- Gwen no! Vattene! – urlò. Un proiettile la mancò. Si guardò attorno cercando di capire da dove provenisse lo sparo, poi, tra gli alberi, vide Martinez, uno degli uomini del Governatore. Prese la pistola e sparò verso lui. Non lo colpì, ma bastò per farlo scappar via.
Si inginocchiò al fianco dello sceriffo.
- Rick! Stai bene?
- Si si, grazie.
Annuì e riprese a combattere.
Altri zombie avanzavano verso loro, probabilmente attratti dagli spari.
Più volte Gwen venne salvata da Rick, e viceversa. Ma non sempre questo loro ‘difendersi a vicenda’ riuscì.
Rick venne bloccato da tre zombie ammassati su di lui, mentre Gwen, stesa a terra, lottava contro un errante steso su di lei. Dimenarsi cercando di estrarre il coltello dal fodero era ormai inutile: l’azzannatore aveva spalancato le sue fauci pronta a morderla, ma una lama sottile gli spaccò il cranio.
Un uomo con pochi capelli e senza una mano le si presentò davanti porgendole una mano per aiutarla ad alzarsi. Lo guardò interrogativa, poi guardò alla sua sinistra verso Rick e lì lo vide:
Daryl. Si allontanò disgustata, biascicando un ‘grazie’ al suo salvatore nonché fratello della persona che più odiava al mondo in quel momento.
Tornarono al blocco barricandosi lì dentro.
- Merle, tu resterai rinchiuso in una cella al piano di sopra. Sai, per precauzione. – ordinò Rick.
- Mi sembra giusto.
Daryl continuava a fissare Gwen che, furiosa, salì in ‘camera’ sua. Gettò la katana a terra e si sedette sul materasso. Poco dopo, la figura che l’aveva seguita, le si materializzò davanti.
- Qual è il tuo problema?
- Sei tu il mio problema, Daryl. Mi avevi fatto una promessa, cosa ti costava mantenerla!?
- Ho fatto quello che mi hai chiesto! Ti ho riportato Jason e Mick qui, sani e salvi.
- Si ma tu no. Non sei tornato. Perché!?
- Guarda il lato positivo, hai potuto far meglio la puttanella con quel Mick in mia assenza! – sputò irritato. Gwen non mancò di risposta e gli diede uno schiaffo dritto sulla guancia destra.
- Sei solo uno stronzo egoista. Mi fidavo di te, ora non ho motivo per farlo. Per me sei un uomo morto ormai, Daryl.
Detto questo tornò a stendersi sul letto aspettando che se ne andasse, mentre una lacrima le rigò il volto.
Quelle parole, così crude e vere, avevano fatto male. Ad entrambi. E non avrebbero vissuto per molto l’uno senza dell’altra.

 

SPAZIO AUTRICE
Capitolo pubblicato in tutta fretta senza aver avuto modo di ricontrollarlo, quindi scusate per gli errori o verbi coniugati male.
Ok, non mi soddisfa molto. Sinceramente avrei voluto di più da me stessa per questo capitolo ma avevo voglia di pubblicare qualcosa e credo sia solo una conseguenza... di 'passaggio' per il prossimo.
Farò del mio meglio per renderli più lunghi, descrittivi ed intriganti.
Per ora, ditemi la vostra! Recensite :)
Alla prossima (presto, spero!)
_R.
   
 
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