Film > L'incantesimo del Lago
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Autore: Clara_Oswin    29/09/2014    2 recensioni
La storia è ambientata durante il percorso di crescita dei protagonisti, che vuole in qualche modo giustificare quell'innamoramento in maniera più graduale e non durante 6 secondi di clip.
TRAMA: Odette all'età di quindici anni viene a conoscenza del patto stipulato da suo padre Re Guglielmo e la regina Uberta e che per il bene dei loro regni dovrà sposare quel bambino smorfioso con cui è costretta a trascorrere tutte le estati. Poco a poco i due cambieranno il loro modo di vedersi e cresceranno insieme, non mancheranno i litigi e le incomprensioni e perché no... anche una terza figura che metterà alla prova il vero amore dei due con un triangolo d'amore per nulla scontato!
Spero di avervi incuriosito un pò ;)
AGGIUNTI NUOVI CAPITOLI COME ATTI .5 INTERMEDI
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Derek, Odette
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Assedio - Atto 18


Non sapeva bene quanto tempo fosse passato, sembravano giorni che non aveva contatti con il mondo esterno, ogni volta che le portavano del cibo, utilizzava quel che aveva a disposizione per mandare messaggi d’aiuto; sperava ardentemente che almeno uno fosse arrivato a Bromley o magari a suo padre e che avessero decodificato il messaggio di aiuto. Non aveva notizie di Derek, l’ultima volta che l’aveva visto era stanco ferito e circondato da una dozzina di guardie, con tutto il cuore sperava fosse vivo.

I rumori erano molto attutiti dall’interno della prigione, non avrebbe mai potuto sentire niente, ma quello che sentì non aveva bisogno dell’udito. D’improvviso il castello iniziò a tremare, che fosse un terremoto? Si avvicinò il più possibile allo spiraglio della sua angusta prigione, no non era un terremoto, era una serie di cannonate lanciate contro la fortezza da parte di un esercito. Forse era giunto il momento, finalmente erano venuti a salvarli!

 

****
 

- basta così-  ordinò il re, il fustigatore riprese in mano la frusta sanguinante.

- sei caparbio ragazzo, non più di me sfortunatamente. -

Derek si trovava legato in catene contro il muro, dalla sua schiena candida scorrevano fiumi di sangue dagli stralci di carne ferita.

- ricordi com’era riposare? -  lo schernì con disprezzo. - dimmi dove si trovano! Dimmi l’ubicazione!!”

- io-  iniziò sputando sangue. - non so di cosa stiate parlando-  arrancò soffrendo.

Il re si allontanò chiamato urgentemente dalla sentinella di guardia.

- cosa c’è!? Come osi disturbarmi in questo momento!-  lo rimproverò il sovrano con gli occhi pieni di rabbia.

- Sire siamo sotto attacco!- proferì piagnucolando l’uomo.

- …cosa?-  si destò - questa fortezza è inespugnabile non abbiamo da temere, contrattaccate subito.-  possibile che con tutte quelle grida non si fosse accorto di un imminente attacco?

- sua altezza, hanno dei cannoni e delle catapulte, hanno già fatto crollare la prima linea difensiva!-

Il re lo guardò preoccupato, la sua era una delle armate più forti e sulla rocca non avevano mai avuto problemi di invasori, quest’attacco così improvviso e soprattutto potente non era preventivato. Poche volte nella vita si era sentito impaurito e questa era una di quelle - portate subito la principessa nelle mie stanze e chiudetecela dentro, fate preparare poi una carrozza pronta a partire -  ordinò contemplando l’ipotesi di scappare con la principessa.

- Si signore-  obbedì la sentinella scomparendo nuovamente nei meandri del corridoio.

-  Del ragazzo cosa ne devo fare?-  il re era sul punto di uscire anche lui ma la domanda lo fermò sulla soglia. - lasciatelo qui a morire, tanto non ci avrebbe detto niente comunque.-  

Il fustigatore fece un cenno con il capo, riavvolse la frusta ancora sporca di sangue e l’appoggiò sul tavolo, appese le chiavi delle catene ad un chiodo al muro e poi uscì in silenzio in fretta e furia, le cose non si stavano mettendo bene per gli abitanti del castello doveva tagliare la corda e subito!

Fu una fortuna che proprio alla fine tutti si fecero prendere dal panico, il fustigatore nella fretta infatti si dimenticò di chiudere la porta della stanza a chiave.

****
Odette era seduta sul suo misero letto, ormai non mancava molto, sarebbero stati liberati a breve e questo pensiero le diede la forza di continuare a sperare che Derek fosse ancora vivo. Ad un tratto la porta si aprì violentemente:

- il suo soggiorno qui è finito-  l’uomo con l’armatura scintillante s’avvicinò prendendola per un braccio.

- cosa succede? Dove mi state portando?-  Odette era debole ma quella punta di fierezza era ancora viva in lei.

- siamo sotto assedio principessa, non è il momento per domande idiote-  le rispose malamente la guardia.

Rifecero a ritroso tutta la strada fermandosi poi davanti ad una sontuosa porta con le maniglie in oro. - adesso voi starete qui e non creerete altri problemi-  l’uomo aprì la porta e la buttò dentro. - ma come vi permettete? Non sono un oggetto!!-  le sue parole rimasero tra lei e la stanza, la porta le era stata chiusa senza ulteriore indugio nuovamente in faccia.

- di nuovo chiusa dentro!-  si lamentò lei.

Questa volta l’avevano rinchiusa in una delle stanze più sfarzose del castello, non fu difficile indovinare a chi appartenesse dato un’enorme ritratto sulla testiera del letto.

- questo è davvero inquietante-  commentò guardandolo.

La stanza era disordinata, evidentemente ancora non erano passate le cameriere a sistemarle, il letto scombinato era la prova di quanto più orrido Odette avesse mai visto, oltre a macchie di dubbio sospetto le lenzuola erano di un colore orrendo, rosso fuoco con un copriletto nero. Mentre era intenta a fissare quello squallore qualcuno bussò alla porta.

- maestà?-  chiamò la voce di una donna.

In quel momento ad Odette venne un’idea, seppur disgustosa ma molto credibile ed in quel momento avrebbe fatto di tutto per andare a cercarlo, per andare a cercare Derek.

Lasciò cadere la veste da notte ai piedi del letto, poi svestita s’infilò sotto le coperte, s’arruffò i capelli simulando un’aria da appena svegliata e chiamò la donna.

- avanti, avanti!-  

Dalla porta entrò una donna di mezz’età con l’uniforme da cameriera, spiazzata dal completo disordine in cui vigeva la stanza.

Odette sollevò il capo appoggiandosi con il gomito ad un cuscino, lasciando intravedere la nudità delle sue spalle.

- era l’ora che arrivasse qualcuno a mettere a posto!-  l’apostrofò.

- oh buon cielo! Sembra sia passato un uragano qui!-  la donna guardava accigliata il disordine che le toccava risistemare.

- non un uragano ma il re…-  Odette assunse un’aria maliziosa che non sapeva nemmeno di possedere. -  un uomo focoso e passionale-  

La cameriera la guardava titubante, Odette si sollevò per guardarla meglio. - non troppo gentile nei modi, ma di certo sa come temprare una donna-  

Odette voleva infatti fargli credere che il disordine fosse dovuto ad una notte d’amore passata con il re, la cameriera non poteva certo immaginare che invece quel disastro era dovuto ad uno scatto d’ira di quest’ultimo in preda alla rabbia per non essere riuscito a far confessare a Derek l’ubicazione delle arti proibite.

- voi siete…?-  chiese titubante la donna.

- oh… probabilmente la futura regina di questo castello…-  gli rispose con aria di sufficienza.

La signora dai capelli neri e gli occhi stanchi la guardò quasi con tenerezza.

- cara ragazza, mi fate tanta compassione…-  Odette la fissò d’improvviso.

- se credete che il re vi sposerà per una notte passata con voi… siete proprio ingenua. -  prese a raccogliere con noncuranza i vestiti per terra. - ho visto tante di quelle ragazze sdraiate proprio dove adesso ci siete voi… siete una fra le tante… ogni notte è la stessa storia… ed ogni mattina c’è una ragazza diversa, tutte che credono di diventar regine!-

Odette si finse offesa, incrociò le braccia al petto.

- ha detto che mi ama!-  mise il broncio.

La donna raccolse un vestito femminile per terra, che giustificava le macchie sul letto, poi con un gesto glielo lanciò sul letto.

- provo pena per voi cara ragazza, adesso che non siete più casta, chi mai vi sposerà?!-  

Odette indossò il vestito rosso, era un colore volgare che mettevano soltanto le donne di facili costumi, era come un’etichetta che le classificava a vista.

- quella è la porta, scendete tre rampe di scale e l’uscita di servizio è sulla destra.-  parlò come se stesse recitando a memoria, probabilmente chissà quante altre volte si era trovata a fare quella discussione con le solite ragazzette di turno. Odette fu percossa da un brivido, che uomo marcio era quel re! Conduceva ragazze ignare nelle sue stanze, le illudeva, faceva loro quello che più voleva e poi tutte si ritrovavano costrette ad uscire dalla porta di servizio, senza un lavoro, senza una dote e senza più la loro purezza.

Odette indossò il vestito e uscì rapidamente dalla porta principale, Derek era un ragazzo dal cuore d’oro, nemmeno in migliaia di anni avrebbe fatto quel genere di cose, ne era sicura. Se solo avesse saputo che cosa aveva dovuto fare per sfuggire da quella stanza si sarebbe infuriato, ma a lei adesso non importava, doveva cercarlo ed insieme dovevano scappare da quell’orribile posto.

La bionda si ritrovò a vagare per i piani più bassi del castello, lì dove ci sarebbero dovute stare le prigioni.

Non c’era nessuno fortunatamente, s’affacciò all’ennesima stanza.

Quasi le mancò il fiato quando lo vide.

- Derek-  sussurrò appena. Il ragazzo era legato con il volto rivolto verso il muro, la schiena nuda era squarciata e le ferite sembravano vecchie nonostante di sopra ve ne fossero fresche delle altre. Per infierire più dolore non le lasciavano rimarginare e di sopra inveivano con quelle fresche. La ragazza sembrava un bucaneve in un campo di sangue. Immediatamente corse da lui, incurante delle pozze di sangue tutt’intorno, da vicino le sue condizioni erano ancora più preoccupanti.

- dove sono le chiavi? -  gli rivolse un sguardo preoccupato lei.

Derek aprì gli occhi tenuti sino a quel momento chiusi. - ciao-  le disse appena tentando di sorriderle.

Odette aveva le lacrime agli occhi, stava anche peggio di quello che lei avesse immaginato. - sei… davvero…tu?-  chiese soffrendo ogni volta che esalava un respiro. Molte volte Derek aveva desiderato rivederla, sapere se stesse bene, quella realtà gli sembrò così tanto bella che non poteva che essere un sogno.

- andrà tutto bene-  tentò di rassicurarlo, strappò una manica dal vestito e gli asciugò il sangue che gli colava dalla fronte e si riversava sugli occhi.

- adesso siamo insieme - il ragazzo aveva richiuso gli occhi respirando molto lentamente.  

Lei si allontanò per prendere le chiavi appese ad un gancio all’entrata, non erano troppo furbi per lasciarle lì sotto gli occhi di tutti, poi gli si riavvicinò e delicatamente gli tolse le catene dai polsi lividi. Derek non era in grado di reggersi in piedi, cadde pesantemente sulle ginocchia.

- cosa…come…sei arrivata? -  Derek nonostante l’orgoglio dovette accettare di appoggiarsi ad Odette lasciandosi in parte sostenere,

 - sono riuscita a scappare, fuori sta infuriando una battaglia e non hanno prestato troppa attenzione a lasciarmi incustodita.-  

I due ragazzi s’incamminarono lentamente verso l’uscita da quella stanza infernale, Odette fece appoggiare Derek al muro. - resta qui andrò a prendere qualcosa per fasciarti -  fece lei facendo per andarsene verso quella che una volta era stata la sua stanza. Un mano decisa ma stanca s’intrecciò con la sua.

- no, non ho più intenzione di separarmi da te. – Il castano la guardò risoluto, il suo tono non accettava repliche e nonostante avesse bisogno di fermare il sangue che perdeva non era più disposto a separarsi da lei; non più.

Odette gli restituì lo sguardo, non poteva protestare. Quel ragazzo chissà quante ne aveva passate, chi era lei per impedirgli quest’unico capriccio che faceva?

- va bene, resterò con te ma dovrò comunque fermarti l’emorragia in qualche maniera-  prese tra le mani il suo vestito rosso tendendo la stoffa fino alle ginocchia in procinto di strapparla. - adesso basta scandalizzarsi, non m’importa niente del bon ton e delle regole! Che vadano al diavolo tutte, non ti lascerò morire dissanguato per il sol fatto di non farti vedere le mie caviglie! -  

Derek non ebbe nemmeno il tempo di impedirglielo che già Odette aveva strappato buona parte della stoffa della parte inferiore del vestito, con risolutezza si mise dietro di lui e gli fasciò stretta l’ampia schiena sanguinante. 

- Odette… perché indossi un vestito rosso…? -  Derek si rialzò traballante facendo affidamento ancora su Odette.

- è una lunga storia…-  sospirò lei. Derek la guardò accigliato.

- tanto tu non sei un tipo geloso, no…?-  scherzò.

Derek si piantò in mezzo al corridoio. - se ti ha messo le mani addosso…! Io gli spacco la faccia!-  tutto ad un tratto gli ritornarono le forze; Odette rise, erano giorni che non rideva così spensierata.

- non è successo nulla-  lo guardò dritto negli occhi ritornando seria. - non con me per fortuna…-  ripresero a camminare e Odette gli raccontò tutto quello che aveva fatto prima di ritrovarlo, Derek ancora debole si limitava ad ascoltare e ad intervenire ogni tanto.

Finalmente dopo un’ora buona arrivarono davanti l’uscita di servizio, c’era solo un uomo a fare la guardia; non ebbero troppe difficoltà ad uscire, Odette disse ch’era un’amante del re e che quello era suo fratello che per sua intercessione aveva fatto liberare.

- sei diventata davvero brava a mentire-  le disse il castano uscendo fuori dalla montagna. - spero che con me non lo farai mai, altrimenti sono nei guai!-  le sorrise.

- purtroppo per me, con te non ci riesco. -  disse rivolgendogli uno sguardo. Derek la guardò puntando i suoi occhi blu oceano in quelli azzurro cielo suoi, la ragazza arrossì violentemente dipingendo di rosso il suo candido viso.

- quando mi guardi così-  abbassò lo sguardo - potrei confessarti anche i più atroci misfatti. – bisbigliò lei.

- dopo tutto questo tempo arrossisci ancora…-  iniziò lui, Odette l’interruppe cambiando argomento.

- guarda!-  prese ad indicare giù dal sentiero. - sono gli stendardi dei nostri due regni! Sono venuti a salvarci !-  Odette entusiasta iniziò ad affrettarsi per arrivare all’esercito.

- Odette aspetta-  la tirò per un braccio lui facendola voltare verso di sè in attesa di una risposta.

- non so quando ancora potremo rifarlo-  e con queste parole sospese a mezz’aria le prese il volto tra le mani e la baciò intensamente; poi riprese la mano diafana di lei e si fece condurre rassegnato verso l’esercito.

Sentiva che le forze lo stavano abbandonando.

  
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