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Autore: Neens O Brien    29/09/2014    1 recensioni
"Whether we see each other next weekend or next month, or never again. Doesn't matter, it's only time."
Fanfict ambientata due anni dopo la 5x13, quindi due anni dopo che Justin è partito per New York.
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian Kinney, Justin Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un dolore sordo al ginocchio fece aprire di scatto gli occhi a Brian.

Ci mise qualche istante a realizzare dove si trovasse e che cosa fosse successo. I neon blu sopra la sua testa gli fecero capire che era nel suo letto, e appoggiata al suo petto c'era una testa bionda.

-Che cazzo, Raggio di Sole, fai un po' di attenzione quando ti muovi.

Sussurrò con la voce roca dal sonno, ma si accorse quasi subito che Justin stava dormendo, infatti aveva un'espressione completamente rilassata. Si ritrovò inconsapevolmente a sorridere, mentre passava dolcemente le dita tra i capelli del ragazzo e ripensava al momento in cui se l'era ritrovato in casa, comodamente seduto sul divano.

In quel momento si era sentito come se il tempo non fosse mai passato, come se quello fosse solo uno dei tanti giorni che trascorrevano insieme, i giorni in cui Justin aspettava a casa sua che ritornasse dal lavoro. Sapeva che più di due anni prima si era lamentato del fatto che Justin sembrasse la sua mogliettina, ma fino alla sera prima non si era accorto di quanto potesse mancargli.

Lo aveva realizzato solo nel momento in cui il viso di Justin si era aperto in un sorriso, uno dei suoi soliti sorrisi che erano capaci di rischiarare anche una giornata orribile, uno dei sorrisi che non vedeva da tanto, troppo tempo.

Ma ora era lì, lo stava stringendo tra le braccia, e nell'ultimo periodo aveva dubitato che sarebbe potuto succedere ancora. Si immaginava Justin a New York, con una propria vita, una carriera, e magari anche un compagno, se non un marito. Il pensiero lo faceva stare male, ma non poteva essere talmente egoista da augurarsi che il ragazzo rimanesse da solo, Brian Kinney era superiore a quelle stronzate.

Sapere che Justin non lo aveva dimenticato, però, lo rendeva decisamente felice, anche se nella sua mente si affollavano le stesse domande di due anni prima. Come avrebbero fatto a conciliare i loro stili di vita? Oppure i loro diversi obiettivi? Certo, questo implicava che Justin sarebbe rimasto, cosa di cui Brian dubitava fortemente.

Emise un leggero sospiro, e la testa di Justin seguì il movimento del suo petto, strappandogli un altro sorriso. Sapeva che non avrebbe dovuto essere così felice, era solo una condizione passeggera, un angolo di paradiso nella sua vita da ultra trentenne, ma non poteva impedirsi di sperare.

Non avrebbe mai ammesso davanti a qualcuno che non fosse Justin quanto quel ragazzo significasse per lui. E per cosa poi? Sentirsi dare del rammollito o della lesbica? Ma non poteva nemmeno negare che se Justin gliel'avesse chiesto, lui avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui. La notte passata insieme gli aveva fatto tornare alla mente, oltre ai vecchi ricordi felici, anche il dolore che aveva provato quando il ragazzo se n'era andato. Dolore che tornava puntualmente ogni volta che Brian andava a fargli visita.

Aveva deciso molto tempo prima che non avrebbe mai più permesso a nulla di fargli provare quel tipo di dolore straziante, ma ora ecco apparire Justin, e non poteva evitare di pensare che, quando fosse tornato a New York, il dolore si sarebbe presentato nuovamente alla sua porta.

I pensieri si susseguivano nella sua testa così velocemente che Brian non si accorse che il ragazzo sdraiato su di lui si era mosso, e ora lo stava guardando divertito.

-Come mai così imbronciato? Non è stato bello come ti ricordavi?

-Se vuoi saperlo non ero imbronciato prima che qualcuno mi tirasse un calcio al ginocchio.

Brian sollevò un sopracciglio mentre parlava, e Justin fece una risata prima di mordicchiargli la curva della mascella.

-Mi dispiace, per farmi perdonare ti preparerò la colazione, okay?

Justin lo guardava con i suoi occhi azzurri spalancati per farlo cedere, e conosceva abbastanza Brian da sapere che avrebbe funzionato.

-Va bene, va bene, muoviti che devo andare a lavoro.

Brian sbuffò leggermente, ma non riuscì a nascondere un'aria divertita, e Justin non mancò di accorgersene. Si alzarono e Brian si sedette a tavola, osservando il ragazzo che preparava il caffè lanciandogli ogni tanto occhiate e sorrisi.

Sapeva di stare sbagliando, avrebbe dovuto mandarlo via subito, invece si stava abituando nuovamente alla sua presenza, al suo profumo, al suo sorriso, e al momento della sua partenza sarebbe stato decisamente peggio. Justin gli posò la tazzina di caffè davanti e lui, ancora sovrappensiero, lo ringraziò con un sorriso.

-Grazie tesoro.

Rimasero fermi qualche secondo entrambi. Era strano sentire uscire quelle parole dalla bocca di Brian anche quando vivevano insieme, ma ora, dopo anni di lontananza, era come se il tempo passato si fosse annullato di colpo. Justin gli rivolse un sorriso che sembrava quello di un bambino la mattina di Natale e baciò dolcemente Brian.

-Non c'è di che.

-Okay, basta con queste smancerie, mi è scappato, non ti abituare.

Rispose Brian mentre prendeva il suo caffè.

-Allora...gli altri lo sanno che sei qui?

Justin addentò una fetta di pane spalmata con il burro prima di rispondere.

-No, solo mia mamma. Avevo paura che se avessi avvertito Michael o gli altri te l'avrebbero detto, e io volevo farti una sorpresa.

-Potevi avvertire, lo sai che odio le sorprese.

Il ragazzo fece un'espressione imbronciata.

-Quindi non ti fa piacere rivedermi?

Brian fissò il tavolo prima di rispondere, prima di tirare fuori quello a cui aveva pensato da quando si era svegliato.

-Justin, lo sai che mi fa piacere, mi fa sempre piacere vederti. Ma mi piace molto di meno vederti andare via, e non capisco perchè fai questo ad entrambi.

Sentì la mano di Justin posarsi sulla sua.

-Io non vado da nessuna parte, Brian. Se sono venuto qui è perchè non riuscivo più a vivere là, New York è una città fantastica, ma manchi tu.

Brian lo guardò confuso.

-Hai comunque una carriera da portare avanti, hai già rischiato di rinunciare a tutto una volta, e anche questa volta non te lo permetterò.

Justin sorrise dolcemente.

-Io ho già rinunciato a tutto una volta, e non lo farò di nuovo. Non ho niente se non ho te, Brian.
   
 
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