Anime & Manga > Nana
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Autore: flyingangel    08/10/2008    2 recensioni
Voltai il capo ed incontrai lo sguardo dolce di Hachi. Le rivolsi un sorriso e mi avvicinai a lei, che mi stava ricambiando. “Hai visto che bella conchiglia, Nana?” mi disse.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nana Komatsui, Nana Osaki, Nobuo Terashima, Shinichi Okazaki, Yasushi Takagi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota dell'autrice: grazie per i commenti e spero vi piacerà anche il continuo di questa storia !


I Blast hanno già fatto parecchi concerti e ora sono tornati a prendersi una pausa nella baita in cui si erano rifugiati una volta.
Passato qualche tempo, Nana dopo aver debuttato come solista, è tornata sui suoi passi, e ora la band continuerà insieme la sua avventura nel mondo musicale.
Nella baita però albergano solo Yasu, Nana e Nobu. Shin, ancora si trova fuori città, dopo esser stato scarcerato, dopo possesso di stupefacenti.  
'After- Italian series'

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it’s better this way


Nana e Yasu – Baita, in un luogo imprecisato del Giappone
 
“Nana” mormorò Yasu, entrando nella stanza.
“Che c’è?”
“Ma che è successo qua dentro?” bofonchiò Yasu, trattenendo un sorriso.
“Nulla. Non farti gli affari miei” mormorò Nana.
“D’accordo” disse semplicemente lui, sedendosi a tavola. “E che si mangia oggi?”
Nana gli rivolse un’occhiataccia. “Ma vergognati, Yasu”.
“Eddai Nana”.
Nana assottigliò lo sguardo in quello di lui. Gli mise un piatto davanti. “Tieni. Mangia e non fare storie”.
Yasu sbuffò in un sorriso, rischiando di intossicarsi dal fumo della sigaretta che teneva tra le labbra. “Stai tranquilla”
Nana lo guardò ancora. “E non fare scherzi!”
Yasu sgranò gli occhi, la sigaretta in bocca. “Ti pare che io, faccia scherzi?” chiese con espressione innocente.
Nana lo guardò di sbieco. “Mmm… sarà meglio”.
“Su, avanti, Nana. Rilassati”
“Mi manca Hachi”
“Allora diglielo”
“Non posso”.
“Perché?”
“Perché lei vuole vedermi cantare e per raggiungere il nostro sogno devo continuare per questa strada, anche se questo significa separarmi da lei”
“Avanti, la rivedrai presto”
“Ma di che parli pelato. Mancherà un mese, non so se ti sei accorto che siamo nascosti in questa maledetta baita”
“Ma certo che lo so. Non mancherà molto, fidati”
“è come parlare con il muro”
“Solo che lui non ti può rispondere” replicò Yasu, trangugiando un piatto di ramen.
“Già e non sa blaterare come te”
Nana gli cacciò un pugno sulla testa, per finta.
“Da quando in qua io blatero?”
“Sta’ zitto, pelato” Nana gli si avvicinò e gli diede un bacio sulla fronte. “La tua lucidità, in questo momento, è pari alla tua fronte pelata”.
“Già, non ti avvicinare troppo” mormorò Yasu.
Nana si allontanò, sgranando gli occhi. “Vergognati. Lo sai che a volte mi fai proprio paura?”
Yasu le rivolse un’occhiata, tirando dalla sigaretta.
“E dammene una, sono in astinenza” Nana tirò via la sua sigaretta e se la ficcò in bocca.
“Ti ringrazio” fece Yasu.
 
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“Quel sole d’inverno brillava come le tue ultime parole, Reira.
Non mi lasciare mai, Shin”.
 
Shin – Appartamento, vicino Tokyo
 
Shin varcò la soglia del suo appartamento. Ora che i Blast erano famosi aveva potuto permettersi un simile “lusso”.
Finalmente le cose si erano risolte per il meglio, almeno lui era stato scagionato.
Almeno erano ripartiti insieme a suonare. Nonostante tutto, non riusciva ancora a capire le parole di Nana.
 
“Non m’importava di Shin, ma solamente di raggiungere il successo come cantante”
 
Shin appoggiò le chiavi sul tavolino, si tolse la maglia e si accese una sigaretta.
Aspirò e poi si mise su una poltrona. La nuvola di fumo che uscì dalla sua bocca riempì l’aria.
 
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Nana e Yasu – Baita, in un luogo imprecisato del Giappone
 
“Senti, io non capisco perché sei così nervosa” disse Yasu. Guardò Nana.
Nana con la sigaretta in bocca girava per la stanza.
“Lasciami stare” bofonchiò.
“La rivedrai presto, avanti” mormorò Yasu, aspirando dalla sigaretta.
Nana lo fissò, con gli occhi lucidi. “Non lo so se è così” “Credimi, magari è meglio in questo modo” Nana si fermò, tenendo i pugni serrati.
"Magari la lontananza vi rafforzerà, separatamente”.
  
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