Capitolo 6: Pigiama party
“Ti giuro che ancora non ci credo…”
Aurora sorrise: “Credici, sono… libera!”
Le due ragazze erano sdraiate sul lettone della stanza degli ospiti dove
avrebbe dormito Aurora. Avevano già mangiato insieme a Eric, e mentre lui era in
camera solo soletto, Ariel era corsa in camera di Aurora per chiacchierare fino
a tarda notte. Erano le due ormai, lo si poteva leggere sul raffinato orologio
appeso al muro della camera.
Era una camera ampia e spaziosa, con pochi mobili (un letto, un comodino,
un armadio e una poltrona soffice), ma era di un gusto davvero squisito, quasi
rococò, con eleganti intagli incisi sulle ante degli armadi e sulle gambe della
poltrona. Tutto nella stanza era blu cobalto, profondo come l’oceano, anche se
sulla volta non si vedevano dipinti pesci ma migliaia di puntini luminosi che
rendevano il soffitto come un cielo stellato.
“No, non stavo parlando di quello… sapevo che prima o poi saresti
scappata…”
“Ah sì? E che intendevi?”
“Parlavo di JOHN! Non ci credo, hai lasciato tuo marito manco da 24 ore…
e lui nemmeno lo sa… e già lo sostituisci!”
“Figurati! Io non voglio altri uomini tra le balle! Voglio divertirmi e
trovare me stessa!”
“E i tuoi? Cosa diranno?”
“Se mi vogliono davvero bene, capiranno”
“Questo è poco, ma sicuro” sorrise Ariel. “E secondo te cosa diranno dei
capelli?”
Aurora si mise a ridere.
“Che vuoi che dicano???”
“Cacchio, ‘Rora, avevi dei riccioli così belli… Non sembravano nemmeno
veri!”
“I capelli ricrescono” disse Aurora, un po’ irrigidita al pensiero di non
avere più i capelli di cui andava tanto fiera “Non posso rischiare che mi
riconoscano”
“In fondo hai ragione… Ascolta, hai veramente intenzione di andare al
ballo domani sera? No perché ci saremo anche io ed Eric e se vuoi, possiamo
accompagnarti…”
“Ma era solo una scusa per togliermelo di torno… e poi… non ho nulla da
mettermi…”
“Oh povera cenerella!” scherzò Ariel.
“Ehi non insultare!” rise
Aurora.
Tutte e due scoppiarono a ridere di gusto, guardandosi complici, poi
Ariel disse: “No, sul serio, se vuoi venire basta che me lo dici, prendi un
abito dal mio armadio, oppure te lo faccio fare su misura… Farò lavorare tutto
il giorno il sarto, se vuoi…”
“Eheheh… credo che lascerò in pace il sarto, per una volta… Accetto
volentieri un tuo vestito!”
“Dai vieni, andiamo nella mia stanza dei
vestiti!”
“Ma… a quest’ora? La servitù non è già andata a
dormire?”
“Ma chissenefrega! Abbiamo bisogno di un maggiordomo per fare shopping??
Dai vieni…”
La prese per mano e la trascinò fuori dal letto, poi corsero scalze sulla
moquette porpora lungo un corridoio che portava alla camera di Ariel ed
Eric.
“Fai piano” Ariel si mise l’indice sulle labbra ed entrò piano piano
nella sua camera, pensando che ormai Eric dormisse della
quarta.
Invece vide la lucina azzurra accesa e lui che stava leggendo un
libro.
“Ah sei arrivata finalmente!” rise Eric, poi aggiunse “ah ma ci sei anche
tu Rora… mi sa che la serata non è ancora finita
vero?”
“No amore, stiamo andando a scegliere i vestiti per domani sera, sai Rora
non può tornare a casa a prendere i suoi…”
“Vaaaa bene, ho capito, sarà una cosa lunga… Io mi metto a dormire,
ragazze, ok?”
Ariel gli si avvicinò saltellando e lo baciò sulle labbra.
“Notte,
notte!”
Eric le sorrise, poi chiuse gli occhi, dicendo: “Notte
Rora!”
Le due ragazze aprirono la porta azzurra che dava sulla cabina armadio ed
entrarono.
Aurora rimase a bocca aperta.
“Ma quanti vestiti hai???”
Ariel sorrise timidamente, come a
scusarsi.
“Eric mi vizia troppo, lo dico sempre…”
La stanza era enorme e c’erano quattro enormi scaffali che la tagliavano
in orizzontale.
Il soffitto era altissimo e giallo sole, in ogni buco libero della parete
c’era uno specchio e l’intera stanza profumava di
pulito.
Le due ragazze si guardarono e sorrisero.
Ariel disse: “I costumi per i balli in maschera sono
laggiù”
Aurora annuì e sorrise di nuovo.
La loro personale sfilata stava per
iniziare….
Vi è piaciuto?Siate sinceri, posso sempre migliorare! Accetto anche
commenti negativi, basta che commentiate! Bacio a
tutti!
Fede