Rosa
Che
c’è di male nel rosa?
È
solo una delle tante sfumature di colore possibili! In fondo è la stessa tinta
dell’amaranto di John J. Worthington III, solo un
paio di lunghezze d’onda espresse in Angstrom in meno.
E
poi lo stesso Worthington spesso gli chiede di
cambiare colore per fare un po’ di spettacolo per i ragazzi, e se di colori ce
ne sono tanti prima o poi è normale che capiti anche il rosa.
Ma
in quel caso Worthington non è per niente contento.
-Eri
rosa, maledizione!-
Un
solo sbaglio gli è costato l’intera reputazione.
E
comunque ancora Randall non capisce cosa ci sia di
male nel colore rosa.
*
Randall
sta studiando le schede dei bambini di cui si occupa, quelli di cui è lo spaventatore più adatto.
Ancora
ha nelle orecchie le parole del signor Wathernoose.
-Randall, ho la tua parola che niente di
quello che sto per dirti uscirà mai da questa stanza? Né il CDI né nessun altro
verranno mai a sapere di questa conversazione-
Gli aveva parlato a lungo della crisi
energetica, della difficoltà sempre crescente di estrarre urla da bambini
desensibilizzati dalla TV e tutta una serie di cose che Randall
sapeva già a memoria perché erano all’ordine del giorno di ogni dannata
riunione aziendale.
Poi però Mr. Wathernoose
aveva cominciato a dire cose che non avrebbe mai detto ad una riunione
aziendale.
C’era un altro modo per ottenere
energia.
Molto più rapido, economico ed
efficiente dello spavento tradizionale.
Ma che non tutti avrebbero avuto il
coraggio di mettere in atto.
-Con tutto il rispetto, signor Wathernoose, ma perché lo dice a me? Non è James Sullivan il suo migliore spaventatore?-
Wathernoose aveva scosso la testa.
- Qui non si tratta più di spaventare,
ed una cosa come questa non la proporrei mai e poi mai a Sullivan.
Lui è bravissimo nel suo campo ma non è adatto per questo, capisci cosa
intendo? Lo sto chiedendo a te, Boogs, perché so che tu
sei fatto di una pasta diversa da tutti loro-
E allora Randall
aveva accettato, perché, accidenti, se per una volta era stato reputato in
grado di fare una cosa di cui Sullivan era
addirittura all’oscuro… bè,
come poteva farsi scappare un’occasione come quella?
Studia
le schede dei suoi bambini alla ricerca di qualcosa di particolare.
Uno
di loro non rivedrà mai più la sua cameretta, non giocherà mai più con i suoi
giocattoli, non riceverà mai più il bacio della buonanotte dai suoi genitori, e
lui deve scegliere quale.
Ma
in fondo che differenza fa? Uno vale l’altro, no? Sono tutti uguali: degli
animaletti da cui estrarre energia.
Sta
cominciando seriamente a pensare di pescare un fascicolo a caso.
No,
no, no… Mr. Wothernoose gli
ha chiesto di scegliere.
Randall
mette da parte un fascicolo e ne apre un altro.
E
poi in base a quale criterio dovrebbe…?
Lei!
Decide
all’improvviso.
La
bambina nella foto ha una camicia da notte rosa.
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Cantuccio
dell’Autore
Eh-ehm… salve… parecchio che non aggiorno, eh?
Il
motivo è che avevo già scritto “Rosa” ma poi mi è venuta in mente un’altra idea
che mi piaceva di più e allora ho cancellato tutto e riscritto daccapo.
In
questo capitolo Randall mi sembra tanto uno di quei
serial killer che hanno avuto un’infanzia traumatizzata e scelgono le loro
vittime per esorcizzare/vendicare quel trauma *Red
Dragon mode on*
Tra
l’altro proprio il capitolo sul colore rosa, che è un colore tanto tenero, mi è
venuto molto dark. Strano, no?
Bè,
spero vi sia piaciuto.
Makoto