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Autore: Damon Salvatore_Cit    05/10/2014    1 recensioni
[Justin Timberlake]
Questa storia tratta di una giovane ragazza che sogna di diventare la ballerina numero uno al mondo, e nel tentativo di esaudire questo suo sogno maturerà e crescerà anche grazie alle avventure e alle dure prove a cui la metterà davanti la vita. Come la perdita di persone care, l'amore vero, l'inganno, il tradimento, le difficoltà familiari e tanto altro.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 50 Cent, Altri, Justin Timberlake
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dal 29 Marzo 2007, la crew di Justin Timberlake ebbe un mese di stop dal tour mondiale, che sarebbe ripreso il 24 Aprile in Irlanda del Nord. 
In quei giorni, il rapporto tra Justin e Francis cresceva lentamente diventando sempre più solido, ma la ragazza era ancora un po’ confusa al riguardo, perché non sapeva se considerarsi o meno la sua ragazza. 
Non era affatto confusa sui suoi sentimenti verso di lui, e neanche Justin sembrava apparire confuso sulla questione. 
I due spesso si scambiavano effusioni dolci anche davanti agli altri, senza neanche più badarci, ma oltre a qualche bacio passionale e qualche toccatina poco casta, non vi era stato altro in quei giorni. 
Oltretutto il cantante spesso si assentava per lavoro e capitava che vi fossero giorni in cui non si vedevano, né sentivano. 
[…]
- Non sono un’esperta in quanto a ragazzi, Chenille. Non so come ci si comporta…
- Che intendi dire, bella? Non sai come…?
- Quello lo so… non mi riferisco a quel genere di cose…o forse sì, anche a quello… oh Gesù!
Francis sembrava essere nel pieno di un attacco di panico, mentre Chenille preparava da mangiare a sua figlia. 
Le due ballerine si trovavano a casa con Mama Su da ormai due giorni, da quando il periodo di pausa ebbe inizio.
Chenille in una mano teneva uno straccio, poggiata su un fianco, e fissava Francis con una tipica espressione sul volto risoluta e stupita allo stesso tempo, tipica delle ragazze del bronx. 
- Insomma, bella, mi stai dicendo che…
- No! No, Chennille. Ti ricordo che ero incinta quando…
- Appunto!
La interruppe Chenille, impedendo che l’amica potesse ricadere in un tunnel del passato ancora una volta, poi aggiunse:
- Sei stata già con qualche ragazzo…
- Con uno soltanto, Chenille…
Pronunciò Francis con sguardo basso presa da un attimo di vergogna. 
- Beh…
Chenille era poco convinta anche lei di quello che stesse per dire, ma poi nel giro di pochi secondi, si convince e pronunciò con un tono di voce più marcato.
- Beh resti comunque una bomba sexy, bella!
La ragazza gesticolò alzando un dito indice, quasi rimproverandole la cosa. 
Francis non trattenne una risata ironica:
- Bomba sexy?
Chenille quasi si offese del tono dell’amica, sentendosi presa poco sul serio:
- Lasciatelo dire da una che ti guarda mentre balli… fidati mi fai venir voglia di passare all’altra sponda per quanto riesci ad essere sexy quando ti muovi…
Francis non trattenne una risata, che durò qualche secondo prolungato. 
Chenille dopo qualche attimo, si lasciò andare anche lei a quella risatina, ma continuava ad esserne convinta. 
- Sono seria! Non te ne rendi conto, ma sei davvero sexy, quindi di cosa ti preoccupi? Justin impazzirà…
Francis fu avvolta dall’imbarazzo, tanto da cominciare ad arrossire senza controllo.
- Chenille!!!!!
La rimproverò l’amica per aver aperto quell’argomento e cominciando a fare insinuazioni su situazioni poco caste. 
Era un genere di argomento che Francis preferiva sempre evitare, proprio per non cadere nell’onda dell’imbarazzo. 
Le sembrò di essere tornata indietro nel tempo, a quando anche con Emma cercava di evitare quel genere di discorsi.
- Ma non mi riferivo a quello… almeno non soltanto a quello… E’ che non so come ci si comporta in un rapporto di coppia… sono un disastro in quanto a relazioni…
- Non c’è un codice da seguire, bella, sii te stessa e basta. Infondo è per quello che sei e per come sei che JT ha perso la testa no?
- Non lo so, Chenille, ormai non ne sono più tanto sicura…
- Come sarebbe?
- E’ che ho paura di combinare qualche casino… e non voglio che le cose con lui vadano storte, perché … perché…
Neanche lei sapeva il vero motivo, o forse non aveva il coraggio di ammetterlo a sé stessa.
- Perché non voglio, ecco. Punto. 
Chenille l’osservava con un sorrisetto sotto i baffi, comprendendo il vero motivo, ma non volle forzarle la mano, e si limitò ad acconsentire col capo e a rivolgerle uno sguardo malizioso. 
Francis cominciava ad essere nervosa, e quello sguardo aumentava il suo stato d’animo turbolento, così sospirando, disse:
- Mi hai fatto venir voglia di dargli buca….
Chenille le rivolse uno sguardo con un sopracciglio alzato e una smorfia poco convinta sul volto, proprio a sottolineare il fatto che non l’avrebbe creduta neanche a pagarla:
- Sono due giorni che non lo vedi, e muori dalla voglia di farlo, vallo a raccontare a qualcun altro, bella…
In quello stesso istante squillò il cellulare di Francis, e la ragazza sorridendo a causa delle parole dell’amica, afferrò il cellulare e lesse che era un sms di Justin.
- E’ lui…
Quasi le si illuminarono gli occhi dalla gioia, ma non se ne accorse. 
Chenille la guardò sorridendo. 
- Muovi il culo e raggiungilo… ah a proposito, dov’è che devi incontrarlo?
Francis intanto si infilava il giubbino di jeans. 
- Agli studi di registrazione di Timbaland, dice che è lì per delle commissioni, ma non so se dopo faremo qualcosa…
Chenille cominciò a muovere il ventre lentamente e diceva:
- Spero che lo farete beeeella….
Francis le diede una spallata amichevolmente, sorridendo a quella scenetta buffa dell’amica e alle sue allusioni, poi le diede un bacio sulla guancia e si allontanò da lei.
- Ci sentiamo più tardi!
- Fate i bravi!!!! 
Le urlava Chenille, felice che l’amica stesse finalmente cominciando a ridere e ad essere felice. Poi prima che l’amica potesse uscire di casa le urlò un’ennesima raccomandazione:
- ... E guida con prudenza quella moto!! Comincio a preoccuparmi!!
- Sììì, mamma!!
Le rispose facendole il verso, Francis, sorridendo divertita dal modo di fare dell’amica, poi uscì di casa e a bordo della sua moto, andò via.
[…]
Francis indossava un pantalone di tuta Adidas grigio, con strisce laterali grigie lucenti, che davano un effetto d’occhio molto bello e particolare. 
Il pantalone in questione era leggermente più largo sulle gambe, ma le calzava aderente allo stesso tempo. Una t-shirt bianca a scollo a V, molto semplice e di una taglia più grande della sua, al piede calzava scarpette bianche, e in testa aveva il suo immancabile cappello di pelle nero, con la lettera F ricucita sopra, cappello a cui era legata perché era un regalato proprio Justin. 
Prima di indossare il casco della sua moto, però, dovette toglierlo e riporlo nel piccolo porta oggetti sotto il sediolino.
[…]
Lo studio di registrazione di Timbo, era a pochi passi dal centro di New York, ma ben distante dal caos cittadino, vi si entrava da un vialetto alberato non troppo largo, e dopo un cancello di acciaio raffinato alto quasi due metri. 
Somigliava molto più ad una casa vera e propria, piuttosto che ad uno studio di registrazioni. 
Era ad un piano solo, con enormi porti scorrevoli di vetro all’entrata, basse d’altezza, che rendevano la struttura ancor più accogliente e meno ampia. 
Appena dentro, Francis parcheggiò la sua moto accanto all’auto di Justin, il ragazzo era arrivato con la sua jeep nera, mentre Timbo aveva parcheggiato la sua Maserati bianca, sotto al tettuccio che gli faceva da garage. 
Tolto il casco, la ragazza lo ripose nel porta oggetti, da cui estrasse il cappello e lo mise subito in testa, con la visiera posta all’indietro, lasciando ben in vista la scritta “Justin” che era posta a caratteri piccoli, attorno al regolatore di larghezza del cappello.
Fece volteggiare l’anello delle chiavi attorno al suo dito, e in una mossa rapida, le ripose nella tasca dei pantaloni, entrando nella struttura con un grosso sorriso stampato sul volto, impaziente di rivedere Justin. 
[…]
Il primo ad accoglierla, però, fu il figlio tredicenne di Timbo, si chiamava Demetrius ma tutti lo chiamavano Demis. 
Lo aveva conosciuto quasi subito aver conosciuto suo padre, quindi sapeva che ormai i suoi genitori non stavano più insieme. 
Come ogni bambino barra ragazzino, aveva un ottimo rapporto con Francis, la ragazza gli voleva molto bene e adorava il suo faccino dolce.
- Fran!!!
Le corse in contro, mentre Francis nel vederlo, allargò le braccia pronto ad abbracciarlo: era da molto che non lo vedeva. 
- Demis!!! 
Il ragazzino la travolse in un abbraccio, che per poco non la fece cadere:
- Wooo!! Che potenza, ragazzo! Da quand’è che hai questi muscoli?
La ragazza sciolse l’abbraccio per guardare quel filo di muscoli che si vedeva sulle braccia del ragazzino, che continuavano ad essere magroline, ma lei voleva ingrandire un po’ la cosa.
Demis, compiaciuto da quelle parole, la guardò sorridendo e Poi spostò lo sguardo verso le proprie braccia. 
- Sto facendo palestra, sono davvero molto bravo!
- Oh… ma si vede!
- Dai vieni, ti faccio conoscere i figli di Will, stavamo ballando insieme…
Il ragazzino le prese la mano e cominciò a tirarla verso la sala da ballo della struttura. 
Una sala da ballo enorme, con parquet a terra e specchi su tutte le pareti.
- I figli di Will? Chi è Will?
Francis stranita, si lasciò trascinare da Demis, e intanto si domandava perché Justin non le avesse menzionato della presenza di questo presunto Will.
- Will… Will Smith!
Diceva Demis, mentre apriva la porta della sala, dove vi erano questi due bambini, un maschietto di nove anni e una femminuccia di sette anni, che soltanto a guardarli erano adorabili e molto belli, oltre che molto alti e magri. 
Francis era incredula nel sentire quel nome, non poteva credere che si trattasse di quel Will Smith, ma nel guardare bene il piccoletto di nove anni, non poté non notare la forte somiglianza col famoso attore. 
- Ragazzi lei è Francis.
- Ciao…
- Hey!
Pronunciò con più decisione il maschietto, assumendo un atteggiamento più da adolescente, infatti sorprendentemente le allungò la mano in avanti, per potergliela stringere a mo’ di saluto.
Francis sorrise a quella scena e con piacere, e divertimento gliela strinse.
- Molto piacere!
- Io mi chiamo Jaden, lei è mia sorella Willow!
Fran sorrideva a quel bambino molto sveglio e spigliato, che aveva una cascata di capelli ricci in testa, così gonfi da farle quasi credere che si trattasse di una parrucca, poi si voltò in direzione della sorellina, che invece li aveva meno gonfi e più lunghi, legati con due codini. 
- Piacere Willow!
- Ve l’avevo detto che vi sarebbe piaciuta!
Pronunciò Demis, mentre Francis con sguardo accigliato, ma divertito, E si voltò a fissarlo interrogativamente. 
- Ti stavamo aspettando. Willow dice che da grande vuole diventare come te.
Quelle belle parole, la stordirono per qualche attimo, non sapendo se stessero dicendo sul serio oppure no. 
- Come me?
- Sì!
- Voglio essere una ballerina brava come te! …Guarda…
La bambina sembrò aver perso quella timidezza iniziale del saluto, e fece una corsa verso lo stereo, per prendere un cappello molto simile a quello di Francis, con una fantasia a pois rosa; lo posizionò in testa proprio come faceva Francis, e il fratello la raggiunse per accendere quell’enorme stereo difficile da usare persino per lei, ma il bambino sembrava saperlo manovrare alla perfezione. 
- Ti facciamo vedere come abbiamo inventato una coreografia per la canzone di nostro padre.
Sembravano molto euforici e contenti della presenza della ballerina lì quel giorno, la quale travolta da un insieme di piacevoli emozioni, non sapeva cosa dire. 
Si limitò a guardarli gioiosa, con un sorriso felice sul volto, impaziente di vederli ballare.
La sala circondata da un impianto stereo formidabile, cominciò a risuonare la canzone Switch di Will Smith per l’appunto, e già dalle prime note, si potevano vedere quei due splendidi bambini, muoversi a tempo di musica, quasi come dei ballerini veri e propri e tenere il tempo battendo le mani tra un passo e l'altro.
Francis aveva negli occhi una luce dettata dall’emozione e dalla gioia che soltanto il ballo e i bambini riuscivano a darle. 
Nel vedere le due cose insieme la emozionò molto, ma poi lo schiocco di mani di Demis, accanto a lei, la svegliarono da quel sogno ad occhi aperti, e si lasciò trasportare dal ritmo della canzone, cominciando a muoversi in pista accanto ai due bambini imitando i loro passi, che poi somigliavano molto ai suoi.
Ancora non riusciva a credere di avere di fan.
Era una scena stupenda, i tre bambini e Francis che ballavano quella canzone in sintonia, guardandosi negli specchi ignari del fatto che Will Smith, sua moglie Jada, Justin e Timbaland, li stessero guardando da fuori la sala, anche loro esaltati e sorridenti.
La piccola Willow imitò, a sorpresa, dei passi di Francis tra cui il cambio di visiera del cappello, quando Francis usava girarlo all’indietro mentre eseguiva passi di hip hop, e anche la finta scossa elettrica che tutto sommato le uscì fuori piuttosto bene nonostante la sua inesperienza e piccola età.
Francis a bocca aperta, fissava quella che sembrava essere la sua prima piccola fan nel mondo, che conosceva ogni sua mossa o passo di danza così bene da riuscire ad imitarlo.
Batteva le mani a tempo di musica, per gasarla ancora di più, e lei cominciò a muovere la sua testolina a destra e sinistra, accompagnata dalla musica, assieme al fratello che invece eseguiva passi di break dance assieme a Demis anche piuttosto bene. 
Il piccolo Jaden canticchiava anche la canzone, imitando le espressione del padre alla perfezione.
Fran temeva che non avrebbe più potuto far a meno di quei bambini se avessero continuato di quel passo.
[…]
- Sì… lei di solito fa amicizia prima con i bambini, poi con i grandi..
Justin spiegava a Will e Jada una delle caratteristiche tipiche di Fran, che aveva chiaramente un debole per i bambini, a cui anche lui si era abituato. 
Smith e sua moglie se la ridevano, sembravano adorare la ragazza già senza doverla conoscere per forza di persona. 
Justin sembrava incantato nel vedere Francis, lo era ogni volta che la guardava. 
Una volta finita la canzone, i bambini si fiondarono ad abbracciare Francis, sembrava una scena adorabile, ma poi i tre non mollarono più la ragazza, attaccandosi alla sua gamba senza darle modo di muoversi. 
Francis ridendo, cercava di muoversi, ma loro non gliene diedero la possibilità, così lei stando al gioco, cominciò a muoversi tipo gorilla, e riuscì a trascinarli fuori la porta, mentre continuavano a starle addosso.
Timbo, sorridendo, incitò il figlio di smettere di abbracciarla, Demis, abbracciava il ventre di Francis standole dietro, arrivandole a malapena all’altezza della sua pancia, mentre la piccola Willow e Jaden, erano avvinghiati alle sue gambe come se fossero delle scimmiette. 
- Oh… andiamo piccoli birbanti! Mollatele le gambe, 
Will Smith cominciò a tirare il figlio per le gambe, sollevandolo a mezz’aria, ma lui continuava a tenersi stretto alla gamba sinistra di Fran, con le mani. 
Jada, invece tentava di scollare via Willow tirandola per le spalle, che era avvinghiata alla gamba destra della ballerina come un koala. 
Quella scena era fantastica, tanto da far venir voglia a Justin di immortalarla in una foto. 
- Fermi così!!!
Francis alzò lo sguardo verso di lui con un sopracciglio alzato, incredula del fatto che stesse dicendo sul serio, e proprio con quella sua faccia confusa, Justin scattò la foto col suo cellulare, per poi scoppiare a ridere ancora una volta. 
- Papà!! Ma noi vogliamo restare con lei!!
- Sì, papà!!! Ti prego, portiamola a casa con noi!!!
I due bambini sembravano aver scambiato Francis per un giocattolo fantastico, o un cagnolino, e lei non trattenne una risata divertita, per poi piegarsi sulle ginocchia e lasciarsi abbracciare da loro, ricambiando l’abbraccio allargando le braccia per accoglierli tutti e due, mentre Demis si avvicinava a suo padre e a Justin. 
Will e Jada restarono a guardarli con aria stordita, un’espressione comica che fecero ridere tutti:
- Dico ma siete completamente fuori di testa?
- Cosa credete…non abbiamo abbastanza spazio in casa…
Will stette al gioco, e parlava davvero come se i figli gli avessero chiesto di portare a casa un cane, anziché una ragazza. 
Il figlio Jaden si oppose a quell’affermazione, cominciando a credere che il padre fosse un pazzo:
- Ma se abbiamo una casa a due piani…?
- Sta ziiiiiiiittooooo
Urlò il padre con un tono di voce così sottile da somigliare da un omosessuale incazzato. 
Justin non tratteneva più le risate, assieme a Timbo e Francis.
Il piccolo invece, per ripararsi da quell’urlo stordente del padre, si riparò tra le braccia della ballerina, cominciando anche lui a ridere sotto i baffi, accompagnato dalla sorellina.
- Bene…
Disse con tono calmo l’attore comico, mentre si aggiustava il giubbino di raso che indossava, dopo quell’urlo.
- Se le cose stanno così… e non volete mollarla, allora disdico subito il nostro viaggio a Disneyland della settimana prossima.
L’uomo prese il cellulare dalla tasca dei jeans che indossava, e appoggiato dalla moglie che acconsentiva severamente, cominciò a comporre un numero a caso. 
I due fratellini si guardarono in faccia terrorizzati per qualche secondo, poi abbandonarono all’istante Francis, e si precipitarono verso il padre disperati:
- Nooooooooo!!!
Urlarono insieme, mentre Jaden si gettò ai suoi piedi implorandolo di fermarsi, e Willow cercava di togliergli di mano il cellulare, saltando lungo la lunghezza delle sue braccia. 
Justin aiutò Francis ad alzarsi, tra una risata e l’altra, e il ragazzo le riservò uno sguardo carico di sentimento, che la ragazza non seppe ignorare. 
Si sorrisero per qualche attimo, quasi risultando due adolescenti innamorati, poi lui la prese per mano e le presentò i due:
- Will, Jada lei è Francis…
Sembrava che stesse presentando la sua nuova fidanzata ai suoi genitori. 
I due giovani e bellissimi attori, le sorrisero gioiosamente.
- Spero che adesso non ci detesterai…
- Sì, insomma, ti avremmo ospitato se solo avessimo avuto una casa più grande.
Esclamò Will stringendosi nelle spalle, mentre la moglie gli diede una spallata ridendo:
- Non volevo riferirmi a questo…
Will sorrise anche lui assieme alla moglie, poi Francis ridendo a sua volta, tenendo ancora Justin per mano, disse loro:
- No, affatto! Anzi, credo di volervi sposare…
- Oh no…perché sposare noi? Sposa lui piuttosto!
I due attori guardarono le mani dei due e sorrisero teneramente, soprattutto Jada. 
Justin la tirò verso di lui e l’abbracciò sorridendo a quelle parole, dandole poi un bacio sulla fronte. 
Francis ricambiò a stento quell’abbraccio ancora presa dalla timidezza iniziale della situazione. 
[…]
- E’ un vero peccato che se ne siano andati, comincio già a sentire la loro mancanza. A proposito, perché non mi hai detto che c’erano anche loro?
Francis e Justin erano riusciti ad avere due minuti da soli, dopo che la famiglia Smith era andata via (con la ripromessa che si sarebbero rivisti presto) e Timbo era tornato in sala di registrazione con suo figlio per recuperare delle cose prima di andar via. 
Justin non rispose a quella domanda, desiderava soltanto baciarla, e così fece. 
Afferrandola per i polsi, la mise spalle al muro, mentre camminavano verso l’entrata della camera di registrazione, e la travolse in un rapido ma passionale bacio. 
Riaprendo gli occhi lentamente, le rispose poi:
- Credevo di farti una sorpresa…
Le sorrise a pochi centimetri di distanza dalla sua bocca, facendo sciogliere il cuore della ragazza, che lo trovava sempre più dolce e bello:
- Ci sei riuscito…
Disse lei, per poi avvicinarsi ancora alle sue labbra stampandogli un bacio fugace e tornare a camminare. 
Aveva sentito la porta della camera di registrazione, chiudersi, e non voleva farsi vedere dal loro amico in quella posizione. 
- Ehi, ragazzi, allora noi andiamo… 
Francis guardò l’amico accigliata:
- Andate già via? 
Con dispiacere spostò lo sguardo sul piccolo Demis, che si infilava il giubbino di raso nero con le maniche gialle, pronto ad uscire.
- Non guardare noi…
Timbo alzò le mani e spostò lo sguardo verso Justin, che con un mezzo sorriso e stringendosi nelle spalle, le disse:
- Avevo organizzato una seratina insieme, ehi sono due giorni che non ci vediamo…
Francis gli sorrise maliziosamente, lanciandogli una lunga occhiata d’intesa, poi si rivolse verso Timbo e il piccolo Demis:
- Ok, ma domani riportami questo giovanotto! Abbiamo dei nuovi videogiochi da testare, inoltre mi devi un paio di rivincite…
La ragazza si rivolse al ragazzino e mimò con la mano un pugno, in segno di saluto, al quale il ragazzino ricambiò facendo scontrare leggermente il suo pugno contro quello della ragazza, sorridendole felice. 
- Contaci, Fran!!!
Timbo sorrise guardando il figlio, passandogli una mano sulla testa, che come lui, portava rasata.
- Va bene, va bene, ragazzi.
Il produttore si allontanò mettendo una mano sulla spalla del figlio.
- Fate i bravi, mi raccomando…
Quella frase fece sobbalzare Fran, che improvvisamente ricordò le parole di Chenille, e spaventata cominciò a pensare che la serata con Justin sarebbe potuta finire nel modo che temeva…
- Allora…
Justin destò la sua attenzione, dando uno schiocco di mani, e guardandola in un modo strano, se non lo avesse conosciuto, avrebbe detto che era timido per qualche insolita ragione.
- Come sai, questo posto è infinito… e c’è un maxi schermo quanto una parete nell’altra stanza.. e anche un divano niente male…
Francis cercava di sorridere a quelle parole, ma falliva ogni volta, perché presa da un leggero panico.
Poi sbottando in una risatina, cercando di spezzare quella strana atmosfera, e disse:
- Vuoi costringermi a guardare una partita di football?
Justin si mise a ridere a quella buffa supposizione, poi Francis continuò alzando le mani:
- Non che io abbia qualcosa contro il football Americano, anzi, siete agonisticamente parlando molto fighi, ma davvero non ci capisco un cavolo…
- In realtà volevo guardare un film… anche se adesso mi hai fatto venir voglia di vedere la partita…
Le disse guardandola fisso, come se si fosse appena ricordato che ci fosse stata una partita importante che non poteva perdersi, ma poi un sorriso divertito, lo tradì e Francis capì che stesse scherzando, così disse:
- Un film?
- Sì… insomma non abbiamo mai avuto un vero e proprio appuntamento… e ormai è quasi passato un anno…
- Cos’hai contro i cinema?
Francis spaventata che la serata potesse sfociare in qualche altra cosa, dopo quel film, avrebbe optato per uscire e non restare in casa per non facilitare ancora di più quell’ipotesi che cominciava a metterle ansia. 
- Cinema? A New York? Mmmh…
Justin finse di pensarci su con una smorfia sulla faccia che la diceva tutta:
- Mi dispiace, ma non posso…
Francis aveva quasi dimenticato che stesse parlando con un artista di fama mondiale, e non con un ragazzo qualunque.
Notando il dispiacere sul volto della ragazza, Justin le si avvicinò cingendole le mani, e cercando dolcemente il suo sguardo:
- Ehi… se non ti va…
- No! Certo che mi va!
Francis nel guardarlo negli occhi, e notando il suo dolce tentativo di accontentarla, decise di smetterla di preoccuparsi inutilmente. 
Gli sfoggiò uno splendido sorriso, poi cambiando radicalmente umore, con impazienza lo guardò curiosa:
- Allora… quale film hai scelto?
Justin, sorrise di ricambio, quasi sospirando di sollievo constatando che la ragazza non avesse fatto storie.
- In realtà ero indeciso tra “La Febbre del Sabato Sera” e “Star Wars”
- Io voto per “La Febbre del Sabato Sera”
Disse la ragazza alzando una mano, come se stessero davvero mettendo la cosa alle votazioni… non avendo alcuna intenzione di guardare un film come Star Wors, che a suo avviso era noiosissimo.
- Sicura di poter sopravvivere a Travolta con i pantaloni a zampa di elefante?
- Io lo trovo dannatamente attraente!
- Dannatamente attraente?
- Diavolo, sì! E’ di John Travolta che stiamo parlando, baby!
Sembravano quasi essere tornati ad essere Justin e Francis i migliori amici, ma la finta gelosia di Justin, li riportò alla realtà che erano adesso: ovvero due ragazzi innamorati:
- Ah sì? Potrei cominciare ad essere geloso di Travolta…
Il ragazzo si avvicinava a lei, con prepotenza, pronto a baciarla, mentre lei sorridente, altalenava lo sguardo dai suoi occhi alla sua bocca:
- Arriveresti con molti anni di ritardo… è da quando avevo quattro anni che ho una cotta per Travolta…
- Sono ufficialmente geloso, allora…
Francis ridacchiava, ma teneva il ragazzo sulle spine, senza cedere ancora alle sue labbra, e cominciò ad intonare un motivetto di una canzone del film che cantavano i Bee Gees. 
- Night Fever, Night Fever, we know how to do it…
Justin divertito sorrideva maliziosamente e si morse le labbra prima di baciarla. 
Ad occhi chiusi, Francis si lasciò trasportare da quel bacio passionale, forse troppo, e così si rese conto che le cose sarebbero potute andare velocemente nel modo che temeva, senza che se ne accorgesse o spaventasse.
Cominciava quasi a volerlo, ma a sorpresa, Justin mise fine a quel momento e a quel bacio, allontanandosi da lei di poco e restando a guardarla.
- Smettila di baciarmi, ok? 
- Che?
Disse con sguardo accigliato ed incredula Francis con un marcato accento Spagnolo, mentre Justin cominciò ad assumere un atteggiamento da ragazzino verginello, facendo ridere la ragazza:
- Insomma sei qui per il film o per approfittare del mio corpicino?
Intanto Justin si avviava nella sala affianco, seguito da Francis, camminando lentamente, quasi sculettando. 
- A proposito… devo ricordarmi di comprare un pantalone a zampa di elefante…
Francis lo fissava sorridendo, poi sbottò in una risatina a quelle ultime parole e mettendo le braccia incrociate sotto il petto, disse:
- Non ti staranno bene come a Travolta…
- Bugiardaaaa! Ti detesto!!!
Somigliava sempre più ad un’adolescente con un rapporto conflittuale con la propria madre, e Fran non trattenne più le risate, ma poi gli si avvicinò e con una smorfia finta di dispiacere, alzò le sopracciglia ed inclinò le labbra verso il basso:
- Sorry…
E lo sorpassò entrando in quella sala col televisore enorme e un divano davvero molto accogliente, mentre Justin si lasciò scappare un sorriso mentre lei gli dava le spalle. 
Entrando in quella camera enorme, notò i movimenti della ragazza, continuò a scherzare e con sguardo serio e scuotendo un dito indice a destra e a manca, le diceva con tono rimproverante:
- Ehi… no no no no quello è il mio posto e quello è il mio cuscino, devo appoggiarci i popcorn. No, no anche quelli sono i miei popcorn!
Francis aveva già preso posto sul divano, sgranocchiando da una ciotola piena di popcorn che aveva trovato sul tavolino davanti a lei, e Justin accusava come un bambino e subito si andò a precipitare sul divano, cercando di afferrare la ciotola enorme contenente i popcorn, ma Francis glielo impediva, facendogli scudo. 
- Ridammeli! 
- No!
- Sono i miei popcorn!!
- Adesso sono i miei popcorn!!
Urlava fingendosi isterica, mentre lui smanacciava in direzione dei popcorn, che Fran allontanava tenendo un braccio teso.
- No! Sono i miei!!
- Zitto e fa partire il film!
- Non senza i miei popcorn!
- Sono finiti!
- Ridammeli!
- No!
- Si!
- Ho detto no!
- Ho detto sì!
Quella lotta sembrava essere senza fine, ma poi lui cominciò a farle il solletico, e lei rovesciò l’intera ciotola di popcorn sul divano, e ancora ridendo, si voltò verso Justin con una mano sulla bocca, stupendosi del casino che avesse fatto.
Lui la guardò fingendosi stupito e sospirò pesantemente somigliando ad un omosessuale frustrato, voltandosi in direzione della tv, ma moriva dalla voglia di ridere.
[…]
A metà film la scena era questa:
Travolta ballava, Francis e Justin erano su quel divano enorme ricoperti da popcorn, e Justin con una mano, afferrava popcorn da dosso a Francis e li sgranocchiava facendo commenti sul film di tanto in tanto. 
Il ragazzo allungava le mani sul ventre della ragazza, sul seno, sulle gambe soltanto per afferrare i popcorn e mangiarli, e Francis restava impassibile mentre raccoglieva popcorn accanto a lei Sparsi sul divano, tenendo gli occhi fissi sulla tv. 
- Io quel passo non ce l’avrei messo.
Diceva Francis mentre seguiva con attenzione le coreografie di quel film, mentre Justin dava un sorso alla sua birra e seguiva il film con altrettanta attenzione:
- Ecco che cominci a criticare ancora una volta…
- Ehi… fino ad ora non hai fatto altro che criticare i vestiti di Travolta!
- Mi sembra normale…
- Tu non hai niente di normale, Justin…
- Senti chi parla…
Francis lo guardò male, con un’espressione buffa sul volto e cominciò a lanciargli contro dei popcorn. 
Justin scoppiando a ridere per la sua buffa reazione, e cominciò a pararsi il volto con le braccia, cercando di scansare quei popcorn. 
Diedero vita ad una guerra a suon di popcorn, finendo di rendere quella camera ancora più sottosopra, lanciandosi popcorn a vicenda, finché lui non le andò incontro e l’afferrò per i fianchi, cercando di fermarla con un bacio. 
Quel bacio durò pochi attimi, poi lei si distaccò da lui e con lo stesso tono che usò lui poco prima, disse:
- Smettila di baciarmi, ok?
Justin sorrise, restando ancora posizionato su di lei, tenendole ferme le braccia, accigliò lo sguardo e con uno spiccato accento spagnolo, disse:
- Che?
Francis sorrise a quello scambio di battute, finché Justin non riprese a baciarla, senza essere più fermato da lei. 
Il ragazzo allungava le mani sotto la sua maglia, e quel bacio non aveva più fine.
In sottofondo si poteva ascoltare una musica dolce, dal film, che aiutò i due a voler continuare nel toccarsi, baciarsi, accarezzarsi. 
Justin cominciò a baciarla lungo il collo, lentamente, e lei socchiuse gli occhi, trovando quel momento uno dei più belli che avesse vissuto da qualche anno a questa parte. 
Si rese conto che desiderava quei baci da molto tempo prima, si rese conto che era lui quello che davvero voleva, colui da cui voleva essere davvero toccata.
Era tutto perfetto, Justin anche se allungava le mani sul suo corpo, lo faceva dolcemente quasi come se le chiedesse il permesso prima di farlo; ma qualcosa spinse Francis nel fermare quel momento, qualcosa dal passato, un ricordo, una paura, che la invase appena si rese conto di quello che stavano per fare.
Era stata toccata in quel modo soltanto una volta, e soltanto da un uomo, forse l’uomo sbagliato, eppure non poté far a meno di pensarci, di ritornare indietro nel tempo ed avere paura.
Justin ancora col capo poggiato sul petto di lei, si fermò nel baciarle il collo e sussurrò:
- Che c’è?
Francis lo costrinse a tirarsi su e si aggiustò la maglia addosso, mentre con imbarazzo lo guardava fissarla confuso:
- Possiamo… ehm… devo… 
- Che ti prende?
Domandavo lui impaziente e confuso:
- Io…
Francis sospirò in un sorriso nervoso, passandosi una mano tra i capelli, e Justin attendeva una risposta impaziente:
- Non possiamo baciarci e basta?
Furono le prime parole che le uscirono di bocca, le disse quasi di getto, quasi irritata ma più con sé stessa che con lui.
Justin stranito da quella proposta della ragazza, disse:
- Dici sul serio?
- Mh..Mh..
La ragazza acconsentì timorosa col capo, rendendosi conto da sola di aver appena detto una cazzata; mentre lui continuava ad essere sempre più incredulo:
- E’ come se mi chiedessi di andare piano mentre guido una Ferrari… 
Per Justin quella situazione era pazzesca, non poteva credere che Fran fosse seria.
La ragazza si alzò dal divano e si allontanò portandosi una mano tra i capelli, visibilmente turbata e confusa.
- Hai… Hai ragione, sì, hai ragione tu… ma non… io proprio non riesco a… no. Devo.. devo andare un attimo in bagno… scusa…
Parlava quasi in stato confusionale, mentre lui la fissava andar via, ancora intontito.
[…]
Passarono svariati minuti, e lei continuava ad essere rinchiusa nella sala da ballo, seduta e rannicchiata su sé stessa, abbracciando le gambe, tenendo le ginocchia contro il petto e fissando il parquet mentre ripensava a quello che avesse fatto.
Sapeva che non poteva più trascorrere l’eternità a pensare al passato, sapeva di dover guardare avanti e vivere la vita senza più voltarsi indietro, ma in quel momento, se chiudeva gli occhi, si ritrovava il volto di Fabio davanti agli occhi, quell’uomo che le aveva portato via la verginità in un modo quasi bello come quello che stava vivendo con Justin, poco fa, ma con dell’inganno e delle menzogne in sottofondo, che ancora oggi le turbavano l’anima. 
Era cosciente del fatto che Justin fosse un ragazzo totalmente differente, aveva avuto modo di conoscerlo in quei mesi, era trascorso quasi un anno, ed erano diventati ottimi amici, anche se con alti e basi, aveva imparato a conoscerlo quasi meglio di chiunque altro; eppure sembrava non essere abbastanza per lasciarsi andare totalmente a lui.
Era come se fosse stata vittima di un trauma, che faticava a superare. 
Si odiava, odiava il modo in cui si era comportata e in cui l’aveva lasciato nell’altra stanza. 
Poi, ecco che ricordò le parole di Chenille, così simili a quelle di Emma che socchiudendo gli occhi, riuscì a vederle insieme mentre tentavano di darle buoni consigli da amiche.
Si alzò in piedi e si diresse verso quello stereo enorme e complicatissimo da usare, con l’intenzione di accenderlo, senza avere un motivo valido per farlo. 
Sarebbe dovuta tornare da lui, ma temeva una sua brusca reazione, e non l’avrebbe retta, così si lasciò prendere da quel momento e dalla sua voglia di musica, ma non sapeva veramente se stesse pigiando sui tasti giusti finché non cominciò a risuonare una canzone.
Era una canzone lenta, ma il volume massimo delle casse, la fece sobbalzare, nonostante fosse di un ritmo piacevole.
Era una canzone di Justin, che Timbo stava rimettendo a posto in quelle settimane, si intitola “(Another Song) All Over Again”. 
Nello stesso momento in cui riconobbe la voce di Justin, intonare quella canzone, si sentì un rumore di porta che si apriva alle sue spalle, si voltò ed era proprio lui che la stava raggiungendo. 
- Che stai facendo?
Le domandò visibilmente irritato e alterato, mentre le si avvicinava.
Lei capì in quello stesso istante che lo amava, capì che era con lui che voleva finire, capì che era lui il ragazzo giusto per lei E che doveva smetterla di aver paura.
Così a passo svelto gli corse incontro e lo travolse in un abbraccio. 
Il ragazzo si lasciò abbracciare, e ancora confuso sul suo strano comportamento, la strinse a sé quasi d’istinto.
Francis sentendo quelle sue belle parole d’amore risuonare in quella canzone, sciolse l’abbraccio e lo baciò dolcemente, cingendogli il volto tra le mani. 
Adesso si baciavano con più trasporto, con più passione, con più desiderio, se ciò fosse stato possibile. 
Lei aveva spazzato via le sue stupide paure, ed era lì che bramava le sue labbra e le sue mani sul proprio corpo. 
Smisero di baciarsi, soltanto quando cominciarono a temere di poter restare senza respiro, e proprio in quel momento, lui riaprì gli occhi e le accarezzò una guancia, ripetendo romanticamente una frase della canzone che risuonò proprio in quel momento, che diceva:
- Little Girl you’re all I’ve got (Bambina tu sei tutto quello che ho)
Fran in quel momento, sentì che il suo cuore si scioglieva lentamente e perdeva il respiro, ma lui le prestò un po’ del suo mentre la travolse in un tenero bacio.
Quella dolce canzone continuava a risuonare, mentre loro due cominciarono a togliersi i vestiti di dosso e a scivolare a terra l’uno nelle braccia dell’altro.
Finirono col fare l’amore lì, in quella sala prove che li aveva visti spesso protagonisti di balli e coreografie, lì in quel luogo dove tutto ebbe inizio e dove tutto stava appena cominciando. 
Le mani di Justin avvolsero il corpo di Francis, corpo che il ragazzo aveva desiderato per troppo a lungo, e mani che lei meritava di avere sul suo corpo da tanto, troppo tempo. 
Erano fatti l’uno per l’altra, e meritavano di vivere quel momento sia lui da un lato che lei dall’altro. 
Erano stati due ragazzi sfortunati in amore, e adesso sembravano vivere una favola, senza riuscire a credere che fosse vera. 
Justin credeva di impazzire, non c’era parte del corpo di Francis che non desiderasse toccare, baciare, accarezzare, desiderava tutto di lei e sentire la sua pelle sfiorare la propria gli donava un piacere e una gioia che non credeva di poter riprovare ancora. 
I baci di lei sul suo corpo erano lenti, passionali, e nessuno dei due voleva più smettere, non avevano alcuna intenzione di portare a termine quel bel momento. 
Fu magico, talmente bello che Francis derise la sé stessa di poco fa che non voleva concedersi tutto quello.
Justin era stato dolce, forse più di quanto si aspettasse, ma aveva saputo anche sorprenderla con baci e tocchi lì dove non pensava che sarebbe arrivato, conducendola al piacere estremo. 
[…]
Non sapeva quanto tempo era passato, né le importava particolarmente, sembra che tutto in quel momento non avesse importanza, contava soltanto lui, lei, loro due e nient’altro. 
Il tempo sembrava non essere abbastanza.
Mentre lei era tra le sue braccia, lui le accarezzava un braccio, restando con le spalle poggiate ad una parete priva di specchi, e fissava la loro immagine riflessa in tutti quegli specchi. 
Improvvisamente Justin cominciò ad intonare una canzone dei Bee Gees assumendo lo stesso tono acuto e sottile del cantante del gruppo, tanto da far sobbalzare Francis, che sciolse l’abbraccio e lo guardò a bocca aperta, impressionata dal suo modo di saper imitare alla perfezione quel tono di voce.
Entrambi poi scoppiarono a ridere, con Francis che continuava a guardarlo stupefatta, ancora non riuscendo a credere che il ragazzo fosse così bravo nelle imitazioni:
- La smetti con queste imitazioni?
Gli disse scherzando e dandogli una spinta con una mano sul petto, e lui non trattenne un sorriso mentre l’afferrava per un braccio e la costringeva ad avvicinarsi a lui. Francis si aspettava che la baciasse ancora, ma lui le disse:
- Ho fame…
- Ma se hai mangiato tutti i miei popcorn?
- Ancora con questa storia? I popcorn erano i miei!!
- Cominci a darmi sui nervi…
- Bene…
- Bene?
- Mh..Mh..
Acconsentì lui tacitamente mentre le diede un ennesimo bacio, bacio che partì in quarta, senza più freni o timori. 
Le loro bocche, i loro corpi ormai si conoscevano alla perfezione, lui sapeva già dove mettere le mani, e lei sapeva come fare per farlo impazzire.
Justin voleva fermarsi, ma il corpo di Francis non glielo permetteva, fu attratto dal suo seno, dal suo ventre piatto ma in carne allo stesso tempo, dalle sue game, dal suo sedere che dopo averglielo visto di sfuggita dagli spogliatoi, lo sognava di notte.
Tornò a parlarla, a far scivolare la sua mano sul suo corpo fantastico, mentre lei si mise a sedere sulle sue gambe, afferrando il suo volto e travolgerlo in un bacio senza fine.
[…]
Non sapeva spiegarsi come fosse successo, ma guardando fuori dalla finestra, si rese conto che stava per sorgere il sole, c’era l’alba. 
Francis stava davanti ad una finestra, con addosso soltanto la camicia di lui, per coprirsi, mentre Justin era in bagno a darsi una sistematina.
Aveva appena vissuto una favola, un sogno, non le sembrava reale.
Il suo sguardo cadde sul proprio braccio, e cominciò a sorridere tra sé e sé e si convinse nel darsi un pizzico per dimostrare a sé stessa che tutto quello era realtà e non un magnifico sogno. 
Finalmente era tornata ad essere quella di un tempo, la vera lei, quella con tanta voglia di amare e di essere amata, quella piena di vita e di gioia, e tutto grazie al proprietario della camicia che indossava e che aveva ancora il suo profumo inebriante addosso.
[…]
- Io continuo ad avere fame, anzi… credo sia aumentata…
Francis e Justin indossarono di nuovo i vestiti che avevano il giorno prima: lei il pantalone della tuta dell’Adidas, la t-shirt bianca, le scarpette e il giubbino di jeans, con i capelli raccolti in una coda coperti dal cappello che le aveva regalato lui; Justin invece indossava una camicia nera con delle strisce grigio scuro, quasi nere, e un jeans dello stesso tono di grigio, con delle scarpe nere sportive, e un cappello.
- Cosa vuoi mangiare?
Domandò lei, mentre infilava la scarpa destra e saltellava per infilarla e lo guardava.
- Qualunque cosa! Facciamo colazione!
- Sei sicuro di voler uscire? Insomma…
Sapeva che c’era il rischio di essere assaliti non solo da qualche fan del ragazzo, ma soprattutto dai paparazzi, e non sapeva se era il caso di farsi vedere in giro con lui, perché non era certa che a lui andasse bene.
- Sono le cinque del mattino…magari siamo fortunati e non veniamo assaliti…
- Sei sicuro di volerti far vedere in giro con me?
Domandò lei senza troppi peli sulla lingua, guardandolo dritto negli occhi, diventando per un attimo seria. Lui alzò lo sguardo verso di lei, e non trattenne un mezzo sorriso:
- Non sei una ragazza raccomandabile, ma…
- Come??
Sbottò lei in una risata incredula e divertita allo stesso tempo.
Lui si strinse nelle spalle, e scherzando confermò la sua versione.
Francis gli fece il verso, poi ritrovando la chiave della sua moto nella tasca del giubbino, gli chiese:
- Vuoi andarci con la tua jeep o con la mia moto?
- Con la moto, ovvio!
- Hai un casco?
- Credo di sì… vado a prenderlo!
Disse lui esaltato come ogni ragazzo quando stava per salire su una moto, e Francis lo guardò sorridendo scuotendo il capo.
Justin fu di ritorno dopo qualche minuto, col casco che portava già in testa, ricordando il giorno in cui Fran lo indossò al Central Park.
La ragazza si piegò in due dalle risate quando lo vide spuntare da lontano con quel casco, intanto era già fuori in giardino accanto alla sua moto.
- Che c’è?
Disse lui fingendo di non capire, perché stesse ridendo, ed allargò le braccia.
- Ehi… posso guidarla io, vero?
- Neanche per sogno, bello!
- Dai! Ti offro la colazione!
- Non se ne parla!
- Allora niente colazione per te!
- Ho i miei miseri contanti, bello…
Justin alzò la visiera del casco e la guardò implorante:
- Ti preeeego!!!
Congiunse le mani e cominciò a pregarla sul serio; sperando di intenerirla con i suoi occhi, ma quel casco in testa la faceva soltanto ridere.
- Guarda che ho una Harley Davidson, so come si guidano le moto!
- La mia non è una moto qualunque.
- Ah no?
- No, è la MIA moto!
Francis cominciò ad accarezzare la carrozzeria della moto, quasi incantata dalla sua bellezza, mente Justin sfilò via quel casco e si avvicinò a lei rapidamente.
- E se ti convincessi con le maniere forti?
- Vuoi fare una lotta?
Domandò lei accigliata, guardandolo con un mezzo sorriso sul volto, mentre lui ricambiando il sorriso con più malizia, la travolse in un bacio passionale con tanta, tanta lingua.
Alla fine di quel bacio, Francis era così stonata da non riuscire neanche a riaprire gli occhi.
Tenendo gli occhi ancora chiusi, e le labbra ancora umide, prese le chiavi gliele penzolò le davanti agli occhi, dicendo:
- Sappi che se trovo un solo graffio, lo stesso graffio lo avrai anche tu!
Disse lei con convinzione e malizia riaprendo gli occhi e concedendogli le chiavi della sua moto.
- Uhhh…mmh… beh così mi tenti…
Francis sbarrò gli occhi e cominciò a pentirsi di avergli dato le chiavi, così con spavento gli disse:
- Non ti permettere!
Justin ridacchiò, e la spinse verso la moto.
- Sta calma, vedrai che io e la tua moto andremo molto d’accordo…
Justin salì in sella alla moto e mentre rinfilava il casco, la guardava come se fosse stata una persona:
- Ciao, bella… allora, come va? Vediamo se riesco a farti volare…
Francis si era già pentita di averlo fatto, così con ancora un po’ di spavento, guardò la sua adorata moto, e prima di salire in sella, alzò gli occhi al cielo e si maledisse scherzosamente, poi indossò il casco e Justin partì.
Tutto sommato sapeva guidarla molto bene, si aspettava di peggio, ma certo non poteva competere con la bravura della ragazza, che ormai la guidava da anni.
Per Justin fu un emozione e una soddisfazione particolare guidare la moto di Francis, perché sapeva che non la faceva guidare a nessuno.
[…]
Arrivarono ad una caffetteria Francese che faceva le ore piccole di notte e quindi restava aperta 24 ore su 24. 
Justin fermò la moto a poca distanza da questa enorme e raffinata caffetteria Francese che si chiamava “Le café Français”.
Francis però, aveva sviluppato un udito molto raffinato in esercito, e si accorgeva se c’era qualcuno nelle sue vicinanze Che la stesse seguendo, anche se era fra la gente. 
In quell’occasione però, vi erano soltanto lei, Justin e un altro paio di persone su per quella strada, così non le fu difficile percepire la presenza di qualcuno che li stesse spiando. Lanciò uno sguardo alle sue spalle, e Justin notando che la ragazza si comportasse in modo strano, le domandò curioso e leggermente allarmato:
- Che succede?
Francis guardava in direzione di alcune siepi molto folte, situate a pochi passi da loro sulla sinistra, e alzandosi la visiera del casco, gli disse:
- Non toglierti il casco, credo ci siano dei paparazzi…
Justin si voltò alle sue spalle, ma non vide nessuno, né sentì alcun rumore, ma volle fidarsi di lei, così acconsentì e si lasciò il casco in testa, così come fece lei, e la prese per mano, entrando poi in quella caffetteria. 
Una volta dentro, i due sfilarono via i caschi dalle loro teste, e i proprietari si diressero verso il ragazzo entusiasti di vederlo:
- Mr. Timberlake! Bentornato!
Un signore di mezza età, si avvicinò ai due, era molto magro, alto poco più di Justin, con dei sottili baffetti neri e capelli dello stesso colore, ben gelatinati e pettinati all’indietro. Parlava con un forte accento francese ed indossava la divisa della caffetteria che somigliava più ad uno smoking raffinato che ad una divisa da bar.
Subito dopo di lui, si avvicinò un altro uomo, di qualche anno più giovane di quest’ultimo, biondo rame, sulla cinquantina e con più o meno lo stesso look dell’altro, a differenza che questo non aveva alcun baffetto, ma anzi, una barbetta semi-folta.
- Bonjour Madame…
Il secondo signore biondiccio, prese la mano di Francis e le fece un galante baciamano, alla quale la ragazza era tentata di rispondere con un inchino nobiliare, ma si limitò a sorridere gentilmente.
- Mon plaisir Monsieur…
Rispose Francis con un sorprendente ed impeccabile francese, che stupì prima di tutti Justin, il quale si voltò a guardarla meravigliato, mentre i due uomini apprezzarono l’ottimo francese della ragazza, la quale continuò parlando nella loro madrelingua.
Trascorsero svariati minuti a parlare in lingua Francese, Francis e l’uomo che scoprì chiamarsi Jean-Pierre e l’altro Marcel; mentre Justin li osservava accigliato, provando a capirci qualcosa, mentre Marcel gli teneva compagnia.
- Ok, credo di non capirci molto col francese…
Francis e Jean-Pierre si voltarono nella sua direzione e quasi si ricordarono della loro presenza. 
- Oh… scusami… spiegavo a Jean-Pierre come mai ho un nome francese…
La ragazza gli sorrise timidamente, e lui ricambiò, per poi inclinare le labbra verso il basso in una smorfia risoluta. 
- Beh a me ancora non l’hai spiegato…
- Oh…
Fran si rese conto soltanto in quel momento, di avergli raccontato molto poco di sé e viceversa, eppure sembravano conoscersi meglio di chiunque altro.
Justin tagliò a corto e disse:
- Beh possiamo avere un attimo per aggiornarci mentre mangiamo un croissant… Quelli di Marcel e Jean-Pierre sono i numeri uno dei croissant francesi!
I due uomini compiaciuti dalle parole dell’artista, li invitarono a prendere posto nella sala accanto, mentre Justin prendeva per mano Francis e insieme giunsero al loro tavolo. 
Sembrava un angolo di paradiso, vi era un enorme vetrata addobbata con rami di piante rampicanti vere, che lasciavano intravedere fuori, ma allo stesso tempo donavano una leggera intimità. 
Un tavolo rotondo di media misura, con due sedie comodissime solo a guardarle e una tovaglia di lino bianco pregiato sul tavolo, addobbato con grandi calici e bicchieri di ogni misura e posate di ogni tipo. 
- Mi sento una pezzente con questi abiti addosso in questo posto così raffinato…
Bisbigliò lei allungando il capo verso Justin, che le sedeva difronte, il quale si avvicinò col capo verso di lei, e le sorrise malizioso:
- Staresti meglio senza tutti quei vestiti addosso…
Le sorrise ancora una volta, poi le diede un bacio sulle labbra, dopodiché tornò a sedersi composto e tolse la giacca di raso nera che indossava, ponendola sullo schienale della sua sedia:
- Insomma…vuoi raccontarmi perché ti chiami Francis? C’è un motivo particolare?
Francis sorrise a quella domanda, abbassando lo sguardo distrattamente su quel tavolo ben apparecchiato, e restando in posizione eretta e corretta, gli rispose:
- In realtà il mio vero nome è Francisca.
- Uhm… mi piace anche questa versione. Francisca!
Pronunciò sorridendo, assumendo un tono ispanico, che fece sorridere ancora una volta la ragazza, che poi riprese a parlare:
- Questo perché sono originaria dell’Argentina… non ho mai conosciuto i miei genitori, l’unica cosa che sapevo di me, era il mio nome, ma poi sono cresciuta in degli orfanotrofi… finché ad otto anni non fui adottata da i miei genitori…
Justin l’ascoltava interessato, diventando improvvisamente serio in volto, visibilmente e profondamente dispiaciuto per il passato della ragazza, che sembrava non aspettarselo così triste ed ingiusto.
- Mia madre adottiva pensò di modificare il mio nome nella sua lingua madre, diceva che con loro avrei cominciato una nuova vita e avrei dimenticato il mio passato, e così anche il mio nome cambiò. Tutto qui…
Concluse la ragazza stringendosi nelle spalle e abbozzando un sorriso, mentre Justin alzò lo sguardo verso di lei e la guardò per un attimo intensamente, senza aver bisogno di dire altro per comprendere che in realtà ci soffrisse ancora per quel passato non troppo lontano e che aveva marcato la sua personalità; poi Cercando di strapparle un sorriso, accigliò lo sguardo e disse:
- Hai detto tutto questo a Jean-Pierre?
Francis sorrise a quelle parole e disse:
- No, gli ho solo detto che mia madre è originaria della Francia…
Justin sorrise di ricambio alla ragazza, poi stette qualche altro attimo in silenzio, mentre ponderava silenziosamente su quello che gli aveva appena confidato la ragazza, e dopo un po’ disse:
- Com’è che l’hai pronunciato? Franssisca?!
Justin pronunciò il nome in un misto tra il francese e lo spagnolo detto male, e questo fece ridere Fran, che divertita lo guardava mentre rideva e lui lasciandosi andare ad un sorriso, disse:
- Che c’è? Frassisca, è così, no?
- Più o meno…
- Oh allora dimmi un po’ com’è che si dice, avanti…
Fran smise di ridere e cercò di schiarirsi la voce, prima di dire con un perfetto tono spagnolo:
- Francisca!!
Justin ripeté quel nome, passandosi la lingua tra i denti, facendole il verso cominciando a somigliare ad un uomo effemminato che tentava di parlare spagnolo.
Fran cominciò a ridere facendo risuonare nella sala la sua risata melodiosa:
- Smettila di ridere, o ci scambieranno per due balordi e non ci daranno da mangiare.
- Tu smettila di fare il…
- Il cosa?
La interruppe lui alzando un sopracciglio e sfidandola a continuare, ma proprio in quel momento furono serviti da dei camerieri molto giovani e ben curati nel loro aspetto e portamento.
Servirono prima lei, poggiandole davanti un vassoio coperto da un grosso coperchio bombato, d’acciaio, e poi Justin con un piatto vuoto, dove poteva servirsi da solo delle pietanze che preferiva, le quali furono poggiate sul tavolo dall’altro cameriere. 
Vi erano cornetti di ogni misura, con crema, marmellata e cioccolata pregiata in piccoli contenitori rotondi, biscottate, cereali, cappuccini, acqua bollente con vari gusti di tè disposti in bustine, caffè, cioccolata calda, latte, acqua e succhi di frutta all’arancia e albicocca. 
Così tanta roba che la ragazza si stupì di come avessero fatto a portarla, e a servirla su un unico tavolo.
Ma la cosa che più la incuriosiva era ciò che poteva esserci sotto quel vassoio, se si fosse ritrovata davanti una torta non se ne sarebbe stupita, perché era l’unica cosa che mancava su quel tavolo colmo di pietanze per la colazione.
[Canzone consigliata per questa scena Oasis-Wanderwall]
I camerieri lanciarono uno sguardo d’intesa a Justin, che sorrideva sotto i baffi per la reazione di Francis alla visione di tutta quella roba, poi si congedarono. 
Fran alzò lo sguardo verso quei due giovani ragazzi, sorprendendosi che fossero andati via senza alzare quel coperchio, così capì che forse qualcosa ci covava.
Spostò lo sguardo verso Justin accigliata e stranita, così presa dalla curiosità, alzò quel coperchio e su un piatto d’argento vi era poggiata una rosa rossa e attorno ad essa vi era avvolta una collana d’oro, avente un ciondolo rotondo che somigliava ad un piccolo scrigno che bisognava aprire.
Francis con un sorriso accennato dettato dall’emozione, alzò per un attimo lo sguardo verso Justin, che era lì impaziente che osservava ogni sua minima reazione ed emozione spuntar fuori dal suo volto.
Fran annusò la rosa chiudendo gli occhi, poi sfilò via quella collana ad aprì il ciondolo d’oro lentamente, spaventata dal poterlo rompere, e una volta aperto vi era una frase incisa che diceva “My Electric Lady” seguito dalle sue iniziali poste sui lati. 
Le brillavano gli occhi, era forse la cosa più bella che avesse mai visto, o semplicemente lo era perché veniva da lui. 
Justin poggiò i gomiti sul tavolo e incrociò le mani tra loro, guardandola impaziente, mentre per il nervosismo si mordeva il labbro inferiore.
- Allora? Ti piace? Non la indossi?
La travolse con quelle domande lecite, che fecero sorridere Fran per quanto risultassero carine, per quanto lui risultasse carino e dolce in quel momento. 
- Anzi, aspetta, faccio io…
Il ragazzo si alzò e le andò incontro, per poi prendere delicatamente quella collana ed agganciargliela al collo lentamente. 
Fran si toccò quel ciondolo che le penzolava quasi all’altezza del seno e lo strinse in una mano, percependone tutto l’affetto e il sentimento che ci aveva messo il ragazzo nel regalarglielo; lui si inginocchiò, piegandosi nelle gambe e restò a guardarla sorridendole, un sorriso che fece battere forte il cuore di lei.
- P-perché questo regalo?
Cominciava a chiedersi come avesse fatto a sapere che quel giorno sarebbe stato il giorno dopo la loro prima volta. 
Non riusciva a spiegarsi perché quel regalo così stupendo e costoso, proprio in quel giorno. 
Justin inclinò il capo da un lato, spostando lo sguardo nel vuoto e in un mezzo sorriso ammise:
- Veramente… questo era il mio regalo di Natale, ma…
Fece una pausa di un secondo, spostando lo sguardo verso di lei e continuò:
- …Ma non mi sembrava il momento adatto per dartelo… così quando la mattina di Natale tornai in camera mia per prendere il mio regalo, decisi di prendere gli anellini e rimandare questo ad un momento migliore… e quale momento migliore di questo?
Francis si stupì di quelle parole, ma dovette ammettere che dopo il casino che combinò alla vigilia di Natale a casa di quell’amico di Justin, anche lei non si sarebbe concessa quel magnifico regalo. 
Acconsentì con un tocco di palpebra, sorridendogli dolcemente, poi gli accarezzò una guancia col dorso della mano teneramente e gli si avvicinò per dargli un bacio.
Justin ricambiò con piacere quel tenero bacio, trovando quelle labbra sempre più irresistibili, poi i due si distanziarono di qualche millimetro, e ancora quasi bocca c bocca, lei gli disse:
- Perché sei così buono con me?
Lui sorrise facendola impazzire, e disse:
- Te lo dirò un’altra volta il perché…
Le diede un rapido bacio sul nasino, poi si andò a sedere al suo posto, lasciandola con quel quesito nella mente.
[…]
Francis non tolse più quel ciondolo, lo indossava sempre, anche quando faceva una doccia, o quando faceva l’amore con Justin…
Quel mese di stop dal tour, fu forse il momento più felice di tutta la sua vita.
Si sentiva rinata accanto al cantante, e neanche lo considerava più una persona famosa, per lei ormai era soltanto il suo Justin, e cominciava a credere di amarlo veramente, come non aveva mai amato nessuno prima di allora, ma era ancora troppo presto per dirglielo.
[…]
Il 20 Aprile, Justin fu ospite di una trasmissione televisiva intitolata “The Ellen DeGeneres Show”.
Si trattava di uno show molto amato in America, che aveva un come conduttrice un attrice comica chiamata appunto Ellen De Generes.
Si diceva che questa donna fosse famosa soprattutto per il fatto di essere omosessuale e per le lotte contro l’omofobia e i diritti dei gay che sosteneva; oltre che ad essere famosa per la sua brillante simpatia e cultura.
Quel giorno delle registrazioni del programma, Francis accompagnò Justin, ormai i due facevano coppia fissa da un po’, e i paparazzi li avevano immortalati insieme già parecchie volte mentre si concedeva delle passeggiate mano nella mano per le strade di New York e dintorni. 
Lei però non vi prese parte all’intervista, si limitò con sollievo a far parte del pubblico, infatti era seduta dietro l’ultima fila del pubblico, nascosta da occhi indiscreti e vicina all’uscita per entrare nel backstage scortata dalla security.
Ellen e Justin sembravano essere amici di lunga data, probabilmente si conoscevano già da un po’, e non solo per fama, ma soprattutto personalmente. 
L’intervista partì già col botto, non appena in sala entrò Justin, si potevano sentire urla di ragazze presenti in sala andare in delirio, e lui che salutava tutti e ringraziava grato: fu uno dei momenti in cui Fran ebbe la conferma di non essere l’unica ragazza al mondo che l’amasse.
La conduttrice pareva essere davvero molto simpatica e a modo, totalmente diversa dagli stereotipi di conduttori televisivi che incutevano soggezione e ti mettevano in imbarazzo con domande inopportune.
Sembrava quasi che lei e Justin fossero seduti nel salone di casa della donna, piuttosto che in uno studio televisivo con le telecamere puntate addosso e il pubblico attorno. 
Il ragazzo indossava uno smoking nero, con una cravatta chiara allacciata male, che gli dava un aria più casual, e una camicia bianca. 
La donna invece indossava un completo total white, ovvero con un pantalone bianco, con una camicia bianca infilata nei pantaloni e una cintolina nella vita color marroncino.
Lui aveva sempre i capelli rasati con una leggera ricrescita, lei invece aveva un taglio di capelli medio corti, erano biondo chiaro, che arrivava all’altezza delle sue orecchie e che gli donava un’aria sbarazzina.
Entrambi avevano gli occhi azzurro mare, e una risata contagiosa, anche se lei era molto brava nel fare battute e a restare impassibile; il che faceva ancora più ridere. 
Partirono subito con un accenno di balletto sulle note di sexy back, e risultavano essere molto divertenti, nonché adorabili. 
Dopodiché l’intervista barra chiacchierata tra i due, cominciò. 
- Allora, Justin, come sta andando questo tour?
- Oh alla grande! Dovresti venire a vederci, sai?
- Carino da parte tua invitarmi ad un tuo concerto quando cominci il tour europeo, davvero. Grazie Justin!
Justin, assieme a tutti gli altri, scoppiò a ridere a quelle parole e gesticolando disse:
- Beh ma torneremo in America.
- Grazie a Dio!
Disse con finto stupore sul volto la donna, per poi lasciarsi andare ad un sorriso.
Justin dopo aver ridacchiato ancora una volta per il modo di fare della donna, disse:
- Ti invito ufficialmente ad un mio concerto, quando vorrai, con chi vorrai…
- Posso portarci la mia ragazza?
- Certamente!
Il pubblico ridacchiava in sottofondo, mentre loro parlavano quasi come se stessero discutendo di un argomento come l’altro.
- Sono sicura che ne sarà entusiasta.
- Oh, grazie!
- Ma ti pare, grazie a te per i biglietti gratis!
A quella battuta anche Justin si lasciò scappare una risatina.
Francis li osservava da lontano sorridendo e applaudendo assieme agli altri, si stava proprio divertendo, e stava cominciando ad adorare quella donna come nessun altro membro della televisione ci era riuscito. 
L’intervista proseguì ancora per molto, con momenti in cui i due toccavano argomenti come la carriera d’attore e da cantante di Justin, di avvenimenti mondiali importanti chiedendo il parere dell’artista, e a momenti in cui si vedevano i due concedersi passetti di ballo in cui la conduttrice sembrava essere anche abbastanza brava. 
Finché una domanda, destò particolarmente l’attenzione di Fran:
[Canzone consigliata per questa scena Semisonic-Closing Time]
- Insomma, è da un po’ che ti si vede single, e tutte le donne del mondo si chiedono se lo sarai ancora per molto. Sai, qualcuna dovrà pure organizzarti per venire a cercarti…
Un urlo di una ragazza delirante tra il pubblico si levò, e assieme a lei attaccarono tutte le altre donne presenti in quello studio televisivo. 
Fran si guardava intorno, con un sorriso di plastica sul volto, curiosa di sapere come sarebbe proseguita la cosa.
Al che, Justin imbarazzato da quelle parole e quelle grida di fan, si passò una mano sul volto, e restò nascosto dietro quella mano per qualche secondo, mentre Ellena lo guardava curiosa, sorridendo divertita.
- Cosa c’è?
Domandò la donna guardandolo impaziente di ricevere una risposta, e così lui tolse via la mano dal volto, e la guardò dicendo:
- So che lo hai fatto di proposito…
- Io?
- Già…
Disse lui ridacchiando, e mettendosi a sedere composto, mentre la donna fingeva di non capire, mentre tratteneva una risata:
- Non so di cosa tu stia parlando, Justin…
Il ragazzo lanciò uno sguardo verso Francis, e per un attimo il cuore della ragazza volò via dal suo petto, e il sorriso dal suo volto andò scemandosi lentamente, presa da un attimo di smarrimento, poi lui tornò a guardare Ellen:
- In verità sono felicemente NON single…
Un urlo di delirio si issò in sala, mentre Ellen accigliò lo sguardo, continuando a fingere di non sapere:
- Felicemente NON single?
Ripeté lei con lo stesso tono di lui, marcato sul “non”, mentre lui acconsentiva col capo con un’aria tranquilla, che quasi fece credere che stesse scherzando ancora una volta; ma poi con una mano, lui indicò la direzione in cui si trovasse Fran e disse:
- Sai… lei è proprio qui, stasera…
La donna sbarrò gli occhi, dimostrando che stesse recitando la parte di una che fingeva di non sapere, e con un sorrisetto sotto i baffi, guardò nella direzione di Justin ed indicò una donna di mezza età seduta in prima fila.
- Oh… è lei?
- Ehm… no, non è lei…
Justin e gli altri del pubblico scoppiarono a ridere, compresa la signora leggermente in sovrappeso, alla quale Justin mandò un bacio e causò il delirio tra il pubblico; dopodiché Justin guardò Ellen:
- Ti avviso che se si incazza, verrò a prendermela con te…
- Continuo a non capire cosa hai in mente di fare, giuro, signori…
In quel momento la donna sorrise e si portò una mano sul petto, e sembrò essere sincera almeno su quest’ultima affermazione, al che Justin si alzò e cominciò a camminare tra il pubblico, salendo le scale e raggiungendo Francis. 
Urla di fan impazzite si levarono, e la security dovette tenerle a bada, mentre Francis si portò una mano davanti la bocca dallo stupore e lo guardava raggiungerla ad occhi sbarrati.
Una volta arrivato da lei le tese una mano invitandola a seguirlo giù per quegli scalini e raggiungere Ellen.
Tutti in quella sala erano rivolti a guardare lei, e tutti quegli sguardi la mettevano in imbarazzo, e non osava pensare cosa sarebbe successo una volta che si sarebbe ritrovata davanti le telecamere. 
Cercava di comunicargli la sua paura con gli occhi, sbarrandoli e scuotendo il capo leggermente, ancora spaventata all’idea, ma lui insisteva, così la prese per mano e la portò con sé da Ellen, che intanto applaudiva sorridendo felice del gesto carino del suo amico, verso questa ragazza che ancora non conosceva. 
- Dopo in camerino, ti concederò un coltello per uccidermi… andiamo!
Mentre scendeva giù per le scale assieme a lei, Justin parlava quasi da copione, come se volesse catturare ancor di più l’attenzione del pubblico, che era già abbastanza in delirio. 
Tutti si domandavano chi fosse quella misteriosa e fortunata ragazza, che Timberlake aveva pescato tra il pubblico. 
Le sue fans accanite, speravano che fosse tutto un copione e una scenata organizzata, ma proprio le sue vere fan conoscevano già Francis, avendola vista sul palco e sui giornali mano nella mano col cantante mentre erano a passeggio. 
Fancis stava per prendere in considerazione l’idea di ucciderlo con quel coltello, una volta tornati nei camerini, mentre ormai era già davanti le telecamere e si apprestava a stringere la mano alla conduttrice. 
La ballerina indossava un abito da sera nero, accorpato, con un paio di decolté neri aperti, con spalle scoperte senza bretelle ma adornate con i suoi lunghi capelli neri ed ondulati. 
La conduttrice fece una smorfia di stupore, come se si stesse complimentando con Justin per la scelta, poi disse con tono sorpreso:
- Oh mio Dio!
Justin continuava a tenere Francis per mano, anche perché la ragazza non riusciva a smettere di stringergliela per l’emozione. 
Il ragazzo guardò la sua amica sorridendo, e le domandò curioso:
- Cosa c’è?
- Non ci posso credere, Justin… Non è bionda??? Te la sei scelta mora!!
La conduttrice, conoscendo le sue ultime ragazze famose con cui fosse stato il cantante (Ovvero Britney Spears e Cameron Diaz) non poté non notare quel particolare che riteneva importante, quanto divertente.
Preso anche lui da un attimo di imbarazzo, si lasciò andare ad una risatina, mente abbassava il capo verso punti vacui, e poi si voltò a guardare Francis, che dopo quella frase, voleva ufficialmente sparire nel nulla, ma tentava di mascherarlo dietro ad un sorriso a cui non sapeva dare un senso.
- E’ americana, vero Justin?
La conduttrice, notando che la ragazza se ne stesse in silenzio, cominciò a pensare scherzosamente che non capisse la loro lingua. 
- Veramente… no…
- Oh ecco perché non parla!
La comica, cominciò ad indicare la poltrona e la invitava a sedersi, facendo vistosi gesti con le mani, era così buffa che Fran non trattenne una risata accompagnata da Justin. 
Il ragazzo cercò di trasmetterle sicurezza con un’ulteriore stretta di mano, e Francis finalmente parlò alla donna:
- Chiedo scusa ma… non pensavo di finire…
Fran presa da un ulteriore momento di panico, indicò le telecamere alzando un braccio, poi si lasciò andare ad un’ennesima risatina, e il pubblicò applaudì per incoraggiarla, mentre Justin l’abbracciò cingendola per un fianco.
Ellen si intenerì nel vedere la ragazza nervosa, e Justin che tentava di metterla a suo agio, e li guardò inclinando il capo dolcemente:
- Oh.. ma siete adorabili…
Fran e Justin continuarono a sorridere, ma poi la conduttrice si guardò intorno e cominciò a parlare con gli addetti ai lavori:
- Insomma mi portate una poltroncina per questa ragazza o dovrò farla sedere sulle mie ginocchia?
Il pubblico ridacchiò a quelle parole, mentre lei guardò Justin:
- Insomma… non che mi dispiacerebbe… Non incazzarti adesso, ma è davvero bellissima.
- Lo so.
Rispose serio e con convinzione lui, in un tono disinvolto e tranquillo, comico quanto la donna, ma erano entrambi molto seri almeno su quello. 
- Cioè signori, non potete capire di che colore sono i suoi occhi…
Un applauso si levò tra il pubblico, quando Fran abbassò lo sguardo e sorrise imbarazzata a quei gentili complimenti della donna, che poi tagliò a corto una volta che vide arrivare la poltroncina per lei facendola accomodare accanto al cantante.
- Insomma, ragazzi… 
Disse la donna sospirando mentre si sedeva, cominciando ad avere una conversazione da salotto con i due:
- In realtà io e Justin volevamo farti una sorpresa… lui mi ha parlato molto di te, e anche se non l’avesse fatto… beh bambina ti hanno visto tutti gli Americani ballare al Madison Square Garden, qualche mese fa.
Altre urla di fan echeggiarono nella sala, e Francis sorrise a pieni denti, abbassando lo sguardo, mentre era seduta accanto a Justin, con le gambe ben accavallate. 
I due non si tenevano più per mano, ma lui non le toglieva gli occhi di dosso, aveva le braccia poggiate sui braccioli della poltroncina su cui era seduto e si toccava le labbra mentre ascoltava con interesse la reazione di Fran a quelle parole di Ellen:
- In realtà non era previsto che io facessi quello che ho fatto…
Ellen si sorprese visibilmente e con interesse si avvicinò col busto in avanti per saperne di più:
- Ah no? Ma se ballavate così in sintonia…?
Francis si lasciò andare ad una risatina, mentre Justin si intromise per un attimo, e disse:
- Questo perché siamo dei ballerini, Ellen…
La donna spostò lo sguardo su di lui e disse:
- Mi riferivo anche ad un altro tipo di sintonia…
- Oh.
Disse lui alzando le mani, con uno strano modo di fare effemminato che spesso usava quando scherzava.
- La domanda mi sorge spontanea… ma se siete così in sintonia, perché quel passo non era previsto?
Francis si finse seria, imitando il modo in cui lo faceva spesso anche Justin, e disse:
- Perché il mio capo non voleva.
Con altrettanta serietà, la conduttrice disse:
- Beh il tuo capo è un cazzone…
Il pubblico scoppiò a ridere, mentre Justin si finse offeso:
- Ma insomma? 
Un applauso si levò tra la gente, e Francis lanciando uno sguardo d’intesa alla donna e cominciò a sorridere, spostando poi lo sguardo verso Justin. 
- Quello che va detto va detto.
Disse Ellen assumendo un aria risoluta, poi tornò a guardare Francis:
- Prima, il cazzone del tuo capo.. ehm…
Il pubblico rise a quelle parole, poi la donna si corresse, fingendo di essersi sbagliata ad esprimere:
- Volevo dire, Justin, mi ha detto che non sei Americana, effettivamente il tuo cognome mi suona tanto Italiano, non è vero? 
La donna si rivolse verso le telecamere e disse:
- Per chi non lo sapesse, ovvero per quelle tre o quattro persone che non hanno ancora aperto un giornale di gossip su cui ci sono foto di questi due camminare per New York mano nella mano…
Alcuni fan urlavano esaltati, ed Ellen si fece scappare una risatina mentre lanciava uno sguardo ai due, che sorridevano sotto i baffi, mentre la guardavano:
- …La ragazza si chiama De Laurentiis… l’ho pronunciato correttamente? De Laurentiis?
- Perfettamente.
Confermò la ragazza, sorridendo gentilmente in direzione della donna, ma nel sentirsi chiamare col cognome del padre che soltanto poche settimane fa l’aveva ufficialmente disconosciuta come figlia, le fece una strana impressione, quasi come se un brutto ricordo le fosse venuto alla mente. 
Ma cercò di mascherare il tutto dietro ad un sorriso, continuando a guardare la donna, con interesse:
- Adoro già questa ragazza…
Commentò tra sé e sé guardando Justin, che continuava a sorridere, mentre guardava totalmente assorto in direzione di Fran.
- Beh anch’io provo la stessa adorazione per te, Ellen…
La ragazza pronunciò il suo nome con uno strano accento, che fece aumentare il livello di adorazione della donna verso di lei. 
- Giuro che se non fossi già impegnata, proverei a rubartela.
Commentò guardando Justin, che disse:
- In quel caso saresti dovuta passare sul mio cadavere. 
Francis continuava ad essere in imbarazzo, mentre il pubblico applaudiva assieme ad Ellen che fu sorprendentemente colpita da quelle parole dell’amico ed applaudì nella sua direzione.
[…]
Intervista andò concludendosi, anche se Ellen avrebbe voluto chiedere di più su Fran.
- Insomma ragazzi, siamo giunti alla fine di questa puntata, e devo dire che rientra le migliori che abbia mai fatto, grazie a voi. 
Un applauso cominciò a sentirsi in sottofondo, mentre Ellena continuava dicendo:
- Sono felicissima di sapere che il mio amico Justin sia finalmente felice con questa ragazza, che otre ad essere stata imbarazzata per tutta la durata dell’intervista, è anche molto bella e simpatica.
Francis sorrise a quelle parole, accompagnando quell’applauso, ringraziando la donna ancora una volta.
- Ti lascio con la speranza di poterti riavere in questo studio un giorno, magari in un’intervista in cui parleremo della tua carriera da ballerina, e non di gossip.
La donna le fece l’occhiolino e Francis sussurrò:
- Me lo auguro davvero…
La donna si sbrigò ad avvicinarsi al momento del lancio della pubblicità e si alzò in piedi per salutare con un bacio sulla guancia prima Justin, poi Francis. 
- Ragazzi è stato un piacere immenso, ci rivedremo presto ad uno dei concerti, ok JT?
- Ci conto, Ellen!
- Fantastico! Voi da casa restate con noi, dopo questa breve pausa torneremo in studio per parlare del nuovo film di Jared Leto in cui interpreta l’assassino di John Lennon, Mark Chapman e per cui è dovuto ingrassare, pensate un po’, ben 27 chili!
La conduttrice lanciò la pubblicità e salutò ancora una volta i due accompagnata dagli applausi del pubblico.
[…]
Mente rientrarono nei camerini, Francis era tormentata dal nome di quell’attore che pronunciò poco fa Ellen, domandosi dove l’avesse già sentito, eppure non le veniva in mente.
Quei pensieri volarono via, quando si ritrovò sola con Justin e sorridendogli cominciò a rimproverargli dolcemente quello che avesse appena fatto:
- Sei totalmente pazzo? Ho rischiato un attacco di panico….
- Sono solo pazzo di te!
Lui la strinse a sé e senza che nemmeno se ne accorgessero, cominciarono a fare lenti passi in tondo, mentre si abbracciavano, e lui si perdeva nella bellezza del suo sorriso, e lei si perdeva nell’azzurro dei suo meravigliosi occhi. 
- Sshh…
Sussurrò lei mettendolo a tacere con un bacio. 
Stavano per lasciarsi andare a quel bacio, ognuno nelle braccia dell’altro, ma l’agente di Justin li interruppe, entrando in camerino proprio in quel momento. 
- Ok, Justin, possiamo andare.
Francis riuscì a prendere le distanze da Justin, prima che l’uomo li vedesse e lei cadesse nuovamente in una spirale di imbarazzo. Intanto l’agente continuava a parlare, guardando il suo assistito:
- Ricordati che tra quattro giorni ricomincia il tour e partiamo per l’Irlanda del Nord tra due giorni.
- Come potrei dimenticarlo?
- Non lo so, ti vedo un po’ distratto ultimamente…
Disse in tono scherzoso l’uomo sulla trentina, afroamericano e di bell’aspetto, anche se un po’ bassino.
- Naaaah…
Disse Justin inclinando le labbra verso il basso in una smorfia contrariata, mentre tirò a sé Francis, che sbottò in un grido muto mentre lui la travolgeva con un bacio.
Il suo agente se la rise, poi scuotendo il capo, uscì dal camerino dicendo:
- Ok, ma sbrigatevi…
Fran dopo l’attimo iniziale di stupore, non appena incontrò le sue labbra, accolse le braccia attorno al suo collo e con passione si lasciò trasportare da quel momento, che durò meno di quanto sperasse.
[…]
- Come sarebbe che non ho abbastanza soldi?
- Ehm… diciamo che non coprirebbero l’investimento, ecco…
- Ma se non vedo l’ombra di uno stipendio da mesi? Cosa ne hai fatto dei miei soldi?
Francis aveva finalmente avuto modo di rincontrare il suo agente dopo mesi in cui l’uomo saltava ogni appuntamento trovandosi la scusa di essere fuori dal paese e impegnato con altri affari.
Adesso però, tutti i nodi stavano venendo al pettine, e Francis cominciava a vederci chiaro su quell’uomo che non gliel’aveva mai raccontata giusta, e temeva che l’avesse truffata prendendosi tutti i suoi guadagni.
- Ma niente, Francis! Giuro che avevo tutto sotto controllo…
L’uomo cominciò a sudare freddo andando in panico, mentre Francis tentava con tutta la sua buona volontà di mantenere la calma e non fare una scenata lì davanti a tutti.
Lei e il suo agente si trovavano in una caffetteria nel centro di New York, il giorno dopo l’intervista da Ellen, e a pochi giorni dalla partenza; erano le 10 del mattino, e la ballerina già cominciava a perdere le staffe.
- Avevi tutto sotto controllo? Perché parli al passato?
La ragazza seduta al tavolo, cominciò a sedersi correttamente, avvicinandosi col busto al tavolo e poggiandosi coni i gomiti, mentre lo guardava con un’ira che cominciava a crescere nel suo sguardo.
- P-P-Perché ecco… insomma…
L’uomo si passava una mano tra i capelli e cominciò ad allentarsi il nodo della cravatta.
Indossava uno smoking nero con camicia bianca e cravatta a strisce nera e grigia, mentre Fran indossava un Jeans a vita bassa, largo con una t-shirt che le arrivava a metà altezza delle cosce e calzava di una taglia più larga, a perfetto stile hip hop.
Inoltre indossava l’immancabile ciondolo e il cappello che le aveva regalato Justin.
- Paul. Dove. Sono. I. Miei. Soldi?
La ragazza parlava a scatti, a denti stretti tentando con tutta la sua buona volontà di non esplodere dalla rabbia:
- Al momento non li ho… ma giuro che…
L’uomo confessò, ma tentò invano di tranquillizzarla.
- Non li hai? NON LI HAI? Stiamo parlando di oltre trentamila dollari!
Gli urlò la ragazza andando in escandescenza, mentre lui spaventato, cercava di tenerla buona, guardandosi intorno e notando alcuni sguardi addosso di altri clienti seduti ai tavoli.
- Shhh…. Fran ti prego non…
- Come dannazione hai fatto a far sparire trentamila dollari?  Eh? Avanti dimmelo o giuro che…
- Ok, ok…
Disse lui cercando di farle abbassare la voce.
- Diciamo che forse… ho puntato su qualche azione in borsa… ma sono stato sfortunato.
Francis quasi cacciò gli occhi furi dalle orbite dopo quell’affermazione che riteneva assurda.
- Che cosa? Tu hai investito i MIEI soldi in borsa e li hai persi?
- La borsa è fatta così… un giorno le quote salgono e un giorno scendono…
- Come ti sei permesso di usare i miei soldi? Lurido bastardo, io te la faccio pagare cara!!
Fran si alzò dal tavolo e gli lanciò addosso il contenuto del bicchiere, macchiandogli la camicia di caffè, facendo voltare tutti i presenti verso la loro direzione.
L’uomo indietreggiò con la sedia, reagendo d’istinto a quel caffè rovesciatovi addosso.
- Noi due ci vediamo in tribunale! Non finisce qua, stronzo! Ti farò spellare ogni centesimo che mi devi!
Uomini della security, si avvicinarono alla ragazza e la portarono fuori, ma non dovettero spingerla via, la ragazza si allontanò di sua volontà e una volta fuori, notò la presenza di alcuni paparazzi che immortalarono quel momento.
[…]
La ragazza si rinchiuse nella sala prove di Timbo, provando e riprovando coreografie vecchie, improvvisandone di nuove con canzoni che non erano neppure di Justin.
Aveva imparato ad usare quello stereo del produttore, e aveva migliorato il suo modo di sfogare la rabbia, che non prevedeva più sfasci di case, edifici, o bastonate contro chi le avesse fatto qualche torto.
Era determinata nel fargliela pagare legalmente, e non in ospedale.
Era rinchiusa in quella sala di prove dalle undici di quel mattino, e non si era mai fermata, neppure per una pausa pranzo.
Timbo era rinchiuso in sala di registrazione con dei suoi colleghi cantanti, con cui faceva collaborazioni, stavano incidendo una canzone, e lei non diede loro il minimo problema, dato che le porte della sala ballo erano insonorizzate e lei mai ne uscì fuori.
Timbo cercò di convincerla ad unirsi a loro per mangiare, ma la ragazza era troppo arrabbiata e turbata, per fare conversazione con altri o mangiare, così non fece altro che provare, provare e provare per tutto il pomeriggio.
[Canzone consigliata per questa scena Beyoncé-Sweet Dreams]
Partì un brano che aveva inserito nella playlist del suo ipod, e più si guardava in quello specchio, più vedeva in sé stessa l’unico modo di riscatto, l’unica persona su cui avesse potuto contare di lì in avanti, e per sempre.
Era determinata a crescere, a maturare, prendendosi sulle spalle le proprie responsabilità e doveri.
D’ora in avanti non avrebbe mai più ingaggiato un agente, sarebbe stata il suo stesso agente, si sarebbe autofinanziata l’apertura della scuola di ballo e avrebbe dato il via ad una nuova fase della sua vita.
Emma non c’era, la sua famiglia non c’era, i soldi non c’erano, eppure lei ce l’avrebbe fatta comunque, e con le sue sole forze, perché era quello che sognava.
Ma prima… doveva fargliela pagare a Paul Smith, il suo agente.
Lo avrebbe trascinato in tribunale e lo avrebbe ridotto a vendersi anche le mutande pur di riavere i soldi in dieto che le spettano di diritto.
Trovava il ballo uno sfogo migliore dei giri in moto o le risse, almeno era più costruttivo, e le dava modo di pensare a nuove coreografie e nuovi passi che avrebbe migliorato poi nel tempo.
Chiunque, con un minimo di competenza nel ballo, avrebbe scommesso nel suo successo, eppure la gente sembrava soltanto approfittarsene, o demolirla, così come aveva fatto il suo agente e suo padre.
Era un bagno di sudore e rabbia repressa, ma in lei si potevano notare gli occhi della tigre, quelli forti e determinati, quelli che l’avrebbero condotta al successo mondiale.
Mentre era impegnata ad eseguire la coreografia appena inventata sulle note di una canzone, si vide entrare Justin nella sala, con aria preoccupata e turbata; probabilmente era venuto a conoscenza dell’accaduto, oppure era stato avvisato da Timbo che lo avrà invitato a raggiungerli negli studi di registrazioni, segnalandogli la presenza di Francis e raccontandogli tutto l’accaduto col suo agente.
Justin sembrava essere furioso, spense lo stereo, e Francis soltanto in quel momento si accorse della sua presenza; lui a passo svelto le si avvicinava dicendo:
- Cos’è questa storia? Dov’è quel truffatore?
Francis non gli rispose e tamponò del sudore dalla sua fronte, mentre Justin continuava parlando:
- Trentamila dollari? Glieli faccio uscire per il…
- Ci penso da me, non preoccuparti…
Lo interruppe lei, guardandolo con riluttanza, mentre afferrava una bottiglina di energade e poggiava il suo asciugamani sulla spalla e ne approfittava per riprendere fiato.
Justin indossava un jeans e una camicia bianca, sbottonata appena di due bottoni e con le maniche arrotolate lunghe le braccia, con un paio di scarpette bianche, mentre Fran indossava la sua tuta da prove che comprendeva un leggins nero, con una canotta bianca che le arrivava sino a giù i fianchi, leggermente larga, ma abbastanza a corpo e un paio di scarpette dell’Adidas rosse.
- Come sarebbe non preoccuparti? Quello ti ha rubato i soldi!
- Questo lo so.
Justin notò un comportamento anomalo da parte della ragazza e lo associò alla questione del suo agente, ma non capiva perché si comportasse così rigidamente e freddamente anche con lui.
[Canzone consigliata per questa scena Muse-Undisclosed Desires]
- Deve pagarla!
- So anche questo.
Disse lei voltandosi finalmente a guardarlo, ma quello sguardo era freddo e distaccato, come se in quel momento la sua testa fosse immersa in altri tipi di problemi per poter pensare a lui e al loro rapporto di coppia.
Justin confuso la fissava interrogativamente, e lei dopo alcuni attimi di silenzio, aggiunse:
- Ma è una questione che riguarda me e soltanto me, quindi preferisco sbrigarmela da sola.
Justin non si aspettava che fosse seria, moriva dalla voglia di fiancheggiarla in quella battaglia contro il suo agente, per fargliela pagare.
Non sopportava l’idea che qualcuno le avesse fatto un torto simile, eppure lei voleva tenerlo fuori, come se fossero dei semplici conoscenti, o amici.
- Ma sei impegnata col tour, non potresti sbrigartela da sola, domani partiamo…
Intanto lei lo aveva superato e si incamminava lentamente verso la porta di quella sala da ballo che qualche settimana prima era stato il loro rifugio d’amore.
- Troverò un modo, non preoccuparti.
Fran era determinata e convinta delle sue capacità, come mai lo era stata in vita sua; era decisa a fargliela pagare, e diavolo lo avrebbe fatto, anche se dovesse essere l’ultima cosa che faceva in vita.
- Dove stai andando?
Domandò perplesso Justin allargando le braccia trovando inspiegabile quel comportamento della ragazza:
- A correre, ho bisogno di schiarirmi la mente.
Fran non si voltò neppure a guardarlo, che uscì dalla sala, lasciando l’asciugamani e la bottiglina vuota lì a terra da qualche parte, ed uscì dalla struttura.
[…]
Justin restò l’ impalato per qualche secondo, ma poi la seguì a ruota cominciando a correrle dietro.
Fran aveva cominciato a correre, e quando lei correva, quasi nessuno riusciva a starle dietro: negli anni dell’esercito aveva sviluppato ancor di più quella sua capacità, riuscendo a gestire il fiato più a lungo per prestazioni più lunghe e durature che le permettevano di correre molto velocemente e molto più a lungo rispetto a prima.
Justin sembrava essere l’unica persona al mondo in grado di starle dietro, forse perché era bravo quanto lei nella corsa, o forse perché era la forte attrazione e il sentimento a spingerlo da lei così in fretta.
La ragazza non si fermò, ma si voltò a guardarlo correrle accanto.
- Cosa fai? Non puoi correre in jeans e camicia!
- Se non… se non ti fermi…
Diceva lui affannato, mentre lei riusciva a parlare abbastanza linearmente, grazie alla sua nuova tecnica respiratoria.
- Non posso… Lasciami allenare, Justin. Ci vediamo dopo… vai!
- Non pu… non puoi dire sul serio…
- In base a cosa?
- In… in base… al tuo agente… io… posso aiutarti.
- Non voglio il tuo aiuto… voglio gestirmela.. da sola…
- Ma perché? Ti… complichi soltanto… la vita…
- Se non è complicata… non è la mia vita…
- Lascia che ti stia …accanto…
- Non ti sto spingendo via…
- E invece è proprio… proprio quello che stai face…ndo…
- La smetti di correre?
- Non finché non la…smetterai anche …tu…
- Rischi di restare senza fiato…
- Beh… anche tu!
Intanto la velocità era sempre stabile, molto veloce, ma regolare.
- Io mi sono allenata … in esercito… tu no…Voglio restare sola… lasciami correre in pace…
- Mi stai evitando…
- Voglio solo correre… e poi potresti farti male coi jeans… non lo sai… che non si fanno esercizi… fisici.. con i jeans?
- Dove siamo finiti?
Justin nel frattempo si guardava intorno e si accorse che a furia di correre erano finiti in una zona disabitata con tanti alberi attorno, quasi un luogo deserto.
Francis neppure ci aveva fatto caso, dato che era stata distratta dal parlare del ragazzo, così entrambi diminuirono la velocità di corsa, e cominciarono a guardarsi incontro, mentre Justin riprendeva lentamente fiato.
- Ecco, vedi?
Disse rimproverandolo lei, mentre si fermava lentamente, e si portava le mani sui fianchi.
Justin era piegato in avanti poggiandosi con le mani sulle ginocchia, intento a riprendere fiato a pochi metri di distanza da lei.
- Cosa?
- Ci siamo persi…
- Sei tu quella che correva…
- Sì ma tu mi hai distratto!
- Adesso è colpa mia?
- Hai cominciato a corrermi dietro, e non la smettevi più di parlare e parlare!!
- Volevo solo aiutarti!!
- Nessuno ha chiesto il tuo aiuto!
Gli animi tra i due cominciavano a scaldarsi, ed erano sul punto di un ennesimo litigio.
Justin guardava Francis con aria alterata, e lei ricambiava altrettanto quello sguardo, incolpandolo di non essersene stato al suo posto.
- Fanculo! Ero solo preoccupato per te!
[Canzone consigliata per la scena Phil Collin-In The Air Tonight]
Lui la guardava male, e si rimproverava da solo per essersene preoccupato.
Francis si rese conto del gesto dolce del ragazzo, ma era troppo incazzata per ammetterlo:
- Beh non esserlo!
- Non capisci un cazzo!
- Sei tu quello che non capisce un cazzo! Ti avevo chiesto di lasciarmi andare!
- Non ti ho fermata, infatti!
- Si ma hai continuato a darmi fastidio!
- Ah… al diavolo!!!
Lui la mandò al diavolo e si allontanò visibilmente incazzato e deluso da quel suo comportamento.
Fran si rese conto di aver esagerato, e che lui tentava soltanto di aiutarla, così lentamente cercò di affogare il suo orgoglio, e cominciò a camminargli dietro per raggiungerlo.
- Ehi! Dove stai andando!
- Da dove sono venuto! Continua pure la tua stupida corsa!
- Ma non sai la strada del ritorno, potresti perderti!
- Sono in grado di orientarmi!
- Ah davvero? Siamo in mezzo al nulla, tra enormi alberi…
- Troverò un modo, tu continua pure il tuo allenamento!
- Ormai non posso più farlo!
- Fai quel che cazzo ti pare!
- Ehi… smettila di essere arrabbiato!
- Troppo tardi!
- Ma dove vai? Qui ci siamo già passati un minuto fa!
Justin si guardava intorno, visibilmente incazzato e cominciava a spazientirsi.
- Stiamo girando in tondo…
Disse lei, guardandolo restando a pochi metri di distanza da lui, con le braccia poggiate sui fianchi.
- Fantastico! Ci siamo persi!
- E’ da tre ore che te lo dico!!
- Sono stato un cretino a venirti dietro!
- …infatti!
- Che stupido!
Justin si malediceva da solo, mentre imperterrito si guardava intorno cercando di ricordare la strada da intraprendere per tornare indietro.
Francis voleva fare la pace, ma ormai lo aveva fatto incazzare e anche di brutto, quindi se ne stava un po’ sulle spine, e continuava a dargli corda aumentando la sua incazzatura.
- Te l’avevo detto…
Justin la fulminò con lo sguardo e si avvicinava a lei lentamente, mentre continuava ad urlarle contro incazzato, così tanto incazzato da farle quasi paura:
- Volevo solo esserci per te, perché non sopportavo l’idea che quel bastardo ti avesse portato via tutti i soldi, ora smettila di fare la stronza e continua a correre e vattene al diavolo!
- La smetti di mandarmi al diavolo?
- Non sei l’unica che sa come incazzarsi!
- Quando mai ho creduto di essere l’unica?
- Non lo so, e non mi interessa!
- Probabilmente ci troveranno tra non molto, se continui ad urlare in questo modo!
- Non sei obbligata a restare a sentire le miei urla, mi hai chiesto di lasciarti in pace, bene, ti sto lasciando!
Francis con un sorrisetto malizioso, lo guardò divertita da quelle parole, anche quando si incazzava  riusciva ad essere bellissimo.
- Mi stai lasciando?
- E’ quello che ho detto!
Justin era confuso nel vedere quel sorriso stampato sul suo volto, che quasi lo infastidiva, perché si sentiva preso poco sul serio.
- Per lasciarsi bisogna essere in due.
- Smettila di ridere, sono serio.
- Anche io! Non puoi lasciarmi!
- E invece è proprio quello che voglio fare! Ora vattene!
- Beh non saprei dove andare, visto che grazie a te ci siamo persi!!
- Un posto dove farti andare ce l’avrei!
Fran sorrise ancora una volta e lo guardò divertita, ma alzando il tono di voce, gli disse:
- Ah sì? E quale sarebbe? Mh?
Il ragazzo con un’espressione delusa sul volto, scosse il capo leggermente e si voltò dandole le spalle per poi allontanarsi da lei, borbottando qualcosa ancora incazzato.
Francis gli corse dietro, e lui continuò a camminare, evitandola.
-Non mi hai risposto!
- Smettila di parlarmi!
- Siamo soli, in questa specie di bosco, posso parlare solo con te!
- Non voglio che tu lo faccia!
Finiro col fare ancora una volta il giro intorno a quegli enormi alberi e su quelle strade che sembravano essere tutte uguali e portavano tutte allo stesso punto di partenza.
Justin preso da un momento d’ira, scagliò un pugno contro il tronco di un albero e disse:
- Dannazione!!!!!
Francis sbarrò gli occhi a quella scena e si precipitò subito verso di lui per vedere se i tagli sulle nocche della mano fossero profondi.
- Sei impazzito?? Che cazzo fai!?
Il ragazzo tirò via la mano e ancora furioso, riprese a camminare.
- Justin!!! Hai del sangue sulle mani, aspetta!!!
Fece una breve corsetta per raggiungerlo, mentre toglieva la canotta che indossava, restando soltanto con una fascia che le copriva il seno, e i pantaloni.
- Che stai facendo?
- Fermo il flusso del sangue sulla tua mano, sta fermo!
- Rimettiti quella maglietta e pensa a trovare una via di ritorno!
- Non me ne fotte un cazzo di tornare indietro!
- A me sì! Voglio andarmene! Non sarei mai dovuto venire agli studi!
- Ormai l’hai fatto, dammi quella dannata mano!
Non sapeva più cosa fare per calmarlo, né per chiedergli scusa, così trovò che l’unica soluzione che avesse era quella di calmarlo a modo suo.
Ancora furiosi l’uno con l’altro, si guardarono male, ma poi caddero in tentazione e si andarono incontro per baciarsi.
Fu  il miglior bacio che si fossero dati prima di allora, un bacio nervoso, incazzato, ma forse quello con più sentimento degli altri.
Insomma potevano litigare come cani e gatti, ma quello che provavano l’uno per l’altro era troppo forte per poterlo gettar via assieme ad un attimo d’ira.
Justin cominciò ad accarezzarla lungo quella schiena semi nuda, stringendola tra le sue braccia, trasmettendole tutto il calore del suo corpo, calore dettato dalla corsa precedente e dalla rabbia sfogata poco fa.
Si morse le labbra a vicenda, trasformando quella rabbia in un momento passionale, che durò attimi interminabili.
Fran lo spinse spalle contro un albero, e caricò di passione quel bacio, ancora e ancora, mentre cominciava a sbottonargli la camicia, vogliosa di qualcosa di più.
Dopo essere rimasti senza fiato, riuscirono a mettere un punto a quel bacio.
Entrambi sconvolti e semi nudi, lei con i capelli scombinati, senza canotta, lui con la camicia sbottonata e quasi tolta, si fermò a guardarla indietreggiare di qualche passo.
- Questo non significa nulla.
- Assolutamente!
- Continuo ad essere incazzato con te!
- Anche io!
- Continuo a voler andarmene!
- Dammi la mano!
- No!
- Stai perdendo sangue! Dammi quella cazzo di mano!
La ragazza gli andò incontro e gli afferrò la mano, notando che il sangue colava senza fermarsi da due tagli profondi:
- Sei uno stupido idiota!!
- Che vuoi fare? Una canotta poggiata su non risanerà dei tagli!
- Sta zitto! E lasciami fare!
La ragazza stupì Justin, nel modo in cu lo stesse medicando con quel poco tessuto che aveva a disposizione. Con i denti taglio la canotta, che fortunatamente era fatta di cotone facile da rompere, e riuscì a stringere il noto attorno a quella fasciatura improvvisata.
Restarono in silenzio per tutto il tempo, mentre lei lo medicava usando metodi che aveva imparato nell’esercito, e mentre l’osservava totalmente assorto dalla sua bellezza e dai suoi modi di fare che riuscivano sempre a stupirlo.
- Ti fa male così stretta?
- Va bene così…
- Riesci a muoverla?
- Sì.
- Fa un po’ vedere!
Justin alzò gli occhi al cielo, e aprì e chiuse la mano lentamente, rassicurandola sul fatto che la fasciatura non venisse via.
- Riuscirai a suonare il pianoforte o ti brucia, quando la muovi?
- Sono dei graffi, non mi si sono spezzate le ossa…
- Sei uno stupido incosciente! Potevi farti davvero male!
- Colpa tua!
- Se volevi colpire qualcosa, colpivi me, non un albero!
- Non ti toccherei mai!

- Mai?
Domandò lei guardandolo con malizia, riferendosi ad un altro tipo di tocco che non aveva niente a che vedere con la violenza.
Lui fu rapito dai suoi occhi, ed abbozzò un sorriso, riuscendo finalmente a far sparire quell’espressione incazzata sul volto.
Lei fu trasportata da quel sorrisetto, mentre lui le rispondeva con convinzione:
- Mai!
Lei spostò lo sguardo sulla sua mano fasciata e gliela prese tra le mani, cominciando a dire:
- E se io volessi essere toccata soltanto da te…?
Avvicinò quella mano mal ridotta alle sue labbra e baciò le sue dita lentamente, poi continuò parlando con un tono di voce sensuale:
- …Insomma… toccata come soltanto tu sai fare…
Poggiò la mano di lui sulla sua guancia e riaprì lentamente gli occhi, dopo essersi goduta quel momento di dolcezza.
- Soltanto io?
- Soltanto tu…
Sussurrò lei avvicinandosi al suo volto e appoggiando le labbra sulle sue lentamente.
- Cosa… vuoi fare…?
Domandò lui, mentre si dava una risposta da solo e tornava a morderle leggermente il labbro inferiore e le parlava a ancora bocca a bocca.
Lei scivolava con le mani lungo il suo petto, fino ad arrivare ai suoi fianchi, lentamente.
- Niente che non vorrai…
Gli rispose in un sussurro, mentre si liberava da quel morsetto sulle labbra, ed alzava lo sguardo per guardarlo dritto negli occhi.
- Qui…?
Intanto lui infilò le mani nel suo pantalone e cominciò a toccarle il sedere lentamente, mentre le baciava il sollo in attesa di una risposta, che sembrava tardare nell’arrivare, a causa di alcuno ansimi di piacere.
- Potremmo prendere qualche malattia…
Disse lei, troppo impegnata nel godersi quelle sue mani sul suo corpo e quei tocchi di labbra umidi sul collo, per poter davvero pensare ad una conseguenza così grave.
- Se tornassimo indietro…
Diceva lui in un sussurro tra un bacio sul suo seno e l’altro:
- … troveremmo gli altri, e non potremmo più…
Continuava a dirle con lunghe pause tra un bacio lento e passionale e l’altro.
- Non torniamo indietro…
- Stai bene in … un posto simile?
Lei gli mese le mani attorno alle spalle e l’abbraccio, cercando di diminuire sempre più lo spazio che li divideva:
- Starei bene anche all’inferno con te…
Justin rispose a quella frase con un bacio e lei si strinse a lui come un koala, per poi scivolare con le labbra a baciargli il petto lentamente, fino a scendere giù a baciargli gli addominali, e poi risalire e guardarlo negli occhi.
- Questo ciondolo, comincia ad essere ingombrante…
Disse lui, mentre cercava di farsi spazio per sfilarle via quella fascia che le copriva il seno, ma il ciondolo le penzolava sopra.
Lei sorrise e disse:
- Ormai fa parte di me… abituatici…
- Comincerò a farti regali che non mi siano d’intralcio in momenti come questi…
Le sorrise maliziosamente lui mentre iniziarono a restare sempre meno vestiti e più l’uno nelle braccia dell’altro.
Riuscirono a farlo lì, in piedi, contro quell’enorme e possente albero in mezzo al nulla; stando attenti a non toccare nient’altro che non fossero i loro corpi.
Francis non aveva più paura, quando era con lui si sentiva protetta da qualsiasi cosa, si sentiva al sicuro e stava bene, era felice, finalmente felice.
[…]
Mentre si rivestivano, Fran guardò ancora una volta la mano di Justin fasciata, e con leggera tristezza abbassò poi lo sguardo in un punto vacuo, mentre infilava le scarpe.
- Scusa… scusa se ti ho fatto incazzare…
Non vi fu bisogno di menzionare la mano fasciata per far capire a Justin a cosa si stesse riferendo, perché l’aveva vista mentre lo guardava con quello sguardo colpevole.
Il cantante si infilò la camicia, ma la lasciò ancora sbottonata per si avvicinarsi a lei.
- Non chiedermi scusa… tu… puoi farmi quello che vuoi…
La ragazza alzò lo sguardo verso di lui che le alzava il volto accarezzandole il mento, e le scappò un sorriso a quelle dolci parole.
- Allora quando hai detto che volevi lasciarmi… non eri serio?
- Dopo quello che abbiamo appena fatto, me lo chiedi?
Era davvero una frana in quanto a relazioni, ma per fortuna a lui piaceva così com’era.
[…]
Non si sa come, ma alla fine, Justin e Francis riuscirono a trovare la strada per tornare allo studio di registrazione di Timbaland.
Una volta rientrati, però, la ragazza volle fare ritorno a casa di Chenille, per potersi cambiare, magari lei e Justin si sarebbero rivisti in serata.
Una volta arrivata, però, l’atmosfera in casa sembrava strana.
Entrata in casa, non vi era nessuno né in giardino, né in cucina, ma poi entrando in soggiorno ebbe Mama Su di faccia e capì subito dalla sua cupa faccia, che qualcosa era successo.
Spaventata, la ragazza si avvicinò alla donna, afferrandole le mani, quasi temendo che la donna potesse avere un mancamento da un momento all'altro, ma Mama Su era semplicemente stordita da una qualche cattiva notizia:
- Mama Su…!?
Entrando in soggiorno, mentre andava incontro alla donna, sulla sua destra notò Chenille seduta sul divano con la cornetta del telefono ancora tra le mani, e lo sguardo perso nel vuoto.
Francis visibilmente allarmata, guardò le due cercando spiegazioni semplicemente con il linguaggio degli occhi, ma poi Chenille sussurrò:
- E’ fuori… Trevor è uscito di prigione…
Chenille era stata avvisata dalle forze dell’ordine che il padre di Anaya aveva finito di scontare la pena in carcere con due anni di anticipo per buona condotta, e che era stato rimandato a casa dalla sua famiglia dopo cinque anni di detenzione, e che se voleva poteva fargli visita per fargli conoscere sua figlia.

CONTINUA…
   
 
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