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Autore: Rowena    10/10/2008    2 recensioni
La gita scolastica di quest’anno dell’Osaka High sarà in California.
Oh no. No no no, non può essere!
Ci deve essere un errore: questa giornata sembrava così promettente, il tempo splendido e una giornata a caccia di saldi con la mia migliore amica in programma, quindi perché si deve abbattere su di me questa disgrazia?
Non è giusto, non me lo merito.
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Quattro giorni.
Tra quattro giorni si scatenerà l’inferno.
Tra quattro giorni un aereo atterrerà qui vicino portando con sé tutto il corpo studentesco dell’Osaka High.
Ecco tutto ciò a cui riesco a pensare mentre mi rigiro tra le coperte, insonne. E come potrei addormentarmi in un momento del genere?
Sono contenta che Sano e Nakatsu siano qui, la loro compagnia mi mancava davvero: Julia li sta ancora mettendo a fuoco, sebbene sia bastata mezza giornata per convincerla che a entrambi manca qualche rotella.
Mi sono divertita molto in quest’ultima settimana, a mostrare ai ragazzi il mio mondo e anticipare qualche tappa della gita scolastica. Ovviamente ho pregato la mia migliore amica di non abbandonarci mai, anche per un solo istante, perché Nakatsu non si sentisse isolato.
Non so bene come comportarmi con Sano davanti a lui: mi ha assicurato di non provare niente per me, tempo fa, però quella sua dichiarazione sembrava così sincera…
Scommetto che mi ha mentito per non mettermi in difficoltà; se avessi ragione, sarebbe una prova che è ben più maturo di quello che appare. Forse teneva troppo alla nostra amicizia per lasciarla sfiorire.
Sia come sia, sono stata fortunata a incontrare una persona così.
Ieri Julia ha fatto un’osservazione strana, la sconvolge il fatto che chiami ancora il mio ragazzo per cognome. A me sembra normalissimo, ho sempre fatto così da quando sono arrivata all’Osaka!
Dice che è assurdo, anche perché da come mi comporto le sembra che abbia più confidenza con Nakatsu. In realtà non è così, amica mia, ma so bene che non riuscirei mai a spiegartelo a parole. Il legame tra me e Sano è speciale, ma penso che sia difficile da intendere dal di fuori.
Ad ogni modo, lui non si è mai lamentato perché non lo chiamo Izumi. Conoscendolo, non ci fa neanche caso. Non è mica come me, che sono andata in un brodo di giuggiole quando ha usato per la prima volta il mio nome!
“Mizuki, sei ancora sveglia?”
Mamma? Che cosa vuole a quest’ora?
Mi siedo sul letto e allungo una mano a cercare l’interruttore della lampada sul comodino, prima di risponderle.
“Posso entrare? Dovrei parlarti di una cosa ed è meglio approfittare del sonno pesante di tuo padre”.
Ci credo che ha il sonno pesante, altrimenti da come russa si sveglierebbe da solo!
“Accomodati”, le dico. Non so perché, ma non prevedo nulla di buono.
“La preside dell’Osaka High mi ha scritto una mail per invitarti a unirti ai suoi studenti per tutta la durata della loro gita scolastica qui in California, come ex-alunno dell’istituto”.
Non ci credo! “Stai scherzando?”
Lei mi fissa seria, allargando le braccia e agitando le mani come per convincermi. “No, perché dovrei? Mi ha spiegato che, anche se ha trovato sensata la tua decisione di lasciare la scuola, lei e il suo vice hanno preferito non rivelare il tuo segreto agli insegnanti e ai membri del consiglio di amministrazione, perciò se tu ti aggregassi alla comitiva nessuno avrebbe da contestare alcunché”.
La preside è una donna eccezionale, ecco perché tutti a scuola le vogliono così bene. Sono terrorizzata all’idea dei miei amici all’opera qui, e tuttavia avere la possibilità di sentirmi di nuovo uno di loro mi piace tantissimo.
Mi ha fatto un regalo strepitoso!
“Dovrò vestirmi di nuovo da ragazzo, allora”.
Lei annuisce. “Ovviamente”.
“E per te andrebbe bene?” chiedo quasi sorpresa. In effetti, non ha fatto scene di nessun genere neanche quando le ho rivelato in che tipo d’istituto ho studiato nell’ultimo anno, perciò non so bene che reazione mi aspettavo.
“Se hai resistito quasi sei mesi da sola, perciò perché dovrei impedirti di farlo di nuovo per qualche giorno? Pensarti a divertirti con i tuoi amici mi rende felice, figlia mia” risponde lei con un sorriso.
Ho una mamma straordinaria, non mi stancherò mai di ripeterlo.
Faccio per abbracciarla, ma lei mi ferma; le sorprese sembrano non essere finite, visto che s’illumina prima di aggiungere qualcosa.
“Ah, inoltre la preside mi ha detto che hanno già prenotato anche per te in tutti gli alberghi in cui pernotteranno. Dividerai di nuovo la camera con Sano-kun”.
Dannazione, mi sento la faccia caldissima. Che imbarazzo…
Ora capisco perché è venuta a dirmelo in piena notte: se avesse fatto un simile discorso davanti a lui, papà mi avrebbe messo la cintura di castità!
“Mamma, ma questo non è possibile”.
“E perché no? Certo, è sottinteso che dovrete comportarvi come due compagni di scuola e nulla più; il dottore di cui mi hai parlato… com’è che si chiama?”
“Umeda?” Arienai, quello ci starà col fiato sul collo!
“Sì, proprio lui. Il dottor Umeda, dicevo, accompagnerà gli studenti in gita e vi terrà d’occhio. Ti avviso, però, che se succederà qualcosa di sconveniente tra voi Sano perderà per sempre il posto nella squadra di atletica della scuola”.
Cosa? No, non potrei mai permetterlo, non dopo tutta la fatica che ho fatto perché ricominciasse a saltare!
“Allora sarebbe meglio che io dividessi la camera con qualcun altro”.
“Non dire sciocchezze, Mizuki; oltre al fatto che mi fiderei a lasciarti dormire soltanto con lui, non credo che al tuo ragazzo farebbe piacere farti stare in camera con un altro”.
No, non lo permetterebbe mai. Nemmeno se si trattasse di Nakatsu, scommetto…
A pensarci bene, non lo permetterebbe soprattutto se si trattasse di Nakatsu!
Mamma mi guarda con attenzione, sapendo bene che non permetterò a Sano di avvicinarsi a me a meno di un metro di distanza nei confini della camera che divideremo.
“D’accordo, mamma, come volete tu e la signora preside. Allora tra quattro giorni parto!” ripeto per assicurarmi della cosa.
“Eh già: ho solo un’altra condizione da porti per lasciarti andare in gita”.
Chissà perché so già che non mi piacerà neanche un po’. “E sarebbe?”
“Devi dire tutta la verità a tuo padre, Mizuki. Sulla scuola che hai frequentato, su quello che è successo, sul tuo rapporto con Sano… Non è giusto tenerlo ancora all’oscuro”.
Papà, posso andare via per una settimana con i miei ex-compagni di scuola? Ovviamente nei panni di un ragazzo, perché l’istituto è rigorosamente maschile e io dovrò travestirmi come ho fatto per tutto il periodo in cui sono rimasta in Giappone.
Suona bene, sì sì… Se volessi porre fine alla mia vita, sarebbe un ottimo sistema per lasciare a mio padre il lavoro sporco.
“Sei pazza? Come minimo mi richiuderà in casa per un anno o due!”
“Ma che dici? Andrà tutto bene, vedrai: ho anche invitato a cena Sano-kun e quel tuo amico strano, come si chiama?”
È davvero un disastro coi nomi…
“Nakatsu” suggerisco senza riflettere.
Un attimo che m’immagino la scena di noi tre più Sano e il mio migliore amico intorno a un tavolo a discutere del mio soggiorno all’estero.
Momento di panico.
Senza accorgersi di nulla, mamma batte le mani. “Sì, ecco! Verranno domani sera per aiutarti a spiegare tutto a papà”.
Si può sapere cosa ho fatto di male in vita mia? E soprattutto, perché quei due non mi hanno detto niente oggi pomeriggio? Ma questa me la pagano, oh sì.
“Oh” aggiungo con tono rassegnato.
Devo accettare la notizia e iniziare a studiare un piano per confessare la verità senza guadagnarmi un posto a vita in un convento di clausura.
“Bene, ti ho detto tutto. Buonanotte Mizuki” mi augura la mamma prima di schioccarmi un bacio e sparire in fretta, così com’è apparsa.
Ora sì che dormirò bene, rilassata e senza preoccupazioni…


   
 
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