V Cap.
Caspian,
vorrei vederti. Ho una cosa
importante da dirti. Incontriamoci nel campo di stamattina, se ti ricordi
dov’è. Ti prego vieni,
Tua, Susan
Caspian lesse più volte la
lettera “Ma quando me l’ha lasciata Susan, questa?”. Senza dubbio era la sua
grafia. Il principe cercò di ragionare, ma non gli venne nessuna brillante
idea: l’unica cosa di cui era certo, era che Susan lo stava cercando “Magari me
l’ha lasciata prima che la incontrassi d’avanti a camera sua”. Caspian piegò la lettera e la incastrò nella cintura, poi
si diresse verso il giardino, curioso come non mai.
Susan,
ti devo vedere. Devo
parlarti assolutamente e in fretta, è davvero qualcosa di importante.
Incontriamoci dove eri stamattina con tua sorella, vieni, ti prego.
Tuo, Caspian
Susan teneva la mano sul petto da quando
aveva iniziato a leggere la lettera. Riconobbe quasi subito la grafia del
principe. Cosa poteva mai volere Caspian, se erano
rimasti tutto il pomeriggio insieme? Non poteva dirglielo dopo… beh, dopo
quello che era successo? E soprattutto “Ma quando me l’ha
lasciata Caspian, questa? Probabilmente
le sarà caduta quando gli sono saltata addosso” pensò, e non poté ovviamente
evitare di diventare un po’ porpora. Entrò in camera, piegò la lettera e
la nascose nella scrivania, poi uscì di gran carriera, verso il giardino.
[Flash-back]
[-Allora, cosa scriviamo?-
chiese Edmund, seduto davanti alla scrivania, con penna, inchiostro e carta
pronti sulla scrivania. Lucy, che gli stava affianco in piedi, appoggiata con i
gomiti alla scrivania, parve pensarci un po’ su:-Beh, non saprei. Qualcosa che
li convinca, che metta loro la curiosità di scoprire- -Lucy- disse Edmund con tono di sufficienza –nn sono così stupidi, quei due. Uno è il futuro re di Narnia, che ha sconfitto il suo crudele ed usurpatore zio,
l’altra è Susan, e ho detto tutto- Lucy lo guardò un
po’ male, poi guardò la carta ancora immacolata, come se si aspettasse che
apparissero le lettere a formare le frasi che cercava disperatamente di mettere
insieme. Anche Edmund cercò di trovare qualcosa, ma con meno impegno della
sorella, poi, rimuginando su quello che voleva la sorella “che li convinca,
incuriosisca..” trovò la soluzione:-TROVATO!- -Cosa?-
-Quello da scrivere! Leggi un po’- e il giovane Pevensie
iniziò a scarabocchiare velocemente una bozza dei suoi pensieri. Un minuto
dopo, Lucy esclamò –Perfetto!- tutta contenta, e abbracciò il fratello, che la
ricambiò con un leggero sorriso di soddisfazione:-Bene, ora ho bisogno di
qualcosa, una lettera o solo degli appunti, scritti da Caspian
e Susan, altrimenti non riesco a falsificare la loro grafia- disse subito il
ragazzo. Lucy annuì, e insieme andarono fuori dalla stanza:-Io vado in camera
di Susan, tu in quella di Caspian, poi torniamo qua,
ti va bene?- chiese il ragazzo –Si, perfetto- ripeté
convinta la piccola Pevensie. I due si separarono e andarono in direzioni
diverse.
Lucy si avvicinò alla porta della camera
della sorella, sbirciò attraverso la serratura, per cogliere anche il minimo
movimento: via libera! Abbassò piano la maniglia della porta, sporse la testa
per vedere meglio, ma non avvertiva nessuno. Entrò tranquillamente “Forse Susan
è andata a farsi un giro dopo pranzo” pensò la bambina, mentre si avviava verso
la scrivania della sorella. Iniziò a ficcanasare (“cercare” non avrebbe reso
l’idea ndme) nei cassetti, trovando finalmente un
foglio che arrecava qualche appunto della giovane ex regina, su un libro che
Susan stava leggendo:-EVVIVA!- esclamò felice la piccola, rimise apposto in macella che aveva creato e corse fuori, prima che la sorella
maggiore potesse arrivare “Ora tocca a Ed”, si disse.
Edmun sembrava una spia in
missione, per come si muoveva per i corridoi: strisciava sulla
pareti e guardava ogni angolo dei corridoi con sospetto e attenzione. Se
qualcuno l’avesse visto, l’avrebbe preso per pazzo “Meglio essere cauti”
pensava costantemente il giovane ragazzo. Arrivò finalmente all’entrata della
camera di Caspian, aprì piano la porta, non
completamente, lasciando l’uscio appena intravedibile, per essere sicuro che Caspian (o chiunque si trovasse nella stanza del principe)
si accorgesse della porta aperta. Non sentendo passi o rumori provenire dalla
camera, spalancò completamente la porta: la camera era poco più grande della
sua e di quelle dei suoi fratelli, ma si vedeva che era fatta apposta per un re;
il grande letto a baldacchino, il gigantesco armadio e il grande balcone, più
grande di quello della camera di Susan. Ogni rifinitura era perfetta e
accurata. Ma Edmund non si fermò ad ammirare la camera del re, intento a
trovare un qualsiasi foglio con la grafia del principe: ovviamente la ricerca
fu più veloce e semplice rispetto a quella della sorella, perché Caspian scriveva molto di più di Susan, per ragioni
burocratiche, troppo noiose da elencare o per schemi di guerra. Edmund ne prese
uno a caso e si fiondò fuori dalla stanza, prima che qualcuno lo scoprisse.
Lucy aspettava Edmund d’avanti alla porta,
quando lo vide arrivare di gran carriera. Entrarono in camera e si diressero
verso la scrivania:-Forza Ed, muoviamoci a scriverle queste lettere- e Edmund
iniziò a scrivere quella per Susan; scriveva lentamente e ogni dieci secondi
guardava il foglio scritto da Caspian, perché la sua
grafia era molto ordinata ed elaborata: niente a che vedere con quella di
Edmund.
Lucy non faceva altro che saltellare
impaziente, al che un certo punto Edmund si voltò verso di lei intimandole:-LU!
Stai ferma altrimenti sbaglio e devo ricominciare, non mettermi fretta!-. La
bambina sbuffò e si sedette sul letto, a braccia incrociate, stando a guardare
la schiena inclinata del fratello, occupatissimo a scrivere. Dopo tutto aveva voluto lei il suo aiuto, meglio attenersi ai
suoi tempi.
Dopo pochissimo, Edmund finì la “lettera di Caspian”, e la guardò soddisfatto. Poi prese gli appunti
della sorella maggiore e un foglio bianco. Iniziò di nuovo a scrivere, questa
volta era più sicuro, perché molte volte aveva copiato la grafia di Susan per
farle degli scherzi (e le sue guance ancora ricordavano i bei tempi). Appena
finito, Edmund chiamò Lucy con un –Ho finito, vieni- e fece chiudere le lettere
in delle buste dalla sorella. Avevano preparato tutto e avrebbero “consegnato”
le lettere subito dopo cena. Avevano ancora un pomeriggio intero per
rilassarsi. Si svagarono con gli allenamenti o delle lunghe cavalcate, quando
velocemente calò la sera e l’ora di cena. Quando arrivarono a tavola, Peter era
ovviamente già seduto e parlava con Briscola e il professor Cornelius.
Salutò i due fratelli e ripresero a parlare fra loro, in attesa dei due
ritardatari: Susan e Caspian. Circa mezz’ora dopo
arrivò Susan, che si beccò una sgridata dal fratello, senza però permettergli
di tenerle testa, seguita a ruota pochi minuti dopo da Caspian.
Cenarono tranquillamente e si abbuffarono di ogni prelibatezza. Verso tardi, Edmund e Lucy si alzarono, dicendo di essere stanchi.
Tutt’altro. Avevano nascosto le due lettere nelle tasche del vestito di Edmund,
poi egli prese quella per Susan e Lucy la lasciò vicino alla porta della
sorella, mentre il fratello incastrò la lettera per Caspian
nella fessura verticale della porta della sua camera. I due fratelli si
incontrarono d’avanti alla camera della piccola –Fatto- dissero all’unisono.
Risero soddisfatti, soprattutto Lucy, e si diedero la buona notte. Mentre il
loro piano aveva iniziato a muoversi.
Caspian aspettava Susan nel
luogo di quella mattina. La ragazza arrivò pochi minuti dopo.
E finalmente ho pubblicato anche il 5° cap.
Scusatemi per il ritardo, ma sapete benissimo che sn
super occupata e le idee mi mancano un po’ (cm ricordo ad ogni aggiornamento).
Un particolare grazie a valevigi
1995 per avermi aggiunto ai preferiti. Grazie a falmarin
(anche io avrei voluto essere al posto di Susan, ma solo per il bacio,
credimi), a Lady_Sue