CAPITOLO VII
Ti guardo dormire, sembri così indifesa, come ho
potuto non rendermi conto di quello che ti stava accadendo.
Stai male vero?
Devo ammettere però che sei stata brava, sei
riuscita a nascondermi tutto alla perfezione, ma perché?
Perché hai deciso di escludermi?
Dovrai rispondere a queste mie domande e non ti
permetterò di scappare di
nuovo.
Mi guardo attorno, chissà perché immaginavo
la tua stanza proprio così, tutto qui è rosa o bianco e poi ci
sono un sacco di peluche.
Noto una foto di gruppo sul comodino, ci siamo tutti.
«Testolina buffa … cos’altro mi stai nascondendo?» sussurro piano per non svegliarti.
Dopo un po’ apri i tuoi occhioni blu, come sono
gonfi, quante lacrime hanno versato.
Mi fissi sorpresa ma non dici una parola, di sicuro stai
cercando di ricordare come mai mi trovo a casa tua.
Prendi un cuscino e ti copri la faccia con quello.
Ti sento singhiozzare, e mi si spezza il cuore.
«Ehi, su dai,
non è successo niente … » cerco di tirarti su di morale e
nel frattempo tolgo il cuscino che ti copriva il viso.
«Va tutto bene … »
mi siedo accanto a te, sul tuo letto, e ti aiuto a metterti seduta.
Restiamo in silenzio per un po’, aspettando che tu ti
sia calmata.
Non ti ho mai vista così
sofferente, non credevo che una persona come te potesse essere così
fragile, mi sento in colpa.
«Mi dispiace averti fatto soffrire, perdonami»
ti dico io accarezzando i
tuoi capelli setosi.
Tu mi guardi facendo cenno di no con la testa «No
Mamoru, non è colpa tua se sto così … tu non c’entri
niente, sarei esplosa comunque … » mi
afferri la mano e io mi perdo nel tuo sguardo,
così sincero, così vero.
«Ho capito, forse io sono stato la goccia che ha
fatto traboccare il vaso, ma sono un tuo amico e credo di avere il diritto di
sapere come stai e cosa accade nella tua vita … perché voglio
darti una mano, per evitare di ritrovarti di nuovo ubriaca, mentre ti rovini la vita!» ma che sto dicendo, lei è sconvolta e io non faccio altro che mettere il coltello nella piaga.
Lei mi lascia la mano e
io mi sento un fallito, e meno male
che volevo aiutarla, ma perché non penso prima di parlare.
«Scusami, ti prego, non volevo infierire, è
che io ci tengo a te, e voglio aiutarti … ma se non te la senti di confidarti, se non ti senti ancora pronta ad aprirti con me, io lo capisco e lo
accetto … posso aspettare».
J J J J J J J J J J
E adesso che faccio.
Mamoru sta aspettando che io mi sblocchi, beh … sono
tre anni che ci sto provando.
Sono così imbarazzata, non avrei mai voluto
mostrargli la mia parte debole.
Se solo penso che mi ha
visto ubriaca, mi viene da piangere.
Ora lui si aspetta che io mi confidi, ma non so se lo
voglio, non so se sono pronta a mettermi a
nudo anche con lui.
Ho paura che tutto possa rovinarsi, che lui cambi
atteggiamento nei miei confronti, non potrei sopportarlo.
Ma forse, arrivati a questo punto, è anche ora che
io inizi a parlare, credo di averlo già deluso abbastanza e non posso
continuare ad indugiare.
Mi sta guardando fiducioso, lui crede in me, mi è
amico e so, che, nonostante i nostri continui litigi, mi vuole bene.
«Ok Mamoru, ti dirò tutto … » gli dico facendo un paio
di grossi respiri.
«Non sei obbligata, se non te la senti, davvero, io posso … » non gli do
nemmeno il tempo di terminare la frase che lo interrompo.
«No Mamoru, credo che sia arrivato il momento, e tu
hai tutto il diritto di sapere, data la nostra amicizia» gli faccio un
sorriso malinconico e inizio a parlargli degli scheletri che ho
nell’armadio.
«Beh, da dove inizio … allora, avevo circa
quindici anni quando sono venuta a conoscenza
del matrimonio che mi avevano combinato con Seiya Kou, avrei dovuto sposarlo il
giorno del mio diciottesimo compleanno … naturalmente,
mi sono imposta, ho cercato di far valere le mie ragioni, insomma un matrimonio
è un passo importante, che prevede due persone che si amino … io, non
conoscevo Seiya, e poi, ero già innamorata di un'altra persona … »
oh mamma, questo potevo anche non dirglielo, sento che sto arrossendo.
«Comunque, non sono stata ascoltata, e, ho
fatto quello che ho fatto, ho piantato il mio ‘promesso sposo’
all’altare. Quel gesto, per mio
padre, equivalse ad un
oltraggio; lui credeva molto in questa unione, avrebbe di sicuro accresciuto il
prestigio della famiglia Tsukino. Credo di averlo deluso tantissimo, l’ho
sempre deluso. Ma, questa volta, beh, l’ha presa proprio male, mi
disse che non voleva più vedermi, perchè avevo gettato fango
sulla famiglia, e quindi, non dovevo farne più
parte. Mi cacciò di casa … »
Mamoru sgrana gli occhi «Stai
dicendo sul serio? È … è assurdo … io non … non
riesco a crederci … come hanno potuto abbandonarti … e tu, come hai
potuto nascondermi una cosa del genere?» si porta
una mano sul viso.
Mi dispiace vedere Mamoru così deluso, ma ho deciso
di dirgli tutto, quindi andrò fino in fondo.
«Ho vissuto per un po’ a casa di Rei, è
stata davvero molto gentile ad
ospitarmi ... un giorno, venne a trovarmi mia nonna, la madre di mio padre, mi
disse che era orgogliosa di me, che io avevo avuto un
grande coraggio ad andare contro le regole della famiglia; sai, lei era stata
vittima di un matrimonio combinato, ed era felice che io non avessi fatto la
sua stessa fine, riesci a crederci? Mi donò questa casa augurandomi di
viverci un giorno con la persona che amavo davvero ... poi però, non la vidi più … probabilmente
mio padre non le ha permesso di avere contatti con me» faccio una piccola
pausa.
«Mamoru, per me è
difficile vivere ogni giorno senza farmi assalire dalla solitudine, credo che
in fondo mi manchi la mia famiglia, anche se mi hanno abbandonata;
ma penso, anzi, sono sicura, che se i miei non mi avessero cacciato di casa, io,
me ne sarei andata via lo stesso. Insomma, quello che voglio dirti è che,
tutto sommato, per me è stata una fortuna
abbandonare definitivamente quell’ambiente. Credevo che finalmente avrei
potuto condurre una vita serena, ma mi sbagliavo, perchè nella mia mente
era, ed è sempre vivida l’immagine di colui che mi ha rovinato la vita, di colui che non ha
mai smesso di tormentarmi … Seiya Kou!»
Continua…