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Autore: maryusa    11/10/2008    19 recensioni
Mi guardo allo specchio, sono un disastro. Lavo ripetutamente la mia faccia con acqua gelida cercando di ridurre al minimo i segni che le lacrime mi hanno lasciato. Piango spesso in questo periodo perché si avvicina il giorno del mio compleanno. Sembra strano ma è così, piango perché in quel giorno cade l’anniversario del mio dolore. Quel giorno di tre anni fa ho perso tutto e una parte di me è morta; quella parte che mi dava la sicurezza e la forza di fidarmi degli altri.
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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LA MASCHERA FELICE J

LA MASCHERA FELICE J

 

CAPITOLO VII

 

Ti guardo dormire, sembri così indifesa, come ho potuto non rendermi conto di quello che ti stava accadendo.

Stai male vero?

Devo ammettere però che sei stata brava, sei riuscita a nascondermi tutto alla perfezione, ma perché?

Perché hai deciso di escludermi?

Dovrai rispondere a queste mie domande e non ti permetterò di scappare di nuovo.

Mi guardo attorno, chissà perché immaginavo la tua stanza proprio così, tutto qui è rosa o bianco e poi ci sono un sacco di peluche.

Noto una foto di gruppo sul comodino, ci siamo tutti.

«Testolina buffa … cos’altro mi stai nascondendo?» sussurro piano per non svegliarti.

Dopo un po’ apri i tuoi occhioni blu, come sono gonfi, quante lacrime hanno versato.

Mi fissi sorpresa ma non dici una parola, di sicuro stai cercando di ricordare come mai mi trovo a casa tua.

Prendi un cuscino e ti copri la faccia con quello.

Ti sento singhiozzare, e mi si spezza il cuore.

«Ehi, su dai, non è successo niente … » cerco di tirarti su di morale e nel frattempo tolgo il cuscino che ti copriva il viso.

«Va tutto bene … » mi siedo accanto a te, sul tuo letto, e ti aiuto a metterti seduta.

Restiamo in silenzio per un po’, aspettando che tu ti sia calmata.

Non ti ho mai vista così sofferente, non credevo che una persona come te potesse essere così fragile, mi sento in colpa.

«Mi dispiace averti fatto soffrire, perdonami» ti dico io accarezzando i tuoi capelli setosi.

Tu mi guardi facendo cenno di no con la testa «No Mamoru, non è colpa tua se sto così … tu non c’entri niente, sarei esplosa comunque … » mi afferri la mano e io mi perdo nel tuo sguardo, così sincero, così vero.

«Ho capito, forse io sono stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma sono un tuo amico e credo di avere il diritto di sapere come stai e cosa accade nella tua vita … perché voglio darti una mano, per evitare di ritrovarti di nuovo ubriaca, mentre ti rovini la vita!» ma che sto dicendo, lei è sconvolta e io non faccio altro che mettere il coltello nella piaga.

Lei mi lascia la mano e io mi sento un fallito, e  meno male che volevo aiutarla, ma perché non penso prima di parlare.

«Scusami, ti prego, non volevo infierire, è che io ci tengo a te, e voglio aiutarti … ma se non te la senti di confidarti, se non ti senti ancora pronta ad aprirti con me, io lo capisco e lo accetto … posso aspettare».

J J J J J J J J J J

E adesso che faccio.

Mamoru sta aspettando che io mi sblocchi, beh … sono tre anni che ci sto provando.

Sono così imbarazzata, non avrei mai voluto mostrargli la mia parte debole.

Se solo penso che mi ha visto ubriaca, mi viene da piangere.

Ora lui si aspetta che io mi confidi, ma non so se lo voglio, non so se sono pronta a mettermi a nudo anche con lui.

Ho paura che tutto possa rovinarsi, che lui cambi atteggiamento nei miei confronti, non potrei sopportarlo.

Ma forse, arrivati a questo punto, è anche ora che io inizi a parlare, credo di averlo già deluso abbastanza e non posso continuare ad indugiare.

Mi sta guardando fiducioso, lui crede in me, mi è amico e so, che, nonostante i nostri continui litigi, mi vuole bene.

«Ok Mamoru, ti dirò tutto … » gli dico facendo un paio di grossi respiri.

«Non sei obbligata, se non te la senti, davvero, io posso … » non gli do nemmeno il tempo di terminare la frase che lo interrompo.

«No Mamoru, credo che sia arrivato il momento, e tu hai tutto il diritto di sapere, data la nostra amicizia» gli faccio un sorriso malinconico e inizio a parlargli degli scheletri che ho nell’armadio.

«Beh, da dove inizio … allora, avevo circa quindici anni quando sono venuta a conoscenza del matrimonio che mi avevano combinato con Seiya Kou, avrei dovuto sposarlo il giorno del mio diciottesimo compleanno … naturalmente, mi sono imposta, ho cercato di far valere le mie ragioni, insomma un matrimonio è un passo importante, che prevede due persone che si amino … io, non conoscevo Seiya, e poi, ero già innamorata di un'altra persona … » oh mamma, questo potevo anche non dirglielo, sento che sto arrossendo.

«Comunque, non sono stata ascoltata, e, ho fatto quello che ho fatto, ho piantato il mio ‘promesso sposo’ all’altare. Quel gesto, per mio padre, equivalse ad un oltraggio; lui credeva molto in questa unione, avrebbe di sicuro accresciuto il prestigio della famiglia Tsukino. Credo di averlo deluso tantissimo, l’ho sempre deluso. Ma, questa volta, beh, l’ha presa proprio male, mi disse che non voleva più vedermi, perchè avevo gettato fango sulla famiglia, e quindi, non dovevo farne più parte. Mi cacciò di casa … »

Mamoru sgrana gli occhi «Stai dicendo sul serio? È … è assurdo … io non … non riesco a crederci … come hanno potuto abbandonarti … e tu, come hai potuto nascondermi una cosa del genere?» si porta una mano sul viso.

Mi dispiace vedere Mamoru così deluso, ma ho deciso di dirgli tutto, quindi andrò fino in fondo.

«Ho vissuto per un po’ a casa di Rei, è stata davvero molto gentile ad ospitarmi ... un giorno, venne a trovarmi mia nonna, la madre di mio padre, mi disse che era orgogliosa di me, che io avevo avuto un grande coraggio ad andare contro le regole della famiglia; sai, lei era stata vittima di un matrimonio combinato, ed era felice che io non avessi fatto la sua stessa fine, riesci a crederci? Mi donò questa casa augurandomi di viverci un giorno con la persona che amavo davvero ... poi però, non la vidi più … probabilmente mio padre non le ha permesso di avere contatti con me» faccio una piccola pausa.

«Mamoru, per me è difficile vivere ogni giorno senza farmi assalire dalla solitudine, credo che in fondo mi manchi la mia famiglia, anche se mi hanno abbandonata; ma penso, anzi, sono sicura, che se i miei non mi avessero cacciato di casa, io, me ne sarei andata via lo stesso. Insomma, quello che voglio dirti è che, tutto sommato, per me è stata una fortuna abbandonare definitivamente quell’ambiente. Credevo che finalmente avrei potuto condurre una vita serena, ma mi sbagliavo, perchè nella mia mente era, ed è sempre vivida l’immagine di colui che mi ha rovinato la vita, di colui che non ha mai smesso di tormentarmi … Seiya Kou!»

 

Continua…

 

   
 
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