- Prima della caduta di
Cybertron, eoni fa…
Le avevano strappato le ali.
Le avevano strappato le due zampe in
più che possedeva.
Il suo corpo presentava i segni di
torture, pestaggi e forse
-non lo avrebbe sorpreso- anche violenze di altra natura.
Nondimeno, pur sapendo che stava per
giungere la sua ora,
pure se era ridotta in simili condizioni, quella donna indossava un
dannato
manto di dignità e di fierezza che neppure la consapevolezza
della sua prossima
morte era riuscito a toglierle.
«ti è concesso
di pronunciare pubblicamente le tue ultime
parole, Anopheles, prima che io decida del tuo destino».
Non che per i traditori ci fossero
molte scelte possibili:
morte istantanea, o un viaggio senza ritorno dal carissimo Shockwave
che se
c’era da mettere mano su una nuova cavia non era tipo da
rifiutare, chiunque
essa fosse.
Le erano state tolte le manette.
Anopheles non era mai stata
una combattente che poteva dare problemi, neppure quando era in forma
-non con
quella sua leggerissima e per la maggior parte pieghevole struttura
argentea- e tutti,
incluso lui, erano lì
ad attendere di ascoltarla parlare per l’ultima volta.
In privato le avevano fatto patire
diversi tormenti, ma ora
anche i suoi aguzzini mantenevano il più assoluto silenzio.
Era un’esecuzione
importante.
Colei che voci di corridoio mai
confermate definivano come
“la mente dietro il successo di Megatron” stava
probabilmente per
ricongiungersi all’All Spark
per mano di
colui che aveva aiutato.
E forse anche amato, se era vero qual
che si diceva.
«bene».
Non sembrava tesa. Non sembrava
avvertire la tensione comune
a tutti, anche a Megatron stesso.
Il leader dei decepticon si sorprese
a chiedersi se lei
paragonasse tutto ciò ad una qualunque delle sue performance
passate.
Anopheles soleva spesso ripetere una
cosa: “qualunque
ambiente in cui io mi trovi, è il mio palcoscenico.
Qualunque persona mi
osservi, è il mio pubblico. Sono la protagonista che recita
la parte di se
stessa in questa tragicommedia che definiamo
‘esistenza’…”
All’inizio era sempre
riuscito a capire per davvero
unicamente le prime due frasi di tutto quel discorso. Aveva creduto di
essere
riuscito ad afferrarne qualcosa di più quando era entrato in
politica.
Ma osservando la
tranquillità dell’ormai ex compagna si
disse che forse invece era -e a quel punto sempre sarebbe rimasto- ben
lontano
dal capire ciò che intendesse dire.
Starscream invece osservava quella
donna quasi con rabbia.
Non era soddisfatto nonostante quello che era riuscito a fare, ossia
farla
accusare di tradimento e condannare di conseguenza. Il suo posto da
secondo in
comando, dopo la morte di Anopheles, non avrebbe più dovuto
essere
minacciato…in teoria.
Ma vederla lì senza
manette, con quell’aria fredda che aveva
sempre quando non era impegnata in uno di quei suoi maledetti discorsi
-o che
comunque aveva sempre con lui, visto che non si trovavano affatto
simpatici-
era qualcosa che se fosse stato un organico lo avrebbe fatto sudare
freddo.
I punti dove erano state strappate
ali e zampe sfrigolavano
ancora, ma lei non sembrava farci caso
si rivolse direttamente a Megatron. Sostenevano
vicendevolmente i propri
sguardi, anche se lui sembrava faticare più di lei in
questo.
Lui era il leader, e lei una
condannata a morte per
tradimento, eppure sembravano così
“pari”.
«tu oggi uccidi
un’innocente, e ti riveli a me» iniziò
la
donna, con una voce tanto fredda quanto tranquilla. Non un incrinarsi
per la
tensione, non un barlume di emozione alcuna; quella era la parte che
era tenuta
a recitare, se mai recitava, e lei l’avrebbe portata avanti
fino alla fine!
«perché se quanto mi avevi detto per tutto questo
tempo fosse stato vero…»
Megatron la osservò cupo,
sapendo a cosa si riferiva. Ai “mi
fido di te”. Ai “mi sei indispensabile”.
Alla proposta di unire le loro
scintille, ormai definitivamente saltata.
«…io non sarei
in procinto di lasciare questo mondo, e tu
non saresti in procinto di uccidermi; sapresti che io mai avrei potuto
tradire.
Mai».
“tutto ciò che
vorrei, Anopheles, è che quanto mi stai
dicendo fosse vero. Ma tu eri un’attrice. Chi meglio di te
avrebbe potuto
ingannarmi? Guardati adesso. Stai per morire, non puoi non temere
questo,
eppure parli come hai sempre fatto quando hai dovuto farlo per me, col
successo
che ne è conseguito”.
Lei parve intuire quel che il suo ex
compagno stava
pensando, perché i sensori ottici divennero ancora
più gelidi mentre
pronunciava una frase che poteva suonare come una profezia o come una
promessa.
«avrai di che rimpiangerne,
Megatronus…»
Anopheles si voltò verso
l’esercito, radunato in buona parte
sotto quella struttura soprelevata. Sì, sarebbe stato un
palcoscenico
eccezionale per la sua ultima performance.
«…così
come tutti voi, e questo nostro povero pianeta. Oggi
la mia vita come Anopheles termina, tuttavia me ne rammarico solo fino
ad un
certo punto, perché per causa nostra Cybertron tanto
avrà da patire…ed io,
almeno, non sarò qui per vederlo».
Il silenzio, se possibile, dopo quel
discorso era diventato
ancora più opprimente.
Nemmeno Airachnid era rimasta
insensibile all’accaduto. Le riusciva
difficile credere sia che Anopheles potesse davvero aver tradito la
causa
decepticon -perché contrariamente alla vedova nera lei ci
credeva davvero- che
credere che si fosse fatta scoprire nel caso in cui invece
l’avesse fatto sul
serio.
Anopheles era un
po’più vecchia di Airachnid, e provenivano
dallo stesso quartiere, quello dei cybertroniani insetto, da chi
temuto, da chi
palesemente osteggiato, da chi invece accettato piuttosto
tranquillamente. Un
tratto in comune che aveva portato le due donne ad avvicinarsi una
volta che
anche Airachnid era entrata a far parte della grande
“famiglia” dei decepticon,
ed instaurare un rapporto di stima nonostante finissero una volta
sì e l’altra
pure a darsi reciprocamente della “stronzetta”.
Questo con la
massima serenità, senza mai darsi pena
di avviare un vero e proprio litigio a livello fisico nel quale
Anopheles
avrebbe perso sicuramente. Poteva sembrare strano, ma tra loro due
funzionava
così.
Le sarebbe sembrato strano
d’ora in poi non sentire la sua
voce leggermente roca apostrofarla in quella maniera. Non incontrarla
più, per
caso o meno, nei corridoi o in giro, o in qualunque altra occasione.
La sola cybertroniana insetto tra i
decepticon. Forse non
sarebbe stata la situazione più semplice del mondo, ma se
Anopheles l’aveva
sostenuta, poteva benissimo riuscirci a sua volta.
“mi farò una
ragione del suo ricongiungimento all’All
Spark”.
«hai finito?»
Si sentiva così stupido,
Megatron, a trovarsi quasi a
sperare che in quegli ultimi momenti saltasse fuori una prova che i
video
consegnatigli da Starscream in cui si vedeva e sentiva solo a tratti
l’anofele
parlare con Optimus Prime erano un falso.
Ma ad autenticarli era stato
Soundwave, e se Soundwave
diceva che un video era vero, lo era e basta.
A tal proposito, se il silenzioso ex
gladiatore -come il suo
leader- fosse stato un cybertroniano come tutti gli altri avrebbe
mostrato
stupore nel vedere quei filmati. Perché non poteva essere
accaduto davvero, ci
si sarebbe potuti aspettare un tradimento da chiunque, da Starscream,
da
Airachnid, ma non da lei che aveva dato un immenso contributo alla
trasformazione di Megatronus da gladiatore mezzo barbaro a uomo
politico e
figura da seguire.
“è tutta
questione di come ci si pone, Megatronus. Per
entrare in politica, strappare qualche testa nell’arena non
basta”.
“e cosa avrei che non
va?”
“tutto. In primis il tuo
linguaggio del corpo. Se fossi più
grande e con un aspetto peggiore, ti si potrebbe scambiare per un
insecticon”.
Ma tutto quello che aveva fatto
Soundwave per lei, dalla
notizia del tradimento, era stato semplicemente svolgere il proprio
lavoro con
un’attenzione ancor più maniacale del solito.
Controllare che le riprese non
fossero state generate da un virus accuratamente programmato, tra le
altre
cose.
Ma il responso era stato quello che
era stato, e non poteva
che assistere impassibile all’esecuzione di qualcuno che
aveva sempre pensato
sarebbe stato a fianco di Megatron esattamente quanto lo avrebbe fatto
lui.
«quasi» la donna
tese una mano verso di lui «…se me lo
concedi».
Megatron la osservò
inizialmente perplesso, ma poi capì.
E nonostante sapesse che dopo questo
avrebbe dovuto
necessariamente lasciare a Shockwave il compito di ucciderla,
perché nonostante
la scintilla indurita da secoli nell’arena lui non ci sarebbe
riuscito, decise
di aprire uno scomparto e concederle di suonare un’ultima
volta.
Quel che le porse era qualcosa di
simile ad un flauto
traverso terrestre, che lei prese delicatamente in mano portandoselo
alle
labbra. Le ventole interne per la refrigerazione permettevano ai
cybertroniani
anche di “tossire” o di soffiare, come in quel caso.
Anopheles non era una musicista. Era
in grado di intonare
unicamente una struggente melodia di appena trenta note.
Un’altra cosa della
quale Megatron, e nessun altro, avrebbe mai capito il significato.
Piacere
personale? Un tributo a qualcuno, o ad un evento particolare? Un
tributo a se
stessa, un modo per mettersi in mostra?
Sarebbe rimasto un mistero, ma il
silenzio tombale perdurò
per tutte e trenta le note.
I decepticon, Megatron
particolarmente, difficilmente
avrebbe concesso ad altri traditori -o
“traditori”?- tutto questo. Ma sentiva
di doverglielo, in qualche modo. Era un uomo d’onore, la
consapevolezza di non
riuscire ad ucciderla e di ciò che dunque
l’attendeva con Shockwave non
l’avrebbero fatto sentire “a posto”, se
non le avesse concesso quell’ultimo
discorso e quell’ultima melodia fin troppo breve.
Finito di suonare la femme
posò lo strumento a terra,
tornando ad osservare l’ex compagno.
«sia ciò che
deve essere».
Lei era pronta a morire, lui non lo
era altrettanto ad
ucciderla.
«verrai scortata alla Torre
Nera» disse lui, indicando
un’astronave pronta a partire. Non si curò di
farla riammanettare, o di dire ai
vehicons di spingercela dentro. Sapeva che non ce n’era
bisogno, e voleva
concederle di andare incontro alla morte sulle proprie gambe, con la
dignità
con cui era vissuta «porta con te quello» aggiunse,
indicando il “flauto” «che
ti tenga compagnia».
Anopheles recuperò il
flauto, e fece un passo verso
l’astronave.
Ma prima si voltò ancora a
guardare Megatron, e disse
rapidamente e col solo movimento delle labbra una parola:
“vigliacco”.
Lei tornò a camminare
verso il velivolo.
Megatron non aveva reagito a
quell’ultima e sola sfida. Per
un semplice motivo: Anopheles aveva soltanto ragione. In quel frangente
si
stava comportando esattamente in quel modo, da vigliacco.
Ma non intendeva tornare sui propri
passi.
[…]
«…che
cosa?!»
– non ci
è stato dato ordine di farla ammanettare,
comandante Starscream, e non siamo riusciti ad evitarlo: la condannata
si è
gettata dall’astronave. È stato tutto
così…veloce, noi…
«miserabile branco
di incapaci!!! Vi siete fatti
prendere in giro da una femmina alla quale erano state tolte le armi e
strappate le ali!!!» sbraitò il seeker al povero
vehicon che gli aveva appena
dato la comunicazione.
«Starscream» a
peggiorare le cose, Megatron era appena
entrato nella stanza «che cosa succede?!»
«hrmm…Lord
Megatron» cercò faticosamente di darsi un
contegno. Non era del tutto idiota, e sapeva che quello era un
argomento molto
delicato, inoltre erano passate appena due ore dalla sentenza, e la
“ferita”
era ancora freschissima «si tratta di Anopheles».
«cosa è
successo?! È scappata? Si è liberata?!!»
Il tono poteva sembrare quello tipico
delle poche volte in
cui, in quel periodo, per colpa degli autobots qualcosa andava
veramente
storto. Ma in realtà -anche se non l’avrebbe
ammesso nemmeno a se stesso-
quelle domande erano dettate da una flebile speranza che lei, che aveva
sempre
un piano di riserva o più, fosse in qualche modo riuscita ad
andarsene. E che
avrebbe dimostrato la sua innocenza in qualche modo bizzarro, in futuro.
«si è gettata
dall’astronave» fu costretto a rispondere il
seeker «dubito che…lo sa, Lord. Non poteva
più volare. Era malridotta, e da
quell’altezza…la fine che può aver
fatto è una soltanto».
Si era data una morte degna, quella
che avrebbe dovuto
dargli lui stesso.
Nell’intimo della propria
scintilla le rese onore.
«devo dare ordine di
cercarla lo stesso?»
Il leader dei decepticon
esitò un istante.
«non ce
n’è bisogno. Le tue erano osservazioni corrette.
Può
solo essere morta».
“addio,
Anopheles”.
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Non ho resistito. Dovevo darvi un
assaggio.
Magari dopo questa one shot potrei
scrivere una long, ma
magari…anche no. L’idea sarebbe quella, ma dipende
tutto da come sarò messa a
voglia di scrivere.
Per cui bye bye, per ora.