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Autore: istinto della luna    10/10/2014    1 recensioni
Dal testo:
Non poteva essere. Impossibile.
Eppure era lì e mi stava fissando.
Mi avvicinai a lui lentamente, come se non mi fidassi della sua presenza.
" Fred, sei davvero tu? "
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Non mi stancherò MAI


Ero sdraiato sul mio letto con sguardo assente. Avevo gli occhi fissi in un punto della stanza che, in realtà non vedevo. Mille pensieri mi affollavano la mente, rendendomi cieco in quella stanza. Sentii un rumore al piano di sotto, probabilmente mio fratello aveva combinato un altro dei suoi guai.
Lo sentii urlare "miseriaccia" e capii che avevo ragione.
Ovvio, no? Io ho sempre ragione.
Dopo molto tempo, mi alzai dal letto.
Come se fosse la prima volta, mi misi ad osservare la stanza.
Sembrava più grande, come se qualcuno l'avesse ridimensionata mentre io dormivo a occhi aperti.
Non era così.
Quella stanza sembrava più grande perché era vuota.
Qualcuno se ne era andato, portando con sé tutta l'allegria che dominava la nostra vita, la mia vita.
Decisi di andare a fare una doccia. L'acqua calda mi avrebbe fatto bene, mi avrebbe fatto dimenticare. Entrai nel bagno e sentii un bisbiglio. Non capivo cosa dicesse e da dove provenisse.
Mi guardai intorno nella speranza di trovare il colpevole. Quando lo trovai, il mio cuore si arrestò. Per un momento la mia mente cominciò a volare via dal mio corpo e io non riuscivo a riacchiapparla. Sgranai gli occhi e spalancai la bocca.
Non poteva essere, impossibile.
Eppure era lì e mi stava fissando. Mi avvicinai a lui lentamente, come se non mi fidassi della sua presenza.
<< Fred, sei davvero tu? >>
Mi accorsi troppo tardi di non aver frenato questo sussurro che, ora si era perso nel bagno.
Sì, anche il bagno si era allargato.
Chiusi gli occhi e cercai di tornare alla realtà. Doveva essere un sogno, perché lui non c'era più.
Ero impazzito.
Quando li riaprii lo vidi ancora davanti a me. Non poteva essere. Sentivo sempre più bisbigli e ben presto dominarono la stanza facendomi scoppiare la testa.
Aveva la bocca serrata. Mi fissava indagatore e io gli restituivo lo sguardo.
 Non volevo pronunciare quella domanda, mi avrebbe sfinito. Dovevo sapere se avevo perso davvero il senno. Gonfiai i polmoni e, più veloce di una finta Wronsky, domandai: << Fratello, ma tu non sei morto? >>
Morto.
Appena quella parola uscì dalla mia bocca, mi accasciai a terra e sentii il mondo cadermi addosso. Perché avevo dovuto porre quella dannata domanda, perché? Potevo stare zitto e godermi la scena. Avevo davanti Fred e io gli domandavo una cosa simile.
Alzai lo sguardo e incrociai il suo, ma ancora una volta non rispondeva, si limitava a squadrarmi dalla testa ai piedi, proprio come stavo facendo io.
Si vede che siamo gemelli!   
Il suo comportamento era strano, non mi aspettavo che mi avrebbe accolto così.
<< Fratello, sono due anni che non mi vedi e ancora non hai aperto bocca? >>
In realtà vidi Fred aprire la bocca, ma nessun suono ne uscì. Mi sporsi per cercare di ascoltare meglio, ma neanche un soffio mi invase. Forse avevo avvicinato l'orecchio sbagliato!
Indugiai ancora su cosa fare ma poi, sconsolato cercai di uscire dal bagno.
Sapevo che era tutta una presa in giro della mia testa che ancora non capiva che Fred fosse morto.
Fui fermato da un altro bisbiglio, questa volta più alto. Mi penetrava nelle orecchie e sembrava quasi che mi appartenesse.
Mi girai di scatto e lo vidi, ancora una volta fermo nella sua posizione, sguardo fisso e pugni chiusi. Nemmeno un sorriso, nemmeno uno dei suoi innumerevoli e contagiosi sorrisi.
Attraversai furente la stanza e mi diressi verso di lui.
Sentivo il sangue scorrere nelle mie vene e il battito aumentare. Levai le braccia e in preda dalla disperazione urlai: << Per le mutande di Merlino, Fred. Dimmi qualcosa, fammi capire che sei davvero tu! >>
Il silenzio da parte sua mi spinse a picchiarlo. I miei pugni si muovevano come telecomandati da una persona sconosciuta. Sentivo un dolore tremendo alle nocche, ma continuai.
<< Se non sei tu, vattene. Lasciami stare, non farmi soffrire. Non voglio, non voglio! >>
Sembravo un bambino ma non mi interessava. Dopo tutto ero io che possedevo un negozio di scherzi!  Continuai imperterrito ad alzare le mani. Più passava il tempo, più sentivo un bruciore alle nocche.
Una sostanza calda si mescolò insieme ai miei pugni e degli schizzi mi investirono il viso.
Sentii  anche che dei pezzi duri mi penetravano nella pelle, facendomi gemere di dolore.
Decisi, quindi, di aprire gli occhi.
Ciò che vidi mi sconvolse.
Avevo le mani sanguinanti.
Non doveva essere il contrario? Aguzzai la vista e capì il motivo per cui mi ero ridotto così.
Non stavo picchiando Fred Weasley.
 Davanti a me c'era solo uno specchio.
Eppure lo avevo visto. Avevo visto la sua immagine imperterrita.
Cominciai a piangere e non mi fermai più. Il dolore che sentivo alle mani, non era nemmeno lontanamente paragonabile a quello che mi affliggeva dentro.
Rimasi accasciato tra i pezzi di vetro per un'eternità, singhiozzando incessantemente.
Quando capii che non avevo più scorte a disposizione mi alzai, ma con grande riluttanza lo vidi. Lo vidi ancora.  Anche se appariva trasfigurato lo vedevo bene.
Era lì davanti a me, con il viso arrossato e le nocche sanguinanti.
Finalmente capii.
Ogni specchio che avessi guardato, mi avrebbe trasmesso la sua immagine.
Repressi un ulteriore singhiozzo e compresi che dovevo imparare a conviverci.
Uscii dal bagno, ma prima che la mia ombra sparisse dallo specchio in frantumi mormorai: << Freddie, ho capito che sono bello, ma non devi passare tutto il giorno ad ammirarmi! >>
La mia testa rispose alla frecciatina: << Oh, non sono io a volerti ammirare George. Direi piuttosto il contrario! >>
<< Hai ragione Fred, hai ragione. >>
Ero io che cercavo di scorgere ancora i suo occhi nei miei.
Non mi importava del dolore. Per quel momento di gioia avrei fatto di tutto.
Anche frantumare centinaia di specchi.



Angolo Autrice:
Ogni volta che scrivo della morte di Fred mi sento triste. Si tratta di una delle morti che non riesco a concepire (dopo quella di Sirius, ovviamente)
Ho provato a mettermi nei panni di George e capire come può sentirsi senza la sua metà.
Spero che, nonostante non trabocchi di felicità, possa esservi piaciuta.
Martina
   
 
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