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Autore: Yumiko    10/10/2014    5 recensioni
La dolcezza di un ricordo d'infanzia riscalda il cuore del faraone Atemu.
Il piccolo Yuugi rimase in silenzio un istante, pensieroso. Ciondolò sui piedi, sollevando lo sguardo verso il cielo, ormai brulicante di stelle e abitato da una luna piena, paffuta e bianca come il latte.
«Forse è per questo che nel mondo ci sono tante cose brutte. Se i grandi avessero tutti un cuore buono, ci sarebbero più cose belle.»
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Atemu, Solomon/Sugoroku Mutou, Yuugi Mouto
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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E io ce l’ho, un cuore buono?

 

 

 

«Tre cose ci sono rimaste del paradiso:

le stelle, i fiori e i bambini»

(Dante Alighieri)


 

«Non sono belle le stelle?», sussurrò affascinato il piccolo Yuugi – un concentrato di dolcezza e di inguaribile curiosità - con il naso all'insù, i grandi occhi ametista puntati al cielo. Si issò sulle braccine paffutelle per vedere meglio, quasi come per raggiungere quel manto blu che tanto gli piaceva. 
Sugoroku gli cinse i fianchi e si appoggiò alla sua schiena per trattenerlo. «Attento, è pericoloso sporgersi così dalla ringhiera, Yuugi.»
Il bambino non lo sentì neanche, rimase rapito dal luccichio incessante di quei pallini luminosi sopra la sua testa, mentre una lieve brezza serale cominciava a soffiare e a rinfrescare la città. 
«Non sono belle le stelle?», sussurrò ancora, questa volta più piano, per non disturbare i pensieri del nonno. L'uomo si destò un momento, poi sorrise; un sorriso talmente lieve, che il piccolino nemmeno lo percepì. 
«Sì, sono davvero belle.», rispose, seguendo lo sguardo del nipote. 
«Perché se ne stanno sempre lassù? Perché non scendono mai? Perché?», Yuugi aveva sempre avuto una fervida immaginazione, sin dalla più tenera età; immaginava un mondo governato dalla pace, 
dalla pioggia dal gusto zuccheratodalle stelle che scendevano dal cielo* per portare la luce in giro per i paesi di montagna e le più grandi metropoli. Sapeva, magari, che quei pensieri non avevano né capo né coda, eppure lui continuava a pensare che, forse, se avesse continuato a credere in qualcosa di migliore, prima o poi, quel qualcosa di migliore si sarebbe realizzato. 
Il signor Mutou sembrò pensarci un attimo; inspirò una boccata d'aria, mentre faceva saettare lo sguardo da una stella all'altra, alla ricerca di una risposta adeguata e che potesse soddisfare la fantasia di Yuugi. Non si sognò nemmeno di dargli una qualche spiegazione razionale, perché in fondo di razionale al mondo non c'è proprio niente; e, poi, il bimbo ci sarebbe sicuramente rimasto male: di frenare l’ingenuità di una mente così giovane e pura, Sugoroku non se lo sarebbe di certo mai sognato. 
«Se ne stanno lassù perché dall'alto possono guardarci. E guardandoci, riescono a vedere i nostri desideri, i nostri sogni, le nostre speranze. Poi, riferiscono tutto alle loro sorelle, le stelle cadenti, e le stelle cadenti, lo sai bene, realizzano ogni desiderio.»
Yuugi sorrise, stringendo un po' di più la mano del nonno. «Le stelle cadenti realizzano tutti i desideri, però bisogna avere un cuore buono, vero? E io ce l'ho un cuore buono?»
Sugoroku fece scendere il bambino e lo depositò a terra con delicatezza, assicurandosi che riprendesse l'equilibrio prima di lasciarlo andare. «Tutti i bambini hanno un cuore buono, ma pochi adulti riescono a mantenerlo.»

Il piccolo Yuugi rimase in silenzio un istante, pensieroso. Ciondolò sui piedi, sollevando lo sguardo verso il cielo,ormai brulicante di stelle e abitato da una luna piena, paffuta e bianca come il latte. 
«Forse è per questo che nel mondo ci sono tante cose brutte. Se i grandi avessero tutti un cuore buono, ci sarebbero più cose belle.», sentenziò, mentre il giovane nonno lo ascoltava attentamente. Non lo interruppe, incrociò le braccia al petto e continuò a guardarlo. «Eppure sai, nonno, io penso che - anche se il mondo è malato, esista ancora qualcuno che possa farlo guarire. Ad esempio, le persone come te: tu hai un cuore buono e, un giorno,  i tuoi desideri diventeranno realtà. Però ricordati di esprimerli quando vedi una stella cadente, altrimenti non funziona.», il bambino regalò un sorriso sincero a Sugoroku, che ancora non aveva proferito parola, né mosso un passo. Yuugi saltellò soddisfatto fino in camera, radioso per aver finalmente capito il compito delle stelle, e il compito del suo cuore: essere buono, anche da grande.

 «Forse hai ragione tu, piccolo mio, forse è davvero così.»

 

 

 

 

 

L’anima del faraone riaprì gli occhi, le labbra  increspate in un sorriso malinconico, una leggera lacrima lungo la guancia.
«Hai un cuore grande, Aibou. L’hai sempre avuto.», sussurrò, silenziosamente, in un angolo remoto della mente di Yuugi, celando il pensiero e i sentimenti contrastanti che stavano turbando il suo spirito, lasciando una scia di dolcezza, subito seguita da un velo di intramontabile amarezza.

 Quella notte, però, Atemu si promise che non avrebbe più sbirciato nei teneri e infantili ricordi del suo partner.
… Almeno per un po’.

 

 

 

Fine

 

 

Note: 

*Sono immagini alquanto fantasiose, me ne rendo conto, ma la fantasia dei bambini non ha limiti, giusto? :)

 

Hola!

Oh dunque, cosa posso dire? E’ una one shot nata per puro caso mesi fa che non aveva assolutamente niente a che vedere con Yu-Gi-Oh!, solo che poi ho deciso di riadattarla e di darle una conclusione – forse anche un pochino triste..? Pensa te che novità XD

Mi piaceva l’idea di un piccolo, ingenuo ma saggio (?) Yuugi ^^

Per quanto riguarda Atemu, gioia mia, sempre felice e triste allo stesso tempo... Ciò nonostante trovo l’ultima scenetta ugualmente tenerella <3

Non  ho altro da dire per il momento >.<  Ah, forse è leggermente OOC… Mah, sì.

Grazie a chi recensisce/legge/legge&recensisce/recensisce&nonlegg.. ah, no. XD

 

 

A presto! ^^

 

Yumiko

 

 


 

  
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