Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
Segui la storia  |       
Autore: Giulia_SerVA CApuleti    11/10/2014    6 recensioni
E' passato un anno da quando Elsa ha posto fine all'inverno perenne che ha causato involontariamente.
Elsa vive felice accanto ad Anna, governando saggiamente Arendelle, che ama la sua Regina.
Anna sta per fidanzarsi ufficialmente con Kristoff, da poco nominato Principe di Arendelle e ormai stabilitosi al Palazzo Reale.
Ma durante un ricevimento in onore della Regina e dei due giovani principi, un misterioso Uomo Nero si presenta ad Arendelle con l'intenzione di servirsi dei poteri di Elsa per creare un mondo buio e gelido. Al rifiuto di Elsa, Uomo Nero rapisce Anna e imprigiona Arendelle nell'oscurità.
Per salvare Anna e il suo popolo, Elsa, accompagnata dal fedele Olaf, dovrà partire alla ricerca delle misteriose Leggende dei Fiordi, gli unici in grado di sconfiggere Uomo Nero, ma soprattutto di colui che ha i suoi stessi poteri...
Mia prima fanfiction su un probabile seguito di Frozen e sulla coppia Jack&Elsa, spero vi piaccia =)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Olaf, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
20- Di che cosa hai tanta paura?

20- Di che cosa hai tanta paura?

Nel frattempo, sulle montagne dei fiordi ghiacciati, Olaf attira l'attenzione dei suoi amici. Comincia a tirare Jack e Elsa per la mano e i due ragazzi, insieme a Sven, cominciano a seguirlo, senza capire dove li voglia portare.

JACK: Olaf, si può sapere dove ci stai portando?

Dente da Latte, posata sulla spalla di Jack, pare chiedere la stessa cosa.

OLAF: Dai, e forza!

Il pupazzo di neve continua a tirarli, fino a che non si ferma in cima a una rupe innevata. Saltella e indica qualcosa ai suoi amici. Elsa non capisce, Jack raggiunge Olaf e stringe gli occhi per vedere meglio in mezzo alla nebbia.

Questa dopo un po' si dirada, mostrando in lontananza una lunga falesia a strapiombo sul Mar Glaciale Artico.

JACK: Capo Nord!

Esclama Jack, sorridendo. Olaf urla e salta in braccio a lui.

JACK: Sei stato bravissimo, Olaf!

Elsa si avvicina ai due e guarda anche lei verso Capo Nord.

ELSA: Oh, mio Dio, Jack!

JACK: Possiamo raggiungerlo, Elsa.

Elsa si gira verso di lui.

JACK: Possiamo, se ci affrettiamo.

ELSA: Ce l'abbiamo fatta?

Gli chiede Elsa, guardandolo fisso negli occhi.

Jack sorride nel vedere i suoi occhi brillare di felicità e annuisce. Elsa sorride insieme a lui, poi gli butta le braccia al collo e lo abbraccia forte.

Il gesto sorprende Jack, che sente il suo cuore battere fortissimo e lo stesso calore diffondersi in tutto il corpo. Dopo un po' sorride e ricambia la sua stretta.

OLAF: Ehm ehm...

Jack e Elsa, imbarazzati, si separano immediatamente, Dente da Latte si mette fra loro come se fosse gelosa. Olaf li guarda alzando un sopracciglio.

OLAF: Allora? Vogliamo andare?

Jack scambia un'occhiata complice e divertita con Elsa, poi risponde:

JACK: Ok.

OLAF: Bene bene bene!

Olaf comincia ad incamminarsi seguito da Sven. Dente da Latte si posa sulle corna della renna, provocando un suo verso entusiasta.

Jack cede il passo ad Elsa con galanteria. La giovane lo ringrazia con un elegante cenno del capo e lo precede. Jack si appoggia al suo bastone e la osserva, rapito dalla sua bellezza.

Mio Dio, quant'è bella, pensa. Credo di essere impazzito, anzi peggio di essermi ammalato. Ma io sono un'immortale, non posso ammalarmi. E poi che razza di malattia è questa, che mi fa desiderare di stringerla fra le mie braccia senza lasciarla più andare via? Oh, è un bel guaio!


E' ormai calata la notte.

Malgrado la stanchezza, Jack, Elsa e i loro amici continuano la loro marcia, più che decisi a raggiungere Capo Nord il prima possibile.

Per tenere lontano il sonno, Jack racconta ad Elsa e Olaf la sua vita con i Guardiani: i viaggi in giro per il mondo insieme a Nord, ossia Babbo Natale, sulla sua slitta; i giorni in cui Nord lo costringeva ad aiutarlo a costruire i giocattoli, i cosiddetti “giorni da schiavista”; la sua collezione di oggetti dal futuro; il tantissimo tempo passato insieme ai bambini; i tanti scherzi fatti a Calmoniglio, il Coniglietto di Pasqua, e ai piccoli elfi aiutanti di Nord, che dopo tanti anni erano arrivati ad odiare Jack. Elsa e Olaf ridono divertiti.

ELSA: Ma povero elfo!

Esclama Elsa, ridendo dopo l'ennesimo racconto di Jack sugli elfi.

JACK: Era uno scherzetto innocente, dai!

ELSA: Ah, ma certo! Farlo inseguire da Nord e da centinaia di altri elfi arrabbiati perché tu, e non lui, hai fatto bruciare l'intero pranzo di Natale? Ma sì, è uno scherzo innocente!

Jack e Elsa ridono ancora. I loro occhi si incrociano e le risate si esauriscono.

Jack è il primo ad abbassare lo sguardo e comincia a muovere su e giù il bastone.

ELSA: Credevo di essere l'unica a non sopportarti...

JACK: No, diciamo che sei l'unica a non esserci abituata!

ELSA: Sì, è vero.

Stavolta è Elsa ad abbassare lo sguardo. Jack inclina la testa sorridendo.

ELSA: Immagino che anche i tuoi genitori ci fossero abituati, vero?

Chiede Elsa, rialzando lo sguardo.

Jack, alla parola “genitori”, si ferma di colpo. Il suo sorriso sparisce, mentre gli occhi si spalancano in un'espressione di dolore. Davanti agli occhi, le stesse immagini. Nella mente, gli stessi dolorosi ricordi.

Elsa subito si accorge del cambio di umore di Jack. La sua espressione, la stessa che tante volte vedeva nella sua immagine riflessa allo specchio e che a tanti aveva mostrato lei stessa, la spaventa e la preoccupa.

ELSA: Jack...

Elsa gli mette una mano sulla spalla, ma lui si scosta bruscamente, come se una scossa elettrica gli avesse attraversato la spalla. Dente da Latte vola via dal suo cappuccio.

Jack si volta verso Elsa, stringendo gli occhi.

Ha gli occhi lucidi, si rende conto Elsa, guardandolo fisso. Perché fa così? Non mi ha mai allontanato da sé in questo modo.

ELSA: Jack, che cos'hai?

Chiede ancora, avvicinandosi preoccupata.

JACK: Elsa, ti prego...

Lui alza un braccio verso di lei e indietreggia di un passo.

JACK: Lasciami in pace.

ELSA: Ma che cosa ti ho fatto?

JACK: Non mi hai fatto niente, ok? Niente!

Risponde Jack, alzando la voce e guardandola con rabbia.

Elsa è ferita dal tono della sua voce. Perché mi parla così?

Sven e Olaf guardano confusi Dente da Latte, ma la fatina sembra più confusa di loro.

Jack fa per voltarsi e riprendere la marcia, ma Elsa lo afferra per la spalla e lo costringe a girarsi.

ELSA: No, questo non è niente!

La voce di Elsa trema. Jack la scaccia di nuovo in modo brusco.

JACK: Lasciami in pace, Elsa!

ELSA: No!

JACK: Elsa, ti ho detto di LASCIARMI IN PACE!

Jack la allontana da sé con più forza.

Elsa lo fissa, quasi sull'orlo delle lacrime. Non riesco a capire, pensa. Non l'ho mai visto così, non sembra neanche lui.

ELSA: Che ti succede?

Che mi succede, ripete Jack nella sua mente. Succede che non ce la faccio più.

Non ce la faccio più a vedere quelle immagini, quei volti, i loro volti, passarmi davanti agli occhi ogni volta. Odio ricordare la ragione per cui per tanto tempo ho maledetto me stesso e i miei poteri.

Ma perché sto reagendo così con Elsa? Lei non sa niente, non c'entra niente...

JACK: Basta, Elsa, BASTA!

Jack, ma che stai facendo?

ELSA: No, perché? Perché ti comporti così? Perché non ti fidi di me? DI CHE COSA HAI TANTA PAURA?

JACK: ORA BASTA, BASTA!

Jack chiude gli occhi e stringe i denti.

Il suo bastone, stretto saldamente nelle mani, si illumina di una luce azzurra e da esso esce un violento getto di ghiaccio contro Elsa, Olaf e Sven, che indietreggiano spaventati.

Elsa osserva inorridita quelle stalattiti puntate contro di lei. Alza lentamente gli occhi su di lui e non riesce a credere di vederlo puntare contro di lei il bastone, il suo potere, con gli occhi stretti in una fessura di rabbia e dolore.

Credevo di potermi fidare di te, pensa Elsa, sentendo il suo cuore perdere i battiti e il respiro farsi sempre più affannato. Credevo che fossimo simili, che avremmo potuto aiutarci a vicenda, ma mi sbagliavo. Sono stata una stupida a credere che tra noi potesse nascere qualcosa, soltanto una stupida.

Elsa stringe gli occhi, lasciando che le lacrime le righino le guance.

Jack rilassa il volto e respira pesantemente, abbassando di poco il bastone.

Il suo sguardo si sposta dal viso in lacrime di Elsa all'espressione impietrita di Olaf e Sven, per poi finire sulle stalattiti davanti a loro.

Jack spalanca gli occhi, rendendosi conto di quello che ha appena fatto. Ma che cosa ho fatto, si chiede abbassando immediatamente il bastone.

Alza di nuovo lo sguardo e incrocia quello ferito di Elsa. Oh, mio Dio, avrei potuto farle del male...

Elsa stringe gli occhi verso di lui, per poi voltarsi e correre via.

OLAF: Elsa!

La richiama Olaf, ma lei non si volta e continua a correre. Olaf le corre dietro continuando a chiamarla e pregandola di fermarsi.

Dente da Latte vola verso Jack, ma lui non la guarda. Si volta e continua a camminare. Dente da Latte scambia uno sguardo con Sven. La renna emette uno sbuffo e, insieme alla fatina, segue Jack, sperando di riuscire a fermarlo.


Non so dove mi stanno portando i piedi e non mi importa. La sola cosa che voglio è andare via. Allontanarmi da lui.

Cammino a passi veloci, le lacrime mi scorrono sulle guance.

Che senso ha piangere, mi ripeto più di una volta, eppure ogni volta che mi passo le mani sugli occhi per cercare di asciugare le lacrime, queste continuano a scendere.

Sento i passettini veloci di Olaf dietro di me e la sua voce che mi prega di fermarmi.

OLAF: Elsa, ti prego, torna indietro!

ELSA: Lasciami stare, Olaf.

La mia voce è spezzata. Olaf mi raggiunge e mi si para davanti, con le braccine aperte.

OLAF: Eh, no! Non ti lascio stare proprio per niente! Non possiamo fermarci adesso, non ora che siamo così vicini al Polo!

ELSA: Olaf...

OLAF: Elsa, non so perché Jack ti abbia scacciato via in quel modo. Sono arrabbiato con lui quanto te. Ma qui non si tratta di lui, si tratta di Anna!

Io spalanco gli occhi, per poi voltarmi indietro. Il Capo Nord è vicino.

OLAF: E Anna non vorrebbe vederti rinunciare così!

Continua Olaf. Io continuo a guardarmi alle spalle. Stringo gli occhi e tiro su col naso.

Olaf ha ragione. Non posso arrendermi adesso.

Anna è più importante di tutto. Il mio popolo è più importante di tutto.

Se Jack non vuole più aiutarmi, andrò avanti da sola, come ho sempre fatto.

Mi volto di nuovo verso Olaf, mi inginocchio davanti a lui e lo guardo dritto negli occhi.

ELSA: Tu non mi abbandoni, vero?

Olaf mi sorride.

OLAF: Non potrei mai!

ELSA: Allora andiamo!

OLAF: Sì!

Lui mi salta in braccio e mi abbraccia forte forte. Ricambio il suo abbraccio e ritrovo tutto il coraggio di cui avevo bisogno. Olaf saltella e mi prende per mano.

OLAF: Coraggio, ANDIAMO!

BALTHAZAR: Voi non andate da nessuna parte!

Una voce roca alle mie spalle.

Mi volto di scatto e mi ritrovo circondata da un gruppo di uomini armati, vestiti di stracci, che mi guardano minacciosi, come se fossi la preda di una battuta di caccia. Alzo le braccia, pronta ad attaccare chiunque si avvicini, mentre Olaf si attacca a me.

Uno di loro, un uomo dai grandi occhi verdi, solcati da profonde occhiaie scure, il viso ricoperto da cicatrici, alto e robusto, si stacca dal gruppo brandendo una lunga spada. Io allungo il braccio verso di lui.

ELSA: Fermo!

Lui, per niente turbato dal mio comando, continua ad avvicinarsi ridendo.

BALTHAZAR: La Regina di Arendelle... finalmente vi abbiamo trovato!

ELSA: Chi siete? Che cosa volete da me?

Il ghiaccio comincia a brillare fra le mie mani. Quell'uomo, però, continua ad avvicinarsi.

BALTHAZAR: Non credo vivrete abbastanza per scoprirlo, mia Regina! Prendetela!

Sento la paura attanagliarmi mentre lo sento pronunciare l'ultima parola. Gli uomini alle sue spalle sfoderano le spade e si avvicinano minacciosi.

ELSA: State lontani!

Con un agile colpo di mano, scaglio contro di loro il ghiaccio. Sento, però, che ce ne sono altri alle mie spalle. Mi volto velocemente, alzo entrambe le mani e alzo davanti a loro una parete di ghiaccio.

ELSA: Olaf, corri!

Olaf mi tira per la mano e cominciamo a scappare. Alle mie spalle sento il rumore del ghiaccio che si frantuma e la voce di quell'uomo, che urla:

BALTHAZAR: NON LASCIATEVELA SCAPPARE!

Io e Olaf aumentiamo la velocità della corsa. Mi volto e li vedo ancora dietro di noi. Scaglio ripetutamente il ghiaccio alle mie spalle, non devono raggiungerci.

OLAF: Sven! Sven! Jack! AIUTO!

Comincia a gridare Olaf.

Io mi volto ancora una volta. Vedo uno di quei briganti scagliarmi contro delle frecce, ma riesco a distruggerle tutte lanciando delle stalattiti.

Improvvisamente, sento che qualcosa alle mie spalle mi trattiene e mi fa cadere in avanti. Il mio mantello si è impigliato in una roccia. Provo a tirarlo via, a strapparlo, ma vedo quegli uomini avvicinarsi sempre di più. Alzo di nuovo le mani, ma stavolta da esse non esce niente.

Oh, no! Non adesso! Mi guardo le mani terrorizzata, per poi portarmele al petto.

ELSA: Olaf, scappa!

Ordino ad Olaf, chinato su di me per aiutarmi.

OLAF: No, non me ne vado senza di te, Elsa!

ELSA: Trova Jack e digli che mi dispiace! Vai!

Allontano Olaf da me, vedo i suoi occhi inumidirsi. Mi dispiace, amico mio.

Lui stringe gli occhi, si volta e comincia a correre. Con le lacrime agli occhi, lo vedo sparire tra le rocce. Abbasso la testa toccando la terra fredda con la fronte, mentre il mio corpo è scosso dai singhiozzi. Sento qualcuno tirarmi su per le braccia e vani sono i miei tentativi di ribellarmi.


Continuo a camminare a testa bassa, senza guardare nemmeno dove sto andando. Stringo forte nella mano destra il mio bastone. Non capisco perchè sto qui a camminare, quando potrei volare e raggiungere il Polo in un attimo. I miei piedi, però, non si staccano da terra. Alle mie spalle sento la vocina di Dente da Latte e il passo ovattato di Sven, che si ostina a seguirmi.

Non faccio altro che chiedermi come ho potuto fare quello che ho fatto. Avrei potuto fare del male ad Elsa e lei non c'entra niente con tutto il dolore che mi porto dentro.

Lei si è fidata di me e ora l'ho delusa.

Sento Sven sbuffare dietro di me, ma dopo poco me lo ritrovo davanti e mi fermo. Lui sembra dirmi qualcosa che però non capisco.

JACK: Che hai, Sven?

Gli chiedo, spazientito. Lui cammina verso di me con le corna in avanti, costringendomi ad indietreggiare.

JACK: Ehi, ma che ti prende?

Lui comincia ad apostrofarmi con i suoi strani versi, fissandomi con rabbia.

JACK: Scusa, non parlo il rennese!

Dico cercando di levarmelo di torno, ma lui mi ferma e mi prende con le corna.

JACK: Ehi, ehi, ehi, fermo! Mettimi giù, mettimi giù!

Lui, però, non mi ascolta. Malgrado io mi divincoli, non riesco a scendere da qui.

Guardo Dente da Latte, chiedendole con lo sguardo di aiutarmi, ma lei mi ignora.

JACK: Sven, accidenti, mettimi giù!

Sven scrolla violentemente la testa e mi fa cadere con la testa nella neve. Sento ancora i suoi versi arrabbiati. Riemergo dalla neve e mi friziono i capelli. Sven sbuffa ancora, mentre io mi rimetto in piedi.

JACK: No, Sven! Io non torno indietro!

Sven e Dente da Latte mi urlano contro arrabbiati. Io mi scrollo la neve dalla felpa e riprendo il bastone.

JACK: Avete visto quello che è successo, avrei potuto farle del male e io non voglio!

Dente da Latte mi chiede esasperata perchè ho reagito in quel modo se non volevo ferirla.

JACK: Non lo so perchè ho reagito così, non so cosa mi sia preso!

Mi prendo la testa fra le mani e stringo gli occhi e i denti.

All'improvviso, sento qualcuno gridare forte il mio nome. Mi volto di scatto.

JACK: Avete sentito?

OLAF: JACK!

JACK: Olaf?

Io, Sven e Dente da Latte ci guardano intorno, cercando di capire da dove viene la voce di Olaf.

Corro fino a che non sento le mie gambe sbattere contro qualcosa di freddo. Abbasso lo sguardo e vedo Olaf.

JACK: Olaf!

Sven e Dente da Latte mi raggiungono. La renna sorride nel vedere Olaf e lo accarezza con il muso.

Io mi guardo intorno cercando Elsa, ma lei non c'è. Non c'è.

Sento l'angoscia salire. Dov'è Elsa?

Guardo Olaf e gli leggo la paura negli occhi, così mi inginocchio davanti a lui.

JACK: Olaf, dov'è Elsa?

OLAF: L'hanno... l'hanno... l'hanno...

JACK: Ehi, ehi, riprendi fiato, cosa è successo?

Dico cercando di tranquillizzarlo. Olaf fa un bel respiro e finalmente riesce a parlare.

OLAF: Degli uomini cattivi l'hanno catturata, vogliono farle del male, Jack!

Io spalanco gli occhi, sconvolto. Sento il mio cuore perdere un battito, costringendomi a portarmi una mano al petto. In un attimo, però, sento la rabbia salire e butto a terra il bastone. Mi prendo di nuovo la testa fra le mani con un moto di rabbia.

E' tutta colpa mia. Non avrei dovuto lasciarla andare.

Non avrei dovuto abbandonarla.

Se le dovesse succedere qualcosa non me lo perdonerei mai.

JACK: Olaf, portami da lei, presto!


Angolo dell'autrice:

Ciao a tutti! Lo so, anche stavolta sono in ritardo, ma l'università mi ha tolto molto tempo, quindi spero che mi perdoniate, ma soprattutto che il capitolo vi sia piaciuto!

Sorpresona, è tornato in scena Balthazar! Elsa, dopo un litigio con Jack, viene allontanata da lui e viene catturata dal crudele brigante. Jack, pentito di quanto è successo, viene avvertito dell'accaduto da Olaf. Riuscirà il nostro coraggioso Guardiano a salvare la sua Elsa? Lo scoprirete soltanto nel prossimo capitolo, perciò vi aspetto! ;)

Grazie ancora a tutti per il sostegno e per l'affetto che mi dimostrate, vi adoro! Un abbraccio a tutti da Giulia =)

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio / Vai alla pagina dell'autore: Giulia_SerVA CApuleti