Crossover
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Autore: katyjolinar    12/10/2008    2 recensioni
storia scritta a quattro mani con la mia amica sirya.(significa che siamo DUE autrici, quindi, per favore, quando recensite, parlate al plurale)
Sara e Kate: due gemelle identiche, ma diverse.
Sara e Kate sono sempre state unite, fin dall'infanzia, da un forte legame, che rischierà di dissolversi quando la seconda lascerà il collegio in cui è vissuta fino a quel momento con la sorella, per andare a lavorare a Washington, nel Servizio Investigativo della Marina Militare.
Logan, scelto da loro come padre adottivo, dovrà cercare di tenerle unite, ma un'indagine di Gibbs rischierà di troncare definitivamente questo legame già labile. commentate per piacere.
il passato e il carattere di alcuni personaggi degli X-Men è stato modificato
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fumetti, Telefilm
Note: Alternate Universe (AU), Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Kate: "Dimmi, Capo..."
Gibbs: "Vorrei parlarti in privato, se è possibile." Rispose, indicando Remy.
Kate: "Non ti preoccupare di Gambit, dimmi tutto."
Gibbs: "Avevo chiesto a McGee di fare delle ricerche, ho qui i risultati." mostrò alla ragazza il fascicolo che aveva in mano "Che cosa sai dirmi di Logan?"
Kate: "Che cosa vuoi sapere?"
Gibbs: "Ad esempio lo sapevi che ha due figlie biologiche?"
Kate: "In realtà sono tre, se si conta anche il suo clone, Laura Kinney."
Gibbs: "Quindi lo sapevi..."
Kate: "Certo! peccato che papà non se lo ricordi!"
Logan: "Ricordarmi cosa?" chiese, avvicinandosi; passava di lì per caso e aveva sentito parte del discorso.
Gibbs: "Che hai due figlie biologiche, Logan."
Logan: "Che cosa? No, è impossibile, me lo ricorderei."
Kate: "Visti i tuoi precedenti, non credo proprio."
Logan: "Ah... e sai chi potrebbero essere?"
Kate fece un cenno a Remy, che caricò una delle sue carte, rendendola tagliente, lei prese la carta e la passò sul suo braccio sinistro, procurandosi un taglio lungo e profondo.
Logan: "Kate! Ma che diavolo fai?! Vuoi morire dissanguata?" ma spalancò gli occhi, stupito, quando vide la ferita richiudersi.
Kate: "Scusa, papà. Non sai quante volte avrei voluto dirti tutto... Ma neanche mia sorella si ricorda di te, non si ricorda neanche dell'orfanotrofio..."
Gibbs: "Orfanotrofio? Ecco perché mi sembrava di averti già visto! Tu e tua sorella siete le due gemelle di quattro anni che mia moglie seguiva all'orfanotrofio di Salt Lake City! Una volta ero venuto anche io a trovarvi."
Kate: "Sì, sono proprio io. E ricorderai anche il ragazzo di 14 anni che stava sempre con noi..."
Gibbs: "Alexander qualcosa..."
Kate: "Alexander Summers, fratello minore di Scott. Era all'orfanotrofio con noi, e lo abbiamo ritrovato qui, solo che non ci ha riconosciute."
Remy: "Tu eri in orfanotrofio con Havok?"
Kate: "E' così."
Logan: "Mi dispiace di avervi abbandonato, Rose..." e le fece una carezza affettuosa. Lei sorrise.
Gibbs: "Quindi tua sorella deve essere Elizabeth."
Logan: "Io la chiamavo Beth."
Gibbs: "Come sua madre." aprì il fascicolo e lesse "Elizabeth Howlett, moglie di James Howlett, tu." indicò Logan "Morta di parto all'età di 16 anni, dando alla luce Rose ed Elizabeth. Pare che avesse una sorella gemella."
Kate: "Non so nulla di mia madre. Davvero ho una zia? Come si chiama?"
Gibbs: "Si chiama Jean Grey." Notò gli sguardi stupiti degli altri tre "Qualcosa non va? La conoscete?"
Kate: "Certo che la conosciamo! Mio padre anche in senso biblico!"
Il Capo guardò di traverso Wolverine, con un sorrisino.
Logan: "Ehm... è stata la moglie di Ciclope, ed è, nelle realtà alternative da cui provengono, la madre di Rachel e Nathan Summers."
Gibbs: "Nelle realtà alternative da cui provengono?" chiese, scettico.
Kate: "Gibbs, siamo mutanti, e hai visto di che tecnologie disponiamo, quindi tutto è possibile!"
Logan: "Comunque Jean ha fatto cornuto Ciclope, con me."
Kate: "Ed io non la potevo soffrire..." fece una pausa, poi si voltò verso Remy "Ho fame, mi accompagni in cucina?"
Remy le porse il braccio ed entrambi si allontanarono.
Logan: "Così io mi chiamo James Howlett... hai scoperto altro, Gibbs?"
Gibbs: "Chiamami Jethro. No, al momento non so nient'altro. Comunque mi ricordo che mia moglie diceva sempre che le bambine dovevano aver avuto dei pessimi genitori: avevano le braccia piene di segni di iniezioni, ed avevano una grave dipendenza da eroina."
Logan: "Io ho tentato in ogni modo di farle disintossicare. Anche la madre era dipendente da eroina, ma il mio capo... Striker..."
Gibbs: "Ecco perché sapeva il tuo nome, quando ha rapito Sara..."
Logan: "Già. Lui non voleva disintossicarle, voleva fare degli esperimenti, come ha fatto con me." e si guardò le mani, le cui ossa erano foderate di quel metallo indistruttibile chiamato adamantio.
Gibbs: "Si farebbe di tutto per la propria famiglia."
Logan: "Sì."
Gibbs: "Mia moglie voleva adottarle."
Logan: "Perché non l'avete fatto?"
Gibbs: "Lei era l'assistente sociale dell'orfanotrofio. Se non avesse già superato l'età adottabile, avrebbe anche voluto chiedere l'adozione di Summers. Per le bambine, non abbiamo potuto farlo perché davanti a noi, nella lista c'erano i Warfury. Loro non avevano figli, e noi ne avevamo già una di due anni. Ma forse è meglio che sia andata così."
Logan: "Perché?"
Gibbs: "Shannon e Kelly, mia moglie e mia figlia, sono morte 15 anni fa."
Logan: "Capisco."

Nel frattempo, in un’altra ala della scuola, Abby diventava sempre più impaziente. Aveva un appuntamento con Sara per fare dei rilievi e delle analisi sulle sue capacità e metterli a confronto con le prove trovate sulla scena del delitto, ma la ragazza tardava a presentarsi. L’appuntamento era quasi tre quarti d’ora prima e di Sara neppure l’ombra. Tra l’altro non si fidava neppure a lasciare il laboratorio che le avevano messo a disposizione, per paura che lei potesse arrivare e non trovarla, e anche perché non aveva la minima idea di come muoversi lì dentro. Finalmente qualcuno si affacciò alla porta della stanza.
Abby: “Era ora, è più di mezz’ora che asp-” iniziò la frase con un certo fervore ma si bloccò a metà “scusa Kate, pensavo fosse tua sorella… Sai che fine ha fatto?” concluse accorgendosi dell’errore.
Kate: “Non si è presentata?” il suo tono di voce era a metà tra l’incredulo e lo spazientito.
Abby: “No, non si è presentata!”
Kate: “Mi farà perdere la pazienza prima o poi! Mi tocca sempre fare la sorella maggiore! Ma dico io, se siamo gemelle non dovrebbe essercene bisogno!” Abby la guardò senza sapere che dire e fece spallucce. “Posso pure capirla se non le piace essere analizzata come una cavia, ma è per il suo bene! Ah, ma se la prendo…!” Kate continuò il suo sfogo, poi si accorse che stava divagando e si fermò.
Abby: “Come facciamo a trovarla?”
Kate: “Aspetta un momento…” si concentrò fino a localizzare la sorella –Si può sapere cosa stai facendo?! Devi venire da Abby per le analisi, te lo ricordi o no?!-
Sara: -Me n’ero dimenticata...- rispose con noncuranza dall’altro capo della scuola.
Kate: -Sei una pessima bugiarda.-
Sara: -Ok, non mi andava di farle. E allora?-
Kate: -E allora?! E allora?! Ma Cristo Santo, ti rendi conto che possono darti la pena di morte?!-
Sara: -Ok, ok, ho capito, non agitarti. Arrivo.- concluse. Si presentò al laboratorio cinque minuti dopo, con un paio di scarpe da ginnastica slacciate e una tuta da basket.
Kate: “Ma che ci fai conciata così?” esclamò spalancando gli occhi.
Sara: “Stavo facendo una partita con Tony… sbrighiamoci, così torno di là.” Rispose in tono scocciato.
Abby: “Andiamo, vedrai che non sarà una cosa lunga. Siediti.” Disse alludendo ad una poltrona che somigliava a quella di uno studio dentistico.
Sara: “Cosa devo fare?” disse sedendosi con aria nervosa.
Abby: “Stai tranquilla e quando te lo dirò io, scarica l’energia verso il tavolo davanti a te. Sopra ci sono dei polli che ho fatto venire dalla cucina, in questo modo avremmo una traccia dei segni che lasciano i tuoi poteri e potrò misurare la potenza delle scariche che puoi creare!” rispose con il suo solito tono entusiastico saltellandole intorno mentre le sistemava degli elettrodi.
Sara: “Ma io non so di preciso quanta forza ci ho messo alla base, e poi lì non portavo i guanti, la potenza era diversa…” obiettò.
Abby: “I guanti te li farò levare se ci sarà bisogno. Tu, non preoccuparti, mettici tutta la potenza che puoi per ora. Poi casomai faremo un’altra prova con minore potenza.”
Sara annuì nervosamente e poi scaricò tutta l’energia che poteva. Subito il caratteristico odore della carne bruciata riempì l’aria e le luci presero ad abbassarsi ad intermittenza. Infine gli strumenti a cui Abby aveva attaccato gli elettrodi iniziarono a produrre scintille per poi bruciarsi del tutto.
Abby: “Accidenti, impressionante…” mormorò esaminando i suoi poveri strumenti “sono del tutto fusi…”
Sara: “Devo fare qualcos’altro?” chiese.
Abby: “No… No, non credo che sia necessario… E poi anche volendo…”
Sara: “Allora torno giù da Tony.” Disse alzandosi il più in fretta possibile con aria sollevata. Non le piaceva proprio fare la cavia “ci vediamo a cena!” e scappò fuori dalla stanza.
Kate la osservò allontanarsi e poi quando fu abbastanza lontana si rivolse ad Abby.
Kate: “La situazione non è buona vero? Gli strumenti sono saltati tutti…”
Abby: “No, non è affatto buona.” Confermò “Possiamo solo sperare che le tracce di bruciature sui cadaveri siano diverse da queste.” Disse prendendo in mano i due polli ormai completamente carbonizzati. “Ah, eccoti McGee!”
Tim era appena entrato nella stanza e osservava i due polli in mano alla Dark Lady con aria perplessa.
McGee: “Come sono andate le analisi?”
Abby: “Mi ha fuso gli strumenti.” Rispose mettendogli in mano i polli carbonizzati. Il ragazzo li osservò con aria perplessa e semidisgustata.
McGee: “Che significa che ti ha fuso gli strumenti?!? E poi che devo farci con questi?”
Abby: “Significa che se la fai arrabbiare può incenerirti in meno di mezzo secondo. Quelli vanno portati a Ducky in modo che possa confrontarli con le bruciature sui marines.”
Kate: “Speriamo che dimostrino che mia sorella non c’entra nulla…” disse “E speriamo che Ducky riesca ad analizzare tutto abbastanza in fretta. Domani comincia il processo, il JAG ha fretta a quanto pare.”
McGee: “Già… Se sotto c’è il sospetto che qualcuno di loro non si sia comportato come avrebbe dovuto cercano sempre di insabbiare tutto in fretta. Sapete dov’è Ziva? Mi faccio accompagnare da lei a Washington…”
Abby: “Credo sia uscita in volo con Arcangelo.”
McGee: “Quei due passano molto tempo insieme ultimamente…”
Kate: “E lo stesso fanno mia sorella e Dark Angel.”
Abby: “Guarda caso…”
McGee: "Dark Angel?"
Abby: "Tony. Non l'hai capito che anche lui è un mutante?"
McGee: "Ecco perchè si comporta in questo modo. Che poteri ha?" disse, per nulla sorpreso.
Kate: “Gli stessi di Arcangelo. Comunque speriamo si sveglino in fretta, tutti e quattro.”
McGee: “Ziva ucciderebbe pur di non ammettere che è innamorata di Tony. Comunque ora vado a cercarla.” e detto questo uscì dalla stanza.
Abby: “Tim ha ragione…”
Kate: “Si, e lo stesso vale per mia sorella nei confronti di Warren. In quanto a quei due… Non hanno capito nulla sul serio secondo me.”
Abby: “I soliti uomini.”
Kate sorrise, poi insieme uscirono dalla stanza.

Ziva e Warren rientrarono verso le sei di sera.
Erano stati fuori tutto il pomeriggio, Warren voleva mostrarle il mondo dal suo punto di vista, portandola in volo dove poteva arrivare.
Ziva: "Wow! che spasso! E' davvero divertente volare in questo modo!"
Warren: "Te l'avevo detto che è molto meglio che volare sull'aereo." Rispose mentre si incamminavano nel piano terra della scuola.
Warren: "Chissà dov'è finita Sara..." si chiese, guardandosi intorno.
Ziva: "Sarà insieme a Tony. Quei due non si mollano un attimo, sono insopportabili!"
Warren: "Invece tu sei stupenda..."
Ziva si bloccò e lo guardò, stupita, ma Warren non le diede il tempo di replicare e la baciò.

Sara cercava Warren da più di un’ora. Inizialmente non aveva la più pallida idea di dove si trovasse, poi era riuscita finalmente a localizzarlo: era giù, nella palestra coperta. Aveva così deciso di raggiungerlo. A metà strada verso la palestra incrociò Tony. Strano che non fosse con Warren: di solito preparavano le lezioni di educazione fisica insieme e probabilmente era proprio quello che stava facendo Warren in palestra, quale altro motivo avrebbe avuto per stare li sotto da solo?
Tony: “Ciao!” disse con una nota calda nella voce.
Sara: “Ciao Tony! Cambiato profumo?”
Tony: “Si! Ti piace?”
Sara: “E’ più legnoso. Io amo i profumi tipo il sandalo.”
Tony: “Ce ne dovrebbe essere un po’ dentro.”
Sara: “Lo so. Che fai di bello?”
Tony: “Cercavo Ziva. Non riesco a trovarla.”
Sara: “Io sto cercando Warren. O meglio, sto andando da lui ora. Magari posso darti una mano poi con Ziva, anche se sarà difficile che ci riesca. Ziva è un’incognita per me.”
Tony: “Beh, per ora ti accompagno, poi vediamo.”
Sara: “ok, allora scendiamo in palestra.”
Percorsero diversi corridoi in silenzio, ognuno assorbito nei propri pensieri. Quelle poche settimane avevano cambiato molte, troppe cose nella vita di entrambi. Nella vita di tutti. E tutti erano più o meno coscienti di questo. Ma se per un Timothy McGee questo significava solo aver visto macchinari che non aveva mai visto prima se non nei suoi sogni, per gli abitanti della scuola significava che molto probabilmente alla fine di tutta quella storia tutto il mondo avrebbe saputo della loro esistenza. Per Tony significava che aveva un novanta per cento di possibilità di venire scoperto e sbattuto fuori dall’NCIS. E gli altri, come l’avrebbero presa? E Sara si chiedeva se alla fine sarebbe rimasta libera. Perché, si l’NCIS le credeva, ma il JAG, i giudici, il mondo l’avrebbe fatto? Avrebbero creduto ad una persona che poteva far saltare la corrente con uno schiocco di dita? Chi avrebbe mai immaginato che poche settimane potessero cambiare così la vita?
Furono riscossi dalle proprie riflessioni nel corridoio della palestra, quando si accorsero che li le luci erano spente. Fuori pioveva e, a detta di Tony, nel corridoio non si vedeva un accidenti. Secondo quanto Sara poteva sentire anche le luci della palestra erano spente. Che accidenti stava succedendo? Perché Warren era li sotto da solo con le luci spente? Possibile che si fosse sbagliata? Aprì la porta senza bussare. Prima che potesse realizzare cosa stava succedendo, Tony esclamò:
Tony: “Ziva?! Che diavolo...”
Era cieca, non stupida, e se le persone mentivano, gli odori non lo facevano mai. Ziva era in quella stanza e lei e Warren si stavano baciando.
Sara: “Io.. cioè, noi.. scusate!” disse.
Iniziò a percorrere il corridoio di corsa a ritroso. Se non fosse stato vuoto, avrebbe di certo travolto qualcuno. Senza saperne il motivo, si sentiva furiosa. Pur tenendo i guanti, iniziò ad emettere scintille.
Warren: “Sara!” la chiamò mentre la raggiungeva.
Lei non si voltò finche lui non la prese per un braccio.
Warren: “Cosa ti prende?”
Sara: “Warren, fai silenzio o ti levo le piume ad una ad una!” disse in un crescendo di voce.
Warren: “Ma per cosa?!”
Sara: “Proprio non ci arrivi? Pensavo te ne importasse di più.”
Warren: “Di cosa?”
Sara: “Lascia perdere.”
Ziva: “Non credi di stare esagerando? Non è mica il tuo uomo.” Disse raggiungendoli.
Sara: “Non osare parlarmi Davìd! Te lo insegnano al Mossad a fare la rovinafamiglie o sei autodidatta? Sono curiosa...” Sibilò.
Ziva: “Se non riesci a tenerti stretto un uomo non è colpa mia.” rispose.
Sara: “MA COME TI PERMETTI? IO TI..” alzò la mano per tirarle un pugno, ma qualcuno la fermò.
Tony la teneva stretta e le bloccava il braccio, impedendole quasi di muoversi.
Sara: “Lasciami Tony!” urlò cercando di divincolarsi.
Tony: “No, non ti lascio. Faresti del male a qualcuno, ma soprattutto a te stessa.”
Sara: “Ti prego lasciami! Lasciami!” Senza accorgersene stava piangendo.
Tony la lasciò andare e lei scappò in camera sua. Warren fece un passo in avanti per raggiungerla, ma Tony lo fermò.
Tony: “Faresti più danni di quelli che non hai già fatto Arcangelo!” esclamò con aria dura.
Poi la seguì per il corridoio, lasciando Ziva e Warren a guardarsi perplessi. Una volta raggiunta la sua camera bussò alla porta, poi entrò pur non avendo ricevuto una risposta. Il fatto che lei non lo avesse disintegrato come aveva aperto la porta gli diede la percezione di come stesse. Era seduta sul letto con le spalle poggiate al muro e un cuscino stretto al petto. Senza una parola Tony si sedette di fianco a lei.
Sara: “E’ incredibile, non è vero?” disse. Le tremava la voce “Ziva ha paura di tutti i mutanti, però..”
Tony: “E Warren odia gli sbirri peggio di Logan”
Sara: “E’ assurdo”
Tony: “Davvero.”
Sara si alzò, si levò i guanti e li poggiò sul comodino. Poi prese a rovistarci dentro. Da dove si trovava Tony potè notare che non era molto ordinata. Dentro c’era ammassato di tutto, vecchi nastri e cd (in effetti le fotografie non dovevano avere molto senso per lei), magliette, collane, bracciali, mascherine rotte e alcuni libri dall’aspetto molto pesante. Tirò fuori una bottiglia.
Sara: “Alla loro salute!” disse con aria sarcastica.
Tony: “Per caso sei telepate come tua sorella? Anche io stavo pensando di farmi un whisky.” Esclamò.
Sara: “Questo non è whisky, ma se vuoi ho anche quello.” Rispose con un sorriso.
Due ore dopo erano ancora li, piuttosto ubriachi entrambi, con una bottiglia semivuota per uno in mano.
Tony: “E’ proprio vero che l’alcol fa vedere il lato buono della vita!” disse, intervallando la frase con i classici ‘hic’ da ubriaco.
Sara: “Fossi in te non ne berrei troppo. Dicono che riduca un altro tipo di qualità.” Disse con la voce impastata dall’alcol.
Tony: “Ahh, non è vero.”
Sara: “Mai fatto una prova?”
Tony: “E chi lo sa?” fece un sorriso sornione
Sara: “Mmmm, non ci credo, il grande Tony DiNozzo, che ha avuto centinaia di ragazze, non è mai andato a letto con una da ubriaco?”
Tony: “Beh, c’è sempre una prima volta, no?”
Sara: “Va beh, questo è il mio letto, io sono stanca, quindi o te ne vai o credo che dovremo dividerlo.”
Tony: “Ok” disse alzandosi, ma perse subito l’equilibrio e le cadde addosso sul letto.
Sara: “Ouch! Lo sai che pesi?” disse cercando di levarselo di dosso.
Tony: “Me l’hanno detto pure Abby e Ziva”
Sara: “Sei caduto anche addosso a loro da ubriaco?”
Tony: “No, Abby la stavo proteggendo da un terrorista e Ziva… Beh, con lei dovevo farci sesso.” Disse senza accennare a muoversi.
Sara: “Pure tu?” fece un aria offesa “Dio, devo essere ubriaca fradicia... se mi vedesse papà così conciata…”
Tony: “Beh, veramente non dovevamo fare sul serio sesso. Era una missione sotto copertura.” Rispose ignorando la sua ultima frase.
Sara: “Tony, davvero pesi troppo. Se non te ne sei accorto, sei ancora mezzo sopra di me.”
Tony: “Però, lo sai che non sei male da questa prospettiva?” disse mentre continuava a guardarle nella scollatura della maglietta.
Sara: “non sei il primo a dirlo.”
Tony: “Che misura porti, la quarta?”
Sara: “Lo sai che se entrasse mio padre ora ti ucciderebbe?”
Tony: “Tuo padre è impegnato a impedire a tua sorella di bere birra.”
Sara: “ E inoltre la porta è bloccata. Cosa intendi fare adesso?”
Tony: “Una mezza idea ce l’avrei...” rispose, poi abbassò il viso e prese a baciarle il collo.
Con uno scatto lei si girò e fece in modo di ritrovarsi seduta sopra di lui.
Tony: “Che fai, scappi via?” disse con aria quasi delusa.
Sara: “No, mi metto comoda. Iniziavano ad incrinarmisi le costole” rispose con un sorriso.
Tony: “Ah, non peso così tanto!” le osservò attentamente il viso “Perché non levi la mascherina?”
Sara: “Perché non so che effetto ti farebbe. Non so come sono i miei occhi”
Tony: “Kate dice che sono come i suoi.”
Sara ci riflettè un momento, poi se la levò, la poggiò sul comodino e sciolse i lunghi capelli rossi. Abbassò la testa vicino alla sua, perché lui potesse vedere meglio i suoi occhi verde smeraldo.
Sara: “Non lo faccio mai però.” Disse, a disagio.
Tony: “Tua sorella ha ragione. Hai dei begli occhi.”
Sara: “Grazie, sei gentile.” Rispose dolcemente.
In quel momento Tony annullò le distanze tra di loro, baciandola. Poi le sue mani si allungarono a spegnere la luce sul comodino.

Nel frattempo erano scesi tutti in refetorio per la cena.
Kate mangiava già da parecchio, quando Gibbs, McGee, Abby e Ziva si sedettero a tavola, assieme a Logan, Tempesta e Warren.
Gibbs: "Per caso avete visto DiNozzo?" chiese, riempiendosi il piatto.
Tempesta: "Non è ancora scesa neanche Sara..."
Logan: "Allora dobbiamo avvertirli che è pronta la cena." disse, afferrando al volo il bicchiere di birra che Kate si stava portando alla bocca per bere.
Kate: "Lo faccio io." disse, guardando male il padre, poi si concentrò per localizzarli.
Solo che, una volta che li ebbe trovati, invece di chiamarli telepaticamente, si alzò dal tavolo e si diresse a passo spedito verso i dormitori.
Poco dopo spalancò con un movimento della mano la porta della camera di Sara, e si bloccò ad osservare la scena: Sara e Tony stavano facendo sesso, e non si erano accorti di lei. Con un altro gesto della mano li divise e scaraventò Tony contro il muro, poi gli lanciò addosso i boxer e si rivolse a Sara:
kate: "vai a dormire, domani c'è la prima udienza del processo." poi, con voce severa, a Tony "Vai in camera tua, DiNozzo." poi se ne andò, quando anche lui fu uscito.
Il mattino dopo, prima di partire per il tribunale, entrambi si beccarono una predica, Sara da Kate e Tony da Gibbs.

TRASCRIZIONE ATTI PROCESSUALI PROCESSO PENALE #765-11-2007: LO STATO DELLA VIRGINIA VS SARA WARFURY PER L’ACCUSA DI TRIPLICE OMICIDIO

Accusa: Col. Harmon Rabb, JAG
Difesa: Matthew Murdock

Prima giornata: 16 Novembre 2007. Inizio ore 10.00.

Accusa: “L’accusa chiama a testimoniare l’Agente dell’NCIS Leroy Jethro Gibbs”
Leroy Jethro Gibbs al banco dei testimoni. Giura di dire la verità.
Accusa: “Agente Gibbs, secondo il vostro rapporto, lei e la sua squadra siete accorsi subito sul luogo del delitto. Ci può descrivere cosa avete trovato?”
Gibbs: “Tre marines morti con evidenti segni di bruciature. Inoltre tra i campioni raccolti abbiamo trovato un bastone per non vedenti, una pagina di un libro in braille e una mascherina.”
Accusa: “Oltre a questi indizi avete trovato anche delle tracce ematiche che vi hanno ricondotto all’imputata qui presente, è corretto?”
Gibbs: “Si, signore.”
Accusa: “E qual è stata la reazione della sorella dell’imputata quando ha riconosciuto la pagina in braille e questa?” (solleva la prova #3: mascherina)
Gibbs: “Era sorpresa. Le ha riconosciute subito come appartenenti alla sorella.”
Accusa: “E ve lo ha comunicato?”
Difesa: “Obiezione Vostro Onore! L’avvocato Rabb cerca di influenzare la giuria.”
Accusa: “Vostro Onore, cerco solo di capire la dinamica degli eventi e il rapporto tra le due sorelle.”
Giudice: “Avvocato Rabb, riformuli la domanda.”
Accusa: “Cosa ha fatto la sorella dell’imputata dopo aver riconosciuto gli oggetti?”
Gibbs: “Sembrava si sentisse male, perciò l’ho rimandata a casa e l’ho fatta accompagnare dall’Agente DiNozzo.”
Accusa: “E la signorina Warfury è tornata a casa?”
Gibbs: “L’Agente DiNozzo l’ha accompagnata a Westchester dove attualmente risiedono la sorella ed il padre adottivo.”
Accusa: “Quindi la signorina Warfury è andata subito da sua sorella senza dirle di aver riconosciuto gli oggetti?”
Gibbs: “Si, signore.”
Accusa: “E lei come giudicherebbe questo comportamento?”
Difesa: “Obiezione!”
Giudice: “Accolta. Avvocato Rabb, faccia attenzione.”
Accusa: “Ritiro la domanda. Cosa avete fatto quando avete scoperto a chi apparteneva il materiale ematico ritrovato sulla scena?”
Gibbs: “Abbiamo raggiunto Westchester per avere la sua versione dei fatti.”
Accusa: “E l’imputata sembrava incline a collaborare?”
Gibbs: “Mi ha detto tutto quello che sapeva, Avvocato.”
Accusa: “E quale sarebbe la sua versione dei fatti?”
Gibbs: “Che è stata rapita da un gruppo di militari e tenuta prigioniera per un mese, ma non ha ucciso nessuno.”
Accusa: “E questo collima con le prove che avete trovato sulla scena del delitto?”
Gibbs: “No.”
Accusa: “Cosa si può dedurre invece dalle prove che avete trovato?”
Gibbs: “Abbiamo verificato che alcune prove sono state messe sulla scena del delitto di proposito.”
Accusa: “E per quanto riguarda le cause della morte delle vittime?”
Gibbs: “Secondo il medico legale sono morte per le ustioni.”
Accusa: “Siete riusciti a ricollegare queste ustioni all’imputata?”
Gibbs: “Come avremmo potuto ricollegare quelle ustioni a Sara?”
Accusa: “Alla signorina Warfury, intende. Non ha avuto modo di leggere questo rapporto?” (mostra la prova#5: Rapporto del Dipartimento di Polizia di Washington riguardo ad un precedente incidente)
Difesa: “Obiezione Vostro Onore! La difesa non ha potuto prendere atto del rapporto in questione.”
Accusa: “Vostro Onore, il rapporto era a disposizione di tutti negli archivi della polizia di Washington.”
Difesa: “Ma non ne esiste una copia in braille, per cui non ho potuto visionarlo di persona.”
Giudice: “Respinta. Avvocato, è sua discrezione procurarsi un assistente in modo da poter visionare tutti gli elementi di prova. Agente Gibbs, risponda alla domanda.”
Gibbs: “Ho letto il rapporto, Avvocato Rabb.”
Accusa: “E cosa pensa di quello che c’è scritto?”
Difesa: “Obiezione! Chiede un parere personale.”
Giudice: “Avvocato, riformuli la domanda.”
Accusa: “Che cosa si deduce da questo rapporto?”
Gibbs: “Che la signorina Warfury ha provocato un’esplosione, rischiando di uccidere i genitori.”
Accusa: “E cosa è emerso dalla comparazione delle tracce di bruciature dei due casi?”
Gibbs: “Che sono molto simili.”
Accusa: “Quindi le ha fatte la stessa persona?”
Difesa: “Obiezione! Trae conclusioni affrettate!”
Giudice: “Accolta. Avvocato Rabb…”
Accusa: “In che maniera si può dedurre siano state fatte le bruciature?”
Gibbs: “Non ne ho idea avvocato.”
Accusa: “Non è forse vero che nel vostro periodo di permanenza alla scuola avete potuto osservare che chi vi abita possiede particolari capacità?”
Gibbs: “E’ una scuola per ragazzi dotati.”
Accusa: “Cosa intende per ‘dotati’?”
Gibbs: “I ragazzi e gli insegnanti della scuola hanno particolari doti.”
Accusa: “E non è forse vero che la particolare dote della signorina Warfury è quella di produrre scariche elettriche?”
Gibbs: “Si.”
–Brusio in aula-
Giudice: “Silenzio in aula!”
Accusa: “E lei ha ritenuto di lasciare l’indiziata libera?”
Gibbs: “Nella scuola ci sono persone in grado di aiutarla a controllarsi.”
Accusa: “Ma lei ha ritenuto comunque di lasciare un’indiziata quasi certamente colpevole e pericolosa per la società libera. Su quali basi?”
Gibbs: “Era sotto la custodia di uno dei miei agenti.”
Accusa: “Ho concluso.”
Giudice: “Avvocato Murdock, vuole controinterrogare il teste?”
Difesa: “Si. Agente Gibbs, cosa mi può dire riguardo la mia cliente?”
Accusa: “Obiezione! Si chiede un parere personale!”
Difesa: “Voglio solo fornire un quadro completo del carattere della mia cliente ai fini dell’imputazione.”
Giudice: “Riformuli la domanda Avvocato.”
Difesa: “La mia cliente durante il suo periodo di permanenza alla scuola ha mai messo in pericolo la vita di se stessa o degli altri usando le proprie capacità?”
Gibbs: “Non che io sappia avvocato.”
Difesa: “Secondo lei la mia cliente è capace di provocare intenzionalmente danno a qualcuno?”
Gibbs: “Credo di no, a meno che non si trovi in pericolo di vita.”
Difesa: “Agente Gibbs, può sintetizzarmi il contenuto del rapporto di cui ha parlato l’accusa?”
Gibbs: “Il rapporto afferma che la signorina Warfury ha provocato un’esplosione all’età di quindici anni durante una lite familiare.”
Difesa: “Quindi si può dire che abbia provocato l’esplosione non intenzionalmente, giusto?”
Accusa: “Obiezione Vostro Onore! Chiede un parere personale e trae conclusioni affrettate!”
Difesa: “Sto cercando di dimostrare che la mia cliente non è pericolosa a meno che non si senta minacciata.”
Giudice: “Respinta. Agente Gibbs, risponda alla domanda.”
Gibbs: “Si, credo si possa definire non intenzionale”
Difesa: “Quindi la mia cliente usa le sue capacità per legittima difesa?”
Gibbs: “Si, credo di si.”
Difesa: “Ho terminato vostro onore.”
Giudice: “Facciamo una pausa. Si riprende alle quindici.”

PAUSA

Accusa: “L’accusa chiama a testimoniare Kate Warfury”
Kate Warfury al banco dei testimoni. Giura di dire la verità.
Accusa: “Signorina Warfury, da quanto lavora all’NCIS?”
Warfury K.: “Da circa un mese e mezzo.”
Accusa: “E in che reparto lavora?”
Warfury K.: “Nel laboratorio delle indagini scientifiche, con la signorina Sciuto.”
Accusa: “Che cosa ha fatto quando ha riconosciuto le prove che vi avevano portato da analizzare come appartenenti a sua sorella?”
Warfury K.: “Nel momento in cui le ho riconosciute mi sono sentita male.”
Accusa: "E a quel punto l'Agente Gibbs le ha ordinato di tornare a casa, ma lei si è recata a Westchester. Perché?"
Warfury K.: "Ero preoccupata per mia sorella. Non avevo sue notizie da un mese."
Accusa: "Come mai non aveva notizie di sua sorella da così tanto tempo?"
Warfury K.: "Mi avevano riferito che era scomparsa."
Accusa: "E non avete ritenuto opportuno segnalare la sua scomparsa alla polizia?"
Warfury K.: "No."
Accusa: "Quindi, pur essendo preoccupata, non ha voluto far cercare sua sorella alle autorità competenti, e non sa in effetti cosa abbia fatto per un lungo periodo di tempo."
Warfury K.: "No, ma mia sorella sa cavarsela da sola e ha imparato a pensarci cinque volte prima di agire."
Accusa: "Quindi ritiene sua sorella capace di cavarsela in una situazione simile ad un rapimento pur essendo cieca?"
Warfury K.: "Si, ma..."
Accusa: "Quindi si può dire che la cecità non costituisca un handicap per sua sorella?"
Difesa: "Obiezione Vostro Onore! L'accusa sottovaluta l'handicap dell'imputata!"
Accusa: "Ritiro la domanda. Signorina Warfury, come definirebbe il carattere di sua sorella?"
Warfury K.: "Non molto diverso dal mio, testarda e impulsiva a volte."
Accusa: "Quindi a volte sua sorella si lascia prendere la mano..."
Warfury K.: "Come ho già detto, ha imparato a pensarci cinque volte prima di agire, e poi adesso ormai sa controllare il suo dono."
Accusa: "Ma in passato il suo comportamento ha avuto conseguenze negative."
Warfury K.: "Mia sorella ha accidentalmente fatto esplodere la casa dei nostri genitori con tutta la famiglia dentro."
Accusa: "E lei non ne è uscita indenne." (mostra alla giuria le prove #6-7-8-9-10-11: foto del precedente incidente)
Warfury K.: "No, ho ancora le cicatrici, ma anche mia sorella non ne è uscita illesa. Solo i nostri genitori sono stati abbastanza fortunati da uscirne indenni."
Accusa: "Quindi si può ragionevolmente ritenere che sua sorella costituisca un pericolo per la società, a causa del suo 'dono', o, come viene chiamato, della sua mutazione."
Difesa: "Obiezione! In quel periodo la mia cliente non era ancora in grado di controllarsi! Era la prima volta che le sue capacità si mostravano! Quello di dieci anni fa è stato un incidente isolato."
Accusa: "La vicenda passata serve a dare una proporzione delle potenzialità dell'imputata."
Warfury K.: "Mia sorella non è pericolosa."
Accusa: "I suoi genitori non la pensarono in questo modo."
Difesa: "Non siamo qui per discutere i fatti di dieci anni fa."
Giudice: "Avvocati ora basta. Avvicinatevi."
Difesa: "L'accusa sta traendo conclusioni affrettate Vostro Onore."
Accusa: "Cerco solo di fare il quadro della situazione Vostro Onore."
Giudice: "Giunga al punto e in fretta avvocato Rabb."
Difesa: "Vostro Onore la teste non può agitarsi."
Accusa: "Ho concluso Vostro Onore."
Giudice: "Controinterroga la teste avvocato Murdock?"
Difesa: "Si Vostro Onore, ma chiedo dieci minuti di pausa per permettere alla teste di calmarsi."
Giudice: "Avvocato Murdock, cosa impedisce alla teste di continuare la deposizione in queste condizioni?"
Difesa: "La teste è incinta vostro onore. Se si agita ci potrebbero essere conseguenze spiacevoli per lei o per il bambino."
Giudice: "La pausa è concessa. Riprendiamo tra dieci minuti."

PAUSA

Difesa: "Signorina Warfury, quanti anni ha trascorso alla scuola per giovani dotati del professor Xavier?"
Warfury K.: "Siamo state alla scuola dall'Ottobre del 1997, due settimane dopo l'incidente."
Difesa: "Ci può descrivere di preciso cosa si impara all'interno della scuola?"
Warfury K.: "Oltre alle materie tradizionali che si imparano in tutte le scuole superiori, si impara anche a convivere con le proprie capacità e a controllarle."
Difesa: "E quindi lei e sua sorella siete state sottoposte per dieci anni a questo speciale 'addestramento'?"
Warfury K.: "Si e anche nel periodo in cui ero al college ho continuato ad allenare le mie capacità."
Difesa: "Ritiene possibile che una persona che ha ricevuto questo addestramento perda il controllo delle proprie capacità?"
Warfury K.: "Non tutti sono in grado di controllare le proprie capacità, nonostante l'addestramento. Esistono però degli oggetti che aiutano l'autocontrollo."
Difesa: "E sua sorella ha bisogno di qualcuno di questi oggetti per controllarsi?"
Warfury K.: "Ha bisogno dei suoi guanti contenitivi."
Difesa: "E a quanto le risulta sua sorella li indossava quando è scomparsa?"
Warfury K.: "Che io sappia no. Aveva smesso di indossarli a Giugno poco prima che io cominciassi a cercare casa a Washington."
Difesa: "A suo parere era in grado di controllarsi in una situazione di stress, senza di quelli?"
Warfury K.: "L' 'addestramento', come lo chiama lei, in certi casi si svolge su diversi livelli. Sara stava imparando a controllare il suo dono senza dover dipendere dai guanti."
Difesa: "Quindi se in una situazione di stress non fosse riuscita a controllarsi sarebbe stato del tutto accidentale oltre ogni ragionevole dubbio?"
Warfury K.: "Si." (rivolgendosi al giudice) "E' possibile fare una pausa? Non mi sento molto bene."
Difesa: "Ho concluso Vostro Onore."
Giudice: "La seduta è tolta. La Corte si aggiorna a domani 17 Novembre."

Seconda giornata: 17 Novembre 2007

Difesa: "La difesa chiama a testimoniare Sara Warfury."
L'imputata sale al banco degli imputati e giura di dire la verità.
Difesa: "Sara, mi puoi dire precisamente in cosa consiste il tuo dono?"
Warfury S.: "Io... posso sentire qualsiasi tipo di energia e caricarla. In particolare carico energia elettrica."
Difesa: "Riesci a controllare il tuo potere?"
Warfury S.: "Dipende per lo più dalle mie condizioni emotive. Comunque in linea generale no, non ci riesco senza i miei guanti."
Difesa: "Capisco. Puoi raccontare alla Corte cosa è successo tre mesi fa?"
Warfury S.: "Stavo effettuando un giro di ispezione dopo l'orario del coprifuoco quando sono stata aggredita. Mi sono risvegliata in una cella di metallo."
Difesa: "Hai tentato di liberarti?"
Warfury S.: "Ci ho provato ma era impossibile. Il metallo mi impediva di caricarmi abbastanza."
Difesa: "E poi dopo come hai fatto a scappare?"
Warfury S.: "La porta della cella era rimasta aperta e la guardia era entrata e si era avvicinata credendo che mi sentissi male. L'ho neutralizzata e ho cercato di orientarmi per quanto fosse possibile."
Difesa: "Hai incontrato altre guardie mentre scappavi?"
Warfury S.: "Parecchie."
Difesa: "E ti sei fatta strada usando il tuo potere, giusto?"
Warfury S.: "Si, perché mi stavano sparando addosso, ma non ho messo abbastanza energia da uccidere qualcuno."
Difesa: "Ma se qualcuno dei tuoi carcerieri è rimasto ucciso a causa delle scosse è stato in maniera del tutto accidentale, giusto?"
Warfury S.: "Se è accaduto, ma non credo sia così, è stato del tutto accidentale. Mi avevano drogata, e questo non migliorava il mio autocontrollo."
Difesa: "Ho concluso Vostro Onore. Grazie Sara."
Giudice: "Avvocato Rabb, può procedere al controinterrogatorio."
Accusa: "Signorina, mi può dire quante persone 'speciali' come lei esistono nel mondo?"
Warfury S.: "Di preciso non lo so, ma siamo parecchi."
Accusa: "E come mai fino a questo momento la vostra esistenza è stata tenuta nascosta?"
Warfury S.: "Io... Non so rispondere a questa domanda"
Accusa: "Non sa rispondere? Vi nascondete e non ne conosce il motivo?"
Difesa: "Obiezione! Sta intimorendo la teste!"
Accusa: "Sto solo cercando di capire il modo di ragionare dell'imputata Vostro Onore."
Giudice: "Avvocato Murdock, per caso anche la sua cliente è incinta?"
Difesa: "No, ma..."
Giudice: "Allora l'imputata risponda alla domanda."
Warfury S.: "Io credo che... che ci nascondiamo perché la gente ha paura di noi."
Accusa: "Paura? Si spieghi meglio, come fa la gente ad avere paura se non sa neppure che esistete?"
Warfury S.: "Può capitare che persone normali abbiano familiari come noi e non abbiano una buona esperienza."
Accusa: "E come mai?"
Warfury S.: "Perché... perché non vengono trattati bene dai loro familiari Mutanti."
Accusa: "E perché non vengono trattati bene?"
Warfury S.: "Può... può capitare che vengano trattati male perché ritenuti inferiori."
Accusa: "Quindi sta dicendo che considerate la gente normale inferiore."
Warfury S.: "No, solo che alcuni di noi hanno questa tendenza, ma la Comunità generalmente non è d'accordo con questi."
Accusa: "La Comunità? Quale Comunità?"
Warfury S.: "La Comunità Mutante, Avvocato Rabb."
Accusa: "E lei sa di quante persone è composta questa Comunità?"
Warfury S.: "No, non lo so, ma non capisco dove voglia arrivare Avvocato."
Accusa: "Quindi non può sapere cosa pensano tutti i membri della Comunità."
Warfury S.: "No, ma cosa c'entra questo col mio processo?"
Accusa: "Ma se ha appena detto di non sapere di quante persone è composta nè cosa pensa ognuna di esse, come fa a garantire che non tutti ritengono la gente normale inferiore?"
Warfury S..: "Le ho anche appena detto che non lo facciamo! Io vivo in una di queste Comunità e la maggior parte di noi..."
Accusa: "Signorina Warfury, lei odia i non mutanti?"
Warfury S.: "No che non lo faccio!"
Accusa: "Neanche dopo quello che è successo e che ha raccontato alla corte con l'aiuto del suo avvocato?"
Warfury S.: "No! Non... non si può giudicare tutto il mondo in base alle azioni di quattro pazzi!"
Accusa: "Neanche dopo che i suoi genitori l'hanno abbandonata dieci anni fa dopo aver scoperto cosa era?"
Warfury S.: "Come le ho già detto, non si può giudicare tutto il mondo in base alle azioni di poche persone. Conosco persone che hanno subito cose peggiori e non provano risentimento."
Accusa: "Cosa intende con 'cose peggiori’?"
Warfury S.: "Esperimenti di ingegneria genetica."
Accusa: "Però lei odia le persone che l'hanno rapita."
Warfury S.: "No, io non..."
Accusa: "Quindi lei è stata rapita, drogata e tenuta prigioniera per un mese da delle persone e non prova nessun risentimento? Piuttosto strano. C'è chi si vendica per molto meno."
-La teste resta in silenzio.-
Accusa: "Ho concluso Vostro Onore."
Giudice: "La seduta è tolta. La corte si aggiorna."

Avevano sperato di trovare almeno a casa un po’ di riposo, ma quella giornata sembrava non finire mai. Appena furono tornati infatti trovarono Emma Frost ad attenderli nel salone con la tv accesa e un sorriso beffardo sulle labbra.
Emma: “Ma guarda un po’… Vi piace proprio farvi notare, vero Warfury?”
Sara: “Che cosa vuoi Emma?” sbottò con aria irritata. L’ultima cosa che ci voleva dopo la tensione del tribunale era QUELLA che le rompeva le scatole.
Emma: “Nulla, stavo solo notando quanto vi piaccia essere sotto i riflettori… Tutte le televisioni ora parlano di voi.”
Sara: “Di certo non l’abbiamo fatto di proposito, non ti pare?”
Emma: “No, certo… come ci si sente a sapere che per colpa tua ora tutti sanno dell’esistenza dei mutanti? Pensaci Blind, migliaia di persone braccate e tutto per colpa tua.”
Sara ringhiò ma non rispose. Emma pensò bene di aumentare il carico.
Emma: “Spero proprio che la prossima volta ci penserai due volte prima di fare fuori delle persone… Sempre se sarai ancora viva per farlo.”
A questo punto la ragazza non riuscì più a trattenersi e la prese per il bavero della divisa, sbattendola contro il muro e caricando il proprio pugno. Emma si tramutò subito in diamante.
Emma: “Ho colto nel segno a quanto pare.” Disse con un ghigno.
Sara: “Voglio proprio vedere se conduci l’elettricità!” ringhiò avvicinando il pugno alla faccia di Emma.
Kate: “Sara calmati per favore! Non vale la pena di perdere il proprio tempo con gente del genere!” Sapeva che la sorella si sarebbe soltanto fatta male se continuava. Tra l’altro il diamante non conduceva neppure l’elettricità.
Sara: “NO CHE NON MI CALMO! Prima ti da della p* e adesso questo! Le voglio dare una lezione!” e detto questo la fulminò. O almeno ci provò, ma senza ottenere (ovviamente) nessun risultato. Intanto anche Logan si era avvicinato e neanche lui sembrava molto contento dell’ultima frase che aveva sentito.
Logan: “Che cosa ha detto di Kate...?” il suo tono non lasciava intendere nulla di buono.
Sara: “Hai capito benissimo!”
Emma: “Io ho soltanto detto la verità!”
Matt: “La verità…? Insultare una donna incinta per te è dire la verità?”
Emma: “Andiamo, non dirmi che le credi? Deve averti rigirato proprio per bene. Tu davvero credi che con tutto quello che hanno sempre fatto le gemelle, il bambino possa essere davvero tuo? Fossi in te farei il test della paternità il prima possibile!”
Matt: “Io mi fido di Kate!”
Emma: “Allora lasciati fregare se proprio sei così tonto da non capire qual è la verità!”
Kate: “Ma la verità non è quella che dici tu! Il bambino è tuo Matt, te lo giuro!” e detto questo scoppiò a piangere senza freni. Matt le si avvicinò e la abbracciò.
Matt: “Kate, non darle retta. Io ti credo, mi fido di te.” Disse cercando di consolarla.
Sara: “TU MI HAI STUFATA! GUARDA CHE COSA HAI FATTO!” urlò in direzione di Emma, e poi, senza pensarci due volte, le tirò un pugno. Ma prendere a pugni il diamante è come farlo con un muro. Subito la mollò e si resse la mano con l’altra, cercando di nascondere una smorfia di dolore. Emma fece un sorrisino soddisfatto.
Emma: “Sei davvero stupida Blind. Non lo sai che il diamante fa male?” poi si allontanò ancheggiando vistosamente.
Logan: “Quella un giorno o l’altro me la paga.” Disse guardandola allontanarsi e avvicinandosi alle figlie.
Sara: “Io gliel’avrei fatta pagare anche subito.” Rispose con una smorfia. Nel frattempo Kate non aveva smesso di piangere e all’improvviso si accasciò nelle braccia di Matt priva di sensi.
Matt: “Credo… Kate è svenuta, dobbiamo portarla subito in infermeria.” Tony gli si avvicinò per dargli una mano e Sara si girò verso di loro con aria preoccupata.
Sara: “E’ svenuta? Vi do una mano…”
Logan: “Tu non fai proprio nulla! Anzi, ti fai dare un’occhiata a quel polso!”
Sara: “Ma non ho nulla!” Logan la guardò con aria scettica e Tony intervenne
Tony: “Ce la facciamo anche in due, non preoccuparti.” Poi si diressero verso l’infermeria. Kate fu stesa subito su uno dei letti dove Hank la visitò. Non appena la ragazza ebbe ripreso i sensi, Matt si dedicò a lei, mentre Logan cercava di convincere inutilmente l’altra figlia a sedersi anche lei su uno dei letti e a farsi dare un’occhiata alla mano. Alla fine Hank riuscì a visitare anche lei e decretò che il polso e l’intera mano andavano ingessati, a meno che lei non si facesse curare da Arcangelo, proposta alla quale Sara oppose un fiero rifiuto. Mentre Matt continuava a parlare con Kate e a rassicurarla che le credeva e Hank ingessava la mano di Sara, si sentì un rumore di passi frettolosi in corridoio. Due minuti dopo due persone facevano capolino sulla porta dell’infermeria. Una di loro era una brunetta minuta che rimase a bocca aperta ad osservare la scena.
…: “Ma cosa caspita succede?” sbottò
Kate: “Laura! Non dovevi tornare tra una settimana da Harvard?”
Lei si avvicinò al suo letto.
Laura: “Dovevo, ma sta succedendo un casino lì, la comunità mutante si è ritrovata all’improvviso allo scoperto e così ho deciso che era meglio tornare e cercare di capire meglio cos’era successo. Ne ho parlato con Alex e lui ha detto che in effetti stava pensando la stessa cosa e così mi ha accompagnata.”
Sara: “Alex…?”
L’altro nuovo arrivato si fece avanti dalla porta. Era un uomo circa dell’età di Tony, biondo e con gli occhi azzurri.
Alex: “Come stai?” chiese avvicinandosi al letto. La ragazza prese un’espressione indifferente.
Sara: “Bene.” Rispose in tono freddo. Tony li guardò con aria perplessa.
Tony: “Perché qualcosa mi dice che c’era qualcosa fra di loro ma è finito male?” sussurrò all’orecchio di Kate.
Kate: “Forse perché è così…” rispose a voce bassissima. Poi si rivolse ad Alex “com’è fare l’insegnante universitario?”
Alex: “Non male… Allora si può sapere cosa è successo?”
Sara: “In parole povere: ho probabilmente ammazzato tre marines dopo essere stata rapita e torturata per un mese e probabilmente finirò al fresco per questo per colpa mia l’esistenza dei mutanti è di dominio pubblico Emma ha dato della p* a Kate che è incinta di Matt che è il mio avvocato ho tirato un pugno a Emma e mi sono fratturata la mano. Ah e mi sono messa con Tony che in teoria sarebbe il mio agente di custodia ma che in realtà...” aveva pronunciato le ultime parole tutte di un fiato in tono isterico, ma Laura la interruppe.
Laura: “Mi sono persa quando hai detto che finirai al fresco…” poi si girò verso Kate “sei incinta?”
Kate: “Si…”
Laura: “Beh allora complimenti sorellina!” disse sorridendo e la abbracciò.
Tony: “Sorellina…?” disse in tono perplesso.
Kate: “Laura in realtà è un clone di papà, ma per noi è nostra sorella a tutti gli effetti!” rispose
Tony: “Clone?” ci capiva sempre di meno in quella storia.
Logan: “Si, ma è una storia lunga.”
Alex: “Cos’è questa storia degli omicidi?” disse rivolto a Sara.
Sara: “Ho ucciso tre marines.” Rispose semplicemente.
Matt: “DICONO che tu l’abbia fatto.” La corresse.
Sara: “Beh, non possiamo saperlo con certezza no? Non ero lucida.”
Alex: “Che vuol dire che non eri lucida?” sbottò bruscamente.
Kate: “L’hanno drogata.” Rispose al posto della sorella.
Sara: “Per colpa mia adesso sanno tutti della nostra esistenza…”
Tony: “Non è colpa tua.” Disse sedendosi sul letto accanto a lei.
Sara: “Si invece! E’ tutta colpa mia!” insistette.
Laura: “No, non lo è. Sarebbe successo lo stesso prima o poi.”
Sara: “Magari invece non sarebbe mai successo! E’ tutta colpa mia se già sono iniziati gli attacchi a danno dei mutanti!” sembrava paranoica. Alex scambiò un’occhiata con Kate.
Alex: -Di nuovo la paranoia? Significa…-
Kate: -Non lo so… Teniamola d’occhio.- poi si rivolse alla sorella in tono ragionevole “Non è colpa tua. Adesso non pensarci e vedrai che andrà tutto bene.”
Sara: “Mi daranno la pena di morte!” il tono era talmente isterico che suonava in falsetto.
Gibbs: “Non credo.” Disse facendosi sulla porta. “Quelle bruciature non le hai fatte tu.” La ragazza si bloccò di colpo.
Sara: “Cosa..?”
Gibbs: “E’ così. Le vittime sono state prima soffocate e poi sono state fatte le bruciature. Non sei stata tu.”
Matt: “A quanto pare dovrò fare una telefonata all’avvocato Rabb.” Disse alzandosi. Poi uscì dalla stanza. Nell’infermeria l’aria si rilassò all’improvviso.
Kate: “Ho fame…” si lamentò cercando di alzarsi.
Hank: “Rimani giù. Hai avuto uno svenimento, non puoi rialzarti subito.”
Kate: “Ma io sto bene…” tentò di protestare.
Hank: “Ti porteranno da mangiare qua se proprio hai fame.” Era inflessibile. Kate fece una smorfia ma non replicò.
Sara: “Vado io.” E uscì dalla stanza ignorando le proteste del medico.
Kate: “Mi raccomando portami il variegato alla nutella!” le gridò dietro. La sorella annuì con un cenno della testa e Tony la seguì. Gli altri li guardarono allontanarsi.
Laura: “Sembrano affiatati…” commentò.
Logan borbottò qualcosa e uscì dalla stanza seguito da Gibbs, con la scusa di vedere che fine aveva fatto Matt. Alex restò in silenzio, o almeno così pareva.
Alex: -Tony sa che…?- chiese a Kate.
Kate: -No, e per adesso non mi sembra necessario dirglielo.-
Lui annuì e poi uscì anche lui dall’infermeria mentre Laura e Kate rimanevano sole a chiacchierare del più e del meno.

   
 
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