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Autore: ginny1063    12/10/2014    5 recensioni
Il mio..." C'era una volta..."
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie, Un po' tutti
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ho scritto questo racconto a sedici anni, quando c'erano troppi perché e pochissime risposte. Non avevo ancora capito che il mio viaggio prevedeva certe fermate, per così dire obbligatorie.

 

RACCONTAMI UNA STORIA
 

Era una notte buia e tempestosa, doveva ammetterlo, non ne ricordava molte come quella. Era seduto in salotto, con una coperta tirata fino al petto e fissava la finestra, dove impetuosa la pioggia ci sbatteva contro. Non voleva alzarsi a chiudere le persiane, era troppo stanco. Sentì il pavimento scricchiolare dietro di sé e quasi subito si voltò.

- Tommy, cosa fai ancora alzato?-

- Non riesco a dormire, il temporale...-

- Vieni, c'è freddo, stai con me sotto le coperte e vedrai che ti addormenterai subito...-

- Papà...-

- Dimmi Thomas...-

- Mi racconti una storia?-

- Lo sai che non sono bravo...-

- Non è vero, solo che non vuoi più raccontarle...-

- Non dire così...-

- Papà, raccontami una storia...-

- Va bene...-
 
 
 
           Ci sarebbero stati tutti. Harriet aveva pensato ad ogni particolare: dal tavolo imbandito con le più buone pietanze, alle sedie, al barbecue e agli ospiti. Sarebbe stato un pomeriggio di fine giugno bellissimo. Un pomeriggio con i suoi colleghi, ma soprattutto con tutte quelle persone che facevano parte della sua famiglia. Si guardò distrattamente allo specchio, pensando che avrebbe avuto ancora un'oretta per prepararsi. Si sarebbero trovati per l'una. Non sapeva cosa indossare. Sicuramente ci sarebbe stato caldo, e mangiando in giardino non voleva optare per nulla di sofisticato. Ripescò dall'armadio una canottiera di lino, molto semplice, ma che sapeva mettere in risalto i punti giusti, un pantalone abbinato lungo e leggero e un paio di sandali. Si raccolse i capelli in uno chignon disordinato e passatasi un filo di rossetto e un filo di matita, recuperò la borsa e uscì di casa.
 
 
        Erano arrivati quasi tutti, tranne Harm. Lui era perennemente in ritardo. Stava chiacchierando con Harriet in cucina, mentre affettava dei pomodori.
- Harriet, spegni quella telecamera...-

- Quando sarò vecchia voglio ricordarmi di queste giornate!- disse l'amica.

- Harriet sai se...-

- Si, Mac, verrà!-

- Io non...-

- Te lo si legge in faccia e poi se ne sono accorti anche quei poveri pomodori...- abbassò lo sguardo, notando che non ce n'era uno tagliato regolarmente, tanto era presa dal fissare ansiosamente il cancello dei Roberts.

- Arriverà, sarà solo in ritardo...-

- Eccomi, è permesso...-

- Harm! Sei in ritardo!-

- Scusami Harriet, mi farò perdonare, ho portato da mangiare...-

- Ma non dovevi, dai qua! Per punizione vai in cucina a pulire le verdure -

- Aiuto, la mamma ti ha messo in castigo-

- Sturgis...- i due si salutarono con una pacca amichevole sulle spalle e poi ognuno tornò alle proprie mansioni. Turner seguiva il barbecue con Bud, mentre Harm era stato designato alla pulizia delle verdure.

- Ciao...-

- Ehi, sei arrivato...-

- Preoccupata?-

- Tieni lava l'insalata-

- Agli ordini, signora!-
 
       
         Circa mezz'ora dopo la carne era stata cotta e anche le verdure grigliate.
Tutti presero posto. I piccoli erano stati affidati alle cure della babysitter per un pomeriggio, per permettere al tenente Sims di godersi un po' di pace e compagnia. Harm e Mac si trovarono di fronte, forse per caso, forse per scelta. Il capitano non toccò carne, ma optò per una sorta di primo piatto che Harriet aveva preparato per lui. Tra tintinnii di bicchieri e rumore di postate, gli avvocati del JAG si stavano davvero rilassando. 

- Tenente, devo farle i miei complimenti, è sempre ottimo il pranzo da lei-

- La ringrazio signore, lavoro di squadra!-

- Parlando di squadra, Bud ha già informato gli ospiti del gioco di oggi pomeriggio?-

- Gioco?-

- Sì, vede colonnello, io e Galindez avevamo proposto, scherzando, di giocare a bandierina e l'Ammiraglio ci ha presi in parola...-

- Signore, non credo di essere pronto...-

- Su Rabb, se non è pronto lei, figuriamoci il sottoscritto. Sarà divertente!- Mac fulminò con lo sguardo il giovane Victor e Roberts che con un sorrisetto imbarazzato si concentrò sulla salsiccia che aveva nel piatto.

- Coraggio marine, ti farò vincere...-

- Non ce n'è bisogno pilota, arriverai comunque secondo!-

- Sento aria di sfida, ammiraglio prepariamoci ad una bella battaglia!-

- Sturgis, lei si prepari a correre, se non vuole rimanere a pulire tutto solo-
Tra le risate generali si finì di mangiare. Sarah e Jennifer aiutarono Harriet a riordinare la tavola, sparecchiando e lavando qualche piatto, anche se l'amica tentò più volte di dissuaderle. Gli uomini seduti all'ombra di due grandi alberi chiacchieravano, commentando le ultime cause disputate. Quando le tre donne li raggiunsero con il vassoio del caffè, ognuno si sporse a prendere la sua tazzina.

- Vieni Mac!- Harm la fece sedere accanto a sè, prendendo un piattino.

- Grazie...-

- Di cosa stavate parlando?-

- Lavoro...-

- Uomini!- Harriet guardò ridendo le sue amiche mentre gli avvocati le osservavano scuotendo la testa. Finito anche quel momento di pausa si decise di iniziare il grande gioco. Insomma, un pomeriggio per tornare bambini, come lo aveva soprannominato Chegwidden.

- Allora, dividiamoci in due squadre... Harriet terrà la bandiera e Bud segnerà i punteggi- Roberts si avviò alla sua postazione, sedendosi poco dietro a sua moglie. L'Ammiraglio era stato davvero gentile. Era consapevole che a causa della sua gamba non avrebbe potuto correre. I suoi amici si schierarono su due file. Al comando della prima squadra l'ammiraglio che avrebbe affrontato il comandante Turner. In seconda posizione i giovani del gruppo, Galinedz e Jennifer. Infine, come da copione, Harm e Mac, che non avevano smesso di punzecchiarsi dalla conclusione del pranzo.

- Regola numero uno: la bandierina dovrà essere portata dietro la riga. Solo allora verrà assegnato punto-

- Si può rubare la bandierina all'avversario in qualsiasi modo...-

- Ma Harriet!-

- Mac, dai per cambiare un po'...-

- Mmm, sarà...-

- Paura di perdere?-

- Ah, sta zitto!- con un sorriso sulla faccia il capitano Rabb si concentrò, in attesa che la padrona di casa chiamasse il proprio nome. I primi a partire furono Jennifer e Galindez. Coates provò a correre più forte che poté, ma il giovane sottufficiale era davvero un velocista. Il primo punto andò quindi alla squadra di soli uomini. Fu poi il turno dell'ammiraglio e di Sturgis, il quale riuscì a rubare la bandierina, portano la situazione ad un pareggio.

- Se non ti conoscessi direi che l'hai fatto apposta Harriet!-

- Beh mancate solo voi...tre, due uno...-

Entrambi partirono correndo veloci. I membri delle loro squadre che li incitavano. Mac più veloce riuscì a prendere il fazzoletto dalle mani di Harriet. Non aveva fatto i conti con Harm, il quale la raggiunse, la prese in braccio e la portò nel suo campo.

- Harm, Mettimi giù...-

- Ai suoi ordini signora...-

- Il punto va alla squadra dell'ammiraglio, mi dispiace Mac!-

- Ha barato...lo sai... Harm...- il capitano Rabb si stava facendo due grosse risate e non si accorse dell'uragano Mac che si abbatté su di lui. Presa la pompa del giardino Mac lo lavò da capo a piedi. Vi fu una risata generale. Il bel pilota si voltò completamente zuppo. Mai visto Harm lasciarsi sconfiggere impassibile? Prese a sua volta la canna e rincorrendo Sarah per il giardino cercò in tutti i modi di bagnarla. Sturgis volle andare ad aiutare il suo amico e intrappolata Mac la lavarono per bene. L'ammiraglio osservava stupito. Più che avvocati sembravano bambini di terza elementare. Scosse la testa pensando che tutto sommato era stato lui a proporre questo ritorno al passato. Si accomodò vicino a Bud e si godette lo spettacolo.

- Glielo prometto Roberts, l'aiuterò di persona a sistemare il giardino...-

- Ah, non si preoccupi, ci penseranno il colonnello e il capitano...-

- Come fa a saperlo...-

- Non lo so, lo spero!-
Intanto i tre continuavano quella buffa lotta. Galindez si rimboccò le maniche della camicia e insieme a Jennifer andarono in aiuto di Mac. Anche se in tre, non riuscirono a difendersi dai due compagni di accademia. Alla fine si ritrovarono tutti a terra, completamente bagnati.

- Bambini, chi vuole la merenda?-

- Harriet, scusaci...-

- State scherzando vero? Io con questo vi ricatto per l'eternità!-

- No...- Jennifer e Mac si alzarono e cercarono di rubare la videocamera dalle mani dell'amica.
 
Harm ancora seduto sull'erba osservava con quanta grazia Mac riuscisse a muoversi, pur essendo in uno stato pietoso. Non poteva fare a meno di fissarla. Le goccioline che scendevano piano sul suo volto, la pelle lasciata scoperta dalla canotta, colorata dal sole delle quattro, e i suoi vestiti che in quel momento si adattavano perfettamente al corpo, tracciandone la forma.

- Harm, perché non glielo dici?-

- Eh?-

- Hai capito, amico!-

- Dirle cosa?-

- Che sei innamorato di lei...-

- Io...-

- Innamorato di chi?- Sarah era comparsa all'improvviso, sorridente, e aveva allungato la mano verso gli eroi ancora a terra, dopo la stancante battaglia d'acqua.

- Innamorato di chi?- Domandò una seconda volta.

- Nulla...-

- Vieni, asciugati un po', sei totalmente zuppo...-

- Ha parlato la Sirenetta!-

- Capitano, sempre a ribattere-

- Marine, ti ho battuto-

- Mi hai sollevata da terra, se questo lo chiami vincere!-

- Ho sfruttato le armi in mio possesso- le disse sfoggiando il suo solito sorriso

- Ah beh!-

- Voi due, basta discutere, andate a farvi una doccia. Potete usare il bagno al primo piano...-

- Grazie Harriet, sei un tesoro-

- Harm mi lavo prima io-

- No, non ci provare...-

- A chi arriva primo!-
 


 
- Harm!-

- Va bene, prima le signore, ti aspetto sul balcone o allago tutto quanto-
Si assicurò che il capitano fosse uscito prima di chiudere la porta ed entrare in doccia. I vestiti bagnati giacevano stropicciati nel lavandino, mentre il getto di acqua calda le scivolava sul corpo. Prima aveva captato qualcosa da una conversazione con Sturgis, qualcosa che Harm non aveva voluto dirle. Probabilmente un'altra delle sue conquiste, una di quelle bionde di cui spesso si circondava. Leggermente irritata finì di insaponarsi per poi far scorrere via il bagnoschiuma. Afferrò l'asciugamano che la sua migliore amica le aveva preparato e raccolti i suoi indumenti tornò da Rabb.

- Ce ne hai messo di tempo!-

- Di cosa ti lamenti ci ho impiegato sette minuti...-

- Posso andare io?-

- Si, certo...-

- Grazie...-

- Aspetta un attimo, di cosa parlavi prima con Stu?-

- Di nulla...-

- No, Harm, non era nulla. Ti sei innamorato?-

- Mac, non capisco perché dovrei...-

- Già, perché parlarne con me! Giusto, io sono solo la collega di lavoro, per il resto ci sono gli amici, lascia stare, ho sbagliato!-

- Sarah...-
Scosse la testa, in questo periodo non passava giorno in cui non litigassero. Era convinto che dopo l'incidente di Bud si fossero avvicinati, eppure litigavano continuamente, per delle sciocchezze. Cosa avrebbe dovuto dirle? "Sarah mi sono innamorato di te?”. Si chiuse in bagno e cercò di non pensare al marine deluso e arrabbiato che aveva appena lasciato la stanza.
 
 
- Mac...-

- Vieni pure, Harriet, sono quasi pronta-

- Allora, cosa c'è?-

- Nulla...-

- Vi ho sentiti discutere, prima-

- Io e Harm discutiamo sempre in questo periodo, sembra che non possa passare giorno senza che ci scappi una litigata!- continuò il colonnello, mentre si metteva una maglietta pulita, imprestatale dalla sua migliore amica.

- È ancora in doccia?-

- Sì, almeno credo...-

- Vi aspettiamo di sotto, gli altri hanno quasi tutti finito, voglio farvi vedere il filmato di oggi-

- Stai scherzando?-

- Coraggio, sopravviverai!-
 
 
 
Erano già tutti presenti, quando Harm scese in soggiorno. Cercò Mac con lo sguardo e la vide seduta sulla poltrona, con Sturgis che appoggiato allo schienale parlava con lei. Sorrise un po' in imbarazzo all'ammiraglio e si accomodò vicino a Galindez che stava chiacchierando con Jennifer.

- Bene, ci siamo tutti...-

- Harriet, tu sei tremenda!-

- Shh! Guardate...-
Partì il filmato, tra le risate generali. Si vide Bud mentre si destreggiava tra salsicce e bistecche, Gunny e Jen che si davano al design, apparecchiando la tavola, tra scelte di tovaglioli e piatti. La scena si spostò poi in cucina, dove un'agitatissima Mac stava tentando di tagliare dei pomodori.

- Harriet, spegni la telecamera...-

- Uff...-

- Hai spento?-

- Si...-

- Harriet, pensi che...-

- Sì, Mac, arriverà, tranquilla...-

- È solo che ...-

- Non ce la fai proprio a resistere senza di lui, vero?-

- Si nota così tanto?-
Tutti in sala ammutolirono. Il colonnello si voltò verso il tenente Sims con un'aria tra l'omicida e l'allibito.

- Credevo avessi spento-

- Lo credevo anche io...- cercò di giustificarsi la padrona di casa.
Mac spostò lo sguardo da Harriet ad Harm. Per un secondo scese il gelo. Il filmato fortunatamente riprese, spostando la scena al gioco-bandierina. Ci furono commenti ironici e divertenti, soprattutto nel rivedere l'ammiraglio correre. Harriet aveva anche ripreso la battaglia d'acqua successiva. Harm e Mac si ritrovarono a fissare lo schermo, osservandosi mentre si rincorrevano, come bambini, felici.

- Harriet, spegni la videocamera...- nel televisore si videro le due donne avvicinarsi all'obiettivo, mentre sullo sfondo due amici parlavano.

- Harm, perché non glielo dici?-

- Eh?-

- Hai capito, amico!-

- Dirle cosa?-

- Che sei innamorato di lei-

- Io...-

- Innamorato di chi?- Harm prese un respiro profondo, poi con una scusa uscì in giardino. Harriet decise di aver spinto abbastanza i due a parlarsi e volle fare una pausa.

- Caffè?-

- Sì, credo ce ne vorrà uno bello forte!- La comitiva si spostò in cucina, lasciando Mac immobile sulla poltrona. "Non posso essere io..." Si disse scuotendo la testa. Osservò ancora una volta la tv, sul cui schermo era bloccata l'immagine del suo migliore amico, mentre seduto sull'erba fissava la donna davanti a sé
Prese coraggio e si ritrovò in veranda.

- Ciao...-

- Scusa, non so perché sono uscita...-

- Quindi non mi volevi parlare?-
- No, cioè sì, ma...-
- Non ti preoccupare, se non vuoi non ne parleremo mai-
- Harm...-

- Dimmi quello che vuoi, Mac-

- Vorrei sapere chi è quella donna di cui parli-

- Ah, domanda difficile!- le disse guardandola con un mezzo sorriso.

- Ti piace tanto?- provò a chiedere, terrorizzata dalla possibile risposta.

- Oh si...-

- Perché non me ne hai parlato?-

- Ci ho provato, anche prima, appena finito la doccia, ma te ne sei andata arrabbiata- continuò il comandante facendo scorrere le mani sul corrimano di legno.

- Scusa-

- Mai scusarsi, è segno di debolezza, me lo ripeti sempre tu...-

- Già!- con un sorriso imbarazzato Sarah si sedette sul divanetto di vimini dietro ad Harm, che era appoggiato al muretto della veranda.

- Allora, parlami di lei...- disse incrociando le gambe e poggiano le mani sulle sue ginocchia.

- È un tipo strano, vuole avere sempre ragione...-

- Deve essere una donna difficile...-

- Non sai quanto, è testarda, molte volte...-

- Cosa ti piace di lei...-

- Beh lei è la donna più intelligente, competitiva, esasperante, stimolante, impegnativa e bellissima che io abbia mai conosciuto -

- Devi essere proprio innamorato di lei-

- Sì...- Quasi non si accorse di aver pronunciato quell'unica sillaba, tanto la sussurrò. Percepì un movimento d'aria dietro di sé. Qualche secondo dopo una mano sfiorò la sua. Abbassò lo sguardo e incrociò gli occhi di Mac.

- Cosa mi dici del tuo principe azzurro? Ci sarà qualcuno che ti avrà rubato il cuore...- sapeva perfettamente quanto sarebbe stato rischioso, ma voleva tentare.

- Gli sto dando la mano in questo momento...- rimasero entrambi in silenzio, sorridenti. Mac si spostò davanti ad Harm, sedendosi sul muretto.

- Ci possiamo provare, marine?-
Sarah annuì con la testa. Troppa emozione per parlare e magari rovinare tutto. Sorrise mentre distrattamente accarezzava un filo di barba all'angolo della bocca di Harm. Lui le prese la mano e abbracciandola forte si avvicinò alle sue labbra.

- A bandierina ho vinto io!-

- Che cosa! Tu hai bar...- le ultime parole furono soffocate da un bacio. Mac dopo essersi ripresa legò le braccia al collo del suo collega. Ci avrebbero provato e questa era già una grande promessa. Chissà, magari avrebbe anche potuto funzionare...
 
 
 
 
 
Smise di parlare, non si era accorto che suo figlio nel frattempo si era addormentato. Si alzò dalla sedia e riportò il bimbo in camera, lo mise sotto le coperte e dopo avergli dato un bacio in fronte uscì, socchiudendo piano la porta.
Ritornò in salotto, un fulmine illuminò la poltrona dove fino a qualche minuto prima era seduto con il piccolo Tommy. Il fuoco nel camino si stava spegnendo, quasi in automatico si abbassò per cercare qualche debole fiamma nel legno ormai bruciato.
Sopra il camino sorrise nel ripercorrere con lo sguardo le fotografie della sua famiglia, lui, Tommy e Sarah. Erano due anni che non c'era più, e non passava giorno in cui non sentisse la sua mancanza. Era sparita in una notte come quella, in missione. Era partita per il Paraguay, viaggio diplomatico aveva detto il Segretario, peccato che da quella missione lei non fosse più tornata. Un raid notturno al campo, erano morti molti Marines, tra cui Mac. Una lacrima solitaria scese sulla guancia nel ricordare il soprannome di sua moglie, Mac... Quante volte l'aveva chiamata così, per scherzo, per ripicca, quando litigavano, quando semplicemente aveva bisogno di incrociare il suo sguardo. Non amava parlare di lei con gli altri perché semplicemente non avrebbero capito, per lui Sarah era stata il suo tutto, solo il suo cuore sapeva quanto fosse stato vero e meraviglioso, lei lo aveva amato e lo aveva completato, lui lo sapeva e questo bastava. Spesso riportava in vita gli anni passati con lei e sentiva uno strano peso sul petto, avrebbe voluto tornare indietro per cancellare tutta la tristezza e il dolore, ma si convinceva del fatto che inevitabilmente avrebbe finito per cancellare anche tutti i momenti di gioia e amore.  Quindi ricordava così, imparando a gestire le lacrime. Un tuono lo riscosse dai suoi pensieri, prese una foto dalla mensola e si sedette in poltrona. Con il pollice fece girare la fede che aveva al dito. Erano passati due anni, ma non aveva tolto l'anello. Forse non l'avrebbe mai fatto. Sorrise alla donna dietro il vetro. Passò distrattamente la mano sul suo volto. Sarah era stata la sua storia più bella.

 
  
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