-Eh?-

-Ma dai ragazzi! Sarebbe una cosa carina nei loro confronti, anche per far vedere che noi ci teniamo alle nostre fan!-

-Soprattutto le italiane. Hanno dei culi e delle tette…-

-Grazie per il tuo intervento, Yu…allora lo considero come un sì…Tu che ne dici Kiro?-

-L’idea mi emoziona tantissimo!!!!!!-

-Shin?-

-Ok, va bene-

-Luminor?-

-…-

-Ok, allora tutti d’accordo. Basterà dirlo al manager…speriamo di convincerlo.-

Strify non ebbe nemmeno il tempo di terminare la frase che Kiro si era già catapultato fuori dalla stanza per andare dal manager! Correva talmente veloce e distrattamente che per poco non rischiò di scontrarsi con un ragazzo che stava trasportando degli scatoloni.

-Scusami!!-

Continuò la sua corsa e arrivato di fronte alla porta della stanza del manager, non bussò nemmeno e vi si catapultò dentro; quando fu davanti alla scrivania, si inginocchiò e con le mani giunte come a supplicare e con l’aria da cucciolo, disse tutto d’un fiato:

- O grande manager-chan, potremo fare una sorpresa a una delle nostre fan in Italia la sera del concerto? Pleasepleasepleasepleasepleasepleaseplease!!-

-Kiro, alzati e siediti, come una persona normale e spiegami di che si tratta.-

Il manager era una brava persona, seria quando la situazione lo richiedeva, ma molto divertente e simpatico nei momenti della vita quotidiana. Si vestiva con abiti normali, non troppo eleganti; raramente indossava giacca e cravatta.

Nel frattempo era arrivato anche il resto della band.

Kiro prese Strify per il braccio e lo trascinò fino alla scrivania e, piagnucolando, disse –E’ lui che ha avuto l’idea!-

-E’ vero, ma siccome ti sei fiondato direttamente qui senza aspettarci, come pena glielo dovrai dire te!- disse Strify con tono di sfida.

-Io non glielo dirò! Sei te che hai avuto l’idea!-

-Allora avresti dovuto aspettarci prima di correre via.-

-Ma ero entusiasta della trovata!!-

-Non mi interessa, adesso glielo dici!-

-No!-

-E io dico di si-

-Ti ho detto di NO!-

-Sì!-

-No!-

-SI!-

-NO!-

I due andarono avanti per un paio di minuti. Il manager era stufo di quel litigio e, con i nervi a fior di pelle e non riuscendoli più a sopportare, urlò –INVECE DI CONTINUARE A DISCUTERE QUALCUNO MI PUO’ DIRE IN COSA CONSISTE QUESTA IDEA!?-

I due si zittirono all’istante ma continuavano a guardarsi con aria di sfida.

Arresosi all’evidenza che né Kiro né Strify avrebbero parlato, Luminor passò davanti ai due litiganti,ai quali lanciò uno dei suoi sguardi gelidi, tanto da far scappare Kiro dietro la sagoma di Shin, nel tentativo di cercar riparo. Nell’assistere a quella scena, il manager scoppiò a ridere.

Luminor si avvicinò alla scrivania del direttore e ripeté l’idea avuto poco prima da Strify.

-Mmm…l’idea non è male…-

Nel frattempo Kiro era ricomparso da dietro la schiena di Shin. Il manager si era alzato per fissare fuori dalla finestra; quando si voltò verso i componenti del gruppo, aveva un enorme sorrisone stampato sul volto.

-Ok, per me non c’è alcun problema! Ma mi dovete promettere che farete di tutto per metterla a suo agio!-

-JAAAA!!- esclamarono tutti i ragazzi tranne Luminor.

-…Non ho finito. Mi raccomando Yu, giù le zampe.-

-Ai suoi ordini, mio capitano!-

I ragazzi uscirono dalla stanza, preceduti da Kiro che salterellava come Heidi; Strify, prima di chiudere la porta, disse –Grazie, grande puffo!-

-Ehi! Non sono così vecchio e basso da essere paragonato a grande puffo!... E non sono neanche blu!-

Il passo più difficile era stato compiuto. Ora si doveva solo attendere quel giorno. Era eccitato da questa idea.

Si recarono tutti allo sala di registrazione per continuare il lavoro sui nuovi brani. Anche se l’album era uscito da quasi un anno, stavano componendo altre canzoni per quello nuovo, sfruttando la vena creativa che in questi giorni si era impossessata di Strify. Dovevano ultimizzare un brano.

-Si, lo chiameremo Crashing And Burning e lo canteremo in esclusiva per le fan italiane…-

Il film era appena finito.

Si alzò dalla poltrona, spense il televisore e andò a gettare via lo scatolone della pizza e la lattina della Coca-Cola.

Guardò l’orolagio,

Le 22.30.

-La mamma è sempre la solita…-

Stanca di aspettarla, andò a dormire.

Si coricò sul letto e accese l’iPod,ascoltando ripetutamente le canzoni. Era stanca e nel giro di un'oretta si addormentò, lasciando l’iPod acceso, e sognava.

Sognava come poteva essere il concerto.

Ginevra, sicuramente, quel concerto non se lo sarebbe dimenticato tanto facilmente.