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Autore: Molly182    13/10/2014    1 recensioni
«Perché non mi hai mai detto che il tuo vero nome è Thomas?»
«Perché non me l'hai mai chiesto…»
«Spiegami perché avrei mai dovuto chiederti se quello fosse il tuo vero nome?»
«Perché pensavo che mi avessi riconosciuto»
«È piuttosto difficile vedere chi ho davanti, sai?», mi disse mentre stava riempendo due tazze di caffè caldo. «Soprattutto se il locale ha luci basse e quello che mi sta davanti ha un maledetto cappello che gli copre metà volto»
«Hai ragione», le dissi ridendo e appoggiando il cappello sul ripiano.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom DeLonge
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chapter eleven.
Oh, calamity!
 
Thomas P.O.V.
Era tutto pronto. La tavola era apparecchiata, la casa illuminata, gli ospiti erano tutti qui e l’atmosfera che si era creata era una delle migliori in assoluto.
Cassie era così bella mentre parlava con Skye, sembrava che si conoscessero da una vita da come ridevano.
«Davvero non sapevi chi fosse Tom?», disse la bionda con un tono dolce, quasi materno. «È così adorabile»
«Oddio, devo dire che successivamente mi sono sentita terribilmente in imbarazzo, probabilmente sono l’unica persona sulla faccia della terra a non riconoscerlo», disse Cassie ridendo e portandosi le mani sul volto per nascondere le guance che si stavano colorando di rosso.
«Davvero, è una bella cosa», rispose Skye posando una mano sul braccio della ragazza seduta a capotavola, di fronte a me. «Penso che gli abbia fatto piacere conoscere qualcuno che non sapesse ancora nulla di lui, un po’ come prima che iniziasse la sua ascesa nel mondo del punk-rock»
«Tom, mi ascolti?», chiese il moro seduto di fronte a sua moglie, che stanco, di non essere preso in considerazione lanciò il suo tovagliolo di stoffa sulla mia faccia. In effetti il suo tono di voce era abbastanza scocciato.
«Mark, ma che cazzo!», sbuffai rilanciandogli la salvietta.
«Ora che ho la tua attenzione, finalmente, potresti passarmi il vino?», disse soddisfatto della sua impresa. «Grazie», ribadì alla fine dopo che gli porsi la bottiglia. «Quindi Cassie, quanti anni hai?», chiese. «Sembri decisamente più giovane di tutti noi», disse ridendo e poi bevendo un sorso di vino.
«Ne ho ventidue»
«Dio! Mi ricordo quando avevo io ventidue anni…»
«…ed eri un idiota dai capelli colorati!», dichiarai ridendo.
«Ero così dannatamente sexy!», disse. «Pardon… Sono ancora così dannatamente sexy!»
«Mr. Hoppus forse ha bevuto un po’ troppo!», disse la moglie. «Forse è meglio se metti nello stomaco anche un po’ di cibo e non solo del vino», dichiarò alzandosi per andare a prendere la prima portata.
«Tranquilla, ci pensiamo io e Tom», si affrettò a dire Mark alzandosi e facendole un segno col capo di sedersi. Mi alzai anch’io lasciando le due donne al tavolo. «Tom ti sei bevuto il cervello?», disse a bassa voce appena raggiungemmo la cucina così che le ragazze non potessero sentirci. «Ha ventidue anni! È ancora una ragazzina!»
«È più matura di quanto pensi»
«Non lo metto in dubbio, ma… tu ne hai trentadue, lei dieci in meno di te… non è un po’ strano?»
«No, assolutamente no, in fondo l’età è solo un numero, no? Non conta poi così tanto… è abbastanza grande da prendere le sue decisioni e ragionare con la sua testa, e per lo Stato dell’America è legale dopotutto»
«Forse ti stai cacciano in qualcosa di più grande di te…»
«Non lo so Mark, per ora mi basta essere felice, non è questo l’importante?»
«Penso di si… », disse posando sull’isola la teglia di lasagne che teneva ancora in mano. «Solo che non voglio che finisca male»
«Per esempio?»
«Non pensi di volere una famiglia o dei figli?»
«Certo, ma non adesso, magari fra qualche anno»
«Quando lei sarà ancora nel pieno della sua vita e vorrebbe divertirsi invece di accudire dei neonati?»
«Non stai correndo un po’ troppo Mark?», dissi cercando di cambiare discorso il più velocemente possibile.  «Ci stiamo semplicemente frequentando… e ora portiamo di là queste cose poiché sto morendo di fame», dissi prendendo la teglia con il pollo e le patate.
Sapevo che quella discussione non sarebbe finita e il fatto che Mark volesse ribattere ma che si limitò a scuotere la testa e a prendere la sua teglia mi dava il via libera almeno per quella serata, prima che si fiondasse a casa mia in piena notte o mi tormentasse di chiamate.
«Basta confabulare voi due! Non ho sprecato la giornata a cucinare per nulla!», dichiarai scuotendomi dalla testa il discorso di prima.
«Onestamente sono abbastanza timorosa di assaggiare quello che ha cucinato, Thomas», disse Cass ridendo.
«Non vi preoccupate, il signor DeLonge ha soltanto contribuito a riscaldare il cibo, tutto il resto l’ha fatto il ristorante in fondo alla strada»
«Mark!», lo richiamai.
«Dovevi nascondere meglio la busta e le confezioni», disse quest’ultimo con un tono saccente. L’espressione sul suo volto era la comicità più pura. Scoppiammo a ridere e la tensione che si era formata nella mia testa dopo quella conversazione era sparita.
 
Eravamo al dolce quando all’improvviso il campanello suonò. Non aspettavo nessuno soprattutto non mi sarei aspettato di trovare quella persona davanti alla porta. Era l’ultima che mi sarei immaginato e non doveva essere qui, non in questo momento.
«Jennifer!»
«Ciao Tom»
«Che ci fai qui?»
«Posso entrare?»
«Non penso convenga…»
«Tom… non c’è bisogno di essere così freddo con me, in fondo quello che è successo non è sola opera mia!»
«Jennifer, cosa vuoi?», dissi, forse, alzando un po’ il tono di voce, il tanto che bastava da far affacciare i tre ospiti verso l’ingresso.
«Volevo lasciarti le tue chiavi di casa»
«Tutto bene, T…», disse Skye apparendo per prima ma lasciò inconclusa la frase appena vide chi c’era alla porta. «Jennifer…»
«È terribilmente imbarazzante», disse appena vide gli Hoppus. «Non pensavo che ci fossero Mark e Skye», affermò guardando le persone nella stanza e soffermandosi infine su Cassie.
«Quindi tu sei la ragazza che si è presa Tom?», disse mentre con i suoi occhi azzurri la stava mentalmente uccidendo. Aveva cambiato espressione velocemente, dimenticandosi del vero motivo della sua visita improvvisata. «Finalmente ti conosco. Vorrei dirti due cose, sono più dei consigli. Non pensare che Tom sia l'uomo migliore del mondo. Se pensi che ti dia una mano quando hai bisogno, che ti faccia qualche gesto dolce o qualsiasi cosa che fa qualunque uomo normale, beh, non illuderti. Non farà nulla di questo. Ho perso troppo tempo dietro lui cercando di tirare fuori il suo lato migliore», sputò tutto di un fiato. «È sempre così, all'inizio è tutto carino, affascinante, può sembrare la persona più interessante del mondo ma col passare del tempo tutto quello che pensavi sfumerà, e te lo posso giurare che lo farà. Tirerà fuori il lato peggiore di se. Uscirà la sera e tornerà tardi, ubriaco e ti sveglierà. E quando andrà in tour, ah si… non lo vedrai neanche con un binocolo. Solo Dio sa cosa combina quando è in tour! Ragazze e alcool a volontà, non che qui a San Diego gli manchino», disse indicandola con il palmo della mano aperta. «Ma so com'è fatto! Quindi goditelo finché non si stancherà di te per una più giovane e più eccitante», sostenne prendendo dalla sua borsa le chiavi della casa e posandole sulla mensola. «Mi dispiace solo di quello che dovrai subire in futuro, sembri una così brava ragazza, così innocente... Stai attenta!»
«Aspetta un attimo… Cassie!», dissi guardandola negli occhi. Vidi il terrore crescere dentro di lei e poi sparire dietro alle sue palpebre e alla parete che divideva l’ingresso dalla sala. Tutta la fiducia che, con fatica, stavo costruendo in lei, la vidi crollare in un secondo. «Se hai finito di dare spettacolo, puoi anche andartene», dichiarai arrabbiato. «Questa non è più casa tua e stai rovinando una bella serata, sarebbe carino se te ne andassi a farti fottere e sparire dalla nostra vista!»
«Thomas, non hai il permesso di dirmi queste cose!»
«Tecnicamente sì, ce l’ho, visto che ti trovi in una proprietà privata!», strinsi i pugni, li tenevo rigidi lungo le gambe. Dovevo restare calmo. «Tu, piuttosto, non avevi il diritto di dire quelle cose su di me!»
«Invece sì, lei ha il diritto di sapere come sei realmente!»
«Lo ero solo con te!», le scagliai quelle parole addosso. «Sei stata tu a ridurmi così!»
«Stai decisamente mentendo»
«Jennifer, vattene prima che ti sbatta la porta in faccia!»
«Dio, non sei cambiato di una virgola!», disse infine prima di darmi le spalle e percorrere il vialetto fino alla sua macchina.
Quella donna era nata per rovinarmi la vita. Mi chiedo come sia stato così stupido a lasciarmi influenzare così tanto da lei otto anni fa. Anche ora che c’eravamo lasciati era riuscita a rovinarmi la vita.
Sbattei la porta e mi voltai verso i miei ospiti che erano stati gli spettatori di questo show a basso costo. Avrei voluto scusarmi ma non trovavo le parole adatte da dire. Mi sentivo così avvilito e arrabbiato.
«Si è fatto tardi, forse è meglio che ce né andiamo», disse Mark con cautela, cercando di moderare il peso delle parole. «Probabilmente sei stanco e ti toccherà pulire la cucina»
«È stata una bella serata, dopo tutto», disse Skye con un flebile sorriso cercando invano di passarmi un braccio attorno alle spalle, forse solo Mark ci arrivava. «Buonanotte Tom». E in poco tempo anche loro se ne andarono.
La casa sembrava così vuota ora, così buia. Tutta l’atmosfera che avevamo creato era stata distrutta da una stronza qualunque. Mi portai le mani sugli occhi cercando di mandare via tutto l’odio che provavo per lei.
«Cassie?», la cercai tornando nella sala da pranzo. La trovai intenta a sparecchiare la tavola e a portare i piatti in cucina. Non alzò neanche lo sguardo quando la chiamai per la seconda volta, ancora turbata da quello che le aveva appena detto Jennifer.
Dovevo capire che quando le cose andavano fin troppo bene, alla fine si sarebbe presentato quell’evento che avrebbe fatto crollare tutto quello che avevi costruito.
«Non ti preoccupare, ci penso io dopo», le dissi infine togliendole i piatti di mano e posandoli sull’isola che occupava il centro della cucina.
Mia nonna diceva sempre: “Chi ama ha il potere di distruggere”. Mia nonna era incredibilmente saggia.
«È tutto vero?», chiese incrociando le braccia al petto. «Ti comporterai così anche con me o sono solo una ragazza di passaggio, una tappabuchi finché non ne troverai un’altra migliore?»
«Cass non dire cazzate!», dissi copiando la sua posizione. «Sei solo turbata da quello che ti ha detto, davvero vuoi ascoltare le parole di una pazza?»
«Tom, non voglio che tu scompaia dalla mia vita, voglio solo evitare di fare le cose di fretta e ritrovarmi un giorno con più nulla da dire e con mille rimpianti, voglio solo avere del tempo per essere sicura»
«Sicura di cosa, Cass?»
«Sicura che non te ne andrai come hai fatto con Jennifer»
«Era diverso con lei»
«E cosa ti dice che non sarà lo stesso?»
«Il fatto che stia qui a discutere con te invece di farti tornare a casa con un taxi e sparire per sempre dalla tua vita, un’occasione che fino a qualche settimana fa avresti afferrato al volo»
«Adesso mi stai dicendo che sono io quella che potrebbe scappare dalla relazione?»,
«Non è quello che volevo dire…»
«Allora spiegati meglio prima che io abbia la possibilità di scappare», replicò con una punta di acidità nella sua voce.
«Senti, non voglio litigare…», dissi liberando le braccia e allungandole davanti a me cercando di porre fine a quella che sarebbe stata la seconda litigata nel giro di dieci minuti. «Mettiamo le cose in chiaro», feci una pausa. Un lungo sospiro.  E iniziai il mio monologo. «Sono sicuro che sei una ragazza romantica sotto a quello spesso strato di ghiaccio che ti riveste. Sono sicuro che vuoi trovare quello giusto, quello che guarda i film insieme a te quando fuori piove e che le domeniche mattina ti aiuta a preparare i pancake che mangerete davanti ai cartoni animati. So per certo che a Halloween vuoi decorare la casa facendola apparire come il set di Nightmare Before Christmas, ma non sono quel tipo di uomo che cerchi, non è da me, ma puoi scegliere», dichiarai. «Prendere o lasciare».
«Quindi ti stai dando gli stessi privilegi di una poltrona lasciata sul marciapiede?»
«Alcune di quelle cose non sono così male», dissi alzando le spalle. «Che cosa hai intenzione di fare?»
«Tom, so per certo che non sei il ragazzo che mi ero promessa di trovare, non lo sei neanche lontanamente, ma c’è qualcosa che mi spinge a tornare continuamente da te e per fortuna lo fai te perché non saprei neanche da che parte iniziare», disse facendosi cadere su uno sgabello. «Tutto questo è così frustrante. Trovo particolarmente difficile ammettere che mi piaci e non ci posso fare niente. T’impadronisci del mio corpo e mi fai fare quello che vuoi, anche intenzionalmente. Mi spaventa e lo detesto»
«Non pensi che sia un bene?»
«Non mi piace che gli altri riescano a prendere il controllo su di me. Sono sempre stata una ragazza indipendente, che se la cava da sola e poi arrivi tu, dal nulla, a ordinare birre su birre e dopo due mesi eccomi qui a casa tua a discutere dei miei problemi esistenziali e della tua vecchia relazione»
«Non lo trovi buffo?»
«Quale parte della storia?»
«Il fatto che ci è bastato poco più di un mese per incasinare le nostre vite»
«Davvero esilarante»
«Se non lo avessimo fatto ora, non saremmo qui e onestamente, scenata a parte, non ho nulla di cui lamentarmi»
«Ci sono troppe cose di cui lamentarsi»
«Ma non stasera, non per ora»
«Non si può rimandare fino all’ultimo…»
«Non pensarci... Prova a comportarti come una della tua età, dico sul serio, rilassati, goditi i momenti. Avrai tutta la vita per rimuginare sugli errori fatti, ora hai ventidue anni, sei bellissima e sei a casa di una sexy rockstar, cosa ne dici di restare qui a dormire?»
«E questa sarebbe la tua soluzione?»
«La migliore!», le sorrisi. «E magari domani potremo preparare i pancake e mangiarli davanti alla tv»
«Pensavo che tu non facessi cose del genere»
«Ma amo i pancake e i cartoni animati», a quelle parole la vidi sorridere finalmente. E poi il sorriso diventò una risata e la sua mano afferrò la mia. 

N/A: Sono tornata. Di nuovo. Ultimamente ho avuto parecchio da fare e lo ammetto: mi sono dimenticata un po' di questa storia e di questo sito.
Però eccomi di nuovo qui. Cercherò di aggiornare più spesso e spero di ricevere qualche vostra recensione per sapere se vi paice la storia.
Alla prossima :)
-Molly

 
   
 
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