Tutti hanno un modo per svagarsi, per distrarre la mente dalle fatiche quotidiane. C'è chi si dà all'ippica, chi corre, chi duella...
I ragazzi di Berk, invece, si svagano cavalcando i Draghi!
I ragazzi di Berk, invece, si svagano cavalcando i Draghi!
Hiccup ha sempre amato volare. Fin dalla prima volta che aveva cavalcato Sdentato aveva capito che l'aria era il suo elemento.
Adorava sentire il vento in volto e tra i capelli, mentre sfrecciava sul suo drago, e ancora di più amava la sensazione adrenalinica che aveva ogni volta che guardava le isole da sopra le nuvole.
Volava tutti i giorni, mattina e sera, osservando il mondo dalla prospettiva del suo drago, con qualunque condizione atmosferica, qualunque temperatura, non era importante, bastava volare!
Ed era per questo che, quella sera di inizio primavera, nonostante i grossi nuvoloni temporaleschi all'orizzonte, il ragazzo, ormai diciottenne, era salito in groppa a Sdentato e stava volando, facendo parecchie acrobazie sopra Berk.
Le nuvole si stavano avvicinando, ma i due erano troppo impegnati a divertirsi per rendersene conto.
Hiccup stava facendo fare delle prove di virata quando, accidentalmente, finirono all'interno di una nuvola temporalesca a cui si erano pericolosamente avvicinati.
Prima che se ne rendessero conto, i fulmini di cui era carica la nuvola si scaricarono su di loro, attratti dalle parti di ferro dei loro corpi.
Hiccup sentì la scarica partire dalla sua gamba sinistra e attraversare tutte le sue membra, fino alla testa.
La vista gli si offuscò, fino a scomparire, mentre un dolore acuto e insopportabile alla testa gli fece prima perdere il controllo dei comandi di Sdentato, e poi perdere i sensi.
Il drago tentò di mantenere il controllo del volo, ma senza l'uso della protesi caudale non poteva fare molto. Urlando un verso allarmato, non appena sentì che il suo Cavaliere perdeva il controllo, si girò, lo avvolse nelle sue ali e cadde insieme a lui, proteggendolo con il suo corpo dall'impatto con il tetto di un fienile del villaggio, che si frantumò sotto il loro peso, facendoli atterrare sull'erba secca ammassata dentro l'edificio.