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Autore: Madin    14/10/2014    4 recensioni
-Io ti amerò sempre Peter Pan!- questo gli sussurrai quando lui si era già allontanato dalla mia finestra, dopo averci riportato a casa.
E lui non mi aveva sentito. E lo sapevo. Eppure sentivo un enorme groppo in gola nel vederlo andare via. Sapevo che non l'avrei più rivisto e questo mi intristiva. Mi ero innamorata di lui a poco a poco, del suo carattere ribelle, dei suoi modi sbarazzini, della sua risata, della sua allegria. Tutto di lui mi aveva conquistata.
Avevo vissuto la più incredibile delle avventure e ne ero rimasta scottata. Perché l'avventura vera non era essere andata all'Isola Che Non C'è, era stato innamorarmi di lui. Stupida! Stupida! Non avrebbe mai potuto ricambiare, non conosceva il significato dell'amore, perché eravamo solo bambini, ai tempi e lui non avrebbe mai potuto vivere nel mio mondo. Perché lui era Peter Pan, il bambino che non sarebbe mai cresciuto, che amava giocare e che volava da una parte all'altra dell'isola come un uccellino. Lui che vedeva tutto come un gioco.
Genere: Avventura, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Campanellino, Capitan Uncino, Peter Pan, Wendy Darling
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Once Upon A Time In Neverland

 

Ritorno a casa

 

Il viaggio verso Londra fu più corto del previsto.

Eravamo partiti presto, cosparsi di polvere fatata avevamo volato attraverso il tempo e lo spazio e ora eravamo arrivati in prossimità della città a me tanto famigliare come il mio profilo allo specchio. Anche se era da molto che non mi specchiavo.

Il Big Bang si stagliava nel cielo buio come un faro sulla città e lo aggirammo con molta facilità. Peter davanti mi guidava verso casa e sapeva la strada molto meglio di me. Com'era possibile che del tempo sull'Isola mi avesse fatto dimenticare la mia vera casa, quella in cui ero cresciuta?

Arrivati in prossimità della villetta in cui abitavo riconobbi la zona: era inverno. Volammo fino al balcone di quella che era stata la mia camera negli ultimi quattro anni. Era esattamente come l'avevo lasciata. Ma questa volta non vidi mia madre addormentata sulla poltrona davanti alla finestra, gli occhi affaticati dal tanto scrutare in cielo... ebbi una fitta al cuore.

Ovviamente, come d'abitudine, la finestra era aperta ed entrammo nella stanza. Il mio letto era perfettamente intatto, i miei vestiti ordinati nei cassetti e nell'armadio, la mia toeletta pulita e lucidata.

Mi guardai attorno e mi sentii un'estranea.

«Pensi che mi abbiano dimenticato?» domandai a Peter senza smettere di fissare ciò che era mio ma sembrava non avere più nulla di me.

«No, non potrebbero mai.» rispose lui, posandomi le braccia sulle spalle.

Mi diressi di corsa alla porta e la spalancai, diretta alla camera dei miei fratelli. Bussai con impeto e attesi per qualche secondo, poi una testa rossiccia apparve sulla soglia «Mamm... Wendy!» Michael strabuzzò gli occhi e subito mi abbracciò come non faceva da tempo. Non si erano dimenticati.

Anche John apparve da dietro la porta e mi fissò sbalordito. Ricambiai lo sguardo.

«Wendy... sei... bellissima» sorrisi imbarazzata e lo tirai a me per un abbraccio. Un po' restio anche John mi strinse e mi parve che le cose non fossero mai cambiate, che noi tre eravamo quei ragazzini di allora.

«Dove sei stata? Mamma e papà erano preoccupatissimi! Credevano che fossi scappata!» Michael parlava senza riprendere fiato e dovetti scuoterlo per farlo calmare.

«Ha ragione. Stavano dando di matto. Dove sei stata?» John teneva le mani sulle spalle di Michael, come a proteggerlo, quanto era diventato alto! Aveva le fattezze di un uomo ora.

«Ragazzi... io...» non sapevo cosa dire. Non ero pronta a spiegare dove ero scappata e cosa era successo da allora «C'è qualcuno che vuole vedervi...» dissi non poco emozionata. Mi scansai e rivelai la presenza di Peter, rimasto nell'ombra ad osservare per tutto il tempo.

Quando i miei fratelli lo videro quasi caddero a terra svenuti. Michael con la bocca spalancata dallo stupore non riuscì a distogliere gli occhi dal ragazzo con i capelli sbarazzini di fronte a lui; John invece cadde a terra con un tonfo. Da cui si riprese subito.

«Ciao ragazzi» Peter li salutò e quasi si misero ad urlare. Ne seguirono abbracci e milioni di domande poste a raffica alle quali proibii a Peter di rispondere «Dategli tregua!»

Così, dopo due ore eccoci lì, sul letto e per terra, a condividere i nostri ultimi mesi.

«Quindi sei stata sull'Isola!» concluse John guardandomi con ammirazione. Annuii. «Wow! Ed è come la ricordiamo?» sembravano così entusiasmi di parlare nuovamente della nostra avventura, come se tutta l'enfasi fosse tornata all'improvviso. Allora non erano davvero persi come sostenevo!

«Peter ma tu sei...» ecco quel che temevo. L'ora delle spiegazioni. Michael era un buon osservatore «Sei diverso. Sei più grande. Pensavo che non si crescesse sull'Isola...»

Peter si adombrò «È così Michael. Non si cresce sull'Isola.»

«Ma tu...»

«Io sono cresciuto, sì. Perché un'antica magia mi ha legato.» e mi guardò. In quello sguardo lessi la muta domanda che non poteva pormi: posso spiegare cosa è successo? Posso dire che tutto questo è successo a causa tua? Annuii, affranta.

«Il Bacio di vostra sorella sulla Jolly Roger mi ha legato indissolubilmente a lei. Come cresceva lei, crescevo anch'io e l'Isola con me. Le cose sono un po' cambiate.» il tempo per le spiegazioni ci sarebbe stato, ma non era quello il momento.

«Quindi sei tornata a casa...» il piccolo Michael aveva gli occhi che brillavano. Gli ero mancata quanto lui era mancato a me.

«Non capisci, Michael?» rispose brusco John «Lei non rimarrà qui. Lei ama Peter e se ne andrà con lui.» si alzò di scatto e così feci io.

«John!» tentai di rabbonirlo ma lui sembrava in collera.

«Credevo che ti fossimo mancati, che saresti tornata a casa per stare con noi! Avrei preferito sapere che eri scappata dalla nostra casa e non sull'Isola Che Non C'è con lui!» inspiegabilmente il disappunto di John si rivolse su Peter.

«John, ascolta, lei è tornata perché le mancavate!» disse Peter cercando di ragionare con lui. Erano alti uguali ormai. «Così l'ho portata qui. Ed è tornata per rimanere.» a quella frase fui io a sentirmi sorpresa e raggirata. Fissai Peter che ricambiò il mio sguardo con mille scuse.

«Cosa?» esclamai.

«Lei rimarrà qui con voi. E io tornerò sull'Isola.» John si ammutolì e mi fissò. Avevo le lacrime agli occhi e un macigno dentro al petto. Scossi violentemente la testa capendo solo allora cosa aveva fatto Peter: mi aveva riportata a casa per farmi tornare a vivere la mia vecchia vita. Lo odiai con tutta me stessa.

«Come puoi farmi questo, Peter?» lui non rispose.

«Wendy... qui abbiamo bisogno di te. La mamma è in pensiero e papà non dorme più. Continuano a domandarsi in cosa abbiano sbagliato e si incolpano di tutto...» John era disperato e con disperazione mi chiedeva di restare. «Cosa ti trattiene là?»

Il mio sguardo corse a Peter.

E non era nemmeno il momento per la domanda di John, che aveva capito tutto «Siete innamorati?» perché doveva essere così dannatamente sveglio?! Peter ed io ci guardammo. E all'unisono rispondemmo «Sì.»

Michael fece un verso di disgusto e John annuì. «Per questo te ne sei andata. Non hai mai saputo vivere senza di lui.» abbassai lo sguardo e Peter mi fissò, pieno di rammarico e amore.

«Ma lo hai fatto. Tu non appartieni a quel mondo, Wendy... tu appartieni a questo mondo!» sentii il mio cuore andare in frantumi. Come cocci di vetro irrecuperabili.

Caddi sulle mie ginocchia., improvvisamente non volavo più e nemmeno Peter.

«Cosa potrei mai avere da questa vita, John?» domandai con voce rotta. La gola mi bruciava dalle lacrime.

«Una famiglia, dei figli, un lavoro! Tutte queste cose non potrai averle con... lui.» la verità mi schiacciò a terra. Peter si sentiva inutile e infuriato. Lui sapeva già queste cose. Le aveva sempre sapute, prima di me.

«Forse non è quello che voglio...» cercai di mentire.

«Oh per favore Wendy! Ti conosciamo. Sappiamo cosa volevi fin da bambina...»

«Io voglio lui!» esplosi e corsi a prendere la mano di Peter, morta nella mia. John mi fissava come si fissa un cane prima che venga soppresso, con pietà. Michael se ne stava seduto sul letto, in disparte. Ma sapevo che in fondo la pensava come John perché voleva avermi accanto.

«Lui è Peter Pan, Wendy! Non essere egoista...»

«Egoista? Egoista?!» urlai «So benissimo chi è, e non pensare che non abbia sofferto ogni minuto di ogni giorno da quando siamo tornati. Ma andare con lui mi ha ridato un po' di felicità e non ci ho riflettuto due volte!» John si ammutolì e ci fissammo per diversi secondi, quando, finalmente, Peter parlò «Io la amo.» John rimase sconvolto.

«La amo davvero e non riuscivo a vivere senza di lei. E non riesco a vivere ora nella consapevolezza che mi lascerà. Sapendo che l'Isola dipende da me e che non posso andarmene senza distruggerla. E sapendo che il mio egoismo priverebbe tutti i Bimbi Sperduti di una casa, un posto dove poter vivere. E per quanto vorrei abbandonare Peter Pan per cercare la mia famiglia, per sapere quanto mi sono realmente perso; ma non posso, John. Non posso. Ma non l'ho scelto.»

«Peter io ti capisco e mi dispiace per te. Ma Wendy non è del tuo mondo, è del nostro.»

«Non parlate come se io non ci fossi!» urlai attirando l'attenzione «Sono qui e vi sto ascoltando. Ora ascoltate me. Tu, John, saresti stato il primo a dirmi di andarmene con lui se era quello che volevo, cosa ti è successo?! E tu Peter, avevi detto che non mi avresti lasciato qui. Ero pronta a lasciarti andare, lo ero davvero, ma tu me lo hai impedito facendomi tornare a non poter vivere senza di te. Perché nemmeno tu puoi vivere senza di me!» le lacrime scendevano a fiotti «Io ti amo Peter Pan, e ti amerò per sempre!» corsi da lui e lo attirai a me, baciandolo con trasporto. Un bacio di sale.

Quando ci staccammo non lo lasciai andare, lo abbracciai stretto e fissai John da sopra la sua spalla. Ora aveva capito. Vedevo la comprensione sul suo volto.

«Sono contento di rivederti, Peter.» gli strinse la mano, da vero uomo e Peter, non sapendo cosa significasse, rimase confuso. «Puoi rimanere tutto il tempo che vorrai.»

La discussione non era finita, era solo rimandata all'indomani.

 

Quando l'ora fu tarda, andammo a dormire. Ma non riuscii a prendere sonno, così raggiunsi John seduto davanti alla finestra della mia stanza mentre osservava le stelle «Andrò via con lui.» gli dissi e lui annuì «Sono felice che tu sia tornata, Wendy. Mi sei mancata molto.» appoggiai la testa sulla sua spalla. «Ti ama. E spero possiate vivere una vita meravigliosa. Vorrei solo che prima di andartene di nuovo, salutassi mamma e papà e gli spiegassi tutto. Non ce la faccio più a vederli così.»

«Lo farò John. Ma tu e Michael potete venire con noi. Venite via con me!»

«Per fare cosa? Non c'è futuro per me là, e nemmeno per Michael. Noi non abbiamo un amore con cui stare, là; io voglio crescere Wendy. Diventare adulto, sposarmi, trovare un lavoro e invecchiare. Non sarò mai come Peter.»

«Tu sei John Darling! Sei un uomo meraviglioso...» John sorrise nella penombra, alla luce della luna. Rimanemmo abbracciati per molto tempo e ci assopimmo così, davanti al gelo dell'aria invernale che entrava dalla finestra. Ero contenta di essere di nuovo a casa.

 

NOTE:

Buona sera! Non volevo che John fosse il "cattivo" della situazione, perciò non odiatelo. Il suo punto di vista è importante perché è ciò che ancora lega Wendy al suo mondo. Non so voi ma io sono sempre più innamorata di Peter. Forse sto creando un mostro!

Alla prossima!

   
 
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