23 aprile 1988
Mi sporsi fuori dalla finestra mentre cercavo di mettermi degli orecchini, preparandomi per andare a cena con Michael nella sua suite. Il cielo di Dallas era scuro, le stelle facevano a gara con le luci della città e tutto sembrava piccolissimo dall’alto dell’hotel; mi sentivo padrona di quel momento, di quella bellissima città sotto di me, della mia vita.
Mi guardai allo specchio: volevo essere elegante e curata in ogni minimo dettaglio per quella sera.
Passai le mani sul vestito che avevo comprato quel pomeriggio e sentii il tessuto bianco, che contrastava con la mia pelle abbronzata, scivolarmi morbido tra le dita. Sistemai di lato i vaporosi boccoli ramati che arrivavano alle spalle e indossai dei tacchi eleganti e semplici. Mi guardai di nuovo e decisi di non truccarmi; sorrisi come per incoraggiarmi da sola ed uscii.
Appena bussai alla porta cominciai ad agitarmi: quello era il nostro primo vero appuntamento, dato che nei giorni che seguirono quella fatidica e meravigliosa sera non avevamo avuto occasione di vederci o parlarci molto, ed eravamo rimasti in sospeso con una timida buonanotte, quel delicato bacio sulla mano e le lacrime mai liberate nei nostri occhi.
Quando mi venne ad accogliere sembrava così imbarazzato, e pensai che non esisteva niente di più dolce e perfetto. Una volta accomodati, data la sua timidezza, cominciai io il discorso.
-Sai, ancora non riesco a spiegarmi perché mi hai dato questa grande fiducia. Mi sembra di vivere in un sogno, non riesco a concepire che tutto questo sia vero.
-Quando ti ho visto negli occhi quella notte sono rimasto davvero colpito… Mi hanno sempre detto che il vostro scopo erano i soldi, la fama, ma l’altro giorno sei arrivata tu con quella sincerità così palpabile, quelle lacrime così vere, e hai sconvolto quello che ho sempre creduto di sapere.
-Io non me l’aspettavo anche perché hai avuto esperienze con persone che non erano sincere…
Appena mi sentì pronunciare queste parole cominciò a cantare un paio di strofe di Billie Jean e ridemmo insieme. Era davvero incredibile la sua capacità di mettere tutto in musica, perlopiù con risultati incredibili. Poi si rifece serio e prese le mie mani nelle sue; erano così calde.
-Guardami negli occhi, io amo guardare nei tuoi.
Silenzio. Sentii un sorriso enorme formarsi sulla mia faccia. Ma perché quell’uomo doveva avere così tanto potere sul mio umore?
Abbassò gli occhi, sorrise e si alzò.
-Andiamo sul divano?
-Certo..
Si sedette e mi riprese le mani.
-Vorrei dirti grandi cose come tu hai fatto con me. Io.. Penso che tu abbia qualcosa di magico. Come hai fatto a fare tutto questo in una sera?
-Tutto questo cosa? – chiesi confusa.
-Tutto quello che sto provando ora. C’è qualcosa in te che mi intriga, mi sembri così misteriosa, ma allo stesso tempo è come se conoscessi ogni lato di te.
-Non voglio essere misteriosa, voglio che tu sappia tutto di me e che sappia che tutto quello che voglio da te è solo amore. Lo so che ne abbiamo già parlato, ma ho sempre il terrore che non riesci a fidarti davvero di me e…
Non riuscii a completare la frase. In un secondo le sue calde labbra si posarono sulle mie, le sue braccia mi circondarono la vita e io non feci altro che arrendermi, debole e vulnerabile al suo amore.
Le nostre bocche si amarono in ogni modo, lui stava guidando delicatamente quella danza e sentii sciogliere ogni mia insicurezza come burro.
Michael si allontanò lentamente da me, interrompendo quel momento di estasi, e mi rivolse un sorriso sincero.
-Ora so di non aver sbagliato niente… - sussurrò.
-Io l’ho sempre saputo. – sorrisi prendendogli la mano. Quanto amavo le sue mani, erano così accoglienti. Mi sentivo al sicuro solo stringendole.
Si avvicinò di nuovo a me e mi diede un altro bacio. Poi due. Poi tre. Poi mille.
Il più bel periodo della mia vita cominciò tra baci e brevi confessioni d’amore, lacrime e puri momenti di estasi.
Mi guardai allo specchio: volevo essere elegante e curata in ogni minimo dettaglio per quella sera.
Passai le mani sul vestito che avevo comprato quel pomeriggio e sentii il tessuto bianco, che contrastava con la mia pelle abbronzata, scivolarmi morbido tra le dita. Sistemai di lato i vaporosi boccoli ramati che arrivavano alle spalle e indossai dei tacchi eleganti e semplici. Mi guardai di nuovo e decisi di non truccarmi; sorrisi come per incoraggiarmi da sola ed uscii.
Appena bussai alla porta cominciai ad agitarmi: quello era il nostro primo vero appuntamento, dato che nei giorni che seguirono quella fatidica e meravigliosa sera non avevamo avuto occasione di vederci o parlarci molto, ed eravamo rimasti in sospeso con una timida buonanotte, quel delicato bacio sulla mano e le lacrime mai liberate nei nostri occhi.
Quando mi venne ad accogliere sembrava così imbarazzato, e pensai che non esisteva niente di più dolce e perfetto. Una volta accomodati, data la sua timidezza, cominciai io il discorso.
-Sai, ancora non riesco a spiegarmi perché mi hai dato questa grande fiducia. Mi sembra di vivere in un sogno, non riesco a concepire che tutto questo sia vero.
-Quando ti ho visto negli occhi quella notte sono rimasto davvero colpito… Mi hanno sempre detto che il vostro scopo erano i soldi, la fama, ma l’altro giorno sei arrivata tu con quella sincerità così palpabile, quelle lacrime così vere, e hai sconvolto quello che ho sempre creduto di sapere.
-Io non me l’aspettavo anche perché hai avuto esperienze con persone che non erano sincere…
Appena mi sentì pronunciare queste parole cominciò a cantare un paio di strofe di Billie Jean e ridemmo insieme. Era davvero incredibile la sua capacità di mettere tutto in musica, perlopiù con risultati incredibili. Poi si rifece serio e prese le mie mani nelle sue; erano così calde.
-Guardami negli occhi, io amo guardare nei tuoi.
Silenzio. Sentii un sorriso enorme formarsi sulla mia faccia. Ma perché quell’uomo doveva avere così tanto potere sul mio umore?
Abbassò gli occhi, sorrise e si alzò.
-Andiamo sul divano?
-Certo..
Si sedette e mi riprese le mani.
-Vorrei dirti grandi cose come tu hai fatto con me. Io.. Penso che tu abbia qualcosa di magico. Come hai fatto a fare tutto questo in una sera?
-Tutto questo cosa? – chiesi confusa.
-Tutto quello che sto provando ora. C’è qualcosa in te che mi intriga, mi sembri così misteriosa, ma allo stesso tempo è come se conoscessi ogni lato di te.
-Non voglio essere misteriosa, voglio che tu sappia tutto di me e che sappia che tutto quello che voglio da te è solo amore. Lo so che ne abbiamo già parlato, ma ho sempre il terrore che non riesci a fidarti davvero di me e…
Non riuscii a completare la frase. In un secondo le sue calde labbra si posarono sulle mie, le sue braccia mi circondarono la vita e io non feci altro che arrendermi, debole e vulnerabile al suo amore.
Le nostre bocche si amarono in ogni modo, lui stava guidando delicatamente quella danza e sentii sciogliere ogni mia insicurezza come burro.
Michael si allontanò lentamente da me, interrompendo quel momento di estasi, e mi rivolse un sorriso sincero.
-Ora so di non aver sbagliato niente… - sussurrò.
-Io l’ho sempre saputo. – sorrisi prendendogli la mano. Quanto amavo le sue mani, erano così accoglienti. Mi sentivo al sicuro solo stringendole.
Si avvicinò di nuovo a me e mi diede un altro bacio. Poi due. Poi tre. Poi mille.
Il più bel periodo della mia vita cominciò tra baci e brevi confessioni d’amore, lacrime e puri momenti di estasi.