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Autore: Kano_chan    17/10/2014    7 recensioni
Dal Prologo:
"Sto aspettando e non so quanto ci vorrà, ma mentre aspetto vorrei raccontarvi la mia storia.
E’ una storia senza pretese perché racconta del mio viaggio in compagnia di 15 amici, delle mie origini, del mio amore, delle mie battaglie, del mio terrore e della mia gioia, delle mie ferite e delle mie vittorie: della mia vita insomma.
E se sulle prime vi potrà sembrare straordinaria in realtà per me è stata normalissima.
Ma vorrei lo stesso narrarvela.
Questa è la storia della Figlia della Montagna."
~~~~~
Dall'Epilogo:
Fine
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fili, Kili, Legolas, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 44
Capitolo 44


Mi pareva di essermi appena coricata, quando la voce distante di Kili iniziò a chiamarmi. Per un istante, nel momento in cui aprii gli occhi, stentai a riconoscere il suo volto: dovevo essere ancora addormentata, speravo di esserlo...
Kili era cinereo; a contrasto, le labbra rosse spiccavano nette fra la barba corta, gli occhi erano lucidi, febbricitanti e sotto di essi due occhiaie marcate gli davano l'aria di qualcuno che non dormiva da giorni.
Non c'era più nulla di quel nano forte che era cresciuto con me; era l'ombra di sè stesso.

Stavo per intimargli di smetterla con quella sceneggiata, dicendogli che non sarebbe mai arrivato alla Montagna in quelle condizioni, sennonchè il discorso che Fili mi aveva fatto la sera prima tornò alla luce. Le parole accorate che volevo rivolgergli mi morirono in gola, creando un nodo così doloroso, che non riuscii nemmeno a salutarlo. Senza aprire bocca quindi, cercai di fargli un bel sorriso sporgendomi per baciarlo. Le sue labbra erano aride e arse, ma finsi di non accorgermi nemmeno di quello.

-    Tra poco albeggerà, dobbiamo trovarci qui fuori - m'informò mentre mi alzavo scostando le pesanti coperte che mi avevano protetto dal gelo notturno.

Fili, a qualche metro da noi, si stava allacciando le varie armi che il Governatore ci aveva messo gentilmente a disposizione; Kili invece era già pronto.

-    Sei in piedi da molto? Non mi hai svegliata - gli feci notare mentre indossavo la casacca e mi rimettevo gli stivali.
-    Volevo guardarti mentre dormivi; sei così bella - mi disse, con un tono così struggente su quel viso emaciato, che dovetti appellarmi a Mahal per trovare la forza di non mettermi a piangere.
-    Kee… - riuscii solamente a dire, cercando di nascondere il tono tremolante della mia voce e affondando il volto nei suoi capelli.

Da sopra la sua spalla guardai Fili; i suoi occhi erano fissi nei miei e vi leggevo lo stesso tormento e la stessa preoccupazione.
Kili, dopo avermi stretto brevemente, mi lasciò andare dandomi un bacio sulla fronte.

-    Meglio se finisci di prepararti - mi consigliò.


Così, lasciati i due fratelli, tornai nella mia stanza. Lì finii di vestirmi e mi riappropriai di tutte le armi che mi erano state sottratte dagli Elfi di Bosco Atro. Due daghe sulla schiena, una spada lunga al fianco, una fila di pugnali da lancio sul petto, uno stiletto stretto sulla coscia e uno negli stivali. Per ultimo mi misi un mantello con cappuccio sulle spalle; quello vecchio era rimasto nel palazzo di Thranduil e al pensiero provai una fitta di rammarico per averlo perduto. Alla fine, armata di tutto punto, mi diressi ai piani inferiori e poi fuori nella piazza.
Doveva esserci tutta Pontelagolungo lì fuori, perché non c’era più spazio per nessuno.
La popolazione era stipata in ogni angolo e via; c'era gente che si sbracciava dalle finestre, mamme con i loro figli e con in mano fazzoletti sventolanti; chi poi non aveva trovato posto sulla terra ferma, si era attrezzato con le proprie barche a largo dei canali, dalle quali gridavano frasi di buon viaggio e di buona fortuna per l'impresa. 

-    Mai vista tanta gente in vita mia - commentò Gloin, sorridendo fiero ad un gruppo di ragazze esultanti.
-    Gloin ricordati la tua signora - gli rammentò Nori e il nano smise subito di ammiccare.

Io mi guardavo intorno, superando le facce entusiaste e cercando invece tracce di Bard, ma né lui né i suoi figli sembravano essere presenti.
Ebbi una fitta di rimorso nell’essermene andata così da casa loro, soprattutto dopo l’accoglienza famigliare che ci avevano offerto. Era per quello che avevo voluto tenere sia la pettinatura che la camicia delle due ragazze, non avevo dimenticato il momento di serenità che mi avevano fatto vivere. Era stata una parentesi di calma in tutto quel turbinio di eventi che ci stavano avvolgendo, così come lo era stata la breve permanenza a casa di Beorn. Momenti a cui mi appellavo quando sembrava che divenisse tutto troppo grande e troppo spaventoso per me. 
Di lì a poco fummo scortati dalle guardie in mezzo al pubblico, fino ad arrivare alla barca che ci avrebbe lasciato sulla costa appena sotto la Montagna Solitaria. Accettai la mano di Fili in aiuto per salire sulla barca, voltandomi subito dopo per essere pronta a fare lo stesso con Kili nel caso fosse stato in difficoltà, ma in quel momento vidi Thorin fermarlo con un braccio teso.

-    Tu no - gli disse - dobbiamo andare veloci, ci rallenteresti - gli sentii dire mentre caricava le armi che gli venivano passate.
-    Ma di che parli? Io vengo con voi - rispose Kili con un sorriso confuso.
-    Non ora - replicò Thorin.

Vidi lo sguardo smarrito che il principe rivolse a suo zio.
Io richiamai l’attenzione di Fili battendogli sul braccio; quando il nano mi guardò, gli indicai la scena.

Vidi Kili dire qualcosa di accorato a Thorin, ma in quel momento Dwalin aveva rumorosamente caricato una cassa di provviste, impedendomi così di sentire. Thorin si avvicinò a Kili poggiandogli una mano sui capelli. Poi lo vidi voltarsi e lasciarlo sul molto con lo sguardo più vacuo che si potesse immaginare. Kili, incredulo, si voltò tornando sui propri passi e io rimasi in un momento di stallo interiore.
Era quello che volevo... che lui non venisse perché stava male, ma mi sentivo lo stesso distruggere dentro a quella scena. In 76 anni di vita, mai avevo visto Kili così disperato, ed era qualcosa di sbagliato, come se il giorno e la notte di fossero improvvisamente invertiti; quell'espressione non ci sarebbe mai dovuta essere sul suo viso, mai.
Feci per scendere immediatamente dalla barca, ma Thorin mi bloccò.

-    Harerin... -
-    No! - lo interruppi subito capendo cosa voleva dirmi - non posso - dissi, spostando lo sguardo da lui a Kili - non chiedermelo - aggiunsi superandolo.

E per un momento, dovetti combattere contro il senso di nausea crescente che mi assalì al vedere gli occhi di Thorin velarsi di tristezza.
C'è sempre qualcuno che soffre per le scelte che facciamo ed era una cosa che dovevo imparare a mie spese.
In pochi passi raggiunsi Kili che si era seduto affranto sopra una grande cassa in legno. Quando mi inginocchiai davanti a lui prendendogli le mani che aveva lasciato cadere in grembo, sollevò lo sguardo e mi fissò con occhi spersi, quasi io fossi un fantasma.


-    Cosa fai qui Harin? Devi salire sulla barca - mi disse.
-    No - sussurrai, sentendo il nodo alla gola crescere nel vedere il suo viso attraversato da un simile tormento - io resto Kee, il mio posto è dove ci sei tu e lo sarà sempre - gli dissi.

Kili mi guardò, raccogliendo una lacrima che mi era sfuggita lungo la guancia; se quell'unica goccia avesse avuto voce, avrebbe gridato tutta la rabbia e la tristezza che non potevo esprimere a parole.
Nel frattempo venimmo raggiunti da Oin.

-    Fatti dare un’occhiata ragazzo - disse in tono gentile ma fermo, lo stesso che aveva con ogni suo paziente.

Nello stesso momento la voce di Fili si levò sopra al clamore, dura e accorata.

-    Siamo cresciuti con le storie della Montagna, storie che tu ci hai raccontato! - stava dicendo -  Non gli puoi togliere questo! - esclamò.
-    Fili - cercò di chiamarlo Kili, scostando la mano di Oin che cercava di alzargli il viso.
-    Lo porterò in braccio se devo! - continuò il maggiore.

Io guardavo la scena impotente, non era così che mi sarei aspettata quel momento.
Era tutto profondamente sbagliato...

Un gemito di Kili mi fece perdere l’attenzione per ciò che Thorin stava dicendo a suo nipote.

-    Ragazzo devo vedere la ferita alla gamba - disse Oin tentando di scoprire la coscia di Kili.
-    No - mormorò il ragazzo cercando di allontanarlo di nuovo.
-    Kili lascia che la veda - cercai di convincerlo io stringendogli le mani.
-    Come sta? -

Fili sopraggiunse in quel momento alle mie spalle. Anche lui, come me, piuttosto che abbandonare Kili aveva rinunciato ad andare.

-    Fee, anche tu no.. devi... - si affannò a dire suo fratello, ma venne messo a tacere da un gesto del maggiore.
-    Non devo proprio niente, non vado senza di te! - affermò senza possibilità di repliche, mentre con possenti squilli di tromba il Governatore saliva sul podio improvvisato per salutare la partenza.
-    Salutiamo i nostri cari amici, i valorosi guerrieri della Montagna! - esclamò il primo cittadino - e nell’attesa del loro trionfale ritorno auguriamogli, buona fortuna! - disse, mentre la barca si staccava dal molto iniziando a navigare sul canale.

Io con un braccio attorno alle spalle di Kili, li guardai allontanarsi; incrociai ancora una volta lo sguardo di Thorin e vedendoci una profonda tristezza, mi affrettai a volgere gli occhi altrove. Probabilmente anche lui si era immaginato tutto diversamente.
La sua famiglia non sarebbe stata con lui durante la riconquista della Montagna che aveva agognato per anni. Il peso delle decisioni di un Re, aveva gravato su di lui ancora una volta.
Fu Bofur a distogliermi da quel pensiero, comparendo dal mezzo della folla e imprecando perché arrivato tardi..


-    Anche voi avere perso la barca? - disse sorridendo una volta che ci ebbe visti e risollevato dal fatto di non essere l'unico.

Sorriso che sparì in fretta quando vide le nostre espressioni.
Nessuno ebbe però il tempo di rispondergli, perché in quel momento con un altro gemito Kili si accasciò su sè stesso.


-    Kili! - esclamò suo fratello sorreggendolo.
-    Che gli succede? - chiesi io spaventata.

Mentre Bofur ci raggiungeva, Oin gli mise una mano sulla fronte e spalancò gli occhi.

-    Ha la febbre molto alta: troppo - asserì preoccupato.
-    Mahal... - mormorai io, guardando Kili continuare a gemere sommessamente.
-    Aiutateci! Aiutateci, il nostro amico sta male! Qualcuno ci può aiutare? - gridò Bofur cercando di attirare l’attenzione, ma nessuno gli diede retta.
-    Vi prego! - mi misi ad urlare anche io senza maggior successo - vi prego! - ripetei, afferrando il braccio di una donna che mi guardò spaventata e se ne andò in fretta.
-    Non ci considererà nessuno - disse Fili con tono grave.
-    E allora cosa facciamo? - chiese Bofur agitato.
-    Bard… -

Tutti si voltarono verso di me - dobbiamo andare da Bard - ripetei.



Spazio Autrice:

Babba bia che tristezza, ho veramente scritto un capitolo emotivamente (?) pesante per i personaggi ^^"
E Kili ha definitivamente ceduto all'avvelenamento, ma meno male che c'è Bard e meno male che poi lo salverà.....!
Cervello: ecco, ottima questione Marta, vorrei ricordarti che hai eliminato Tauriel dalla tua storia e vorrei ricordarti anche che è stata lei a salvare uno dei tuoi protagonisti =)

Alla luce di ciò miei cari vi saluto e vado a pensare ad un modo per levarmi dai casini nei quali mi sono messa =D
*Momento serietà*
Questa volta c'è un triplo ringraziamento speciale:
Ai miei lettori perchè il contatore delle letture ha superato i 3000, cosa che mi ha fatto emozionare non poco, quindi grazie.
Alle mie recensiste perchè le loro meravigliose recensioni hanno raggiunto quota 300; Eru e tutti i Valar vi benedicano amiche mie.
Di nuovo ai miei lettori e a tutti coloro che mi hanno aggiunta tra i preferiti, seguiti e ricordati, perchè questo mi è valso un posto tra le 40 storie più popolari.
Nuovamente grazie a tutti voi per la dedizione a me e alla mia piccola Harerin.


Tak khaz meliku suz yenetu,

Marta

  
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