the
long distance
Nana
– Laghetto della baita, in un luogo imprecisato del Giappone
Nana
raggiunse il
laghetto, poco distante dalla baita. Cacciò uno sbuffo e
un’imprecazione,
quando vide inginocchiato verso l’acqua, Nobu.
“Che
stai facendo?”
chiese lei, con tono duro.
Nobu
si girò e la
guardò. “Sto giocando, non si vede?”
Nana
sgranò gli occhi,
con la sigaretta penzoloni. “Ma tu e Yasu quanto siete
stupidi?”
Nobu
sorrise, a denti
stretti. “Non quanto te”
“Nobu,
se ti prendo ti
ammazzo!” gridò Nana.
“Sssh,
calmati Nana.
Sveglierai tutti i pesci”
Nana
aprì la bocca a
mezza via, stupita.
“Shut up” fece Nobu, sussurrando
le parole, con un dito sulla bocca.
Non voleva essere per nulla cattivo.
Nana
si avvicinò a lui
e si inginocchiò al suo fianco. “Ti manca Hachi,
vero?”
Lui
si voltò fulmineo e
le catturò gli occhi. Poi scosse la testa.
“Oh
avanti, non essere
stupido”
“Tanto
lo sono già”
Nobu aveva un tono amareggiato.
“Non
è vero” sussurrò
Nana.
“Ma
se hai appena detto
di sì” lui la scrutò un istante di
sbieco.
Lei
alzò le spalle. “Ti
manca, allora?”
Nobu
annuì con la
testa. “Più di quanto vorrei, più di
quanto riesco a sopportare”.
Nana
lo guardò,
capendolo. “Manca anche a me e ti capisco” aggiunse.
Nobu
strappò alcuni
ciuffi d’erba. “Credi che le cose si
sistemeranno?”
Nana
lo fissò un
istante.
“Dico…
in generale”.
Nana
alzò le spalle.
“Vorrei tanto saperlo”.
Shin
– Negozio in Giappone, vicino Tokyo
“Misato,
sei sicura che
qui ci sia da mangiare?” borbottò Shin.
Misato
annuì con
convinzione. “Certo, perché?”
“Perché
io voglio il
sushi” la faccia di Shin prese una piega inaspettata,
spegnendosi e
accendendosi negli occhi, ad intermittenza.
Misato
lo guardò,
sorridendo. “Dai Shin, stai tranquillo che lo
troviamo”
Shin
smise di fare lo
stupido e la guardò, serio. “Come sei dolce,
Misato”
Misato
lo fissò negli
occhi, con ancora il suo sorriso. “Grazie, Shin”.
Shin
si ricordò
all’improvviso quelle parole… quelle parole che
aveva detto a qualcun’altra…
Vagò
per così tanti
istanti in quei pensieri… che ne aveva perso il conto.
“Allora,
lo vuoi sì o
no il sushi?” gli chiese Misato, destando la sua attenzione.
Shin
ritornò al
negozio, e a ciò che aveva davanti agli occhi, nella
realtà. Abbozzò un sorriso
verso di lei. “Certo che voglio il sushi”.
Nana
– Laghetto della baita, in un luogo imprecisato del Giappone
“Uff,
è snervante stare
a guardare i pesci, almeno vorrei vederli muoversi”
sbuffò Nana, accovacciata
sulla riva d’erba.
Nobu
si voltò verso di
lei. “Come mai hai lasciato Yasu da solo?”
Nana
gli lanciò un’occhiataccia.
“Perché non si arrischia?”
sgranò gli occhi, irritata.
“Sì,
sì, ci mancherebbe”
rispose Nobu, tralasciando il discorso.
“Scusami
se sono così
antipatica… o così dura”
Nobu
si voltò di scatto
a guardarla. Era diventata tutto d’un colpo incredibilmente
seria, come solo
lei sapeva fare…
Nobu
scosse la testa,
leggermente.
“Vi
rompo sempre le
scatole, ma non lo faccio perché non vi voglio bene. Sappi,
che a me interessa tutto
di voi tutti, e ci tengo.
Quando
ho detto quelle
parole contro di Shin… in realtà, non le pensavo
veramente.
Ho
sempre saputo dentro
di me che avrei voluto fare la cantante e cantare… non mi
importava dove, e
quando le ho dette, ero talmente arrabbiata. Shin che veniva arrestato
era un
duro colpo contro la nostra carriera, mi sono sentita cadere e
precipitare nell’abisso
del mio incubo peggiore.
Sentirmi
sola in quel
cratere buio, era la peggiore sensazione che potessi immaginare di
provare”
Nobu
le lanciò un’occhiata,
profondamente. “Nana…”
“No,
Nobu. è vero,
tutto questo è vero, qualsiasi cosa. Non credere a chi mi
odia, a chi dice che
ho torto e che mi invento sempre tutto. In realtà, mi copro
le spalle. Per
cercare di non ferirmi, la mia impulsività prende il comando
di me e mi fa
funzionare al suo cospetto. In realtà, io non sono
così cattiva”.
Shin
– Appartamento in Giappone, vicino Tokyo
“Mmm…
che profumino,
Misato!”
Misato
gli sorrise. “Shin,
tu apparecchia la tavola”
Shin
fece cenno con la
testa. “Certo, ho una fame!”
Shin
guardò Misato che
cucinava, e le si avvicinò gradualmente.
“Sai… è adorabile guardarti
cucinare”
le mormorò all’orecchio.
Lei
avvampò e lo guardò
ad occhi sgranati.
“Ops,
scusa” fece Shin,
notando che lei si era scottata. “Mi dispiace,
aspetta”.
“No,
no. Fa nulla, Shin”
“Aspetta,
ti ho detto”
Shin frugò in un cassetto e ne levò una sfilza di
cerotti, prendendone uno.
“Vieni
che te lo
incollo” mormorò. Prese il suo dito e glielo
leccò delicatamente, poi le mise
il cerotto, legandoglielo lentamente tutt’attorno.
“Ma
Shin sei troppo
premuroso con il mio dito” sussurrò Misato,
guardandolo ad occhi aperti.
Shin
sorrise. “Oh non
essere sciocca”.
Spazio autrice ;
D XD
Thankious…
Per
hachi
: grazie mille che continui a
seguire! e per i complimenti!! mi dispiace che sei una fan di
reira… purtroppo
questa ff non parla di reira e shin nel presente insieme, ma va
avanti.. spero
ti piaccia ugualmente e
che la potrai
sempre apprezzare!