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Autore: Ashura_exarch    18/10/2014    2 recensioni
E se l'impero romano non fosse mai crollato? E se fosse andata in modo diverso?
Io cerco di dare la mia risposta personale, modificando la storia della città a partire dalle origini.
AGGIORNAMENTI PARECCHIO IRREGOLARI
Genere: Guerra, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nonostante fossero già passati tre anni da quel maledetto terremoto, l'Urbe ancora faticava a riprendersi. Le violenze dilagavano, l'esercito era in fermento e si vocifera che alcune città tramassero per ribellarsi. Inoltre alcune tribù nomadi stavano scendendo da nord e minacciavano i confini settentrionali del paese. Serviva qualcuno di forte, che fosse capace di sistemare tutto, o che almeno ci provasse. Le descrizioni di Liburnio d'altronde sembravano non lasciare quasi speranze per la Città Eterna, ma qualcosa successe veramente.

Nel 575 a.C. i consoli Larzio Allezio e Gallo Petilio Surio decisero di dare una svolta radicale alla situazione in cui versava la repubblica.

Per prima cosa sedarono l'esercito, facendo sostituire il debole magister militum Marco Papirio Lucano dal ben più serio Marco Umbrenio Nerva, comandante della Legio I. Egli lasciò al comando della prima legione il suo secondo Massimo Plozio Natalino, e si recò di persona dai soldati dell'esercito, tutti radunati poco lontano da Roma. Con un abile discorso, riportato successivamente dallo storiografo Sornazio, Nerva seppe calmare gli uomini e riportare l'esercito dalla sua parte.

In meno di due settimane fu risolto anche il problema delle violenze nella capitale. Fu imposto quello che oggi chiameremmo coprifuoco, all'epoca noto come incessus circolationem. Fu allora effettuata una seduta straordinaria nel senato, dove si discusse sul da farsi.

A sud c'era Acropolis, la città greca conquistata pochi anni prima, che era diventata incandescente subito dopo la notizia del terremoto di Roma, e stava premendo sempre di più per riottenere l'indipendenza. Da nord invece stavano scendendo i Pioraci, una popolazione appenninica proveniente forse dalla Pianura Padana. Essi potevano contare su circa diecimila unità, di cui la metà erano combattenti o comunque guerrieri, che all'epoca era tantissimo. Erano queste le due principali minacce.

Dopo molte ore si ebbe un piano: l'esercito sarebbe stato diviso in due per affrontare simultaneamente le minacce. Ritenendo i Pioraci più pericolosi rispetto agli Acropolesi, a sottomettere i greci vennero inviate la quarta e la quinta legione, con a capo il console Surio. Egli assediò Acropolis, che capitolò dopo poco tempo a causa della mancanza di provviste.

Più arduo si rivelò invece sconfiggere i Pioraci. La popolazione, dopo varie scorribande in Sabinia, penetrò nella repubblica saccheggiando Crustumerium e mettendo sotto assedio Nomentum. La prima, seconda e terza legione (al comando di Allezio e Nerva) si recarono in soccorso delle città settentrionali, riuscendo a riconquistare Crustumerium e a ricacciare a nord gli invasori da Nomentum.

A causa della fine dell'anno i consoli furono costretti a rientrare a Roma per le elezioni, ma raccomandarono ai successori Pomponio Trebellio e Osto Cocceio Eumenio. In quel periodo ricorreva anche il centenario della fondazione della repubblica, ma per ovvie ragioni le festività furono accantonate.

I nuovi consoli diedero presto segnali positivi. I Pioraci stavano infatti accennando a rientrare nella repubblica, così i due decisero di anticiparli. Si attestarono con l'esercito sulla collina di Virnum, un piccolo rilievo da cui si poteva dominare la Pianura Sabina meridionale. I guerrieri pioraci, non avendo nozioni di strategia, attaccarono senza pensare, e vennero presto sconfitti e massacrati.

Trebellio ed Eumenio rientrarono a Roma come eroi, e assieme ai loro predecessori sfilarono in trionfo (seppur in maniera modesta). Subito i due si misero al lavoro per cominciare veramente la ripresa dello stato. Impiegarono il resto del loro mandato a progettare il modo per risollevare le sorti della nazione, e tale piano fu iniziato dai successori Decio Tullio Bibulo e Arrunte Socellio Pelagio.


Note dell'autore
E' successo il miracolo, ho trovato un buco di tempo per scrivere questo capitoletto. Non fraintendete, è solo uno sprazzo, non credo che ancora riprenderò a scrivere questa storia qui. Lo faccio solo per non far dimenticare (sia a me che a voi) che esiste e che è ancora in corso.
  
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