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Autore: bik90    20/10/2014    8 recensioni
-Sei il mio ponte tra questi due mondi!-
Martina si fermò e un brivido la scosse. Eleonora non si lasciava mai andare a parole troppo dolci, quello che era riuscita a dire era già troppo per lei. Si voltò verso la diciottenne.
-Allora perché ti comporti così?- domandò con le lacrime agli occhi.
La bionda chinò il capo con aria colpevole.
-Non posso...- mormorò semplicemente.
Già, non poteva. Sarebbe stato troppo difficile per lei ammettere di tenere tantissimo a quella ragazza che le stava di fronte.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Lavinia amava svegliarsi presto per prepararsi con calma, molto presto rispetto all’orario scolastico. Quando uscì dalla doccia, avvolta da un asciugamano bianco, trovò due chiamate da parte di Davide. Si guardò allo specchio sciogliendo i capelli dal mollettone e pensò a ciò che avrebbe dovuto indossare quella mattina in chiesa. Davide la sera precedente le aveva chiesto di accompagnarlo nonostante lei non avesse mai conosciuto Diego. Provò a richiamare l’amico mentre faceva colazione e i suoi genitori uscivano per andare a lavoro ma non ottenne risposta. Pochi secondi dopo, qualcuno citofonò. Per istinto sapeva già chi fosse ma il ragazzo non volle salire a casa. Di corsa allora s’infilò le scarpe e scese portandosi dietro le chiavi di casa.
<< Ehi >> lo salutò non appena si fu chiuso alle sue spalle il portone dell’appartamento << Come stai? Sei riuscito a dormire? >>.
Davide scosse il capo e chiuse una mano a pugno avvicinandosi. Lavinia lo abbracciò accarezzandogli i capelli e gli lasciò un bacio sul collo. Per quell’occasione indossava una camicia nera su un jeans grigio, scarpe Hogan nere e un montgomery lasciato aperto. In mano aveva i soliti guanti scuri.
<< Ho pensato a Diego tutta la notte >>.
<< E’ normale, Da >> rispose la ragazza << Era tuo amico >>.
<< Eleonora, invece, se ne frega! Pare che non le importi nulla >>.
A quelle parole Lavinia s’irrigidì pensando che non ne poteva davvero più di vivere all’ombra dell’altra ragazza.
<< Davide >> fece << Lascia perdere Eleonora, per favore! >>.
<< Senti, abbiamo perso un amico in comune. È normale che cerchi di capire cosa le passi per la testa! Pensavo che ci saremmo riavvicinati! >>.
<< Ma come fai a pensare una cosa del genere? >> esclamò Lavinia all’apice dell’esasperazione << Sta con un’altra persona! Una ragazza! >>.
Davide si allontanò bruscamente da lei sgranando gli occhi.
<< Ma che cazzo stai dicendo? >>.
<< Le ho viste io a scuola! La devi smettere di pensare a lei! >>.
<< Non è possibile, sono solo cazzate! Sono tre anni che scopa con me, non possono piacerle le ragazze! >>.
Lavinia lo fissò con aria addolorata. Eleonora non era solo la sua amica, la ragazza con la quale aveva scopato. Davide ne era innamorato, era così palese che si domandò come avesse fatto a non capirlo prima. Non avrebbe avuto, altrimenti, quella reazione.
<< No, cazzo >> disse prima di salire sul suo motorino e andarsene.
 
Martina guardava Eleonora per la prima volta dormire placidamente. Le accarezzò il viso e le baciò una guancia prima che si svegliasse.
<< Buongiorno >> le sussurrò sorridendole.
L’altra contraccambiò abbracciandola.
<< Che ore sono? >>.
<< Abbiamo il tempo di fare una doccia prima di andare in chiesa >>.
Eleonora annuì alzandosi mentre si passava una mano tra i capelli; poi ci ripensò e tornò da Martina per baciarla.
<< E’ stato bellissimo >> disse subito dopo.
<< Anche per me >>.
Si lavarono e vestirono in silenzio, semplicemente lanciandosi occhiate e sorrisi. Nelle loro menti era ancora vivo ciò che avevano condiviso la sera precedente, non serviva parlarne. Quando terminarono, Martina la abbracciò con calore, senza alcun intento malizioso.
<< Sono sempre con te, ricordalo >>.
<< Lo so >> rispose Eleonora. Prese il cellulare accendendolo dopo un intero giorno e rimase stupita nel notare alcune chiamate dell’amico di quella mattina << Mi ha chiamato Davide >> aggiunse cancellandole dall’elenco.
<< Ti ha lasciato anche qualche messaggio? >>.
L’altra scosse il capo infilando l’iphone nella tasca del jeans.
<< Ti accompagno a casa? >>.
Martina la guardò, quasi temendo di doversi dividere da lei, e subito dopo si fissò la punta delle scarpe. Eleonora allora le sollevò il mento con due dita e la baciò per calmare i suoi dubbi.
<< Quando usciremo da qui >> iniziò << Non cambierà nulla. Io ti amo >>.
Per la prima volta da diversi giorni, fu lei a consolare la più piccola e a rassicurarla sui suoi sentimenti. L’altra l’abbracciò felice prima di uscire. Avevano appena varcato la soglia del portone quando videro Davide seduto sul suo motorino che fumava nervosamente una sigaretta. Eleonora sentì il fiato mancarle nell’incontrare i suoi occhi e la presa sulla mano di Martina aumentò. Il ragazzo si avvicinò alle due gettando lontano da sé il mozzicone e infilò le mani in tasca.
<< E così, è vero >> disse guardando le loro dita intrecciate.
<< Davide… >>.
<< No, cazzo! Stammi a sentire, sei solo una fottuta stronza! Porca puttana, mi hai riempito di stronzate e bugie! Ti odio, stronza! Lavinia aveva ragione! >>.
Eleonora e Martina si scambiarono una breve occhiata interrogativa.
<< La…Lavinia? >> chiese incerta la ragazza dai capelli biondi << Lei sa di me e… >>.
<< Non hai fatto altro che mentirmi! >> continuò Davide incapace di fermarsi ad ascoltarla << E per chi poi? Un’altra ragazza! Un’altra fottuta ragazza! Te la sei scopata? Merda, non posso crederci che tu l’abbia fatto davvero! Hai sempre scopato con me, cazzo! Me! Ed io sono un maschio, con tutti gli attributi! Come ti è passato per la testa? Perché stai facendo questo? >>.
<< Perché mi sono innamorata! >> sbottò Eleonora con rabbia << Io e te abbiamo sempre e solo scopato, Davide! Non c’è mai stato amore! Questo invece è diverso! Come fai a non capirlo? Tu hai fatto sesso con Lavinia, perché non posso fare le mie fottutissime scelte? >>.
<< Perché io credo di essere innamorato di te! >>.
Fu una frase che uscì così velocemente da bloccare perfino Davide che si era portato una mano sulla bocca. Era sorpreso anche lui d’averlo detto veramente. Martina trattenne il fiato a quella rivelazione mentre cadeva un pesante silenzio. Guardò Eleonora le cui guance si erano improvvisamente colorite e la vide muovere un passo verso il ragazzo. Le lasciò la mano e per un solo attimo il cuore le si fermò.
<< Davide… >> ripeté Eleonora << Mi… >>.
Ma l’altro si ritrasse dal suo tocco indietreggiando.
<< Non mi toccare! >> esclamò senza guardarla << Mi fai schifo! Ci sono sempre stato solo io e adesso…vaffanculo! >>.
La ragazza si bloccò, colpita da quelle parole e si rese conto d’averle provocate lei con le sue continue bugie e i suoi misteri. Chinò il capo colpevole. Se fosse stata meno ambigua, se avesse detto la verità fin dall’inizio, quella situazione si sarebbe potuta evitare.
<< Hai mandato tutto a rotoli per… per quella! >> continuò il ragazzo indicando Martina che era rimasta in silenzio.
<< Ehi, non provare a insultarla! >> gridò Eleonora punta dal modo in cui Davide si rivolgeva alla più piccola.
<< Ma vaffanculo! >> ripeté l’altro montando in sella al suo scooter e mettendo in moto.
 
La chiesa era gremita di gente ma era piuttosto normale che fosse così. Diego aveva ventidue anni e in un piccolo paese come il loro era naturale che tutti si conoscessero almeno un po’, soprattutto i ragazzi. Eleonora salutò molti ragazzi, più di quanti Martina si sarebbe aspettata e le indicò chi fosse Nicole, i genitori del defunto e molte altre persone. Prima che iniziasse la funzione, si fermarono a conversare fuori con i compagni di classe della maggiore. Martina per lo più rimase in silenzio tranne per qualche monosillabo. Nessuno parve meravigliarsi eccessivamente della sua presenza, erano completamente presi da quello che era successo. Poi arrivò Davide che teneva per mano Lavinia e per poco la ragazza dai capelli rossi non gli urlò contro. Nemmeno mezz’ora prima aveva rivelato ad Eleonora di essere innamorato di lei e ora si recava in chiesa con un’altra ragazza. Il ragazzo salutò tutti gli amici e i conoscenti senza degnare di una sola occhiata la coppia. Paolo fece per dire qualcosa notando lo strano comportamento ma Ramona glielo impedì con una sola occhiata. Davide e Lavinia superarono l’amica e Martina per entrare in chiesa e furono seguiti dagli altri. Le due ragazze, invece, scelsero un posto piuttosto appartato, lontano da occhi indiscreti mentre il gruppo si spostò su un banco della navata centrale. Nonostante tutti gli occhi fossero puntati su quella bara di fronte all’altare, la figura che più inteneriva i presenti fu quella di Nicole, stretta nel suo abito nero, il capo chino, tra i suoi due fratelli maggiori Roberto e Michele che parevano quasi le sue rocce in quel momento. Mai fu vista versare una lacrima anche se era chiaro quanto stesse soffrendo. Martina la ammirò molto durante la funzione; così contenuta e allo stesso tempo così fragile nel suo dolore. Alzò gli occhi su Eleonora che invece stava fissando la mano di Lavinia posata sulla spalla di Davide. Le sfiorò il palmo col suo e le sorrise quando la guardò. Lei si passò le dita dell’altra mano tra i capelli e tornò ad ascoltare il prete. Quando la messa terminò e tutti si mossero verso i genitori di Diego, nella chiesa esplose il pianto della signora Civita Vagnato che si accasciò contro il marito prima di perdere i sensi. Fu chiamata un’ambulanza tra il panico e l’apprensione generale ma poco prima che arrivasse, la donna rinsavì riprendendo a piangere. Eleonora fu colpita da quell’esternazione del dolore, in netto contrasto con Nicole e le fece tenerezza. Diego era figlio unico, avuto dopo parecchi anni di matrimonio. In quel momento le fu chiaro che Civita non si sarebbe mai ripresa dalla perdita del ragazzo. Quella costatazione fu come un pungo in pieno stomaco e voltò la testa quasi di scatto verso la più piccola. Cosa avrebbe fatto lei, se fosse successo qualcosa a Martina? Le aveva detto che l’amava e non riusciva adesso a concepire la sua vita senza quella cascata di boccoli rossi. Fece un respiro profondo cingendole la vita mentre si incamminavano all’esterno.
<< Ele! Marty! >> esclamò Claudia correndo verso di loro non appena le vide uscire.
Eleonora si girò verso la sorella e lasciò l’altra per abbracciare la quindicenne. Insieme a lei c’erano Federico e Tommaso.
<< Ci hai fatto preoccupare tantissimo, stronza! >> continuò la più piccola del gruppo.
<< Scusami >> rispose la maggiore << Non volevo >>.
<< Come stai? >> domandò il fratello poggiando una mano su quella di Eleonora che ancora stringeva Claudia.
La sorella stava per rispondere quando la bara fece il suo ingresso in spalla non solo agli addetti delle pompe funebri ma anche a Roberto e Michele. Subito dopo seguivano i coniugi Vagnato. Eleonora chinò il capo e una lacrima le scivolò sulla guancia destra.
<< Addio Diego >> disse in un sussurro appena percettibile.
Martina la abbracciò asciugandole il viso.
<< Ciao Davide >> salutò Claudia vedendolo apparire sulla soglia della chiesa e agitando una mano.
Il ragazzo sollevò lo sguardo verso il gruppo e si limitò a un breve cenno del capo prima di raggiungere Carlo e Giorgio lasciando momentaneamente sola Lavinia. Claudia si voltò per un attimo verso Federico che si strinse nelle spalle e subito dopo verso Eleonora ma non disse nulla su quello strano comportamento.
<< Andrai al cimitero? >>.
Eleonora guardò Martina per un attimo smarrita e subito dopo scosse la testa.
<< Non me la sento >>.
<< Allora vieni con noi in ospedale? Dovrebbero uscire i risultati a breve >>.
La più grande emise un’esclamazione di sorpresa nel ricordarsi del test di compatibilità di Serena e Augusto.
<< Oh cazzo, dovevano uscire ieri! >> disse subito dopo.
<< C’è stato un problema al laboratorio analisi ieri e solo stamattina avrebbero consegnato l’esito >> spiegò Federico << Noi andiamo adesso >>.
<< E veniamo anche noi! >> rispose prontamente la sorella includendo anche l’altra ragazza << Scusate un attimo >> aggiunse notando che Paolo stesse cercando di richiamare la sua attenzione.
Si avvicinò al gruppo, che si stava accingendo a recarsi al cimitero, e ascoltò qualche frammento di conversazione.
<< Hai un posto sul motorino? >> le chiese Ramona indicando con la testa Marco.
Eleonora scosse il capo.
<< Non vengo al cimitero, devo correre in ospedale adesso >>.
Salutò tutti prima di staccarsi e tornare da Claudia nonostante Paolo volesse aggiungere qualcosa. Gli fece un cenno del capo pensando che avrebbe dovuto parlare con loro in modo serio e senza girare troppo intorno alla questione. Basta bugie, non ne poteva più. Passò il casco a Martina prima di mettere in moto e venti minuti dopo parcheggiò fuori l’ospedale. Col cuore che le martellava nelle orecchie, si accinse a salire le scale seguita da tutto il gruppo. Federico la affiancò mentre si aprivano le porte automatiche del reparto e per i primi minuti non si vide nessuno per i corridoi. Poi Fulvia uscì dalla stanza di Serena e si fermò per osservarli. Eleonora sentì distintamente Claudia sobbalzare dietro di lei ma, nel vedere le labbra della donna incresparsi in un sorriso, fu la prima a correre per abbracciarla. E Fulvia si sciolse nel suo abbraccio esalando un respiro profondo e iniziando a piangere. La maggiore non l’aveva mai vista piangere in quel modo, era sollevata e il suo cuore si riscaldò al pensiero che stesse tutto per finire. Suo fratello la abbracciò ancora prima che lei potesse dire o fare qualcosa e lo sguardo di Martina le fece dimenticare qualunque sensazione di tristezza. In quel momento perfino sua madre parve dimenticarsi della ragazza o della loro passata chiacchierata. Si guardarono negli occhi e fu come fissare lo stesso conforto. Lentamente Eleonora annuì superandola per entrare in stanza. Augusto, Serena e Michael stavano ridendo e la risata della sorella fu liberatoria. Da quanto tempo non rideva in quel modo? Le pareva una vita che non la sentiva.
<< Ele! >> esclamò la bambina mettendosi in piedi sul letto non appena la più grande fece la sua comparsa.
Augusto la aiutò affinché non facesse cadere la flebo e il secondo successivo era tra le braccia della sorella che la strinse contro di sé incurante del resto. Martina osservò la scena con un misto di dolcezza e felicità negli occhi avvicinandosi al letto e salutando i presenti. L’uomo la guardò a lungo prima di spostare lo sguardo sulla figlia e limitarsi ad annuire.
 
Due mesi dopo…
Il sabato era il giorno preferito dai ragazzi. Si poteva fare tardi la sera senza preoccuparsi della scuola, il pomeriggio poteva essere dedicato a qualcosa che non avesse a che vedere con i compiti e si poteva rincasare anche senza voce. Eleonora trovò parcheggio vicino al bar che un paio di persone che conosceva stavano inaugurando e aspettò che Martina le desse il casco per riporli entrambi nell’apposito vano. Infilò le chiavi in borsa e controllò il cellulare. Anche Claudia e Tommaso si sarebbero presentati all’inaugurazione, più per curiosità che altro, ma al momento non erano ancora arrivati. Federico era rimasto a casa per insegnare il burraco a Serena e Ilaria e Fulvia erano in giro a fare compere. Suo padre con il bambino erano tornati a Miami non appena gli fu possibile, il che risaliva ormai a tre settimane prima, quando cioè i medici aveva dichiarato che l’operazione di Serena era perfettamente riuscita. Definirla fuori pericolo era ancora troppo presto ma tutti erano ottimisti a riguardo e la bambina reagiva bene alle cure. L’avevano dimessa con la raccomandazione di non saltare mai i controlli e di non stancarsi e tutti a casa facevano il possibile per evitare che Serena si sforzasse. Federico era arrivato addirittura a portarla sulle spalle dalla sua camera alla cucina per permetterle di fare colazione e, nonostante quella non fosse una cosa che Fulvia avrebbe condiviso, per il momento acconsentiva.
<< Ehi >> fece Martina per richiamare la sua attenzione << Vogliamo entrare? >>.
Le sfiorò le labbra con un breve bacio che fece sorridere Eleonora.
<< Certo >> rispose passandosi una mano tra i capelli << A che ora abbiamo il cinema? >> domandò alludendo a ciò che avrebbero fatto dopo.
L’altra guardò il suo orologio da polso.
<< Tra un paio d’ore, abbiamo anche il tempo di mangiare un pezzo d pizza se ti va >>.
Eleonora si limitò ad annuire e in quel momento davanti a entrambe sfrecciò la macchina di Davide. La ragazza s’immobilizzò nel notare che stava parcheggiando e involontariamente serrò la mascella. Martina le strinse la mano ben sapendo che quella era una ferita che ancora le bruciava. Il ragazzo uscì dall’automobile e attese che Lavinia facesse lo stesso prima di far scattare l’allarme; poi si presero per mano e camminarono verso il bar. Nell’incontrare lo sguardo di Eleonora, il ragazzo voltò il capo per non guardarla mentre Lavinia mormorava un breve saluto a entrambe.
<< Davide… >> mormorò la ragazza dai capelli chiari senza sapere bene cosa dirgli.
Era dal giorno del funerale che Davide non le rivolgeva la parola. In classe aveva perfino cambiato posto e lentamente la stava escludendo dal gruppo. Se lei c’era, allora lui cambiava programmi trascinandosi sempre con sé l’altra con cui ormai faceva coppia fissa. Martina sapeva bene quanto quella situazione logorasse Eleonora dentro anche se faceva finta di non darvi peso. Lo vedeva dal suo sguardo dispiaciuto, da come si mordeva le unghie, dal tono della voce subito dopo. Le dispiaceva non poter fare niente ma Davide aveva eretto un muro tra loro e non pareva intenzionato ad abbatterlo. Non le perdonava di stare con lei e soprattutto tutte le bugie che gli aveva rivolto prima di scoprire la verità. Era una situazione che pareva non risolversi positivamente. Fece un respiro profondo sfiorandole il dorso della mano con le dita e la sentì sussultare leggermente. C’era un altro contesto oltre a quello che per il momento sembrava non avere soluzione: il suo rapporto con Fulvia. Da quando la donna aveva scoperto che tipo di legame le univa, fu come se la figlia maggiore avesse smesso di esistere. Tollerava la sua presenza in casa perché non poteva farne a meno ma  evitava accuratamente di rivolgerle la parola se non era strettamente necessario. Non riusciva ad accettare che Eleonora fosse omosessuale, che il suo rapporto con Martina diventasse sempre più duraturo e non semplicemente una sbandata dovuta alla curiosità. Rifiutava la verità e di conseguenza anche la figlia. E anche se non voleva ammetterlo, Eleonora soffriva costantemente per quel rigetto che aveva nei suoi confronti, per quelle occhiate prive d’amore che le rivolgeva, per ciò che pensava sul suo conto. Di fronte a quella scoperta, nemmeno i meriti scolastici erano valsi a farle cambiare idea. Fu come se improvvisamente quello che era stata e che aveva ottenuto non contasse più niente. Come se non fosse mai esistito. Per fortuna, però, aveva accanto persone che sostenevano le sue scelte e la supportavano sempre come Federico e Claudia e probabilmente, quando avrebbero saputo la verità, anche Ilaria e Serena. Martina vedeva come le due sorelle più piccole erano molto attaccate alla maggiore e l’ammiravano in tutto cercando di eguagliarla. Per lei, non avrebbero avuto problemi nello scoprire chi amava Eleonora. Ma i tempi non erano ancora maturi per quella rivelazione e l’unica cosa che si poteva fare era attendere. Anche con Davide. La più piccola sperava davvero con tutto il cuore che il ragazzo tornasse sui suoi passi nel comprendere di starsi a comportare egoisticamente e che le cose tra loro si potessero aggiustare. In fondo, avevano tutta la vita per rimediare ai propri errori, per riavvicinarsi e stringere un nuovo tipo di rapporto.
<< Ti va se andiamo da un’altra parte? >> chiese sapendo quanto Eleonora si sentisse a disagio in quel momento.
L’altra ragazza annuì senza guardarla. Ormai era un libro aperto per Martina, non poteva nasconderle niente. La comprendeva semplicemente da un’occhiata e interpretava perfettamente i suoi sentimenti. Si domandò quando era diventata così semplice, forse da quando aveva abbattuto tutti i muri che separavano se stessa dalla realtà. Si passò una mano tra i capelli prima che Martina gliela afferrasse. Insieme tornarono al motorino parcheggiato e si allontanarono.
 
 
 
 
 
 
Finalmente siamo arrivati alla fine.
Volevo ringraziare tutte le persone che per ben un anno e otto mesi mi hanno seguito e recensito apprezzando ciò che definisco un passatempo. È stata un arco di tempo molto lungo; fatto di pause, momenti frenetici, ansia per gli esami e la tesi ma anche di gioia e sofferenza. In un anno e otto mesi sono successe parecchie cose come a chiunque quindi ancora grazie per la pazienza che tutti avete dimostrato. Mi scuso con coloro che hanno lasciato una recensione e non hanno mai ricevuto una risposta, con coloro che hanno aspettato giorni per averla, con coloro che hanno espresso un parere negativo. Non me ne vogliate, sono fatta così. Spero, se dovessi pubblicare ancora qualcosa, che abbiate ancora la bontà di seguirmi.
A presto
F
 
 
 
 
            
  
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