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Autore: Mew_vale    20/10/2014    6 recensioni
Prima di leggere questa storia, vi consiglio di dare un’ occhiata ad “Alternative Story”, dato che questa FanFiction si collega a quella storia.
Abbiamo lasciato Beatrice in procinto di partorire, un Armando ansioso ma anche spaventato dalla prospettiva di diventare padre (come chiunque diventi genitore per la prima volta) Marcella che, dopo aver lasciato l’ Ecomoda, ha presenziato a qualche consiglio di amministrazione dopo di che è sparita. Di Mario nessuno ha più avuto notizie… Mentre Patrizia e Daniele sono convolati a nozze.
Nel frattempo, sono passati 27 anni: alla fine di “Alternative Story” vi ho regalato una chicca in cui Camilla Mendoza, primogenita di Armando e Betty, attraversava la navata in abito bianco; Ad attenderla all’ altare David Valencia, primogenito di Daniele e Patrizia. Ma si saranno sposati? Anzi, si sposeranno? Perché ebbene sì, la nostra storia inizia da prima delle nozze. All’ Ecomoda, entrano nuovi personaggi tra cui la prole dei Mendoza, dei Valencia e della famiglia Mora. Può accadere di tutto!
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Store di Ecomoda'
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CAPITOLO 4.

Sofia
Mi aspettavo che questa giornata, la mia ultima giornata all’ Ecomoda si sarebbe conclusa in modo diverso… Manca poco alla fine dell’ orario di lavoro ed io inizio a sentirmi vuota… In quest’ azienda ho passato tutta la mia vita, ho trovato amici che poi sono diventati la mia famiglia, e i figli di Betty, Armando e Nicola sono un po’ come nipotini per me… Quando sono pronta ad uscire con le mie amiche, il mio capo Diego Mendoza viene a chiamarmi ed entriamo tutte in sala riunioni… Vi trovo tutti i dirigenti e una tavola imbandita con pasticcini e bottiglie.
“Sofia, non potevamo certo lasciarla andare così!”
Mi commuovo, e provo a balbettare qualcosa:
“Dottor Diego, io non credevo che fosse il caso di festeggiare con quello che è successo a suo padre!”
“Sofia… Papà se la caverà, e lei merita un addio dignitoso da parte dell’ Ecomoda!”
“Dottor Diego, lascia che le dica una cosa! Anche se ho lavorato con lei per appena un anno, è stato un capo fantastico!”
Riesco a dire solo questo e il figlio di Betty e Armando mi abbraccia salutandomi.
“A nome dell’ azienda, e dei miei genitori che non possono essere presenti, la ringrazio Sofia!”
A turno, mi salutano Lorenzo, Camilla, Cèsar e i Valencia, con cui però non ho molta confidenza.
“Sofia, era logico che avremmo fatto una piccola festicciola d’ addio… Ci mancherà!”
“Dottor Lorenzo, grazie! Dottoressa Camilla…”
“Sofia, quante volte le ho detto di chiamarmi solo Camilla? Per me lei, come le altre ragazze della banda, siete come delle zie! Si ricordi che sta lasciando l’ azienda ma non la mia vita e quella della mia famiglia!”
“Oh, grazie mille a tutti, non mel’ aspettavo!”
Rispondo, commossa da tanto affetto. Berta invece si intromette con una battuta:
“Camilla, ma quali ragazze! Ma sulle zie ti do ragione!”
“Ma parla per te!”
La ammonisce Annamaria, iniziando una discussione. Nel frattempo proseguono i saluti:
“Sofia… Spero di rivederla presto! E’ stata molto preziosa per l’ azienda!”
“La ringrazio Dottor Mora!”
“Bhe, direi che adesso possiamo mangiare e bere prima che tutto questo ben di Dio vada a male!”
“Fratellino, hai proprio ragione!”
Asserisce Diego, prima di stappare una bottiglia. Il tappo emette un suono sordo e si schianta sul soffitto e parte un applauso. Dopo aver riempito i bicchieri, tutti noi brindiamo e noi ragazze della banda ci abbracciamo commosse… Prima la morte di Ines, adesso la prima di noi ad andare in pensione… Piano piano la banda lascerà l’ Ecomoda, ma spero che le segretarie che subentreranno saranno degne di portare questo titolo! Dopo aver mangiato a sufficienza, noi della banda chiediamo se sarebbe possibile andare all’ ospedale per trovare Armando, Camilla ed i suoi fratelli ci rispondo che dovremmo portare un po’ di pazienza, stasera permetteranno a loro di andare a trovarlo e ci faranno sapere quando tornerà a casa. Tutte noi li chiediamo di portarli i nostri auguri e di salutarci la nostra amica Betty.

Armando
Finalmente mi hanno staccato dal cardiografo e quindi ho più libertà di movimento. In questo momento sto firmando la mia lettera per il consiglio di domani, in cui esprimo la mia preferenza per mio figlio, quindi la metto in una busta chiusa e la chiudo leccando il bordo della busta. Poggio poi la testa sul cuscino pensando che mi mancano da morire i miei figli… Non ho mai passato tanto tempo senza osservare gli occhi vispi di Camilla, senza punzecchiarmi con Lorenzo, senza rimproverare Diego per la sua condotta talvolta ribelle e arrogante, per poi invitarlo al bar offrendogli una birra mentre ci sfidiamo a freccette, per fare pace. Non so come farò a non farmi coinvolgere dalle dinamiche dell’ azienda per cui ho dato anima, corpo e sonno per molti anni…Ma sono sicuro che mia moglie avrà già stretto qualche segretissima alleanza con i miei figli affinché non mi riferiscano nulla dell’ azienda! Ma per la mia famiglia questo e altro… Ho ancora un mucchio di cose da fare! Devo diventare suocero, accompagnare la mia mostrilla all’ altare… Oddio sto proprio per morire se non vedo l’ ora che accada una cosa del genere!! Devo ancora diventare nonno… E non posso lasciare Betty! Non vedo l’ ora di vedere la mia famiglia… Poi di colpo i miei desideri sembravo realizzarsi! Vedo entrare la prole Mendoza-Pinzon al completo! La mostrilla corre verso il mio letto dicendo “papà” e ci abbracciamo forte.
“Papà ho avuto così tanta paura!”
“Mostrilla, è tutto finito… Sto bene vedi? Quindi non piangere, ok?”
“Guarda che non siamo in Ecomoda che ci impartisci ordini!”
Mi ammonisce ridendo Diego.
“Io e te ragazzo dobbiamo ancora parlare…”
Sorrido ai miei figli mentre ci stringiamo la mano con vigore e ci diamo una pacca sulla spalla a vicenda.
“Guarda qua, papà sta meglio di me! E chi lo ammazza!”
“Lorenzo!! Non mi sembrano battute da fare!”
Lo rimprovera Betty. Gli altri miei figli si mettono a ridere, incluso me! Questa è la mia famiglia: i miei ingrati figli maschi mi augurano goliardicamente la morte e mi prendono in giro dopo che ho avuto un infarto, litighiamo tra noi per poi ritrovarci tutti e tre sul divano ad imprecare contro un arbitro incapace ed un quarto uomo addormentato mentre mia moglie ci strilla di abbassare il televisore ed il tono della voce. Quando sono nati i nostri figli maschi tutti, me incluso, avevano scommesso che sarei stato io il genitore più severo, ma il vero è che con Diego e Lorenzo sono piuttosto permissivo ed elastico. Per come mi comporto con Camilla invece, spesso vengo paragonato al povero papà di Betty! Dico povero perché ci ha lasciati, così come sua madre Giulia ed i miei genitori… Fortunatamente hanno fatto a tempo a conoscere tutti i loro nipoti, mentre dei nonni solo Camilla ha qualche ricordo più nitido.
“Siete venuti qui solo per dirmi che vi provoca dispiacere vedermi in vita o c’è dell’ altro?”
“Dai papà, Diego e Lorenzo stanno solo scherzando…”
“Lo so, lo so mostrilla… A proposito, prima che mi dimentico qui dentro c’è il mio voto per domani!”
Dico a Betty passandole al busta. Improvvisamente entra il medico.
“Salve a tutti… Guardi qui, ha proprio una bella famiglia!”
“Grazie Dottore… Lei è la mia figlia maggiore Camilla, e loro sono Diego e Lorenzo… Sono gemelli anche se si somigliano poco!”
“Molto piacere, Enrique Vasquez.”
Si presenta il medico stringendo la mano ai miei figli. Mia moglie gli chiede che notizie ci porta.
“Buone. Quest’ uomo è di nuovo tutto vostro, può tornare a casa!”
“Che bello, grazie Dottore!”
Asserisco sollevato. L’ ospedale è orrendo, noioso e si mangia male! Anche se mi hanno già avvisato che, oltre alle altre restrizioni, dovrò anche seguire una dieta per scongiurare la formazione di altro grasso attorno al cuore… La mia famiglia invece mi sembra un po’ dubbiosa delle parole del medico.
“Così presto? E’ sicuro Dottore?”
“Mi sa che non la vogliono più a casa, Armando!”
Scherza il medico, provocando ilarità che alleggerisce l’ atmosfera. Lorenzo rincara la dose.
“Dottore, non sa quanto insopportabile sia quest uomo! Non ne ha idea!”
“Comunque dico davvero, Armando può tornare a casa stasera stessa. Signora se mi segue ci sarebbero da compilare i documenti di dimissioni.”
“Arrivo Dottore, grazie mille!”
Risponde entusiasta mia moglie. Lorenzo mi da un’ altra pacca sulla spalla. Si torna a casa!

Michael.
Quando entro in camera di David, lo trovo disteso sul letto, ancora vestito di tutto punto, con la testa appoggiata al cuscino che è leggermente inclinato, e le mani dietro la nuca. Sta fissando il soffitto. Io entro ma lui non sembra prestarci attenzione… Prendo la sedia della scrivania e solo quando mi avvicino al letto lui si alza da quella posizione sedendosi. Restiamo tutti e due in silenzio per un po’.
“Scusa se non tel’ ho detto io, se l’ hai scoperto così…”
“Michael… Pensandoci su capisco il perché non me ne hai parlato…”
“No, David… La scusa della famiglia bigotta e ottusa può valere con papà, con Giulio, con Giulia e forse con mamma ma non con te… Il fatto è che… Non sapevo come fare, che parole usare… Ero e sono in imbarazzo…”
“Ehi, resti sempre mio fratello… L’ unico con cui posso parlare in questa gabbia di matti! E non lo dirò a nessuno… Ma se posso darti un consiglio, dovrai dirlo agli altri prima che qualcun’ altro ti senta parlarne e magari non sarà indulgente come me…”
“Lo so David, infatti ho deciso di svuotare il sacco stasera a cena.”
“A cena? Di solito non si parla di cose così serie a cena… Sgancerai una bella bomba…”
“Che differenza fa il momento? Con la scusa del “momento giusto” ho rimandato già abbastanza!”
“Hai ragione… sappi che avrai tutto il mio sostegno…”
“Grazie David…”
“Ho sentito anche che… ti piace Cèsar Mora?”
Mi incupisco, e David lo nota.
“Io penso che per te valga lo stesso ragionamento mio… Io spesso do per scontato che non piaccio ad una ragazza… Invece prima di correre a delle conclusioni bisogna accertarsene! Tu dovrai prima di tutto capire dove pende l’ ago della bilancia…”
“Spesso dai per scontato di non piacere ad una ragazza? Parli di Camilla Mendoza per caso? Faccio un nome a caso eh!”
“Ho parlato di una ragazza in generale…”
“Accetta anche tu un consiglio fratellino… Dovresti parlare con Camilla.”
“Ti ha detto che abbiamo discusso?”
“Sì, e mi ha anche detto dell’ invito a cena… Devo ammonirti perché non avresti dovuto dire che avevi cambiato idea, né che ti sei pentito di averla aiutata stamattina… Io so che erano parole dettate dalla rabbia del momento, ma lei non può saperlo perché non ti conosce bene! Dovresti scusarti… E cercare di tenere a freno la lingua in futuro.”
Gli dico dandoli una pacca sulla gamba, per poi andare a tavola visto che mamma ci chiama. Mi dirigo al ceppo respirando profondamente.

Daniele
Le dimissioni di Betty e di quel incompetente di Armando mi hanno riempito di gioia. Anche se il posto di Vice Presidente è già di Lorenzo Mendoza, conto di rendere mio figlio Giulio presidente e ho già tutto calcolato. I Mendoza ed i Mora sono così sicuri che sarà un altro imbranato discendente dei Mendoza a condurre l’ azienda che non hanno fatto bene i conti. Mio figlio Giulio si affaccia nello studio per avvisarmi che la cena è in tavola ma io gli chiedo di entrare e di chiudere la porta.
“Dimmi papà.”
“Volevo solo essere certo che tu sia pronto a fare di tutto per ottenere la presidenza. Se i miei calcoli sono esatti, dovrai preparare la miglior proposta commerciale che l’ Ecomoda abbia mai visto! Io a mio tempo avevo in mente un piano impeccabile, se non fosse che grazie a tua zia Marcella è andato al potere quel cretino di Armando! E l’ azienda è quasi andata in rovina! Questo non deve più succedere, non permetterò che un altro Mendoza assuma la presidenza! Un coglioncello fresco di università per giunta!”
“Papà, io e Diego abbiamo la stessa età, anche io ho finito l’ università da un anno…”
“Ma tu non porti di certo i geni dei Mendoza. Quando Armando assunse la presidenza era solamente un immaturo! Un fottuto ingegnere industriale pieno di bei sogni, fantasie e speranze, insieme al suo fido, ed altrettanto incompetente, amico…”
“Lo so papà, questa storia la so a memoria.”
“E forse la dovresti sentire ancora una volta! Giulio, se domani non dovessi ottenere la presidenza farai di tutto per appropriartene vero?”
“Certo papà, tel’ ho detto più volte e sai che ambisco da sempre a quella poltrona!”
“Bene… Adesso andiamo a mangiare sennò mi tocca sentire anche tua madre! E devo fare a tutti voi un annuncio.”

Patrizia.
Ho mandato Giulio a chiamare suo padre dieci minuti fa ed ancora non ci sono a tavola! Io e gli altri miei figli iniziamo a mangiare prima che si freddi, quando li vediamo arrivare. Daniele saluta tutta la famiglia e si siede a tavola, staccando un pezzo di pane. Io mi perdo spesso ad osservarlo… Così freddo e lontano da me… I nostri figli non sono stupidi, sono grandi oramai e notato di certo tutto! Questo mi fa vergognare…
“Scusate, io dovrei parlarvi…”
Interviene Michael interrompendo il silenzio. Mio marito si intromette dicendo che deve parlare prima lui.
“Papà, è davvero importante ciò che devo dire…”
“Sono certo che la mia notizia è più importante. Ora posso parlare?”
“Sì papà…”
Risponde Michael abbassando lo sguardo. Vedo David dargli una pacca sulla spalla.
“Bene… Volevo aspettare che fosse ufficiale per dare la notizia ed oggi è ufficiale. Con il mio partito, sono ufficialmente in corsa per la poltrona di Presidente del Consiglio.”
Restiamo tutti basiti a questa notizia…Anzi quasi tutti. I miei figli Giulio e Giulia, essendo più legati al padre si alzano e si congratulano con lui felici mentre io, Michael e David restiamo interdetti per qualche istante non capendo bene cose vorrà dire questo per il futuro della famiglia anche se lo immagino… Saremo nell’ occhio del ciclone, su tutti i giornali e mio marito ci obbligherà ad interpretare il ruolo della famiglia felice ed unita. Anche io mi alzo e mi congratulo con lui e ci baciamo, dopo di che si congratulano anche gli altri due figli. Giulio chiede quando inizierà la campagna elettorale e lui gli risponde che inizierà domani.
“A tal proposito, dopo il consiglio in Ecomoda abbiamo tutti appuntamento per un servizio fotografico. Patrizia, manderò un’ auto alle tredici a prenderti.”
“Papà, c’è solo un problema… Io, Giulia e Michael lavoriamo lì, non possiamo andarcene quando ne abbiamo voglia…”
“Invece sì, dato che siete anche azionisti. E poi in quell’ azienda non si sa chi comanda ormai! A chi dovresti chiedere il permesso? E’ ridicolo che tu debba chiedere il permesso visto che quell’ azienda è anche tua… Alle tredici e trenta a questo indirizzo. Ovviamente non serve precisare che per tutta la durata della mia campagna elettorale non dovrete commettere alcuna cazzata… Gli avversari non aspettano altro che farmi a pezzi.”
Sottotesto: niente scandali e gli scheletri negli armadi, che restino chiusi negli armadi.

Diego
Sono sfinito quando arrivo a casa… Mi tolgo le scarpe lasciandole in giro, semino la giacca su una poltrona e sprofondo sul divano poggiano la testa all’ indietro quindi mi sciolgo la cravatta. Fortunatamente ho mangiato dai miei genitori quindi non devo fare anche l’ enorme fatica di infilare la cotoletta nel microonde… Quando il campanello suona, emetto un lamento di dolore-stanchezza.
“No! Ma chi è che rompe?!”
Dico avvicinandomi alla porta. Quando la apro vi trovo Paola.
“Amore mio, non mi avevi detto che passavi…”
“Ciao amore, ho aspettato qui sotto per un’ora e mezza… Dov’eri finito?”
“Dopo essere stato in ospedale sono stato a cena dai miei… Hanno dimesso mio padre!”
“Ah sì? Sono contenta! Ma perché non mi hai chiamata? Sarei venuta a salutarlo!”
“Scusa amore mio, non ci ho pensato… Mi perdoni?”
“Certo, Dottor Mendoza.”
Mentre pronuncia quelle parole, mi sto dirigendo nuovamente in salotto ma quando mi volto me la trovo in baby-doll, ed il soprabito che aveva addosso giace sul pavimento.
“Che significa?”
Chiedo, sorridendo maliziosamente. Lei mi viene incontro sfilando in modo provocante, mentre i tacchi tintinnano al contatto con il pavimento in marmo.
“Mi sei sembrato così teso oggi, sono qui per farti rilassare…”
Mi dice mentre inizia ad accarezzarmi il collo. Io le accarezzo la schiena e piano piano scendo fino a posare le mie mani sulle sue natiche sode…
“Dovrai farti perdonare, visto che sono stata per un’ora e mezza in macchina a congelarmi per aspettarti…”
“Non mi è mai piaciuto così tanto farmi perdonare…”
Le dico baciandola con passione. Quindi la prendo in braccio, lei intreccia le dita attorno al mio collo e le sue gambe attorno alla mia vita.

Paola
Diego e senza dubbio l’uomo della mia vita… Lo osservo dormire, mentre fantastico sul giorno del nostro matrimonio… Effettivamente non abbiamo ancora pensato ai dettagli! Non abbiamo ancora stilato una lista di invitati, scelto i vestiti, il luogo per il ricevimento, i fiori, il menu… Insomma manca tutto… Con quello che è successo a suo padre non ne abbiamo avuto modo, ma da domani inizieremo ad organizzare il nostro matrimonio! Saranno le nozze più stupefacenti e sfarzose di Bogotà!

Lorenzo
Quando rientro a casa senza fare rumore, sono le due di notte… Dopo la cena sono uscito dicendo che sarei andato a bere qualcosa con un amico quando ho incontrato una bellissima ragazza…Rossa, peccaminosa e taglia 42. Abbiamo passato due ore di fuoco in hotel e poi sono tornato a casa… Arrivato in camera senza svegliare nessuno, sprofondo a pancia in giù sul letto addormentandomi ancora vestito. Non so come farò ad alzarmi tra sole quattro ore! Certo che alla mia età dover entrare di soppiatto in casa per non dover incappare nell’ ira funesta dei miei genitori è ridicolo… Sono un giovane dirigente di successo! Forse è davvero il caso che anche io vada a vivere da solo come i miei fratelli, così lascerò papà tranquillo tra l’ altro e non rischierò di svegliarlo in piena notte, mentre in preda ad una sbornia impreco per aver picchiato con l’ anca contro lo spigolo di un mobile!

Isabella
Sono le otto in punto quando mi avvicino all portone dell’ Ecomoda ma un uomo in tuta blu e cappello rosso mi ferma.
“Alt signorina! Si identifichi!”
“Mi scusi?”
Domando, strabuzzando gli occhi.
“Non posso farla entrare visto che non porta il cartellino! Lei non lavora qui!”
“No, cioè non ancora… Io sono Isabella Carissi, la ragazza che è stata assunta come segretaria del Direttore Amministrativo… DiegoArmando Mendoza mi sta aspettando al secondo piano per firmare il contratto!”
“Venga con me signorina, prima di farla salire devo verificare!”
Entriamo nella hall, dove troviamo un uomo strano che improvvisa passi di danza e un altro tipo più giovane che ride.
“Freddy, scusa… Dovresti telefonare a tua moglie per annunciare la signorina! Dice che ha appuntamento con Diego Mendoza!”
“Buongiorno Wilson, nostro stimatissimo usciere! Se la signorina mi informa gentilmente del suo nome provvedo subito a portare a termine la missione!”
“Isabella Carissi, devo firmare il contratto come segretaria del Direttore Amministrativo…”
Vedo il tipo bizzarro afferrare la cornetta del telefono della portineria. Mi sento così nervosa… Non solo perché mi trovo in un posto nuovo in cui dovrò inserirmi tra persone che non conosco, ma anche perché mi batte il cuore! Tra poco vedrò di nuovo Diego Mendoza… Il tipo strano posa la cornetta.
“Molto bene, la mia adorata mogliettina Annamaria la sta aspettando al secondo piano! Buona giornata Miss! E Benvenue all’ Ecomoda!”
“Grazie mille, a dopo!”
Mentre l’ ascensore sale, mi specchio nella parete. Spero di non fare brutta figura… Indosso una lunga gonna nera, dei mocassini neri e una camicia color senape con delle balze sul collo… Mi sistemo gli occhiali ed arrivo al secondo piano. Una donna frizzante mi viene incontro.
“Tu sei Isabella?”
“Sì, esatto…”
“Molto piacere, io sono Annamaria! Vieni ti annuncio al Dottor Mendoza!”
Ci stiamo avvicinando alla sua scrivania quando vedo il Dottor Mendoza voltare l’ angolo. Mi nota perciò si avvicina con passo deciso e mi porge la mano.
“Buongiorno signorina…”
“Salve…”
Borbotto, stringendogli la mano. Spero non abbia notato che è sudata, che figura sarebbe!
“Venga mi segua. Come vede, a questo piano si trova l’ amministrazione dell’ azienda, mente la infondo può vedere lo showroom dove solitamente teniamo le sfilate, anche se talvolta ci appoggiamo a strutture esterne… E più in là c’è la sartoria, ma la visita dell’ azienda le verrà gentilmente offerta più tardi.”
Mi dice sorridendo. Io mi sento avvampare… Sono così timida che non riesco a dire niente, mi limito ad ascoltate, annuire e seguirlo.
“Questa è la sala del consiglio, mentre qui c’è la presidenza. Quella porta è l’ ufficio del direttore del personale che ha già conosciuto, mentre qui c’è il mio ufficio e questa scrivania sarà il suo posto di lavoro. Intanto può dare una sua foto tessera Berta che provvederà a crearle il cartellino…”
“Capisco, infatti l’ usciere stava quasi per non farmi passare perché ero senza cartellino…”
Riesco a pronunciare qualche parola finalmente! Nel frattempo siamo entrati nel suo ufficio.
“Il nostro Wilson fa bene il suo lavoro allora! Prego si accomodi!”
Mi dice indicandomi una sedia, mentre lui prende posto alla scrivania.
“Dunque signorina Carissi, le sue funzioni saranno quelle di fare da segretaria ed assistente a me, o al futuro direttore amministrativo…”
“Non è lei il direttore amministrativo?”
“Per ora sì… Le spiego. La presidente dell’ azienda, che sarebbe mia madre, quest’ oggi darà le sue dimissioni perciò si terrà un importante consiglio di amministrazione durante il quale verrà eletto il nuovo presidente tra me o Giulio Valencia… Lei capisce bene che spero di essere eletto, ed in quel caso verrà assunto un altro direttore amministrativo…”
Questa notizia mi delude un po’… Ero elettrizzata all’ idea di essere le sua segretaria… Ma ovvio, non per questo spero che perda le elezioni!
“Le faccio i miei auguri per oggi allora!”
“La ringrazio.. Dunque… L’ orario di lavoro va dalle otto alle tredici, con due ore di pausa pranzo… Alle quindici si torna in ufficio fino alle diciotto, ma potrebbe capitare di fare anche le diciannove. Tutte le ore in più le verranno conteggiate come straordinari oltre il normale stipendio che trova scritto qui.”
Afferro il contratto e gli do una rapida occhiata. Il cuore mi batte forte perché mi trovo sola con lui… E’ davvero bellissimo, elegante… Sembra un uomo sicuro e carismatico… Ripongo il contratto sulla scrivania dicendo che trovo tutto legittimo. Lui mi regala altre nozioni sui miei compiti all’ interno dell’ azienda, dopo di che mi passa una penna e firmo. Quindi usciamo di nuovo in corridoio.
“Mi aspetti qui, faccio firmare il contratto al direttore del personale. Berta gentilmente, può cercare mia madre? Deve firmare il contratto della signorina.”
“Lo faccio subito Dottor Diego.”
La donna di nome Berta afferra il telefono mentre Diego Mendoza si allontana. Vedo le altre segretarie venirmi incontro.
“Allora, hai firmato?”
Mi chiede Annamaria, io annuisco.
“Benvenuta all’ Ecomoda allora! Io sono Mariana! Mentre lei che è al telefono è Berta… e lei è Sandra!”
“Molto piacere, Isabella…”
Dico loro stringendo la mano.
“Lavorate da molto qui?”
“Oh, oramai abbiamo perso il conto! Saranno più di trent’ anni!”
Asserisce Annamaria. Caspita, sono delle veterane!
“Eravamo qui addirittura di tempi di Roberto Mendoza…”
“Chi è Roberto Mendoza?”
Chiedo a Mariana.
“Roberto Mendoza è il fondatore di quest’ azienda, l’ ha fondata insieme a Giulio Valencia. Purtroppo ci ha lasciati anni fa, era un uomo eccezionale!”
Vediamo Berta alzarsi per fermare una signora in tailleur che avanza dallo showroom.
“Betty, Betty!”
“Berta, dimmi.”
“Ti stava cercando tuo figlio Diego, per firmare il contratto della Signorina. Adesso si trova da Cèsar Mora!”
La donna che chiamano Betty, che da quanto ho capito è l’ attuale presidente dell’ azienda, mi porge la mano quindi io la stringo.
“Salve, Beatrice Pinzon Mendoza. Lei deve essere la nuova segretaria della direzione amministrativa?”
“Esatto, Isabella Carissi. Piacere mio.”
Dico smarrita. Finalmente ritorna Diego Mendoza, che porge il contratto a sua madre. Lei si appoggia sulla scrivania e firma senza controllarlo, si vede che si fida ad occhi chiusi dei collaboratori.
“Hai già fatto fare alla signorina il giro dell’ azienda Diego?”
“No mamma, io pensavo che potevano occuparsene le ragazze durante il consiglio… Così nel frattempo Isabella può sistemarsi alla scrivania.”
Quest uomo ha proprio la stoffa del leader… Si pone in modo autorevole ma non risulta un tiranno… E’ gentile, confidenziale e ti fa sentire a tuo agio… Il mio cuore riprende a battere sempre più forte.
“Come risulta più comodo a voi…”
“Allora si sistemi pure qui, il computer qui installato ovviamente ha tutto ciò che le serve per lavorare. Berta, Annamaria, Mariana e Sandra durante il consiglio non avremmo bisogno di voi quindi potete accompagnare Isabella a fare un giro in produzione, nel punto vendita e in sartoria?”
“Agli ordini Dottor Diego!”
Risponde Berta, imitando il saluto militare. Quello in risposta sorride e si congeda da noi consultando il suo orologio da polso.
“Signore scusate ma ho parecchie cose da fare prima che arrivino i vampiri!”
“I vampiri?”
Chiedo dubbiosa. Quelle donne così confidenziali, si attorniano alla mia scrivania e riprendiamo la conversazione.
“I vampiri sono i membri della famiglia Valencia! I co-proprietari dell’azienda… Vengono chiamati vampiri da sempre dai Mendoza e dai Mora!”
Mi spiega Berta. Poi inizia a spiegarmi la storia dell’ azienda:
“Quindi l’ azienda appartiene ai Mendoza ed ai Valencia?”
“Esattamente… Vedi, dopo che Roberto Mendoza andò in pensione circa trent’ anni fa, concorsero alla poltrona di presidente Armando Mendoza e Daniele Valencia. Fu Armando a spuntarla, e al Dottor Daniele non andò mai giù! Fece la guerra ad Armando, e alla sua assistente Betty, in tutti i modi!”
“La presidente una volta era l’ assistente del presidente?”
“Esatto. Poi ha fatto carriera e lei e Armando Mendoza si sono innamorati, per poi sposarsi come vedi…”
“E il Dottor Armando Mendoza non prende parte oggi al consiglio?”
“Il fatto è che l’ altra sera Armando Mendoza è rimasto vittima di infarto purtroppo… Perciò dovrà abbandonare l’ azienda, cedendo la Vice Presidenza e la Direzione Commerciale al figlio Lorenzo, che hai già conosciuto l’ altra volta se non erro?”
“Sì, era presente al mio colloquio…”
“E anche sua moglie vuole dimettersi per stare accanto al marito. Per ciò oggi verrà eletto il nuovo presidente!”
“Ah ragazze, speriamo non venga eletto Giulio Valencia! Sicuramente suo padre metterebbe bocca su tutto, lo influenzerebbe! Sarebbe come se comandasse Daniele Valencia!”
“Mariana, hai proprio ragione!”
Risponde Berta facendo il segno della croce. In quest’ azienda i Mendoza mi sembrano molto stimati, lo stesso non si può dire dei Valencia, e sono molto gentili… Certo che sono capitata in un giorno importante per l’ azienda. Poso la mia borsa ed inizio a familiarizzare col mio nuovo luogo di lavoro, pensando a quanto sia affascinante Diego Mendoza. Spero con tutto il cuore che conquisti la sua tanto ambita presidenza!

Betty
Oggi finisce tutto. Mi trovo chiusa nel mio ufficio e cammino in esso, toccando la mia scrivania e ripensando a tutte le cose che sono successe qui dentro… Quando apro la porta di quello che molti anni fa era il mio ufficio mentre ora è adibito ad archivio, rivedo la Betty che ero un tempo, intenta a lavorare al computer. Rivedo Armando seduto accanto a me mentre io leggo uno dei bellissimi bigliettini che mi lasciava… Mi appoggio con la schiena allo stipite della porta, e chiudo le braccia al petto, quando squilla il telefono.
“Pronto?”

Armando
Non posso crederci che ho dato le dimissioni dall’ Ecomoda e non potrò essere presente all’ elezione del nuovo presidente… Non posso credere che l’ altro ieri ho trascorso la mia giornata in ufficio senza sapere che sarebbe stata l’ ultima. Così, inaspettatamente la mia vita in Ecomoda si è interrotta. Sono seduto sul divano e faccio zapping tra i canali, ma non fanno nulla. Sbuffo quindi spengo la tv e tiro la testa all’ indietro incrociando le braccia. Stamattina ho provato ad insistere con i miei figli e mia moglie affinché mi lasciassero partecipare al consiglio ma sono stati categorici e sono usciti di casa senza di me! Afferro il cordless e chiamo mia moglie. Mi risponde subito.
“Pronto?”
“Ehi amore mio…”
“Armando, è successo qualcosa?”
Mi chiede con apprensione.
“No, stai tranquilla… Ti ho chiamato solo per sentirti, non hai idea di quanto mi annoio a casa!”
“Lo so Armando, e da questo pomeriggio ci annoieremo insieme… Il nostro destino è questo amore…”
“Lì come va?”
“Bene… Credo che tra poco arriveranno i Valencia! Stamattina abbiamo assunto la nuova segretaria della direzione amministrativa… E’ una ragazza di venticinque anni, si chiama Isabella Carissi… Sembra molto preparata, anche troppo per quel ruolo così denigrante per una ragazza con le sue capacità!”
Mi scappa uno piccolo ghigno.
“Mi ricorda qualcuno…Tu hai cominciato così a fare carriera!”
“Certo, ma lei non diventerà presidente e tantomeno sposerà un Mendoza!”
“Bhe, Lorenzo è ancora su piazza! Apparte questo volevo solo sapere come andava… Non so proprio cosa fare solo a casa!”
“Dovremmo trovarci degli hobby a partire da oggi!”
“Tempo libero… La sola espressione mi causa ribrezzo!”

David
A breve inizierà il consiglio di amministrazione e arriveranno mio fratello Giulio e papà, quindi preferisco parlare ora con Camilla. Quello che ha detto Michael è giusto, ieri mi sono comportato male con lei e non voglio che abbia di me un’ impressione sbagliata… Mi sto dirigendo in sartoria quando, svoltato l’ angolo, la vedo scendere dalle scale della passerella ed entrambi ci fermiamo.
“Salve Dottoressa…”
“Dottor Valencia.”
Mi risponde lei fredda, prima di riprende il passo. Io inizio il mio discorso anche se lei sta camminando.
“Volevo scusarmi per il mio comportamento di ieri…”
Lei finalmente si ferma e mi rivolge attenzione.
“Sono stato duro, impulsivo e stupido… Mi dispiace. Ci tenevo inoltre a dirle che può contare su di me se ha bisogno… Non mi sono pentito di averla aiutata ieri mattina.”
“Io non capisco se lei è così, o se somiglia a suo fratello Giulio… Ci sono momenti in cui è proprio un idiota, senza offesa… Ma altri in cui sembra una persona differente. Chi è il vero David Valencia?”
Questa donna va dritta al punto. Mi imbarazza rapportarmi con lei, e non so cosa rispondere… Ma oramai sono in ballo e devo ballare, quindi trovo le parole giuste.
“Le interessa scoprirlo?”
“Forse…”
Mi risponde con distacco.
“Quel invito a cena è irrevocabilmente ritirato, Dottor Valencia?”
Non posso crede a quello che sta accadendo… Davvero Camilla Mendoza vuole uscire con me? Io rispondo con diniego dicendo che è ancora valido.
“Stasera le va bene? Potrà avere l’ occasione di dimostrarmi chi è il vero David Valencia…”
“Le va bene se prenoto per le ventuno al Bonterra?”
“Benissimo, ci vediamo la per le ventuno. Adesso dovremmo andare, ci aspettano per il consiglio.”
Dopo un sorriso imbarazzato da parte di entrambi, ci dirigiamo verso la sala del consiglio quando incrociamo mio padre e Giulio.
“Papà, Giulio.”
“Ciao David…. Salve Dottoressa Mendoza, è incantevole quest’ oggi.”
Le dice mio fratello, ammiccando. Camilla non sembra rimanerne incanta perché lo saluta con distacco. Poi lei e mio padre si salutano formalmente. Temo Giulio perché so che potrebbe corteggiare Camilla, e spero con tutto il cuore che lei non si faccia incantare da mio fratello perché ne soffrirebbe…

Cèsar
Mi sono dovuto intrattenere in produzione con alcuni operai per il rinnovo del contratto di lavoro, quindi sono in ritardo per consiglio. Quando prendo l’ ascensore, dentro vi trovo Michael Valencia. Lo saluto.
“Salve Michael.”
Lui mi saluta con imbarazzo, senza guardarmi negli occhi. Mi chiedo come mai metto tanta soggezione a questo tipo…
“Dottor Mora.”
Mentre osservo la freccia dell’ ascensore salire, sento un tonfo e dopo che l’ ascensore sussulta un po’, si ferma. Io e Michael ci guardiamo con interrogazione.
“Che succede?”
“Credo che si sia fermato Michael…”
“Accidenti, il consiglio ci aspetta.”
Michael si avvicina ai comandi dell’ ascensore e preme il bottone di emergenza, avvicinando la bocca all’ altoparlante.
“Ehi, pronto… Siamo rimasti chiusi nell’ ascensore. Sono Michael Valencia e con me Cèsar Mora…”
Dall’altra parte una voce ci risponde di avere un attimo di pazienza. Stanno per chiamare i tecnici per trovare l’ inghippo.
“Pronto, sono Cèsar Mora. Non abbiamo tempo per questo, il consiglio di amministrazione ci sta aspettando. Trovate un fabbro per aprire le porte dell’ ascensore e fateci uscire, dopo risolverete il problema!”
“Va bene Dottor Mora, ci mettiamo subito in contatto con un fabbro. Portate pazienza.”
“E avvisate in amministrazione che siamo chiusi qui dentro….”
Dico, prima di sedermi per terra.
“Bhe possiamo anche metterci comodi intanto. Queste cose vanno così a rilento! Certo proprio oggi doveva succedere…”
Osservo Michael il quale non mi risponde. Lo vedo respirare a fatica mentre si allenta la cravatta…
“Tutto bene?”
“No… Non proprio. Non amo i luoghi chiusi… Soffro di claustrofobia… “
“Porca miseria…”
Mi avvicino nuovamente all’ altoparlante per comunicare con i soccorsi.
“Pronto, sbrigatevi e mandate anche un ambulanza! Michael Valencia si sta sentendo male!”
Vedo che si siede ed inizia a sudare quindi cerco di aiutarlo.
“Togliti la cravatta e allentati i bottoni della camicia…”
Gli dico, sciogliendo il nodo. Controllo poi il battito cardiaco praticando una leggera pressione sul polso e capisco benissimo che non sta bene… Quindi lo faccio stendere per essere più comodo a praticargli massaggio cardiaco e respirazione bocca a bocca. Ma quando appoggio le mie labbra a lui avverto uno strano brivido… Qualcosa che ho provato solo un’altra volta, quando ho avuto la mia unica relazione omosessuale, anche se fu breve, che mise in dubbio le mie certezze. Sono sempre stato certo di amare le donne, ma quella volta… Conobbi Martìn, un ragazzo più grande di me un paio di anni. Lui ne aveva ventidue ed io venti all’ epoca… Era nel mio stesso corso di informatica. Diventammo amici, e passammo intere nottate a buttare giù i codici per creare un nuovo gioco innovativo, con cui volevamo diventare ricchi. Notte dopo notte, accadde l’ impensabile… Mi accorsi che non avevo mai provato una tale complicità con nessun altro, nemmeno con le mie precedenti fidanzate. Mi innamorai di lui, e fu breve perché lui si trasferì in Spagna ma non fu indolore… Dopo di allora ho continuato con piacere a frequentare belle ragazze, isolando quel episodio. Ma ora cosa mi sta succedendo con Michael Valencia? Vedo che riprende i sensi e gli chiedo se sta bene… Lui riesce a rispondere di sì.
“Come ti chiami?”
“Michael…”
“Dove ti trovi?”
“Al lavoro…”
Gli porgo altre domande demenziali, per testare la sua lucidità mentale e lui risponde correttamente a tutto. Poi finalmente l’ ascensore riprende a salire e quando arriviamo al secondo piano tutto il cosiglio e tutte le segretarie sono raggruppati di fronte all’ ascensore.
“Gli ho praticato massaggio cardiaco e respirazione artificiale.”
Dico ai paramedici, prima di alzarmi. I paramedici si chinano su Michael e lo aiutano a sedersi mentre ci guardiamo negli occhi… Cosa significa tutto ciò?

FINE CAPITOLO 4.

Spero che vi sia piaciuto! Ve lo sto facendo sudare questo benedetto consiglio di amministrazione! XD Del resto, mi ricordo bene che in “Betty la fea” prima del fatidico consiglio di amministrazione (quando Betty ha smascherato Armando), ci hanno fatto passare delle puntate di ansia! Tra Armando che confessa a Mario di amare Betty, Marcella e Betty che litigano e le altre dinamiche dell’ azienda… Vabbè!
Aspetto i vostri commenti!! =)
   
 
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