Fanfic su attori > Tom Hiddleston
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Autore: kikka_67    21/10/2014    2 recensioni
Cosa sareste disposti a fare per ottenere ciò che desiderate?
- E nonostante sia alquanto sconcertata nel supporre che il suo cliente ritenga che basti contornarsi di collaboratori di sesso maschile per riuscire ad evitare tali incresciosi accadimenti, la informo altresì che sono una donna che “ama” esclusivamente le donne, quindi il suo cliente non correrebbe MAI il rischio di essere molestato da me, in nessun modo. – a questo punto mi aspetto di essere buttata fuori dalla stanza..e invece….
- Sei assunta! – esclama una voce ilare dietro alle mie spalle.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Le maggiori testate giornalistiche avevano intrapreso una massiccia campagna pubblicitaria riguardante   il presunto fidanzamento tra Tom e una certa Madeleine Shafford, figlia di un Lord ricchissimo. Ogni settimana  arricchivano gli articoli,  delle foto “rubate” ai due piccioncini ogni qual volta decidevano di farsi vedere in pubblico insieme.
Madeleine Shafford, ventotto anni, nubile, sessanta kili distribuiti in un metro e settantacinque di altezza, laureata in Lettere e Filosofia a Cambridge. Occhi azzurri chiarissimi, lunghi capelli neri, elegante ed eterea. Oltre ad essere bella e ricca di famiglia, era anche una scrittrice famosa, il suo ultimo libro, da cui verrà tratto il film in cui reciterà anche Tom, è in testa alle classifiche da settimane. Insomma una donna perfetta e di successo. La odio immensamente! In ogni foto, Tom appare rilassato e sorridente mentre la “cara” Madelene viene immortalata sempre con un’espressione aristocraticamente composta.
Per l’ennesima volta ripenso all’ultima sera  trascorsa  a Madrid. Eravamo entrati nella villa abbracciati cercandoci con le labbra in continuazione, in sintonia perfetta,   finché non gli avevo detto  che non sarei partita con lui per New York, dove sarebbero iniziate le riprese del nuovo film.
All’inizio aveva  ascoltato  stranamente pacato,  il mio assennato discorso  sull’esigenza che sentivo di realizzarmi sul piano lavorativo lontano da lui, cioè dalle sue dipendenze. Gli avevo spiegato sinceramente della paura che mi paralizzava, essendo cosciente  che l’attrazione travolgente  che mi spingeva verso di lui,  potesse distruggere la mia volontà, annullarmi. Avevo paura che lui diventasse il fulcro della mia esistenza.  Mi aveva lasciato parlare fino allo sfinimento senza intervenire e senza pormi domande, l’unica cosa di cui ero certa  che non gradiva  la posizione in cui mi ponevo nei suoi confronti. Si era passato una mano tra i capelli per scacciare la tensione  e  mi aveva guardata a lungo  con uno  sguardo accigliato,  sembrava stesse riflettendo bene su ciò che gli  avevo appena  detto.  
- Tom….ti prego… di qualcosa… - l’avevo  pregato  accorata.
- Cosa vuoi che ti dica? Mi stai chiedendo di lasciarti spazio….. che  hai paura di amarmi perché sai che  questa…..attrazione…. potrebbe essere  così totalizzante…..che potrebbe….. come hai detto? Ah si….annullarti…. tu hai paura….Beh ti sembrerà strano ma  anche io ho paura di te.  Ma sono  pronto a correre il rischio,  perché …… io voglio amarti.  Io non posso assicurarti che le cose tra noi andranno sempre bene ma sono pronto ad  accettare tutti i problemi che si prospetteranno e a cercare di   superare le difficoltà insieme a te.  –
- Tom …cerca di capire… che io…. – avevo balbettato incapace di fargli capire le mie paure.
- Cosa dovrei capire?! Hai appena ammesso che sei attratta da me… ma che hai paura di amarmi perché non vuoi  perdere te stessa! E….sai cosa  deduco?? Che in realtà… tu non vuoi amarmi…. Forse vuoi solo un appassionato flirt… Ed è esattamente ciò che ho intenzione di darti! – esclamò furioso.
Non era stata la presa ferrea con cui mi stringeva, né il bacio violento pieno di rabbia con cui mi torturava le labbra a ferirmi ma la consapevolezza che solo per colpa mia Tom avrebbe odiato se stesso, l’avevo esasperato al punto da usare la forza per punirmi del dolore che gli stavo infliggendo. Ero rimasta inerme tra le sua braccia inebetita dall’angoscia e solo quando aveva sentito il sapore salato delle mie lacrime silenziose mi aveva allontanata da sé con veemenza e senza una parola  era andato via.
Sono passati tre mesi da quella sera ed io ho continuato a sperare che mi chiamasse o che rispondesse ai numerosi messaggi che gli avevo inviato. Non ero riuscita a mettermi in contatto neanche con  Ethan che era partito con Tom , sostituendomi,  mi aveva tagliato fuori dalla sua vita.     
                                                    
Quella mattina durante il briefing Roberta  assegna gli incarichi ai suoi giornalisti e per la prima volta mi viene richiesto di partecipare attivamente ai servizi. La conferenza stampa che precedeva la proiezione del film in cui recitava anche Tom era un servizio poco impegnativo,  ma che  avrebbe attirato l’attenzione dei fans più accaniti, si aspettava delle  riprese con il commento del pubblico prima e dopo il film e degli attori protagonisti. Non era stato difficile per  Roberta “convincermi”, dopo averle espresso le mie perplessità,   che aveva fiducia nelle mie capacità e che si aspettava dai suoi collaboratori la massima versatilità, insomma ….mi ha fregata.
Dopo aver concordato con l’addetto stampa la scaletta per i turni per le interviste e consegnato i documenti alla vigilanza io e Paul, il nostro cameraman, entriamo nella sala stampa  e  riusciamo a trovare solo dei posti nell’ultima fila, accanto ai maxi  schermi appostati un po’ ovunque per dare una buona visuale a tutto il pubblico. Il baccano è infernale, alcuni attori sono già arrivati e i fans sovraeccitati urlano e cantano.
Aspettando che tutto il cast faccia il suo ingresso,  abbiamo registrato parecchie interviste flash con i fans, ma dopo l’annuncio della produzione che gli attori  erano pronti per le domande, ritorniamo ai nostri posti. Tom entra nella sala scortato dagli agenti della sicurezza, salutando e sorridendo rivolto verso il pubblico e dopo aver salutato i suoi colleghi, prende  posto con un sospiro, dev’essere stanco, penso intenerita, ha gli occhi leggermente cerchiati e un accenno di barba incolta sulle guance, i suoi vestiti, jeans e maglietta sono stropicciati, come se ci avesse dormito sopra. E’ sexy da morire, con quell’aria da cowboy  trasandato…. E adesso   è fidanzato…..  So bene che queste notizie potrebbero essere il frutto della fantasia perversa  dell’ufficio marketing della produzione per ottenere pubblicità gratis per il film in uscita,  sfruttando  le foto che giravano nelle agenzie e mi resta solo un modo per scoprire la verità, andare io stessa ad indagare dietro le quinte.
Senza esitare  mi alzo e sgattaiolando sotto le transenne, m’intrufolo nelle quinte alla ricerca di Ethan, che trovo comodamente seduto vicino alla macchinetta del caffè. Quando mi riconosce balza in piedi quasi spaventato, forse la mia espressione non è esattamente rilassata e devo far  forza su me stessa per ricordarmi che io non lavoro più per il signor Hiddleston e quindi il suo look non mi riguarda.
- Ethan! …………..Ti dispiace venire a parlare con me due minuti… di là? – chiedo con quello che non dovrebbe essere un tono perentorio e vagamente minaccioso…ma che….in definitiva appare proprio così.
- V-viola! Come stai…? – chiede esitante il mio sostituto.
- Ma come diavolo l’hai vestito? Sono stata io a dire a Luke che poteva fidarsi di te! Sembra che abbia dormito con quello che ha addosso e che  non si sia neanche lavato il viso!! – l’aggredisco.
- Non è colpa mia!! I vestiti erano pronti…..ma non ha voluto cambiarsi! E’ diventato ipercritico! Non gli va bene nulla e s’infuria ogni cinque minuti non so come facevi a sopportarlo!  Sto seriamente pensando di chiedere a Luke di farmi sostituire! – mi risponde esasperato.
- Ti ho mandato un centinaio di messaggi, perché non mi hai risposto? Se mi avessi parlato dei tuoi problemi ti avrei aiutato! –
- Ecco…..ehm….. ho cambiato numero ….. e …anche Tom..- ammette incerto.
- Perfetto! Per caso ti ha costretto a cambiare numero pur di non rispondere ai miei messaggi??!! – chiedo allibita.
- Noo….dai… perché mai pensi…..ehm……in verità.. anche  per quello.. Senti Viola, se mi vede parlare con te, mi licenzia! Mi ha già minacciato….. perché non cerchi di risolvere….. i vostri problemi in un altro momento e soprattutto in un altro contesto? Ti prego…. – chiede accorato.
- Hai ragione Ethan ….scusa….non so cosa mi sia preso…. Dopotutto io non lavoro più …. –
- E te lo ricordi solo adesso? – mi chiede una voce fredda dietro di me.
Chiudo gli occhi sconfortata, sospirando pesantemente per ritrovare la calma, conscia di dover affrontare Tom in una situazione di grande svantaggio, mi sono imboscata in una zona vietata e mi sto impicciando in cose che non mi riguardano più e oltretutto capisco dal tono della sua voce che non è esattamente felice di vedermi.
Quindi mi volto,  rassegnata ad essere ripresa aspramente e incontrando il suo sguardo irato non mi aspetto di certo parole gentili e  quindi apro la bocca intenzionata a  chiedere scusa del disturbo e dileguarmi il più in fretta possibile….solo che…… - Ti sei fidanzato…..per davvero? –
NO! Non l’ho detto io! L’ho detto proprio io?! Oddio che vergogna!! Perché la mia lingua si dissocia dal cervello nel momento meno opportuno? La sua mano mi afferra fermamente e senza una parola, mi trascina in uno dei camerini e dopo avermi spinta dentro chiude la porta con forza.
- Sono tre mesi che aspetto di tornare a casa per avere la soddisfazione di guardarti negli occhi mentre blateri delle scuse puerili atte a giustificare le stupidaggini che ti invadono la testa perché sei un’immatura…..e… tu cosa fai? Conversi amabilmente con il mio assistente? – chiede furioso.
- Scusami se ritengo improbabile che tu sia riuscito a pensare a me tra un ciak e l’altro, visto e considerato che avevi qualcuno che ti preparava i vestiti!! –
- Già …guarda quel genio del mio assistente che diavolo mi ha preparato!!  - indicando degli abiti appesi diligentemente, un pantalone informale, scarpe nere e una shirt con sopra stampigliato il logo dell’università di…… Oxford.
Tom ha frequentato Cambridge e vista la rivalità  “pacifica” esistente tra le due università, nessuno gli avrebbe mai chiesto di indossare null’altro che il logo con  i quattro leoni. All’improvviso una terribile voglia di ridere m’invade ma riesco a  frenare l’impulso piantandomi le unghie nel palmo della mano.
-  Evidentemente Ethan ha fatto un errore… tutti possono sbagliare… o forse tu  sei così perfetto che non sbagli mai?!!! …E…. io non sono un’immatura e non blatero scuse!! E se non l’avessi capito… ti sto dicendo ben chiaro di andare a  quel paese!! – urlo e fuori di me esco dal camerino sbattendo  la porta così forte da far cigolare i cardini.
- VIOLA!! TORNA SUBITO QUI!! – mi ordina perentorio.
Ormai sono infuriata e quel tono da dittatore terrorista mi urta terribilmente che d’impulso giro sui tacchi e torno indietro pronta ad aggredirlo fisicamente e apro la porta violentemente……proprio nel momento in cui Tom è  con la mano sulla serratura….il risultato?  Due punti di sutura sul sopracciglio destro di Tom e un occhio nero e un bernoccolo per me, la porta aveva,  si,  urtato contro la  sua faccia ma il contraccolpo di ritorno mi aveva  centrata  in pieno.
Adesso siamo al pronto soccorso tutti e due con una borsa del ghiaccio in faccia, ci hanno lasciato in uno studio stesi su delle barelle, in attesa che arrivi Ethan con la macchina per riportarci a casa.
- Ethan….arriva tra dieci minuti. – mormora Tom stancamente controllando il messaggio sul cellulare.
- Bene.. – non ho voglia di parlare, il  mal di testa provocato dalla botta mi martella sulle tempie impietoso.
- Viola… -
E’ il tono dolce della sua voce che mi spinge a girarmi verso il mio ammaccato ex capo  e fissando il suo unico occhio aperto con il mio unico occhio aperto inizio a ridere istericamente seguita poco dopo da Tom. Con cautela riesco a mettermi seduta sulla barella e dopo essere scesa,  barcollando lievemente lo raggiungo e mi siedo vicino a lui.
- Scusami Tom, non volevo farti male. Mi spiace. – mormoro sinceramente pentita.
- E’ stato un incidente non ti preoccupare…. Per fortuna sono in “ferie”  per qualche settimana, quindi non sono costretto a farmi vedere in giro ridotto così. Ti fa male la testa?  -
- Abbastanza… mi passerà… - mormoro piano perdendomi nelle  trasparenze dei suoi occhi. Mi è  mancato da morire e dire che tutto questo pasticcio è merito mio!
Mentre Ethan guida piano nel traffico intenso della sera, io e Tom sonnecchiamo nel sedile posteriore, non siamo vicini e né ci capita di sfiorarci ma non sono mai stata tanto consapevole della sua vicinanza come in questo momento, per combattere  la tentazione di toccarlo incrocio le braccia sul petto e con la coda dell’occhio “aperto” noto che anche lui ha assunto una posizione rigida. Il trillo del suo  cellulare ci coglie all’improvviso e sobbalziamo entrambi.
                               
- Ciao Madeleine, non è necessario, sto bene, grazie. Non è successo nulla di grave. No, non mi hanno aggredito, è stato uno sfortunato incidente.  Mi hanno messo due punti di sutura e adesso vado a casa, sono stanco e oltre la botta,  risento ancora del fuso orario. Ci sentiamo domani? Grazie, Buonanotte. –
Un silenzio pesante e  imbarazzato cala nell’abitacolo, vedo Ethan avvicinare la mano allo stereo dell’auto e dopo un breve ripensamento, rinunciare ad alzare il volume. Forse vuole evitare di ascoltare o di essere costretto ad  ascoltare una conversazione a cui non vorrebbe assistere. Era stata una telefonata breve e concisa e  il suo tono incomprensibilmente distaccato  mentre parlava con la “fidanzata”, mi lasciava supporre che  non fossero tanto in sintonia, come volevano far intendere le foto pubblicate sui giornali.
- Dimmi pure ciò che la tua mente sta elaborando, sento i suoi ingranaggi stridere! – dice sarcastico guardandomi con attenzione.
- Io non ho nulla da dirti…..e ciò che stavo rimuginando sono solo cose che riguardano solo me. – rispondo pacata.
- Per rispondere alla domanda che mi hai fatto qualche ora fa  e premetto che ti rispondo anche se non ti riguarda assolutamente. Io e Madeleine abbiamo molte cose in comune, è una donna molto particolare e sensibile……una donna che sa quello che vuole.. –
- E con questo che cosa vuoi dire?...... No! Non me lo voglio sapere! Non sono affari miei! – borbotto irritata.
- Mi piacerebbe fartela conoscere, anche voi due avete parecchie cose in comune. –
- Non credo proprio! E non penso si presenterà mai l’occasione di conoscerla. Me ne farò una ragione! – mormoro fintamente dispiaciuta.
Nel frattempo che discutiamo Ethan parcheggia sotto casa mia ed esce di corsa dalla macchina fingendo di dover rispondere al telefono.
- Buonanotte Tom, grazie del passaggio e scusami ancora per la porta, mi credi se ti dico che non era mia intenzione ferirti….vero? –
- Perché sei venuta alla conferenza stampa? Pensavo che ci  fossimo ad un punto di stasi…..io e te. –
Il suo viso è in penombra e non riesco a cogliere la sua espressione ma devo essere sincera – Sono stata inviata per fare delle interviste e..poi….quando ti ho visto ….conciato in quel modo…ehm…..sono andata a riprendere Ethan….. Si lo so, ho sbagliato di nuovo, non dovrebbe interessarmi come diavolo ti presenti in giro……. Devo essere posseduta da qualche demone! Per colpa dell’incidente non sono riuscita a fare neanche un’intervista con i Vip……Roberta non sarà contenta. – sospiro depressa.
- Quindi stavi lavorando….. e io che pensavo che non riuscissi a starmi lontano! Che illuso! –
- Tom non ricominciare….. ho passato l’ultimo mese ad ammirare le  tue foto  con la tua fidanzata …..  –
- Mi pare che ti sei lasciata scoraggiare velocemente…sai come vanno queste cose, metà della notizia è opera della fantasia di qualche giornalista.. – risponde e colgo nella sua voce un misto di divertita esasperazione.
- Buonanotte Tom. - borbotto repentina aprendo la portiera dell’auto, non sto scappando, la mia è più una “ritirata” strategica.
- Buonanotte Viola. –

 

 
  
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