Bibulo
e Pelagio per prima cosa posero rimedio ad una stupida dimenticanza dei
loro
predecessori. I consoli precedenti si erano infatti dimenticati di
assegnare
una base alla quinta legione senza un apparente motivo (forse
all'inizio furono
delle inezie burocratice e in seguito il caos causato dal terremoto a
far
dimenticare questa faccenda). Vi posero rimedio insediandola ad Antemnae.
Subito
dopo si diede il via ai lavori di ricostruzione della città.
Questa volta fu sì
usato il legno, ma misto ad una buona dose di pietra. Gli architetti a
cui si
erano rivolti i senatori avevano infatti capito che la pietra era molto
più
resistente del legno, e per questo venne impiegata. Era però
assente la calce,
che venne introdotta solamente mezzo secolo più tardi. A
quel tempo le
costruzioni stavano in piedi grazie ad un complicato ma ingegnoso
sistema di
pesi e contrappesi fatto appositamente in modo da sfruttare la
gravità. Ciò era
però svantaggioso in caso di pioggia o forte vento come si
vedrà, ma in assenza
di modi migliori si adottò questo.
I
consoli per il
Ma
col passare del tempo tale sistema si era rivelato ingombrante e
difficile da
applicare, in quanto difficilmente si poteva correttamente stabilire il
valore
effettivo di un singolo pezzo di metallo. Trebellio ed Eumenio nel loro
piano
avevano cercato di porre rimedio anche a questo.
Il
progetto prevedeva la fusione di tutti i pezzi di aes
rude, per poi ricavarne dei sottili e piccoli dischi, tutti
di
eguale dimensione e peso. Era stata presa a modello una moneta etrusca
importata da un mercante, e grazie a ciò nacque la prima
moneta romana, ovvero
l'aes grave.
Purtroppo
a noi sono pervenuti pochi esemplari di aes
grave, ma da quei modelli ci si è potuta fare
un'idea di come fossero le
altre monete. Pesavano all'incirca
La
prima riforma monetaria statale venne completata l'anno successivo, e i
consoli
Appio Canzio Montano e Settimo Sepunio Musico gestirono personalmente
la
redistribuzione del nuovo conio. A dispetto della mole di lavoro il
compito non
risultò difficile, e già l'anno successivo
l'economia poté ripartire. Grazie
alla riforma monetaria venne aumentato il numero delle monete e allo
stesso
tempo il loro valore, a causa del leggero miscuglio del bronzo con
l'argento.
Nel
570 venne prese altre due importanti decisioni: l'impiegamento della
totalità
dell'erario e la difesa delle frontiere. I consoli Celio Pertace e
Mettio
Minucio Protacio rischiarono molto per queste scelte, ma vennero
ripagati, ed
anche molto.
La
ricostruzione di Roma era ormai stata quasi
ultimata, e per questo Pertace e Protacio decisero di impiegare i fondi
rimanenti nella ricostruzione e nell'ampliamento delle altre
città danneggiate
dal terremoto. I fondi si diressero principalmente verso Vergata,
Bibacola e Gabii, le tre
località maggiormente
colpite.
All'inizio
i due governatori vennero presi per pazzi. Fino a quel momento le
città al di
fuori di Roma erano state lasciate abbastanza a sé stesse, e
nessuno vedeva
l'utilità di ampliarle. Pertace e Protacio ebbero
però l'intuizione vincente.
Capirono infatti che ciò sarebbe stato utile a far ripartire
l'economia, in
quanto avrebbe stimolato il commercio con l'esterno. E così
fu, dato che i
mercanti della Lega Latina ricercavano molto le merci romane in quanto
più
pregiate delle loro. Bisogna anche pensare che un'ondata di gente greca
(quegli
stessi greci che avevano letto la tragedia di Archita, scritta nel 575)
arrivò
proprio in quel periodo e contribuì ai lavori facendoli
finire nel tempo record
- per l'epoca - di un anno. Si ebbe così anche un aumento
demografico con una
conseguente ripresa dalle vittime causate dal terremoto.
I consoli inoltre decisero di porre la repubblica sulla difensiva, ovvero rinunciare a conquiste nell'immediato futuro in modo da far rafforzare l'apparato statale. L'esercito venne ugualmente mantenuto alle stesse dimensioni.
Note dell'autore
E rieccomi qui, con un altro capitolo. Avevo detto che non ne avrei fatti più, e invece ecco qua. Sono una contraddizione vivente.