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Autore: Leahia    22/10/2014    5 recensioni
AU ElliotxLeo, accenni lievi e trascurabili a varie coppie secondarie
Va bene, va bene. Questa fanfiction è definibile come "la mia mossa finale". Dubito che farò mai più una cosa così astronomicamente stupida. Ebbene, ci troviamo in una Londra (completamente inventata da me vi prego non vi crucciate su distanze e quisquilie simili) nella quale due giovani studenti dai caratteri a dir poco opposti si ritrovano a vivere nello stesso appartamento, il tutto coronato da un'inquietante padrona di casa e una gang di amici abbastanza inusuali. Quali torture potrebbe inventarsi una sadica annoiata (alias me) per questi problematici coinquilini?
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Elliot Nightray, Leo Baskerville, Lottie
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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London’s Problematic Lovers

Elliot si svegliò verso le dieci della mattina seguente, stanco morto, più stanco di quanto non lo fosse mai stato. Ci mise un po’ a collegare il cervello, e la prima nozione che gli saltò in testa dopo il suo nome fu quanto era successo la sera prima con Leo. Per quanto in quel momento fosse stanco, sentiva che doveva andare a scusarsi, a spiegarsi. Probabilmente Leo se ne sarebbe andato, odiandolo profondamente. Elliot non avrebbe saputo come dargli torto, ma non riusciva più ad immaginare la sua vita senza Leo. Era diventato troppo importante per lui. Prese due profondi respiri e aprì la porta sul salotto. Leo era ancora sul divano, sveglio, gli occhi rivolti al soffitto. Quando sentì la porta aprirsi guardò l’amico con uno sguardo misto di preoccupazione e tristezza.
-Buongiorno...- lo salutò a bassa voce. Elliot notò che aveva le guance rigate, come se avesse pianto. Non se lo spiegava. A meno che... no, non aveva intenzione di crederci. Aveva deciso di abbandonare ogni stupida e infantile speranza. Adesso gli avrebbe detto tutta la verità e basta.
-Mi dispiace per...- iniziò, ma Leo lo interruppe, come succedeva fin troppo spesso.
-Non scusarti. È... è stata colpa mia. Ho creduto che tu...- disse, e gli occhi gli si riempirono di lacrime. Elliot lo guardava, visibilmente confuso. Leo si asciugò in fretta le lacrime, ma quelle continuavano a scendere sul suo viso. Doveva essersi levato gli occhiali prima di addormentarsi, e Elliot vide per bene i suoi occhi. Viola scuro, con delle strane sfere dorate all’interno. Brillavano, bagnati dalle lacrime. Ma Elliot non sopportava di vedere lacrime su quel viso. E non capiva cosa Leo intendesse con quel discorso. Fortunatamente si spiegò da solo.
-Okay...- iniziò, bloccando temporaneamente le lacrime- Ce la posso fare. Io... scusa se ieri ti ho baciato... è che...- prese un respiro- Io ieri mi ero ubriacato apposta. Speravo che finisse... in quel modo, ma tu... tu te ne sei andato, quindi... scusa...
Elliot iniziava a capire. Non che la cosa lo aiutasse particolarmente. Tutte le convinzioni che aveva avuto si stavano sciogliendo come neve al sole. Leo aveva voluto che finisse in quel modo...? Quindi era stato Leo a baciarlo, non il Leo ubriaco e incosciente. Questo cambiava totalmente le cose.
-Ascolta- disse, con una decisione che scoprì in quel momento di possedere. Leo lo guardò- Te lo volevo dire prima ma... ma credo che adesso vada comunque bene. Il fatto è che mi piaci. Ma davvero, davvero tanto. Mi piaci in quel senso.
Aveva raggiunto un colore e un calore fuori da ogni schema. Uno di quelli che avrebbero potuto sperimentare al Centro Esperimenti Anatomici segreto di Londra. Anche Leo era arrossito.
-Nel senso che... non ti è dispiaciuto?- domandò, infantilmente. Elliot si sciolse in un sorriso piccolissimo.
-No... nel senso, sì ma no...
Leo ridacchiò, asciugandosi definitivamente le lacrime, nonostante non riuscisse a levarsi un’espressione sinceramente stupita dal volto.
-Non sei chiarissimo.
-Nel senso che non volevo baciarti quando eri ubriaco, ecco- confessò Elliot, chinando la testa.
-Eppure sei stato tu a provocarmi- lo accusò Leo. Elliot gli rivolse un’occhiata di fuoco.
-Devi proprio essere così pignolo quando sto cercando di dirti che ti amo?
Sgranò gli occhi alla sua stessa frase. Non credeva che sarebbe mai riuscito a dirlo a Leo, mai nella vita, e invece come al solito il moretto era riuscito a rompergli gli schemi. Ma lo amava anche per questo. Comunque, Leo stesso sembrò sorpreso dalla frase di Elliot, e sorrise. Sorrise così tanto che illuminò l’intera stanza come un sole in miniatura.
-Hai ragione, scusa... vieni qui?- gli disse, allungando le braccia. Elliot rimase profondamente colpito dall’ammissione di ragione che gli aveva fatto l’amico, e andò a sedere vicino a lui, che gli appoggiò la testa su una spalla. Era così tanto che Elliot sognava una situazione del genere che gli sembrò del tutto inverosimile vederla realmente.
-Sei rigido come un blocco di granito, Elly- gli fece notare Leo. Si mise sulle sua ginocchia e Elliot lo abbracciò.
-Molto meglio- giudicò Leo, voltandosi a guardarlo. Timidamente, Elliot gli baciò la fronte.
-Hai la febbre...- gli disse, senza preoccupazione, troppo perso nelle fantastiche iridi che Leo stava lasciando scoperte per lui, solamente per lui. Leo sospirò.
-Che vuoi farci, i postumi della sbornia... ti dispiacerebbe ammalarti?- domandò. Elliot comprese dove volesse andare a parare e scosse la testa. Leo sorrise- All0ra vediamo se il nostro quarto primo bacio riusciamo a farlo come si deve, eh?
Elliot gli accarezzò i capelli e finalmente, raccogliendo tutto il suo coraggio, lo baciò. Erano soli, entrambi coscienti, nessuno spinto da sconosciuti o troppo imbarazzato per reagire. Leo ricambiò il bacio come se lo stesse aspettando da tutta la sua vita, voltandosi per avere il viso di fronte a quella dell’altro e gli mise le braccia al collo, dischiudendo le labbra per sentire meglio il suo sapore. Si staccarono dopo un tempo indefinito, e si sorrisero guardandosi negli occhi.
-Era così che me lo immaginavo- sussurrò Elliot, stringendo Leo. L’altro si strusciò contro il suo petto e gli accarezzò il volto, e Elliot lo baciò di nuovo. Persero ogni cognizione del mondo intorno a loro. Loro erano il loro mondo, bastavano. Si staccavano solo per prendere fiato, e ogni volta era una corsa per tornare dall’altro. Dovevano recuperare il tempo perduto. Elliot stava scoppiando di gioia, non credeva fosse umanamente possibile essere così felici. Non sentirono nemmeno la porta che si stava aprendo.
-Ragazzi, state be... OH SANTO CIELO!- esclamò Lotty, arrossendo. I due si voltarono a guardarla: non volevano assolutamente perdersi una Lotty imbarazzata- Ehm... disturbo?
-No, cosa mai te lo fa pensare?- rispose Leo sarcasticamente. Lotty balbettò un paio di scuse e fece per uscire.
-Oh, non fare così!- le disse Elliot prima che potesse uscire- Oggi mi sento notevolmente di buon umore, che ne dici se rimani a fare colazione da noi?
Lotty si voltò. Era ancora imbarazzata ma sorrideva, rassicurata, anche se stupita dal comportamento di Elliot. Se proprio si deve dire tutta la verità, Elliot stesso era molto, molto stupito. Quasi preoccupato per la propria salute.
-Posso davvero?- domandò. Elliot si voltò interrogativo verso Leo che gli poggiò un bacio sulla bocca. Voleva dire sì. I tre quindi rimasero a fare colazione insieme, e presto l’imbarazzo di Lotty scomparve.
-Sapete, onestamente non credevo che sarebbe finita così...- confessò, sorseggiando una tazza di the. Leo ridacchiò.
-Credo che il resto del mondo invece l’avesse intuito- rispose- A proposito, Elly...
-Elliot.
-...hai intenzione di parlarne a tua sorella?
Elliot esitò. Non l’aveva ancora deciso. Essendo sua sorella avrebbe dovuto saperlo, ma era certissimo che avrebbe totalmente disapprovato una relazione del genere. Proprio lo sapeva, perché lei era uno dei principali esponenti della categoria “tutto quello che non sono io è strano”, quindi non osava immaginare cosa avrebbe detto sapendolo in quella situazione.
-Non lo so...- replicò, sospirando. Lotty si accorse della situazione non facile.
-Ehi, Elliot- gli disse, più seria di quanto non lo fosse mai stata- Tu sei felice di stare con Leo?
Elliot la guardò, leggermente incredulo, e sbatté un paio di volte le palpebre. Cosa intendeva dire con quella domanda?
-Certo che lo sono- rispose Elliot con naturalezza, facendo imprevedibilmente arrossire Leo. Lotty sorrise.
-Allora se ti vuole bene lo accetterà. Forse ci vorrà un po’, ma lo accetterà.
I ragazzi sorrisero a loro volta. Non avevano mai compreso il bene che gli voleva Lotty. Elliot le dette un bacio sulla guancia e lei arrossì di nuovo.
-Che cavolo fai?- gli disse, arrabbiata ma non per davvero. Ma Elliot era troppo distratto. Sentiva che se gli avessero detto “organizziamo una gara di nuoto per arrivare in America!” lui sarebbe stato d’accordo. Sentiva di poter camminare sulle nuvole. Se aveva baciato Leo Baskerville poteva fare tutto, diamine!
-Ti dimostravo la mia gratitudine- rispose semplicemente il ragazzo. Leo gli dette una leggera botta sulla spalla.
-Elliot, è mia cugina. Poi mi ingelosisco...- gli disse. Elliot gli cinse le spalle con un braccio.
-Non devi...- gli disse, leggermente arrossito. L’Elliot spavaldo di poco prima se n’era andato via come l’imbarazzo di Lotty.
-E adesso mi baceresti per provarmelo ma ti vergogni troppo, giusto?- fece Leo, sorridendo. Elliot arrossì ancora di più e sentì Leo ridere, e quella risata risuonò alle sue orecchie come il suono più piacevole, dolce, insostituibile della storia dell’umanità.
-Perché eri salita, comunque?- domandò il moro alla cugina. Lei parve ricordarsi di una cosa importante.
-Oh, per sapere se tu stavi bene, non eri in ottime condizioni, stanotte... e lo volevano sapere anche Lerion e Leahia, si erano preoccupate- annunciò, tirando fuori il cellulare come prova- Anche se... è nuovo di zecca, non so come Leahia abbia ottenuto il mio numero di telefono...
-Informatica- risposero i due in coro. Lotty alzò le spalle.
-Quindi... stai bene?- chiese a Leo, che sbuffò.
-Sì, mi pare anche abbastanza ovvio. Ah, e dille che possono gioire perché quello che credono da Natale si è avverato.
Rivolse un sorriso complice ad Elliot, che arrossì ma sorrise a sua volta. Allora anche Leo aveva intuito che quelle due avevano capito tutto molto prima di loro. Lotty era leggermente confusa, ma scrisse quello che Leo le aveva detto, e poco dopo suonò il telefono di casa. Elliot andò a rispondere.

“Pronto?”
Allora avevamo ragione!
“Sì Leahia, avevate ragione. Da quanto lo avevate intuito, per curiosità?”
Da Natale. E siamo state noi a organizzare quell’appuntamento al luna park!
“Oh. Il nostro primo bacio”
COOOOOSAAAA?!
“Esatto. Non del tutto, ma più o meno sì”
WOW! Ora sì che mi sento importante!
“Ma scusa, in ogni caso sarebbe stato merito vostro, anche se il primo bacio fosse stato quello alla recita, no?”
Tu non capisci. Ma non puoi capire.
“Ottimo, ne sono felice”
Anche io, credimi. Ebbene, buona giornata!
“Anche a te”
Tu... tu... tu...

Elliot riattaccò il telefono, e sorrise in direzione del tavolo, dove tornò a sedersi. Leo, avendo finito la colazione, si sedette sulle sue ginocchia.
-Allora, oggi pomeriggio vi va di uscire?- chiese Lotty, felice e tranquilla.
-Pensavo di fare altro, in realtà...- rispose Leo, facendo arrossire Elliot- Inoltre ho la febbre...
-Chissenefrega! Vi obbligo!- replicò piccata Lotty, battendo una mano sul tavolo e fissandoli in modo inquietante. I due sospirando annuirono e dissero che sarebbero scesi verso le tre. Lotty tornò a casa sua, perché doveva prepararsi, e i ragazzi non fecero domande sul perché necessitasse di tanto tempo per prepararsi. Li lasciò soli, e Elliot si sdraiò sul divano, quando poco dopo lo raggiunse Leo. Elliot lo strinse in un abbraccio goffo ma affettuoso, e Leo non chiedeva di più.
-Sai Elly...- iniziò. Elliot nemmeno lo contraddisse, sospirò e basta- ...potremmo anche anticipare quello che avevo in mente di fare...
Elliot arrossì furiosamente. Come riusciva Leo ad essere così incredibilmente disinvolto anche quando si parlava di... quello?! Doveva ammettere che sì, anche lui lo pensava, ma non lo diceva certo con quella totale serenità!
-Io preferirei di no...- rispose, esitante- Diciamo che aspetto più volentieri stasera...
Leo sorrise e si voltò per avere il viso di Elliot di fronte al proprio.
-Wow, credevo che mi avresti risposto qualcosa tipo “Ma scherzi, solo dopo il matrimonio!”
Elliot aggrottò le sopracciglia, ma Leo rise, e Elliot non poté evitare di sciogliersi.
-Sai, non credevo che ci saremmo mai arrivati- ammise il moro, accarezzandogli una guancia. Elliot gli prese la mano e se la portò alle labbra.
-Nemmeno io... adesso però ho un sonno incredibile... stanotte ero troppo nervoso per dormire...
-E allora dormiamo, tanto anche io ho sonno.
Elliot sorrise, e dopo aver sfiorato la fronte di Leo con le labbra per sentirla calda ma non tanto come quella mattina, si addormentò, con il corpo di Leo contro al proprio che gli dava calore ma non caldo, e una voglia incredibile di ridere dalla gioia. Si svegliarono entrambi verso le due, e subito vollero mangiare perché stavano morendo di fame. Elliot preparò qualcosa alla buona e lo portò in tavola. Leo storse il naso.
-Ti prego, le zucchine no... tutto ma le zucchine no...
Elliot lo guardò sgranando gli occhi.
-Come? È un anno che cerco di cucinarti qualcosa che non ti piace e lo scopro proprio oggi?
-Ah, volevi sapere cosa non piace? E perché?- indagò Leo, scansando le zucchine e mangiando le uova.
-Volevo farti dispetto- confessò Elliot, prendendo e mangiando le zucchine che Leo aveva scartato. Finito il pranzo si cambiarono e scesero, aspettando Lotty sulle scale. La ragazza uscì poco dopo. Indossava un vestito nero e rosso asimmetrico e dei trampoli vertiginosi. Elliot li ricordava...
-Sono le scarpe che ti eri messa il giorno che arrivai?- domandò. Lei sorrise.
-Esatto! Sono le mie scarpe preferite, e finalmente sono riuscita a risistemare il tacco rotto!
I ragazzi si congratularono con lei per l’eroica impresa e uscirono tutti e tre insieme. Elliot e Leo, come se l’uscire di casa avesse cancellato tutto ciò che era capitato prima, non erano nemmeno vicinissimi, cosa che irritò Lotty.
-E andiamo, su! Adesso avete un buon motivo per stare accanto, potete anche sforzarvi!
I ragazzi, imbarazzati, si avvicinarono. Elliot allungò molto timidamente una mano, e l’altro la afferrò, intrecciando le dita. Lotty annuì e sorrise soddisfatta, continuando a camminare un paio di passi davanti a loro, parlando di cose che i ragazzi non volevano conoscere. Raggiunsero dopo un po’ di tempo, un negozio che a Lotty piaceva moltissimo, e nel quale entrò all’istante, lasciando fuori gli altri due.
-Non trovi che questo giorno assomigli notevolmente al giorno che ci siamo conosciuti?- osservò Elliot, appoggiandosi al muro.
-Sì, ma non troveremo il London Eye vuoto, stavolta...- rispose Leo. Vennero distratti da Lotty che li chiamò all’interno del negozio per giudicare un vestito, cosa che i due ragazzi fecero con talmente poco entusiasmo che quasi lei voleva cacciarli fuori.
-Per essere gay avete zero tendenze femminili!- si lamentò rientrando nel camerino. Elliot arrossì in modo inverosimile, e Leo scoppiò a ridere incontrollabilmente, attirandosi una serie di colpetti da parte di Elliot, che però non placarono la sua ilarità. Uscirono dal negozio a mani vuote, perché Lotty lo aveva bocciato dicendo che la roba era tutta troppo “osé”. Era tardi, il sole ormai stava tramontando, ma Lotty non volle rinunciare ad un giro sul London Eye. Non era vuoto, come previsto da Leo, ma non era nemmeno pieno. Anzi, c’erano delle cabine con solo due persone. Eppure l’orario era ottimo...
-È che i londinesi non hanno soldi da spendere per salire sempre qui, e i turisti in questo periodo scarseggiano- spiegò Lotty, dopo aver pagato tre biglietti. Aspettarono, perché avevano adocchiato una cabina vuota e avevano tutte le intenzioni di prendere quella. Arrivò, infatti, e i tre ragazzi ci salirono. Lotty si sedette vicino alla porta, mentre gli altri due andarono dalla parte esattamente opposta della cabina. Leo si sedette sulle ginocchia di Elliot appoggiando il capo nell’incavo del suo collo, e il Nightray iniziò ad accarezzargli delicatamente i capelli e a baciarli piano. Lotty parlava, ma i due la ignoravano bellamente. Raggiunsero la cima della ruota, e si persero nella vista di Londra dall’alto.
-Elliot...- sussurrò Leo- Adesso ci starebbe benissimo un bacio...
Elliot sorrise e accontentò l’altro. In effetti era molto romantico, nel punto più altro di una cabina vuota del London Eye, al tramonto. Sentirono il rumore di uno scatto e si voltarono verso Lotty, che si era molto avvicinata, e teneva in mano il cellulare con un’espressione incredibilmente soddisfatta.
-Lotty!- esclamò Elliot. La ragazza gli fece vedere la foto. C’era lei in primo piano che faceva il segno della vittoria, e sullo sfondo Elliot e Leo alle prese con il loro bacio romantico.
-Cancellala immediatamente!- ordinò Leo, arrossito. Se Leo era arrossito lascio Elliot all’immaginazione. Lotty scosse la testa e pigiò un tasto.
-E... fatto! Inviata a Lerion!
-Cosa?- dissero in coro i ragazzi. Un secondo dopo le arrivò un messaggio in risposta.
-È completamente fumata- li informò, facendogli vedere il messaggio. Non erano che una serie di lettere pigiate a caso. I ragazzi sorrisero. In fondo andava bene così. Scesero dal London Eye e tornarono a casa. Lotty insistette perché cenassero con lei, e quando la cena finì, i due le augurarono la buonanotte e si accinsero a salire.
-Vedete di non fare troppo rumore!- gridò Lotty dal piano di sotto, mentre Elliot chiudeva la porta.
-Quella ragazza...- balbettò, imbarazzato. Sentì le mani di Leo, leggere, accarezzargli la schiena, e le sue labbra sfiorargli maliziose il collo.
-Ma noi la ascoltiamo mai?- gli sussurrò. Elliot si voltò e lo baciò con irruenza, per condurlo in camera e stenderlo sul proprio letto.
-Mai...
Era felice, Elliot. Aveva fatto la scelta giusta. Era tutto perfetto. Amava Leo e Leo amava lui. Non importava il loro sesso o la loro condizione. Ringraziò il cielo di aver rischiato a prendere quella casa con uno sconosciuto, perché era senza dubbio stata la scelta migliore della sua vita.
-Ti amo, Elliot...
-Ti amo anche io, Leo.



THE END






The Corner of the Mad Lady
*compare da dietro le quinte*
E così è finita. Finalmente, dopo mesi di strazio, sono riuscita a finire di pubblicarla. Diciamoci tutta la verità, questa storia non piace praticamente a nessuno. L’ho scritta perché l’idea mi sembrava carina, ma a quanto pare sembra carina solo a me. Niente di male, i gusti son gusti, e non ho mai detto di saper scrivere (e neppure lo credo). Quindi, siate semplicemente contenti che sia finita qui senza che abbia ucciso nessuno, anzi, con un capitolo orrendo, melenso e insopportabile. Ma che posso farci, o così o Elliot muore. E dato che ci pensa la scuola a rattristarmi, quantomeno salviamo Elly. Poi... ah, anche se probabilmente non li pubblicherò mai, sto scrivendo degli extra su questa storia, dei capitoli successivi a questo. Ma non credo vi interessi. Per cui vi saluto qui, perché non so quando tornerò in questo fandom. Goodciao!
*fugge dietro le quinte per evitare la frutta, la verdura e i tavolini giustamente lanciati dal pubblico*
  
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