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Autore: daisyssins    24/10/2014    17 recensioni
"...Le sembrava quasi impossibile non dare “troppo peso” ad una persona come Luke Hemmings, perché certe persone, quando ti entrano dentro, non è che tu possa farci un granché. Lei lo odiava, non aveva mai odiato tanto una persona quanto lui, sapeva chi era, aveva paura di lui, una fottuta paura, perché le ricordava tutto quello da cui stava scappando."
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«Sei strana. E sei bellissima» sussurrò lui come se fosse la cosa più naturale del mondo, facendo scorrere le dita tra i capelli corti della ragazza.
Phillis sbottò in una breve risata sarcastica, prima di «E tu sei matto.» rispondere divertita.
«Io sarò anche matto, ma tu resti strana. E bellissima.»
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«Luke, ho paura, stai perdendo sangue..»
«Ancora non te l'hanno insegnato, Phillis? Il sangue è il problema minore. E' questo ciò che succede quando cadi a pezzi.»
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La verità ha un peso che non tutti, e non sempre, hanno la forza di reggere.
Trailer Pieces: https://www.youtube.com/watch?v=vDjiY7tFH8U&feature=youtu.be
Genere: Angst, Drammatico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Anxiety.


Indietreggiò lentamente, fin quando non rischiò quasi di inciampare.
Aveva coperto le labbra con una mano, di scatto, come se avesse potuto cambiare qualcosa. Il danno era stato fatto. Senza una parola, si era voltata ed aveva cominciato a correre, e sentiva i loro passi alle spalle, le loro voci chiamarla, ma non le importava. Erano suoni di sottofondo, quelli, le giungevano ovattati. Tutto quello che percepiva davvero, in quel momento, era il battito fin troppo veloce del suo cuore, o il rumore che le sue All Star producevano contro il pavimento sporco dell’edificio.
Non dovresti avere paura, si diceva.
Non ce n’è motivo.
Eppure il tono di Luke era così arrabbiato, e quello di Michael così stanco, esasperato… le aveva fatto accapponare la pelle quella voce così stanca, che aveva invecchiato di mille anni il ragazzo dai capelli tinti. Quei due si comportavano come se sulle proprie spalle gravasse un peso insormontabile, troppo pesante per due diciassettenni, ma che erano comunque costretti a portare. Una sensazione che, ora come ora, la bionda conosceva fin troppo bene.
Phillis sentì il proprio respiro cominciare a farsi più affannoso, ma si fermò solo quando fu lontana dall’edificio scolastico. Sentì chiaramente le gambe cominciare a cederle, e si bloccò. Si sedette sui gradini di un palazzo, portandosi una mano al petto che, per come le bruciava, sembrava compresso da un macigno. Cercò di obbligare i propri polmoni deliranti ad incamerare l’aria che cercava disperatamente di mandar loro attraverso le labbra spalancate, ma non ne vollero sapere di collaborare. Si appoggiò con la schiena al portone freddo del palazzo e chiuse gli occhi, provando a tranquillizzarsi, cercando di riprendere il controllo della situazione, ma non ci riuscì.
Era abituata a crisi di quel genere solo che, prima di allora, non si era mai ritrovata ad affrontarle da sola. Cercò affannosamente nella propria borsa il familiare tubetto di plastica grigio, lo stappò con mani tremanti, ma era vuoto. La paura di perdere il controllo si impossessò di lei, forte come era stata poche volte, intanto che il respiro andava via via affievolendosi e la vista si macchiava di chiazze nere mentre, lentamente, perdeva i sensi.





“Mi senti?”
Furono le prime parole che Phillis riuscì a captare non appena, sbattendo più volte le ciglia, riuscì ad aprire gli occhi. La luce del giorno la ferì, obbligandola a richiudere velocemente le palpebre.
“Dove sono?” chiese con voce flebile, passandosi gli anulari sugli occhi chiusi, che però si sforzò di aprire pochi attimi dopo. Mise a fuoco lo stesso palazzo dove ricordava di essersi fermata, e si accorse di essere sdraiata sugli stessi scalini in pietra fredda, ma la sua testa non era adagiata contro il marmo scuro. Si mise a sedere, notando di essere appoggiata a qualcun altro, probabilmente la persona che l’aveva ritrovata in quelle condizioni. Quando mise a fuoco la figura, però, pensò che forse sarebbe stato meglio se lui l’avesse lasciata lì per terra a sbrigarsela da sola. Perché, anche se non era Hemmings o Clifford, Calum Hood era comunque l’ultima persona sulla faccia della terra da cui avrebbe mai accettato un aiuto. Provò ad alzarsi, ma le gambe instabili e tremolanti non erano d’accordo con la sua idea di fuggire, perché la costrinsero a sedersi nuovamente per terra. Le braccia di Calum la circondarono lentamente, sostenendola.
“Sai, credo sia meglio se per ora resti qui” commentò il ragazzo imperturbabile.
Phillis si liberò dalla sua presa, senza però rispondere.
“Oh, comunque tranquilla, non c’è bisogno che tu mi ringrazi” aggiunse dopo poco con sarcasmo, inarcando le sopracciglia.
“Grazie” sputò fuori Phillis acidamente, incrociando le braccia. “Ora posso andare?”
“Se proprio ci tieni” annuì Calum, così la bionda riprovò ad alzarsi, notando con piacere che le gambe riuscissero a sostenerla. Prima di andarsene, però, si decise a degnare di un’occhiata il moro seduto accanto a lei, che la osservava incuriosito.
“Perché mi hai aiutata? Potevi benissimo lasciarmi lì” disse.
“Avevi appena avuto un attacco di panico, Phillis Turner. Non sono una bestia, non potevo lasciarti lì e arrivederci”.
“Come sai il mio nome?”
“So talmente tante cose di te che neanche puoi immaginare, Turner. Ma sbaglio o dovevi andare?”
La bionda sembrò risvegliarsi. Scese lentamente gli scalini, prima di cominciare ad avviarsi sulla strada di casa con un passo un po’ malfermo. Prima di allontanarsi, però, si voltò nuovamente verso il ragazzo.
“Ti ringrazio, Calum Hood”.
E stavolta era seria.





Una stanza dalle pareti color blu notte.
Un soffitto costellato di stelline fluorescenti che, al buio, emanavano una luce soffusa che si diffondeva per tutta la stanza. Le aveva fatte attaccare quando era piccola e, a distanza di anni, alcune stelle erano cadute, altre avevano perso la luminescenza.
Ma nonostante questo, avevano ancora il potere di calmarla.
Il soffitto era alto, lontano da Phillis, stesa sul proprio letto.
Le ricordava il cielo notturno, quel cielo a cui sentiva di appartenere, di cui era innamorata, al quale aveva affidato tutti i propri segreti. Il cielo era tutto ciò in cui Phillis credeva.
Andrò oltre le stelle”, era il suo motto da più o meno tutta una vita.
Da piccola desiderava superare le stelle per poter esplorare l’universo.
Adesso, dopo anni, il suo desiderio era solo quello di superare il visibile, il conosciuto, e scoprire un mondo diverso. Un mondo senza preoccupazioni, magari? Forse era impossibile, ma i sogni erano l’unica cosa che non potevano toglierle, quindi Phillis se li teneva stretti. Sospirando, si rigirò nel letto, cercando di trovare una posizione che favorisse quel sonno che, ora come ora, non si decideva ad arrivare e darle sollievo.
Le tempie le pulsavano, la testa sembrava in procinto di scoppiare.
Era tornata a casa verso le quattro, e ad attenderla c’era stata sua madre. L’aveva guardata dall’alto in basso, notando come sembrasse sgualcita, mal ridotta. Poi i suoi occhi chiari, identici a quelli della figlia, si erano piantati sul viso della ragazza. Era pallido, l’unica macchia di colore era data dalle occhiaie violacee intorno agli occhi.
“Che ti è successo?” le aveva chiesto senza troppi preamboli, scostandosi per permetterle di entrare in casa. Phillis l’aveva fatto e, senza rispondere, si era diretta verso la cucina. La madre l’aveva seguita continuando a fissarla imperterrita, pretendendo in silenzio la sua risposta. Perché, nonostante molte volte lei se ne dimenticasse volutamente, era comunque una madre; perché quella ragazzetta dai capelli biondicci che scavava nella scatolina dei farmaci era comunque sua figlia, e perché lei l’istinto materno, anche se ben nascosto, ce l’aveva comunque.
Nonostante ciò capì la situazione anche senza il bisogno di risposte non appena vide Phillis sfilare dalla scatola un tubo in plastica grigia che le era estremamente familiare.
“Mirtazapina?” pronunciò scandendo bene le lettere, ma a bassa voce, come se quella parola fosse stata un tabù. Phillis annuì e, sempre senza rispondere, fece scivolare nel palmo della mano una pillola, che poi mandò giù con l’aiuto di un bicchiere d’acqua. La madre le si avvicinò, e per una volta aveva perso la sua espressione altezzosa.
“È successo di nuovo?” chiese alla figlia, anche se la risposta le sembrava ovvia. La ragazza annuì nuovamente, voltandosi ed appoggiandosi con la schiena al piano della cucina, un bicchiere tra le mani.
“Oh, Philly…” aveva sospirato, usando quel nomignolo con cui la appellava solo quando era davvero preoccupata. “Non so più cosa fare, davvero. La terapia non funziona e…” cercò di dire, ma la bionda la bloccò, interrompendola a metà frase.
“Dov’è papà?” chiese.
Lo sguardo dispiaciuto della madre fu una risposta sufficiente.
“Ecco, esattamente” mormorò a denti stretti, prima di posare il bicchiere sul bancone e, senza aggiungere una parola, salire di corsa verso la propria camera.
Phillis aveva sbattuto la porta della stanza senza troppe cerimonie, prima di tuffarsi sul letto, rivolgendo lo sguardo al soffitto altissimo.
Nella sua mente, mentre cercava di calmarsi, viaggiava libera la solita frase.
Andrò oltre le stelle.





Buongiorno**
Oggi questo sarà uno spazio autrice piuttosto allegro perché, oddio, 8 recensioni allo scorso capitolo! Io non so davvero come ringraziarvi, e stasera risponderò a tutti.u.u
Inoltre passerò dalle storie di chi mi ha chiesto un parere, don't worry.uwu volevo rispondere e passare ora, ma mia sorella reclama il pc per un problema scolastico, so... :c
Ma bando alle ciance, e veniamo a noi. :'3
Non saprei cosa dire, ehm.. detto sinceramente questo capitolo non piace molto neanche a me(?). Cioè, le cose DOVEVANO andare così perché nella mia testa è tutto pianificato, solo che  la stesura del capitolo non è che mi convinca tanto.
Beh, nulla, that's all folks!
Vi ringrazio ancora immensamente cjdhffjhj spero di rivedervi!
Baci, Ida.x





Ps: Qui ( https://www.youtube.com/watch?v=vDjiY7tFH8U&feature=youtu.be ) potete guardare il trailer. Ringrazio cliffordsjuliet per averlo postato sul suo canale:3

 
  
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