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Autore: Red_Coat    25/10/2014    11 recensioni
Questa è la storia di un soldato, un rinnegato da due mondi. È la storia del viaggio ultimo del pianeta verso la sua terra promessa.
Questa è la storia di quando Cloud Strife fu sconfitto, e vennero le tenebre. E il silenzio.
Genere: Angst, Guerra, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cloud Strife, Kadaj, Nuovo personaggio, Sephiroth
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'L'allievo di Sephiroth'
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Sto esplodendo per l’emozione, perfino i miei fiochi tentativi di contenermi non riescono a impedire al mio passo di accelerare e ad un sorriso eccitato di dipingersi sul mio volto.
Non riesco a fare a meno di pensare allo sguardo e alle parole di Sephiroth senza provare una sorta di euforia molto simile all’estasi, e sento di avere il bisogno impellente di parlarne con qualcuno, prima di correre il serio rischio di esplodere in una reazione incontrollata e imbarazzante. Mentre mi dirigo a passo spedito verso la sala di simulazione presso la quale sono sicuro di trovare Zack, per la prima volta mi rendo conto di come i corridoi del nostro reparto siano diventati quasi deserti, e la mia mente mi riporta indietro ad un paio di mesi prima, quando ebbi l'occasione di dimostrare la mia fedeltà alla Shinra e a Sephiroth stesso.
Era stata una giornata faticosa, noi 3rd eravamo stati impegnati a domare una della prime rivolte anti-Shinra verificatasi nella periferia del settore sei, e dato che eravamo assegnati a plotoni diversi sotto la guida di un 1st diverso, quella fu la prima occasione in cui mi capitò di conoscere anche gli altri arruolati, e il più misterioso dei tre 1st class più conosciuti, a Midgar e nei suoi dintorni.
Avevo conosciuto Angeal, due giorni dopo il mio arrivo grazie a Zack, che da allora non aveva smesso di parlarmene. Sephiroth era il mio Generale, e comunque sarei riuscito a conoscerlo anche se non mi fossi mai arruolato, vista la sua fama.
Ma fino a quel giorno non avevo mai conosciuto di persona il 1st class dai capelli rossi, conosciuto col nome di Genesis Rhapsodos.
Era lui a controllare che tutto andasse per il meglio quel giorno, dato che Sephiroth era impegnato in una missione complicata e ad Angeal toccava dare il benvenuto alle nuove reclute, anche se ci trovavamo di fronte ad una protesta non violenta che non ci dava molto da fare. Lo osservai da lontano mentre osservava la folla con aria quasi annoiata, e mi parve quasi di riuscire a percepire i suoi pensieri. Di sicuro, avrebbe dato oro per non essere lì in quel momento, in una situazione noiosa e di routine come quella, e un po’ riuscivo anche a comprenderlo. Genesis era conosciuto oltre alla sua passione per il poema Loveless, anche per il suo temperamento impulsivo e per quel lungo soprabito rosso, che indossava anche quel giorno. Non era certo un tipo pacato, portato molto di più per l’azione che per operazioni di quel tipo. Riuscivo perfino a leggere della rabbia nei suoi occhi, anche se lui stava palesemente cercando di reprimerla mentre osservava atono un punto atono in mezzo ai manifestanti. Forse, ipotizzai, ce l’aveva con Lazard per avergli affibbiato quello che riteneva un incarico di serie B per cui sarebbe andato bene anche un 2nd class, o magari la sua era una rabbia derivata da qualcosa che era successo qualche ora prima, forse con uno dei suoi colleghi o con il direttore stesso. Comunque, quale che fosse il motivo, ero stato talmente tanto occupato ad osservarlo da non accorgermi che da qualche minuto lui aveva cominciato ad osservare me.
Fu il bagliore dei suoi occhi verde mako a risvegliarmi, e lo vidi increspare le labbra in un sorriso che molto probabilmente aveva tutta l’intenzione di essere una provocazione.
«Il mio Generale!» mi disse una voce.
Mi riscossi, distogliendo lo sguardo dal Soldier dai capelli rossi e rivolgendo la mia attenzione a chi aveva pronunciato quella frase. Era un 3rd class come me, un ragazzo dai capelli castano chiaro corti sulle spalle e due occhi di un azzurro insolitamente intenso, sicuramente infuso di Mako. Mi salutò con un sorriso, e si presentò porgendomi la mano.
«3rd class Jiro Nishimura, dal settore 4!»
Sorrisi, e accettai la stretta.
«Victor Osaka, settore 8!» risposi, e lo vidi sgranare gli occhi eccitato
«Sei di Midgar anche tu, allora!» esclamò con un sorriso «Settore 8! Abiti di fronte alla sede?»
Annuii.
«È uno spettacolo di notte!» risposi, e vidi i suoi occhi illuminarsi
«Oh, immagino! Io sono cresciuto vedendola dalla finestra della mia camera! È piena di poster dei SOLDIER! E la sera quando mi affacciavo restavo ore a sognare di essere come loro!» concluse, indicando con un movimento appena accennato della testa Genesis, ch’era tornato a fissare la folla, ma avevo come l’impressione che stesse continuando ad osservarci con la coda dell’occhio, anche se eravamo troppo lontani per riuscire a esserne sicuro «Dovresti vederlo sul campo di battaglia!» continuò, mentre io non riuscivo a non lanciare ogni tanto qualche occhiata all’uomo di cui stavamo parlando «È fantastico con la sua Rapier! Sembra quasi un felino! E quando lancia i suoi incantesimi … è il mio Generale!»
A quest’ultima frase non riuscii a non sorridere, e riportando per un attimo l’attenzione sul mio interlocutore commentai ironico.
«Mai quanto Sephiroth!»
Lo vidi sgranare gli occhi, ammirato. Seppi già quello che stava per dire, ma lo lasciai fare.
«Sephiroth! L’eroe di SOLDIER?» esclamò incredulo «È lui il tuo Generale?»
Annuii fiero, e quasi come a ribattere alle sue affermazioni su Genesis aggiunsi. 
«Dovresti vederlo combattere!»
Già… dovreste vederlo. Potente, agile, marziale e sicuro di sé. Sephiroth non combatte, plana sul nemico come un falco e in un attimo, grazie a una serie precisa di mosse, tutto si riduce al silenzio. È più di un soldato, più di un eroe. È un meraviglioso angelo della morte.
Non ho altre definizioni per descriverlo, non basterebbe un’intera vita per riuscirci.  Assorto in questi pensieri, non mi accorsi del rapido scambio di sguardi tra il 1st class dai capelli rossi e Jiro. Genesis ghignò e annuì, e fu allora che Jiro mi risvegliò nuovamente dai miei pensieri con la sua voce fluida e il suo tono lusinghiero.
«Eh già, è un vero peccato che la loro forza sia usata così male!»
Lo guardai sconcertato. “Che cosa? E questo adesso che significa? Cosa sta cercando di dirmi?
«Come dovrebbe essere usata, secondo te?» chiesi.
Lui si fece serio e rivolse la sua attenzione alla folla di manifestanti che sfilava in silenzio per le strade del settore 7.
«Guardali.» suggerì «Tutta questa gente vuole solo che il proprio pianeta sia in salute per continuare a ospitarli … è un delitto desiderare di proteggere il proprio futuro?»
Non risposi. “Questo che centra con noi?” pensai “Noi siamo SOLDIER, facciamo il nostro dovere per proteggerli così come loro cercano di proteggere il proprio mondo”.
«A volte mi chiedo se il nostro dovere sia veramente quello di proteggerli» continuò lui, come se mi avesse letto nel pensiero «O se tutto questo non sia solo una bugia messa in atto dalla Shinra per proteggere sé stessa dalla rivolta!»      
Il respiro mi si smorzò in gola, e lo fissai dritto negli occhi per un interminabile istante sperando di cogliere un segno in quello sguardo che mi facesse capire che ciò che aveva appena detto era stato tutto uno scherzo. Ma lui rimase serio, e con la coda dell’occhio mi accorsi che anche Genesis da lontano ci stava fissando, le labbra appena increspate in un sorriso ed uno sguardo inquietante.
Erano sicuramente d’accordo. Non sapevo quali fossero i suoi piani, ma io non gli avrei dato la soddisfazione di cascarci così facilmente.
Guardai fisso il mio interlocutore, e severo risposi.
«Attento, Jiro! Ci sono condanne severe per i disertori!»
Percepii la paura nei suoi occhi. Il sorriso scomparve dalla sua bocca e a quella mia affermazione ribatté con un mellifluo.
«Appunto!»
Poi si allontanò da me, con la stessa rapidità con la quale si era avvicinato.
Genesis mi fissò dritto negli occhi come a volermi leggere dentro, ma io sostenni il suo sguardo e alzai il mento sfidandolo.
Poche settimane dopo, seppi da Kunsel – un 3rd class che era arrivato alla Shinra sei mesi prima di me – che giravano voci su un’avvenuta diserzione di massa nel reparto, fomentata da un 1st class.
Non dissi nulla, ma non dimenticherò mai la soddisfazione che provai sapendo di non aver permesso a quell’uomo di trascinarmi con lui nella sua ribellione.
Ora però, mentre cammino per i corridoi semi vuoti, ripenso per un attimo a Jiro, e mi auguro soltanto che non gli sia successo nulla di male, così come a tutti loro.
Spero per loro che ne sia valsa la pena.
«Vittorio!»
La voce di Zack mi risveglia dalle mie tristi constatazioni. Lo vedo sopraggiungere affannato, e ci salutiamo stringendoci la mano del cuore e portandocela al petto.
«Allora, com’è andata?» mi chiede, curioso.
Il sorriso ritorna sul mio volto, e felice gli comunico tutto ciò che mi è appena accaduto.
«Saremo l’unità B!» aggiungo alla fine, eccitato «Se me la saprò cavare, al mio ritorno sarò un 2nd!»
«Non avevi calcolato un piccolo particolare, però …» mi risponde Zack, lasciando in sospeso la frase per qualche secondo di suspence e poi esclamando felice «Anch’io andrò in Wutai! Sarò con Angeal e avremo il compito di espugnare il forte!»
Questo non me lo sarei aspettato, non con tutti i pensieri che ho in testa ultimamente. Sono felice per lui, che finalmente avrà la sua opportunità di spiccare il balzo a 1st, ma anche per il fatto che avremo l’occasione di ritrovarci insieme sul campo, alla fine dell’operazione. Per un secondo sono anche tentato di chiedergli se ci sarà anche Genesis in Wutai, ma ho un brutto presentimento e preferisco non condividere l’argomento. 
«Allora buona fortuna, Soldier 2nd class, Zack Fair!» rispondo con un sorriso, assumendo un atteggiamento marziale e portando indice e medio uniti alla fronte.
In risposta, anche lui scatta sull’attenti e ribatte.
«A te, SOLDIER 3rd class, Victor Osaka! Fammi un fischio se ti serve aiuto!»
«Conta su di me!» ribatto.
Poi, entrambi scoppiamo a ridere. Mentre guardo Zack ricomporsi a fatica, mi ritrovo a sperare che tutto si sistemi al più presto. Non so se i miei presentimenti siano fondati o sia solo il nervosismo dovuto agli ultimi avvenimenti, ma spero solo che non si realizzi ciò che temo, e che la diserzione di massa non sia un segno del disastro che annuncia di abbattersi sulle nostre vite. Zack non lo merita, e forse nemmeno io, in fondo.
«Sul serio, Vittorio! Conta su di me!» aggiunge infine lui, quando entrambi ci siamo ricomposti.    
Sorrido, e improvvisamente un’inspiegabile magone mi stringe la gola. Perché adesso ho solo voglia di piangere, mentre una tristezza profonda sembra avermi risucchiato? Cerco di non dare adito a questo strano sbalzo emotivo, ma lo scossone è talmente profondo che sono costretto a deglutire un paio di volte prima di rispondere. 
«Anche tu, Zack!» dico.
Poi, dopo un attimo di silenzio, ci abbracciamo come due fratelli, e solo allora una lacrima sfugge al mio controllo dritta verso il pavimento.
Perché proprio adesso?  

 
   
 
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