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Autore: thelightonmyeyes    25/10/2014    1 recensioni
La sua vita è proprio un disastro: tra amici, famiglia e amore tutto in lei si trasformerà fino a farla diventare una nuova Audrey.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(11)
IL RISVEGLIO
 
Driiiiin.
Il telefono suona ormai ininterrottamente da un quarto d’ora, e io continuo ininterrottamente ad ignorarlo. Le lacrime mi scendono dalle guance, anche se non so di preciso se per la gioia, per il dolore o per la rabbia. O forse sono tutte e tre messe insieme.
Fortuna che mamma non è in casa o mi avrebbe ammazzato per il telefono e mi avrebbe cominciato a fare il quarto grado sul come, dove, quando e perché e, dato che non ho nemmeno la forza di emettere un lamento, mi va bene così.
 
Ho mille domande che mi frullano nella testa da quando, alla vista di Matthew, ho raccolto giacca e borsa e me ne sono andata via. Non riuscivo a sopportare la sua vista.
So che dovrei essere felice e forse sarei dovuta rimanere là per poter fargli spiegare, forse l’ha fatto nelle migliori delle intenzioni.
 
Dopo ore di sonno che sembrano solo pochi minuti, mi sveglia una carezza. Quando apro gli occhi trovo sia Mel che Tyler. Tyler sta appollaiato sul davanzale di camera mia. Ha un’aria vagamente persa e io forse più di lui: se fino a qualche mese fa per me lui era il mio sogno irraggiungibile che stava insieme ad una bisbetica bionda stupida di nome Scarlett, adesso lo vedo come una persona estremamente insoddisfatta della propria vita. Forse dovrei imparare a conoscerlo meglio. Non ci ho mai provato in realtà, in lui vedevo solo il bello e il figo della scuola che lui voleva che tutti vedessero, quando forse invece voleva solo che qualcuno lo capisse.
 
«Mi dispiace…» sussurro tra i denti, mentre cerco di non ricominciare a piangere.
Mel mi guarda con sguardo interrogativo, smettendo di accarezzarmi.
 
(Tyler)
Questa domenica si annuncia un disastro assicurato. Adam mi aveva avvisato che stava arrivando Matthew, e che avrei dovuto accoglierlo in questa piccola cittadina. Mi aveva detto anche la sua idea, che io approvavo pienamente e che ho proposto a Matthew. Forse dovevo aspettarmi anche la reazione di Audrey.
 
Mel mi chiama e mi dice di raggiungerla: Audrey le aveva mandato un messaggio chiedendole se potevano vedersi e quando lei è andata da Audrey si è trovata davanti una ragazza spezzata. So cosa significa, essere spezzati, ma ho imparato anche come tirarmi su.
 
Appena arrivo a casa di Audrey, mi apre sua madre.
 
«Salve signora, sono Tyler, un amico di Audrey e Mel.»
Non riesco a decifrare il suo sguardo, ma sembra che indugi su di me.
«MEEL, PUOI SCENDERE UN MINUTO?»
Vedo apparire Mel dalle scale, con i capelli raccolti e una strana tuta deformata che non la descrive proprio per niente.
«Lo conosci?»
«Sì, forse farebbe bene per Audrey vederlo. Non stiamo disturbando vero?»
«No, figurati tesoro. Sono solo preoccupata per Audrey. Entra pure, segui Mel.»
 
In questo preciso istante mi rendo conto di quanto siano fortunate Audrey e Mel. Io non so cosa ci faccio qui, non ho nessuno, loro non mi conoscono. So che Audrey era cotta di me da mesi ormai, me l’ha detto Adam, ma non ha mai visto niente oltre il giocatore di football che sono. Nessuno mi conosce così a fondo, solo Adam. E Mel ci sta provando, penso più per far piacere ad Adam che per me stesso.
 
Non sono mai stato un ragazzo veramente interessante. Vivo in una famiglia abbastanza ordinaria, anche se mio padre è un po’ all’antica. Secondo lui le cose andrebbero fatte secondo le tradizioni: uomo e donna, vicini, si amano, si amano e fanno figli. Stop.
Ogni volta che devo portare Scarlett a cena mi sale il magone e vorrei solo poter stare nelle braccia di Adam, ma ovviamente lui adesso sta a New York e anche se fosse qua dubito che riuscirebbe a fare qualcosa. Siamo sempre stati costretti a nasconderci, a trovare ogni volta un posto diverso dove dovevamo solo stare attenti a chi passava e cosa guardava.
 
La prima volta che mi sono sentito veramente libero di poter fare quello che volevo è stato a New York. Le cose che meglio ricordo sono le lunghe passeggiate per i sentieri di Central Park mano per mano, senza paura, senza nascondigli e appuntamenti segreti.
 
Ho scoperto di essere quello che sono qualche anno fa, all’incirca verso la terza media. Quando tutti i miei compagni vedevano una bella ragazza in giro o su qualche giornale a me non faceva nessun effetto, ma sapevo che era in qualche modo sbagliato e quindi fingevo. Ho passato una vita a fingere di guardare una ragazza mentre invece vedevo i ragazzi che magari le passavano dietro.
Ogni volta, ogni volta che ero costretto a fingere, per me, per i miei amici, per la mia famiglia, mi sentivo talmente male che dovevo nascondermi nel primo bagno che trovavo, sfogarmi di solito con le lacrime e poi tornare indietro come se nulla fosse successo.
 
In parte sono contento che adesso ci siano anche Mel e Audrey, perché ho capito che non sono sbagliato, che sono una persona come le altre. Non hanno paura di vedermi baciare Adam, o di vederci mano per mano. Un paio di volte ho persino beccato Audrey guardarci con aria quasi estasiata, come se ci invidiasse.
 
 
Intanto che tutta questa malinconia mi investe come l’onda di uno tsunami, arrivo in camera di Audrey. Ancora vestita da sera, con il trucco appena sbavato e una faccia distrutta, lei sta dormendo buttata sul letto, con una coperta che le copre le parti più scoperte del suo corpo.
Guardandola mi viene in mente solo la parola fragilità. La fragilità di una persona che ha paura ma allo stesso tempo è felice. Forse sta proprio nella sua felicità la sua paura.
 
Mi dirigo direttamente verso la finestra, dove i primi raggi di sole entrano e mi illuminano il viso. Guardo delle signore passare, delle auto che, anonime, attraversano la strada. Osservo le foglie che cadono piano piano una dopo l’altra.
 
Il tempo sembra lento e molle ma allo stesso tempo anche veloce e inafferrabile,  potrei essere qua da un minuto come potrei essere qua da ore. Sta di fatto che, dopo un po’, Audrey si sveglia. Con aria persa, guarda Mel per decisamente troppo poco tempo considerando che sono migliori amiche. Poi, inaspettatamente, si gira verso di me e mi guarda quel tanto che basta che, se non fossimo in questa situazione, avrei pensato di avere qualche strano mostro sulla faccia.
Sbiascica le parole «Mi dispiace…» e poi la vedo stringere i denti, premendo la faccia contro il cuscino nel tentativo forse di non ricominciare a piangere.
 
Quelle due semplici parole mi lasciano perplesso e senza parole, perciò decido di scendere dal davanzale e avvicinarmi. Le poggio una mano sulla testa e comincio ad accarezzarla, mentre Mel prende il mio posto sul davanzale.
 
(Mel)
Chiudo gli occhi trenta secondi e poi li riapro, cercando di trattenere delle lacrime che premono insistentemente sui miei occhi.
Perché non mi ha quasi degnata di uno sguardo, quando sono rimasta qua ore e ore cercando di non farla stare male?
 
Sto cominciando a pensare di essere inutile, anche se so che non è così perché leggo nei suoi occhi che qualcosa le tormenta il cervello, e non è solo Matthew. È come se, svegliandosi, avesse avuto una rivelazione, quasi come un fulmine a ciel sereno.
 
Guardo fuori dalla finestra e noto un passante con un grande mazzo di fiori che si avvicina alla casa. All’inizio non lo riconosco, ma poi intravedo, dietro il bellissimo smoking, Matthew. Si sta avvicinando, sistemandosi il colletto e schiarendosi la voce. Sta per suonare al campanello e io mi precipito giù per le scale.
 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE
Salve salvinoo!
Okay, so che non ho mantenuto la promessa di aggiornare una volta a settimana, ma seriamente, io non ce la faccio più. La scuola mi sta tormentando, odio i professori e anche alcune mie compagne. In più, quando ho un momento libero, vengo strapazzata a destra e a manca dal mio ragazzo, quindi chiedo ufficialmente perdono!
 
ANYWAY, ho deciso in questo capitolo di descrivere gli stessi pochi minuti dai tre punti di vista. Mi è piaciuto particolarmente scrivere di Tyler, perché è sempre stato un personaggio “marginale” e ora sta prendendo forma lentamente.
Per il resto spero di non aver fatto particolari errori e spero vi sia piaciuto.

 
Scappo a vedere “7 days in Avana” (dove recita il mio Josh Hutcherson *--*)
Alla prossima,
E.


 
   
 
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