Con
gli
occhi lucidi, in parte per la rabbia e in parte per il pianto che
premeva per
uscire, continuava a camminare avanti a indietro per la stanza,
stringendo
spasmodicamente il cellulare fra le mani.
Faceva
ripartire il video per poi stopparlo subito dopo, incapace di guardare
ancora
il suo fidanzato fare il cascamorto con due sgualdrinelle.
Tutto
in
quella camera parlava di lui, ovunque si girasse c’erano foto
di loro due che
lei stessa aveva messo, credendo che la loro storia fosse importante.
Ora
sapeva
che lo era solo per lei.
Stanca,
più
psicologicamente che fisicamente, si abbandonò sulla
poltrona davanti alla
specchiera, premendo di nuovo play sul cellulare.
Ed
ecco che
il video ripartiva.
Stavolta
si
concesse di osservarlo più a lungo, ma non riuscì
a terminarlo.
Presa
da un
impeto che la smuoveva contro la sua volontà, si
alzò nuovamente in piedi,
riprendendo a camminare velocemente da un capo all’altro
della stanza.
Si
soffermò
con lo sguardo su una foto che li ritraeva in un giardino rigoglioso,
sorridenti e apparentemente felici.
Le
aveva
riservato una cornice d’argento, sulla quale passò
un dito sfiorandola.
Spostò
lo
sguardo sul display del cellulare, che ritraeva un fermo immagine di
Law che
abbracciava una bionda.
Mordendosi
il labbro, spinse la cornice fino a farla cadere, così come
cadeva una lacrima
silenziosa lungo la sua guancia.
Senza
forze,
si accomodò nuovamente sulla poltrona, fissando la sua
immagine riflessa nello
specchio.
Dove
aveva
sbagliato?
Che
cosa
c’era di sbagliato in lei?
Non
era
abbastanza carina, interessante, colta o intelligente?
No…Non
era
questo il problema.
La
verità
era che non era abbastanza sexy.
Law
non si
sentiva attratto da lei, che continuava a comportarsi come una suora:
ed ecco
che cercava di “spegnere il suo fuoco” con ragazze
senza vergogna.
Fu
allora
che si ricordò di ciò che le avevano detto le
amiche durante il pomeriggio
appena trascorso…
Lozioni
per il corpo…
Gettò
un’ultima occhiata al video, prima di posare il cellulare sul
ripiano del
mobiletto con la specchiera davanti al quale era seduta.
Preservativi…
Girò
il capo
verso il collage di foto che li ritraeva in diversi momenti trascorsi
insieme
in quell’anno di fidanzamento, anche se in realtà
non ne vide nemmeno una.
La
sua testa
era altrove, in quel locale con Law.
Si
divertirà guardando i porno su internet…
Piegò
le
labbra in una smorfia di dolore, lasciando che le lacrime uscissero da
quegli
occhi che avevano appena assistito al peggiore degli spettacoli.
Reggiseni
e ragazze che ballano…
Senza
rendersene conto, guidata dalle voci che risuonavano nella sua testa
come colpi
di martello, lasciò che le sue mani si infilassero nella
busta del negozio che
Violet e Kalifa avevano lasciato lì.
Si
accorse
che c’erano diverse cose al suo interno, e ovviamente ne
conosceva bene la
natura.
Cose
sexy,
cose che fino a quel momento per lei erano state un tabù.
Gli
mostrano la loro mercanzia…
Con
la mano
tremante, estrasse la prima cosa che le capitò a tiro: una
parrucca nera.
Il
taglio
era come quelli che andavano di moda in quel periodo, un caschetto
più lungo
sul davanti.
Troppo
moderno per una ragazza all’antica come lei, che i capelli li
aveva sempre
portati solo in un unico modo durante i suoi diciassette anni.
E tu,
Tashigi?
Desiderosa
di conoscere quel mondo che le era stato negato dal suo grado sociale e
che
tanto affascinava il suo uomo, continuò a cercare dentro
quella busta.
Tutto
ciò
che ne usciva era una scoperta, orribile e al contempo affascinante.
Un
fidanzato eccitato che cerca qualcuno che accenda la sua
passione…
Un
bustino
nero in latex con le stringhe, talmente stretto che avrebbe rischiato
di
soffocarci dentro.
Tashigi,
se vuoi puoi venire con noi…
Un
paio di
stivali lunghi fino a sopra il ginocchio, anche quelli in latex nero
con una
fila di stringhe incrociate al centro e tacchi talmente alti da
sembrare
trampoli.
Ti
insegneremo come accendere la sua passione…
Un
paio di
calze a rete a maglia molto larga, roba che avrebbe classificato solo
come
indumento da donnina di strada.
E
molto,
molto altro.
Eppure,
il
suo fidanzato la voleva proprio così, libertina e senza
candore.
Doveva
fare
una scelta, forse la più dura che avesse mai affrontato.
Doveva
scegliere se essere Tashigi, la ragazza pudica e di sani principi,
oppure una
donna nuova senza regole e piena di sensualità.
Tashigi
avrebbe perso Law, l’altra donna lo avrebbe conquistato.
Si
morse il
labbro, guardando la sua immagine riflessa nello specchio.
Per
la prima
volta nella sua vita, non si riconobbe.
Non
sapeva
più chi era.
…………
Il
locale
era pieno zeppo di gente.
D’altra
parte, il “Limite” era il posto più in
voga del momento in cui trovarsi a far
baldoria la sera, bevendo, rimorchiando e ascoltando musica a tutto
volume.
Ci
si poteva
perdere in mezzo a quella folla scatenata, accecati dalle luci
psichedeliche.
Tutti
erano
nessuno, volti che si mescolavano gli uni agli altri come in quadro
astratto.
Gente
che
trovavi e che riperdevi subito dopo, inghiottita dalla pista stracolma.
In
tutta
quella confusione, una figura avanzava lentamente, distinguendosi senza
fatica
dalla massa.
Le
cose
accattivanti non passano mai inosservate.
Gambe
snelle
e sinuose, avvolte da calze a rete a maglia larga, culminanti in un
paio di
lunghi stivali di pelle lucida e nera, decorati con stringhe incrociate.
Un
vestito
succinto in finta pelle nera, stretto in vita da una cintura recante
delle
borchie, che lasciava poco all’immaginazione data la
“lunghezza”.
Per
non
parlare della scollatura, che regalava la visione di un petto florido
nonostante la giovane età.
Capelli
neri, con un taglio a caschetto che si allungava sul davanti,
incorniciavano un
viso truccato pesantemente.
Ombretto
viola scuro, rossetto in tinta con quest’ultimo, facevano
risaltare la pelle
chiara come poche.
Una
ragazza
da non farsi sfuggire.
Camminava
verso il centro della pista, cercando di combattere la pesantezza di
quegli
sguardi tutti rivolti a lei.
Non
poteva
permettere che il nervosismo rovinasse i suoi piani.
Cercando
dentro di sé una sicurezza che non aveva mai avuto,
iniziò ad atteggiarsi in
maniera provocante, ricambiando maliziosamente gli sguardi dei ragazzi
che le
ammiccavano, sorridendo e scostandosi i capelli dal viso con
sensualità.
Lasciandosi
guidare dal ritmo della musica, prese ad ancheggiare sinuosamente,
piegando di poco
le ginocchia e ripercorrendosi il costato con il dorso delle mani,
portando le
braccia verso l’alto.
Chiunque
l’avesse guardata avrebbe pensato che era avvezza a
quell’ambiente e a quel
genere di cose.
Lanciando
occhiate a destra e a manca, in realtà cercava una sola cosa
in quel locale.
Fu
proprio
allora che la vide, grazie a un faro che aveva illuminato il punto in
cui si
trovava.
Il
ragazzo,
il suo ragazzo, stava ridendo e
ballando con un’altra donna, toccandola più del
dovuto.
Trattenendo
la rabbia, finse di continuare a ballare, mentre si avvicinava sempre
di più a
lui.
Un
altro
ragazzo, che probabilmente l’aveva adocchiata, le si
parò di fronte, porgendole
con fare ammiccante un drink appena preso.
I
consigli
delle due amiche stavano dando i loro frutti.
Forse
era
davvero necessario essere una poco di buono per avere attenzioni.
Sorridendo
allusivamente, prese il drink e ne bevve un sorso, senza staccare gli
occhi da
quelli del ragazzo.
E
in quel
momento, come per scherzo del fato, il suo presunto fidanzato la scorse
tra la
folla.
Rimase
pietrificato a guardarla, senza più dare attenzioni alla
ragazza che ballava
con lui.
Non
che
l’avesse riconosciuta, era impossibile dato il rivoluzionario
cambiamento, ma
per un donnaiolo come lui una simile tentazione era come oro colato.
Finalmente
anche lei si accorse di aver attirato la sua attenzione, proprio come
desiderava.
Adesso
era
lui a camminare ipnotizzato verso di lei.
Continuò
a
dare corda al ragazzo che le aveva portato il drink, fino a quando il
suo
fidanzato (ignaro di trovarsi davanti alla sua promessa sposa), si
fermò a
pochi centimetri da lei.
Sorridendo
con fare beffardo e snob, ignorò bellamente entrambi,
sorpassandoli e
avviandosi sicura verso i cubi sopraelevati popolati di belle ragazze
che mettevano
in mostra le loro gambe.
Facendosi
aiutare dall’ennesimo ragazzo, salì anche lei,
riprendendo la danza fatta di
mosse sensuali che aveva iniziato poco prima in pista.
Inutile
dire
che la folla era tutta per lei, le altre non esistevano più.
Quella
ragazza dark e misteriosa era diventata la regina della serata.
Tashigi
era
noiosa, nessuno si accorgeva di lei in mezzo alla gente.
Lolita
era
accattivante, una dominatrice indiscussa.
Poteva
essere due persone al tempo stesso?
In
fondo,
tutti nascondiamo un lato oscuro.
Più
Law la
fissava, più lei gli sorrideva lanciando sguardi maliziosi e
allungando un
braccio in sua direzione puntandogli il dito contro.
“Guardami Law, ora sono esattamente come mi
vuoi? Ti piaccio, vero?” gli stava dicendo nel
silenzio della sua mente.
Non
l’aveva
mai guardata in quel modo quando era solo Tashigi.
Avrebbe
dovuto essere distrutta da quel fatto, perché ciò
significava che il suo uomo
non la apprezzava per quello che era; invece si sentiva piena di
energie, come se
quello fosse il posto esatto dove doveva trovarsi quella sera.
Lei
che
odiava i locali pacchiani e rumorosi, si sentiva a suo agio mettendosi
in
mostra in quel modo, come se una parte di lei fosse nata per fare
quello.
Forse,
la
vera Tashigi non era la ragazza per bene che credeva.
Ballava
senza perderlo di vista, controllando ogni minima espressione sul suo
volto,
fino a quando un ragazzo, che riconobbe come il suo migliore amico, gli
si
avvicinò, mettendosi anche lui a fissarla.
Vedeva
le
loro bocche muoversi, segno che stavano avendo una conversazione.
E
dal modo
in cui la mangiavano con gli occhi, non era difficile intuire
l’argomento.
-
Ehi, Law! Hai visto quella tipa?-lo
affiancò
Penguin, con due drink in mano.
-
E’ divina…La conosci?-
si interessò
subito.
-
No, però mi attira
parecchio…- confessò.
-
Una così chi non attirerebbe?-
gli fece
notare, ghignando con quel suo fare strafottente.
Desiderava
conoscere le parole che si stavano dicendo, solo per il gusto di
sentirsi dire
dal suo fidanzato quanto fosse sexy.
Poteva
farlo
solo in quell’occasione, perché il giorno dopo
sarebbe tornata ad essere la
ragazza di sempre.
Nell’alta
società il suo ruolo era Tashigi Kendo, appartenete a una
famiglia dal nome
illustre e di raffinati costumi, che non poteva certo andare in giro
vestita a
quel modo.
Per
questo
quella sera voleva essere solo Lolita, ragazza libera di fare tutto
quello che
voleva.
Non
aveva
fatto i conti con gli scocciatori, però.
Si
sentì
sfiorare ripetutamente una coscia, e spostando lo sguardo verso il
basso si
accorse di un ragazzo che tentava di toccarla salendo sempre
più in alto.
Voleva
essere sexy, ma non una sgualdrina che si faceva palpare da chiunque.
Aveva
comunque una dignità anche dietro chili di trucco, una
parrucca e vestiti
praticamente inesistenti.
Non
poteva
fare una scenata da bambina capricciosa, però, o tutti
avrebbero scoperto la
sua vera identità.
Così,
fece
la cosa più “cool” che le ragazze
importunate nei locali erano solite fare:
rovesciò il drink rimastole in mano da prima sulla testa del
molestatore.
Il
tutto con
un sorriso malandrino rivolto alla folla, ovviamente.
Un
boato di
esultanza si protrasse nel locale, accompagnato anche da alcuni
applausi.
Sul
volto di
Law si materializzò uno dei suoi ghigni migliori, e lei
stessa si concesse di
mostrare i denti per la prima volta in quella folle nottata.
Si
stava
divertendo, contrariamente a ciò che aveva sempre pensato.
Ballava,
ballava e ballava, presa dal ritmo di quella musica da discoteca che
non aveva
nulla a che vedere con ciò che ascoltava solitamente.
Si
dimenticò
persino di Law, distogliendo lo sguardo da lui.
Senza
saperlo,
però, aveva già innescato la bomba.
Il
suo piano
era più che riuscito.
Penguin,
provolone almeno quanto Law, si fece largo tra la folla, fermandosi
proprio
sotto di lei.
Abbassò
lo
sguardo, cercando di capire cosa volesse.
Lo
vide
tenderli una mano, invitandola a scendere dal cubo e andare con lui.
Poteva
essere
un’ottima occasione di far ingelosire Law, ma Penguin non era
decisamente il
suo tipo.
Inoltre,
era
lì solo per dimostrare al suo fidanzato che anche lei poteva
essere sensuale,
non certo per concedersi a un qualunque ragazzo a caso solo per
vendetta.
Assumendo
un’aria
snob che non ammetteva repliche, scansò la sua mano,
ignorandolo.
Qualcuno,
però, aveva assistito alla scena pochi metri più
indietro, concedendosi l’ennesimo
ghigno della serata.
Inutile
dire
che anche lui, ora, aveva tutta l’intenzione di mettersi in
gioco.
Ricevere
le
attenzioni della donna più bella e desiderata del locale
sarebbe stato motivo
di vanto, qualcosa da raccontare a tutti il giorno dopo.
Deciso,
si
avvicinò anche lui, ripetendo la scena dell’amico:
si fermò davanti a lei e gli
porse la mano.
Cosa
doveva
fare adesso?
Una
mossa
azzardata le sarebbe potuta costare cara.
Se
si fosse
avvicinata o esporta troppo, di certo uno furbo e scaltro come Law
l’avrebbe
riconosciuta subito.
Lo
fissò
negli occhi, cercando di nascondere la tensione e la paura che
iniziavano a
uscire dopo essere rimaste nascoste per tutta la sera.
Vedendola
esitare,
Law si fece più audace, sfiorandole una coscia con i
polpastrelli e alzando l’arcata
sopraccigliare, piegando di poco la testa da un lato, come a volerle
dire “Allora? Ci stai?”.
Bastò
quello
per riportarla alla realtà.
Il
suo
ragazzo non avrebbe perso l’occasione di tradirla.
Non
sapeva
nemmeno il nome di quella ragazza che stava guardando ora, eppure le
proponeva
di fare l’amore con lui.
La
loro
storia felice era solo una bugia, così come lo era Lolita,
l’alter ego nel
quale si era trasformata quella notte.
Lei
non era
così, la ragazza che si era inventata non esisteva.
La
libertà
apparente che aveva provato in quei pochi minuti aveva lasciato spazio
ad un
peso soffocante.
Tutte
le sue
certezze crollavano, e l’unica che ne sentiva il rumore
rimbombarle nella testa
era proprio lei.
Sconvolta
dall’amara
verità del suo mondo perfetto, scese velocemente dal cubo,
scostando Law e
scappando via, disperdendosi tra la folla della pista e lasciandolo
indietro a
cercarla inutilmente.
ANGOLO DELL’AUTORE
Salve!
Era
un po’ che non la aggiornavo questa, perciò ho
voluto darle spazio come ultima
pubblicazione (almeno su questo fandom) prima della mia partenza per
Lucca
prevista fra 4 giorni.
In questo capitolo
è tornata la vostra adorata Tashigi, contente? XD Come
vedete si è lasciata
andare, ma non ne è rimasta soddisfatta…
Vi metto
alcune precisazioni che sono doverose, poi il resto lo lascio ai vostri
commenti se vorrete lasciarmene:
Attendo con
piacere le vostre recensioni e ci sentiamo al più presto!
Baci
Place