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Autore: Xandalphon    26/10/2014    4 recensioni
ATTENZIONE! Questa è una storia scritta a quattro mani, da Lullaby1992 e Xandalphon.
Al villaggio del vortice avviene un furto, dalla grande biblioteca vengono sottratti importanti rotoli contenenti una potente tecnica di sigillo. Meno di un mese dopo una chunin di Konoha, Rin Nohara viene catturata e un cercoterio sigillato al suo interno, con le inevitabili conclusioni.
Ora il villaggio del vortice accusa, sebbene non direttamente, Konoha del furto, e Hiruzen manda una squadra ad investigare, irritando ulteriormente la Tsunamikage che interpreta il gesto come se gli avessero dato dell'incapace. Tra tensioni crescenti e un irritante squadra di ragazze.. riuscirà la squadra a portare a termine le indagini senza causare un pericoloso incidente diplomatico?
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Genma Shiranui, Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Raido Namiashi
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Violenza
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32)Annunci

 

“Buongiorno Minato. Allora, ti va già stretta la sedia di Hiruzen?”

 

Affabile, cortese, persino gentilmente ironico. Come un viscido cobra che nasconde i propri canini in attesa di soffiare il suo veleno mortale.

 

“Buongiorno a te, Danzo. Beh, sì, stretta va stretta... Ma non aspettarti che te la ceda così presto...”

 

“Mai pensato che tu fossi un tipo disposto a farlo di propria spontanea volontà, tranquillo... Sono venuto qui solo per verificare se per caso la gioia della festa in tuo onore non ti abbia fatto dimenticare il nostro piccolo accordo...”

 

“Mmm...”

 

“Su, su, lampo giallo, non fare quel broncio, lo sai che la mia organizzazione lavora per il bene di Konoha, non certo per distruggerla!”

 

“Non è il fine, ma i mezzi, che mi preoccupano, Danzo.”

 

“Non c'è un vecchio proverbio che sostiene che il primo giustifichi i secondi? E comunque, se Radice proprio non ti piace, puoi sempre fare come con la polvere di casa tua: nasconderla sotto il tappeto, fingendo che non esista...”

 

“Come Hokage e tuo diretto superiore, dovrei essere sempre al corrente di ciò che tu fai ne sei cosciente?”

 

“Dovresti, certo, ma non ti converrebbe, a meno che tu non abbia voglia di sconvolgere la tua anima candida leggendo i nostri rapporti. Perché comunque, in virtù dell'accordo tra Hiruzen ed il Daimyo, sulla mia libertà d'azione non hai molto potere... Comunque, per questa volta, a mo' di regalo per il tuo recente successo politico, voglio fare il bravo, cercando di convincerti con le buone riguardo alla necessità di una certa azione...”

 

“Ancora su quell'argomento? No!”

 

“Posso sempre convincere il Daimyo ed il consiglio che il tuo giudizio in questo campo è oscurato da ragioni personali. Ma possibile che non ci arrivi, lampo giallo? Finché il villaggio di tua moglie esiste come forza indipendente, la foglia sarà sempre in pericolo! Pensa se la nebbia avesse ottenuto il controllo sul vortice. Di fatto avrebbe rappresentato un kunai alla gola di Konoha e di tutta la terra del fuoco. Davvero vuoi correre questo rischio?”

 

“Ma di che rischio stai parlando, Danzo! Sono sempre stati nostri alleati!”

“Non so se tu sia più stolto o ingenuo, nuovo hokage... Molti ninja che avrebbero potuto essere salvati, sono invece morti durante ben tre guerre, solo perché Konoha ha dovuto impegnare uomini a difesa del vortice. Alleati? Tsk... Solo perché i rapporti di forza sono sempre stati chiari... Ogni debolezza, ogni distrazione da parte nostra equivale ad un tentativo da parte loro di pugnalarci alle spalle, per come la vedo io. Infine, c'è la questione della successione.”

 

“Eh?”

 

“Oh, dei, non dirmi che non ti sei accorto del piccolo folletto che è venuto a farti personalmente le congratulazione e a rinnovare l'accordo!”

 

“Beh, certo, Inazuma Uzumaki, cugina di mia moglie...”

 

“Non ti sei chiesto perché non hanno mandato i soliti dignitari del consiglio, ma una ragazzina?”

 

“Beh....”

 

“Te lo dico io, lampo giallo, visto che le tue doti speculative e la tua rete informativa latitano... Quella bimbetta è venuta per annunciarti la sua prossima nomina a Tsunamikage del vortice!”

 

“Un momento... In effetti aveva chiesto udienza ufficiale a me e all'assemblea dei Jounin riunita per domani, ma non credevo che...”

 

“Non credevo, non sapevo, non volevo... Minato Namikaze, sei l'hokage della foglia o un genin appena promosso dall'accademia? Non vedi che la situazione è un disastro, per noi?”

 

“No, sinceramente non vedo perché possa essere un fatto così tragico. Sei tu il paranoico, non io.”

 

“Paranoico? Dì piuttosto previdente. Per tutti i kami, è poco più di una bambina! Ogni villaggio delle grandi terre cercherà di approfittarne, manipolarla a proprio piacimento e renderla succube. E non dovrebbe nemmeno essere troppo difficile, dato che non mi è sembrata granché...”

 

“Allora sentiamo, cosa suggeriresti?” Chiese Minato, con un sospiro di rassegnazione.

 

“Ho stilato una lista di nuove clausole per l'alleanza da proporre al vortice... Appena hai un attimo di tempo prova a dargli un'occhiata. Non mi illudo che ti possano piacere, ma...Ehi, puoi sempre scegliere di non ascoltarmi ora e fare una faccia raccapricciata dopo, quando la cosa verrà risolta con i metodi di radice.”

“Dannazione... Non sei altro che una lurida serpe!”

 

“Sono disposto a pagare il prezzo degli insulti di un hokage, se ciò vuol dire che Konoha potrà vivere più a lungo forte e rispettata. Certo, mi dispiacerebbe giocarmi subito il jolly di un'azione 'non approvata' da parte tua, ma... Scegli tu, nuovo hokage... Alla prossima!”

 

Danzo uscì soddisfatto, lasciando senza parole Minato. Mentre scendeva dalle scale disse tra sé: “Abbiamo dato una bella lezioncina di vita alla madre... Mi sembra giusto che adesso tocchi alla figliola...”

 

***

 

“Amici di Konoha! Ho chiesto la vostra cortese presenza per comunicarvi un evento che spero non pregiudicherà i nostri ottimi rapporti di amicizia e di alleanza. La Tsunamikage, nella gioia per il sorgere di un nuovo Hokage, non ha potuto fare a meno di constatare quanto sia importante una guida salda e vigorosa per un villaggio ninja. Per tale motivo, a imitazione del saggio gesto di Hiruzen Sarutobi, Akiko Uzumaki ha deciso e stabilito che ad un anno da oggi abdicherà, lasciando il titolo di Tsunamikage a mani più giovani e – si spera – degne...”

 

Inazuma si fermò un istante a fissare l'uditorio. Sapevano già dove avrebbe voluto andare a parare? Sembrava proprio di sì, a giudicare dalle loro facce. Eh, già, eravamo alle solite... Chi non la fissava con ironia, la fissava con disprezzo. Avrebbe scommesso ad occhi chiusi che la frase che ronzava in testa ai presenti era più o meno: “Certo che se Akiko molla per lasciar spazio a questa pulce, quegli sfigati del vortice devono essere messi proprio male...” Ovviamente con diverse sfumature di idiozie annesse, ma il succo era quello.

 

Beh, no, doveva essere onesta... Non tutti là dentro avevano quell'idea. In fondo, a sinistra, c'era Kakashi. Bello avere supporto morale, ma per una strana ragione, non avrebbe voluto che fosse presente.

 

Il perché, per quanto non l'avrebbe mai ammesso apertamente a sé stessa, stava nella seconda parte del suo discorso...

 

“...Ad un anno da oggi, la qui presente dinnanzi a voi, oh nobili jounin di Konoha, Inazuma Uzumaki, si mariterà, per poi ottenere il titolo di Tsunamikage di Uzushiogakure no sato.”

 

Applausi tiepidi di circostanza. E ti pareva. Minato la guardava con un caloroso sorriso, per quanto, pur non conoscendolo a fondo, avrebbe giurato che fosse tremendamente nervoso per qualcosa. E Kakashi dov'era? Uffa, non lo vedeva più! Che fosse...Che fosse sparito fuori dalla sala? E ti pareva anche quello...

 

 

***

 

“Ehi, raperonzolo?”

 

“Mmm... E lasciami dormire... Per una volta che non c'è Nacchan a buttarmi giù a pedate dal letto la mattina...”

 

“Ahem... Non è che voglia dire, ma... Cioè, ero giusto un attimino sbronzo ieri sera e...”

 

Yuki smise all'improvviso di stiracchiarsi e sbadigliare come un gatto e si tirò su di scatto, sbiancando.

 

“Giuro che se mi dici che non ti ricordi nulla di quelle due o tre cosette che sono successe nel frattempo non te la perdono, mister grissino!”

 

“Buco nero. Totale e completo.”

 

“Genma...?”

 

“Eh?”

 

“Vai a cagare.”

 

A quel punto, però, Genma, vedendo che il viso della ragazza era passato dal bianco, al rosso, al viola e la sua faccia era la maschera della frustrazione, scoppiò in una sonora risata.

 

“Ehi, Yuki, va che scherzavo...”

 

Non fece in tempo a finire la frase che gli arrivò un sonoro ceffone in faccia.

 

“Non faceva ridere, idiota! Io... Ecco, io... Prima ero... Adesso, cioè... con te...”

 

“Ah, ah! Possibile che tu sia diventata ad un tratto così timida? Proprio non ti ci facevo come una bimbetta che arrossisce a parlare di queste cose...”

 

“Beh, finché riguardano gli altri... Ma quando riguardano te è un'altra cosa...Come avrai potuto notare, sono, cioè... Ero...vergine...”

 

A quel punto fu il turno di Genma non sapere cosa dire. Secondo il suo metro di giudizio aveva fatto una cazzata grande come i volti di pietra.

 

“Eh già... Senti Yuki, io... Ok, ho fatto una cosa di cui non è che vada fierissimo. E mi sento un verme, anche per il fatto che non riesco a sentirmi nemmeno pienamente in colpa come dovrei... E' che proprio stavolta non c'è l'ho fatta a trattenermi, quindi ti prego, scusa...”

 

“Guarda che così mi offendi di nuovo, mister grissino! Ok, ascolta adesso, perché la figura di quella tutta tenerella e romantica non la voglio fare una seconda volta, chiaro? Non ho la più pallida e benché minima intenzione di passare per 'l'amichetta di Uzushi che ti sei sbattuto una volta, così, tanto per...', siamo intesi? Non ci posso fare proprio un cazzo se mi sono innamorata come una deficiente di un cretino come te, dannazione!”

 

“Wow, la confessione d'amore più strana che abbia mai sentito...”

 

“Sfotti pure, ma scommetto che nemmeno tu riusciresti a dire 'io ti amo' guardandomi negli occhi! Cioè, sempre ammesso che sia vero...”

 

“E' una scommessa? Allora vale la pena tentare... Io ti...Io ti... Ahhh, merda!”

 

“Vedi? Che ti avevo detto?”

 

La strana confessione di due persone avvezze alla tenerezza quanto poteva esserlo una cisterna zincata, però, venne interrotta all'improvviso da un bussare insistito.

 

“Oh cazzo...”

 

Yuki divenne bordeaux, afferrò i propri vestiti a caso e si nascose istintivamente in bagno, mentre Genma andava, decisamente di pessimo umore, a vedere chi potesse essere il seccatore, mentre anche lui indossava qualche straccio.

 

“Ah, ecco qua il nostro capitano! Kakashi, qual buon vento di porta a casa mia?”

 

E che poteva anche portarti da un'altra parte, aggiungerei...

 

“Ehilà, Genma... Senti, avresti un attimo? Vo - vorrei scambiare quattro chiacchiere con te su una cosa che hai detto tempo fa...”

 

“Sì, sì, Kakashi, tutto quello che vuoi... Ma perché non aspetti, chessò, diciamo tra una mezz'oretta, eh? Adesso avrei da fare una cosa...”

 

Fu solo allora che Kakashi si accorse di un paio di particolari, in quella fogna disordinata che Genma aveva l'ardire di chiamare casa. Primo, un odore che non aveva mai percepito. O forse sì, aveva un che di familiare, ma non certo in quell'appartamento... La seconda, dei vestiti sparsi in giro che certamente non dovevano essere del proprietario. A meno che a Genma non fosse venuta tutta ad un tratto la particolare perversione di indossare reggiseni...

 

“Ah. Ok, ok, scusa Genma non volevo, ahem... Interromperti... Ci si vede!”

Rapido come era entrato, l'albino uscì, emanando un sospiro.

  
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